La perfetta Letizia 8

FATTI E QUALITA' (Maggio 2004)

 

A proposito di qualità dell'insegnamento, riferisco alcuni fatti, lasciando ogni giudizio al lettore.

Primo fatto.

       - "Allora, ragazzi, oggi abbiamo parlato di Augusto. Per la prossima volta, cominciate a cercarvi sul libro o su qualche enciclopedia qualcosa sui quattro suoi successori, cioè, sugli imperatori Tiberio, Lucignolo, Claudio e Nerone".
       Così disse l'insegnante ai suoi alunni.

       Il padre di Massimo trovò inadatta all'età dei ragazzi la trappola tesa dall'insegnante e se ne lamentò col dirigente (che allora non si chiamava così).

Il dirigente ne convenne e, con molto tatto, parlò all'insegnante:

- "Lei comprende, sono in fase di crescita, prendono per buono tutto ciò che dice l'insegnante. Eviti di proporre loro trabocchetti, di cui ancora non capiscono lo spirito...".

- "Ma io non ho fatto nessun scherzo!"
- "Veramente, quel Lucignolo..."
- "Perché, cosa c'è che non va?"
- "Suvvia, Lucignolo non era un imperatore romano..."
- "No?!... - lunga pausa dell'insegnante - Eppure l'ho sentito nominare...".

Non è una barzelletta, è un fatto accaduto non tantissimi anni fa. L'insegnante è regolarmente in servizio.

Secondo fatto.

Una bella primavera di qualche anno fa, al tempo delle graduatorie per supplenze, un docente di LETTERE presentò un ricorso del genere: "Il sottoscritto dott. prof. X. Y. ...... chiedo ........ faccio rilevare... "eccetera. Il ricorso - tutto steso a mano, per cui non si può incolpare il dattilografo - chiudeva con queste precise parole: "CON RISERVA DI OGNI DETERIORE AZIONE".

Non è una barzelletta, è un fatto accaduto non tantissimi anni fa. L'insegnante è regolarmente in servizio.

Terzo fatto.

Nel dicembre del 1997, scrivevo al mio Ministro sull'argomento, in questi termini:

.

       Signor Ministro,
       Si è letto, in questi giorni, di 1000 miliardi per l'aggiornamento: siamo sicuri che non siano un po' buttati al vento? E' possibile aggiornare un incapace, un inetto, uno scansafatiche? Sarebbe, forse, opportuno spendere tale somma per potenziare i servizi ispettivi nelle singole discipline.
       Il docente serio si aggiorna continuamente, anche con i soli mezzi attualmente a disposizione; sono gli altri, gli incapaci, i quali, solitamente, sono anche presuntuosi, quelli che non si aggiornano; senza contare che, per aggiornamenti che si facciano, se sono inetti, inetti resteranno.
       Attualmente, i Provveditorati non hanno ispettori; le visite ai casi disperati sono rarissime, i colleghi (perchè anche gli ispettori sono equiparati ai dirigenti) della Sovrintendenza fanno quello che possono, ma sono sempre impegnati in commissioni e confabulazioni romane. Insomma, dopo l'entrata in ruolo, un docente non se ne va più, anche se non è adatto a far scuola.
       Allora, prima di aggiornare, perchè non pensare ad un sistema che permetta di espungere - e celermente -, quali corpi estranei alla scuola, quei docenti che, per incapacità o indolenza, rovinano i ragazzi e gettano il discredito sull'Amministrazione scolastica?
       Gli inidonei sono pochissimi, diciamo l'uno per cento, ma fanno perdere di prestigio a tutta la categoria, che, nella stragrande maggioranza, non solo è preparatissima, ma s'impegna per i ragazzi in modo tale da destare lo stupore e l'ammirazione di quei docenti stranieri che vengono in visita nelle nostre scuole.

Un ultimo fatto.

