La perfetta Letizia 25

OSTINAZIONE (Febbraio 2006)

 

Ho letto con attenzione l'ordinanza sulla mobilità, anche perché conosco persone interessate. Malgrado i rilievi che già feci in precedenza, nulla è cambiato dall'anno scorso; le piccole incongruenze e le manchevolezze di allora sono state pedissequamente ripetute.
       Possibile che si sia così pigri da non volersi impegnare nel miglioramento di alcune cose, che renderebbero più serena la vita dei docenti e più produttivo il loro lavoro?
       Faccio un esempio che si sta verificando, ipotizzando un docente di nome Tizio. Tizio, titolare a Saluzzo per la classe di concorso A036, ha interesse - essendo abilitato - a passare sulla classe A037 ed ha ancor più interesse ad andare ad Alba. In mancanza di Alba, si accontenterebbe di passare sulla A037 rientrando a Cuneo, sua città. In altre parole, nella scelta, darebbe la precedenza assoluta alla sede, o nella A036 o nella A037. Invece, nella domanda, è previsto che esprima la preferenza solo in ordine alla scelta del tipo di domanda: o trasferimento o passaggio di cattedra. Nelle domande, egli indicherebbe in entrambe come prima sede Alba e come seconda Cuneo, preferendo di gran lunga Alba.
       Ma non può farlo, perché, se sceglie come precedenza il trasferimento (o il passaggio) e in tale mobilità vi è il posto a Cuneo, ma non ad Alba, finisce a Cuneo, anche se, nell'ipotesi contraria, cioè, con precedenza al passaggio ( o al trasferimento), ci sarebbe stato il posto ad Alba.
       A chi giova una programmazione del genere? Possibile che i sindacati non ci abbiano mai pensato? Un mio impiegato di quand'ero in servizio, abile nell'elaborare programmi, mi dice che non ci voleva nulla a programmare la precedenza su tre ipotesi: sede, trasferimento o passaggio di cattedra.
       A chi giova questa vessazione?
       Inoltre, ci sono nell'ordinanza delle contraddizioni che non si giustificano, se non con la coperta (o scoperta?) intenzione di tribolare i docenti.
       E' previsto, ad esempio, in nome della continuità didattica, un punteggio per chi chiede trasferimento in sede in cui abbia prestato servizio come soprannumerario utilizzato: ogni anno, tot punti. Perché "soprannumerario"? Se presta servizio ad altro titolo, la continuità non c'è? Il solito Tizio, da parecchi anni presta servizio ad Alba per assegnazione provvisoria. Se chiede il trasferimento (o il passaggio) nella stessa scuola in cui sta prestando servizio, non c'è continuità? Forse bisogna essere Ministri o Sindacalisti per capire che non c'è: il mio cervello non ci arriva.
       E non finisce qui.
       Fra qualche mese, uscirà (parlo per le secondarie di secondo grado) l'ordinanza che disciplinerà le assegnazioni provvisorie. Sempre Tizio, se non ottiene Alba per trasferimento o per passaggio di cattedra, la vorrebbe almeno come assegnazione provvisoria (ammesso che ci sia il posto). Ma, se precedentemente trasferito a Cuneo, non la potrà richiedere, perché Cuneo è il comune di residenza suo e dei suoi vecchi genitori a cui chiede il ricongiungimento.
       Ma che ne sanno Amministrazione e Sindacati se gli è più comoda Cuneo od Alba? Perché voler legare la concessione dell'assegnazione provvisoria ad alcune condizioni specifiche? Se, di fatto, si creano dei posti-cattedra annuali dopo i trasferimenti - e, col variare della popolazione, quasi sempre si verifica - si diano per un anno ai docenti che li richiedono o, meglio ancora, a quelli che li hanno richiesti nelle domande di trasferimento o di passaggio di cattedra. Volendo, si potrebbe fare da subito. Ma vorranno?
       Si direbbe che Amministrazione e Sindacati giochino semplicemente ad ottenere il consenso reciproco nella stesura delle ordinanze, senza curarsi dei particolari, che possono essere irritanti (e, a volte, nefasti) per chi li subisce.
       Con quale vantaggio per la serenità scolastica e per gli allievi? Ah, saperlo!

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