La perfetta Letizia 7

ORGANICI, CHE PASSIONE! (Aprile 2004)

 

      - "Cribbio, mi vogliono chiudere la scuola! - sbotta il mio amico sindaco di un paesino delle Langhe - Governo ladro, noi paghiamo e loro ci tolgono i servizi...".
       Vogliamo parlare degli organici delle scuole? Comincio col trascrivere ciò che scrissi al mio Ministro, con lettera riservata, nel Luglio del 1995:

"""""COME FARSI ODIARE SENZA UN PERCHE'

       Alcune Province, fra cui quella di Cuneo, hanno un tipo d'insediamento frazionatissimo: si confrontino le medie degli abitanti per ogni Comune. Ciò rende difficile la formazione degli organici; già oggi oltre 60 Comuni di questa Provincia non hanno più la scuola elementare e devono effettuare il trasporto degli alunni. Sarà un vero risparmio?
       L'aspetto antipatico della situazione sta nel dover sottoporre gli organici (istituzioni e soppressioni, ma soprattutto soppressioni) al Consiglio Scolastico Provinciale, al quale non par vero poter dire che l'Amministrazione è contro la scuola, contro i cittadini, eccetera. Ormai, sono anni che ci si attira odio per un'operazione che si potrebbe organizzare diversamente.
       Intanto, non sono le norme che sono più restrittive, sono i ragazzi che sono di meno (nel 1970, in questa Provincia, circa 40.000 nelle elementari, ora, poco più di 23.000. In quel periodo, vi erano classi con più di 30 allievi, ora non più). Inoltre, il campanilismo esasperato è favorito dall'immaginare lo Stato come il burocrate nemico per antonomasia.
       Visto che il Consiglio Scolastico Provinciale esiste ed è il massimo organo collegiale scolastico, parrebbe cosa buona lasciargli come competenza la distribuzione territoriale delle classi, fermo restando il controllo da parte di questo Ufficio. In altre parole, il provveditore determini il numero massimo di classi per ogni ordine e il Consiglio Scolastico Provinciale le ripartisca fra le varie sedi."""""

       Suggerivo rimedi empirici, ma che anticipavano ciò che si fece dopo con l'organico funzionale e che ora si sta facendo in più larga scala. La Corte Costituzionale ha detto che saranno le Regioni a provvedere alla distribuzione dei posti di organico. Speriamo bene...
       La verità è che in Provincia di Cuneo, ad esempio, nelle elementari, dal 1970 al 2000 (dopo, mi mancano i dati), gli alunni sono scesi da 40.000 a 23.000. Se, nel 1970, i maestri erano circa 3000, la semplice proporzione porterebbe la cifra, nel 2000, a circa 1725. Invece, per nostra fortuna, erano ancora oltre 2300.
       La tragedia è che non è la perfetta Letizia che vuole tagliare; anzi, Lei si batte per aver la maggior disponibilità di fondi possibile. E' il Ministero dell'Economia, che, ovviamente, vede le cose dal suo punto di vista e che, per voler far le cose giuste, fa un'ingiustizia: riduzione proporzionale per tutti. Summum jus, summa iniuria.
       Cuneo, con una media di 2160 abitanti per Comune, ha un insediamento frazionatissimo, battuto, in Italia, soltanto dalla Provincia di Asti, che ne ha meno di 1800. Dove la classe è unica, non la si può ridurre; la si può soltanto sopprimere. Di qui l'inutilità della proporzione. Il guaio è che non ci sono grossi rimedi; sarà difficile mantenere pluriclassi uniche con pochi ragazzi.
       In una prossima chiacchierata, vedremo come risolvono il problema in un altro stato della Comunità Europea.
       Gli insegnanti, ora, hanno un compito difficile: quello di difendere il servizio in termini di quantità, cioè, di cattedre, di posti di lavoro. Però, se per far ciò combattono la riforma Moratti su tutti i punti, forse fanno il loro danno, perchè non sono più credibili e non saranno più creduti. Ma abbiamo provato a fare un raffronto con l'abortita riforma Berlinguer? Se fosse stata portata a compimento, i tagli sarebbero stati di meno? Per ora, la perfetta Letizia non ha tagliato niente, mentre, a colpi di razionalizzazione, Berlinguer e predecessori un bel colpo agli organici l'hanno già dato...
       In conclusione: nelle elementari e nelle medie non risultano diminuzioni di ore e questo per i docenti è un gran bene. Se l'aspetto quantitativo pare salvaguardato, rimane da vedere quello qualitativo. Ma ne parlerò un'altra volta.

       Per le superiori, invece, c'è qualche timore in più, ma non si conosce ancora il contenuto preciso dei decreti ad esse riferentisi. Certo è che vi era stata la tendenza, negli ultimi trent'anni, ad aumentare il numero delle ore come se ciò fosse sufficiente per produrre cultura o, almeno, maturazione. Allo stesso modo, si era abbondato in compresenze (mi riferisco esclusivamente alle secondarie di II° grado), di cui devono ancora spiegarmi bene l'utilità. Purtroppo, certi nodi verranno al pettine.
       Ma il ministro dell'Economia non parta dall'idea di risparmiare sulla scuola, specie se il suo Grande Capo giustifica chi non paga le tasse. Tanto per essere chiari, non credo ai miliardi guadagnati onestamente. Saranno stati guadagnati legittimamente, ma è concetto diverso. Allora, dal lato finanziario, il Governo non tocchi la scuola: piuttosto, si guardi attorno, se non addosso.
       Ritengo che nessuno possa pensare che il denaro pubblico speso per l'istruzione sia denaro sprecato. Però, c'è chi pensa che sia impiegato male. Allora, lo si utilizzi meglio e se ne stanzi percentualmente di più, come avviene negli Stati più avveduti. Tanto per cominciare, due operazioni s'impongono:
1° - maggior serietà nella valutazione dell'attività docente;
2° - miglior retribuzione agli insegnanti, a costo di ridurne il numero (con certe garanzie). Ma che non si tratti di cento euro: il loro stipendio va semplicemente raddoppiato.

       Ma di ambo le ipotesi parlerò prossimamente.

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