In questi ultimi anni, mi sono trovato più volte a parlare di scuola con docenti di Taiwan, dove mio figlio missionario lavora in una scuola salesiana.
       Un giorno, chiesi ad un amico taiwanese quanto prendesse di stipendio la moglie, che insegna educazione musicale a Taipei in una scuola statale. Tradotto in lire, erano 4 milioni e mezzo. Mi venne il dubbio che fossero al lordo delle tasse e lo manifestai.
       - "No - mi rispose - sono in tasca (cioè, nette)".
       Poi, per giustificare il fatto che non fossero molte, aggiunse che non faceva l'orario completo (che è di 36 ore, ma non d'insegnamento. Ne parlerò dopo).
       A Tainan, città nel Sud di Taiwan, nella scuola salesiana (non statale) del figlio, gli insegnanti percepiscono - sempre in lire, perchè mio figlio non ha ancora dimestichezza con l'euro - da un minimo di 4 milioni e rotti ad un massimo di 6 milioni mensili netti.
       L'orario è di 36 ore settimanali, di cui un massimo di 18 d'insegnamento. Le altre sono trascorse nella scuola (non c'è un'unica sala professori, ma ci sono tanti uffici degli insegnanti) nei compiti di contorno: correzione compiti, preparazione lezioni, aggiornamento, riunioni collegiali, ricevimento genitori, cura psicologica delgi alunni, eccetera, in modo da non dover portare nemmeno un foglio di carta o un libro a casa.
       Quando dissi che, in Italia, percepiscono la metà, il commento - freddo, razionale, quasi un pugno nello stomaco per me - fu:
       - "Si vede che non sono stimati. Lo stipendio dipende o dal prestigio che si ha o dal timore che s'incute".
       Per la seconda categoria, è evidente che pensavano alla casta dei militari o a quella dei magistrati.
       Devo precisare che non esiste il posto di ruolo, nè il contratto a tempo indeterminato: sono tutti annuali, a discrezione del Consiglio d'Amministrazione. C'è la corsa a strapparsi i docenti migliori, anche a costo di pagarli di più.

       Per finire, ho visto classi da un minimo di 14 ad un massimo di 52 allievi (è un istituto professionale), ma non ci sono problemi di disciplina, perchè ogni scuola si fa un punto d'onore di cacciare i disturbatori. Non solo, ma, per legge, ogni scuola deve pagare anche alcuni militari dell'esercito (dipende dal numero degli alunni; lì, per 1600 alunni, i militari sono cinque), che "curano" esclusivamente la disciplina; sul modo di "curarla" è bene sorvolare. Comunque, sono cure efficacissime.
       Ogni insegnante, in classe, parla col microfonino al bavero e il trasmettitore appeso alla cintola, tipo Simona Ventura o Gerry Scotti. Non occorre alzare la voce.
       Sono fatti. Possiamo apprezzarli o meno.

Faccio un solo commento; gli altri li lascio alla sensibilità del lettore
         Il sistema del contratto annuale, in Italia, sarebbe controproducente. Non avendo sicurezza, o accetterebbero l'incarico soltanto quelli che non trovano altro, vale a dire gli inadatti e i più intellettualmente deboli; oppure accetterebbero l'incarico, ma solo provvisoriamente, quelli che pensano già ad altro, i bravi, sicuri del fatto loro; a meno che la retribuzione sia tale da superare quella ottenibile in altra professione (editoria, giornalismo, dirigenze aziendali, eccetera). Ma non credo che lo Stato possa permettersi di pagare gli insegnanti partendo almeno da tre volte tanto la retribuzione attuale. Per questo sono stato sempre contrario anche all'incarico a tempo indeterminato. Eppoi, l'espressione "a tempo indeterminato" non mi convince: che cosa vuol dire? Vuol forse dire che, se non mi piaci - anche solo politicamente o ideologicamente - posso trovare la scusa per licenziarti? Su questo argomento, quando ero in servizio, ho avuto delle impressioni terribili. Il sospetto era quello di un principio d'instaurazione dello spoil system (vedere "La perfetta Letizia 2") anche nella scuola.
        Bisogna ritornare ai ruoli, che danno garanzia e sicurezza. Ma bisogna anche introdurre un sistema che dispensi gli incapaci senza le lungaggini attuali. Ho visto casi di dispensa per incapacità che sono durati 14 (quattordici) anni. Intanto, i ragazzi ne subivano le conseguenze. E non ci vuole un tribunale del popolo, ma un organismo composto unicamente da dirigenti tecnici professionisti, che sono veramente esperti di psicologia, di pedagogia e di materie specifiche. Ma devono intervenire subito.

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