(sonoro) Maggio 2022

da LUCE E FORZA di Novembre - Dicembre 1955

La parola del Parroco

       CARISSIMI PARROCCHIANI,
       Stavolta poche raccomandazioni:
       1° - Approfittate dell’inverno per farvi del bene. Più santificazione della Festa (Messa e Vespro) e per quanto è possibile anche la Messa nei giorni feriali (almeno un membro della famiglia). Orazioni mattino e sera, con sorveglianza che le recitino bene anche i piccoli.
       2° - Fate, specialmente voi donne, che entri ogni domenica, e se si può anche più frequentemente, in casa vostra un buon giornale. Essere cattolici e sostenere, comprandolo, un giornale comunista o liberale o massonico ecc. È tradire la propria coscienza, dare scandalo e cooperazione coi nemici della Chiesa e della Religione.
       3° - La Giornata PRO SEMINARIO, tenutasi domenica 35 Settembre nella quale ha parlato tanto bene a tutte le funzioni il prof: Triverio Direttore Spirituale nel Seminario Minore, ha fruttato L. 6160 così ripartite: Off. Signora Giordano 1000 – Arciprete 1000 – Raccolte dalla Gioventù Femminile alla porta della Chiesa 3190 – Off. Della Parrocchia 1000.
       Un po’ poco se siamo persuasi che il Seminario ci fa uno dei più grandi benefici: provvedendoci i sacerdoti. Vediamo di fare qualcosa di più facendoci offerenti per l’Opera del Buon Pastore. Rivolgersi alle Delegate: Signorina Daniele e Signorina Cogno Sangiano Agostina.
       4° - Raccomando alle Mamme quanto già si è detto nei riguardi della televisione. I piccoli per nessun motivo si possono ammettere alla sera notte. Ci saranno spettacoli per loro. Ripetiamo che nulla è dovuto per l’entrata al salone. Sarà ricevuta con riconoscenza ogni piccola offerta per i restauri e le spese ordinarie dei locali. Vedremo di munire le persone offerenti di uno speciale tesserino di riconoscenza. Non agisce bene chi pretende di avere il divertimento gratis o a offerta irrisoria. Pensate che cosa costano certi divertimenti, specie alla gioventù maschile.

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IN PARROCCHIA

La Festa del Patrono.
       S. Michele Arcangelo titolare della Parrocchia è stato ricordato in modo speciale domenica 2 ottobre.
       Ne furono degni Priori i Con. Musso Agostino e Galvagno Domenica che in ricordo del loro Priorato offrirono all’Asilo (di cui il Musso è Vice Presidente) la somma di L. 12 mila.
       Furono chiamati a nuovi Priori per l’anno 1956 i Con. Sigg. Passone Giuseppe e Tarditi Rosa fu P.
       Una lieta bicchierata in casa Musso cui parteciparono anche i Priori degli anni scorsi chiuse la Festa che ci auguriamo, per l’onore del nostro Patrono sempre più sentita e divota.

La Festa dei Luigini.
       Fu celebrata la Domenica 4 settembre. Al triduo predicato dal Parroco, che insistette sul dovere dei giovani di prendere la vita sul serio, specialmente per ciò che riguarda la salvezza dell’anima e la religione, la scelta dello stato e la preparazione, il valore della giovinezza e la propria formazione, i Luigini furono pochi. Più numerosi alla Comunione e alla Processione preceduta dal panegirico dettato con passione dal Vic. D. Artusio. Ma questo è troppo poco.
       Fu zelante Priore il giovane Passone Cesare che offrì alla Chiesa, in ricordo del suo Priorato, L. 3.000.
       A lui la riconoscenza della Chiesa e della Compagnia. Entra a Priore il giovane Cogno Domenico e fu eletto Sotto-Priore il giovane Taricco Giovanni di Andrea.
       A tutti i migliori auguri.

Festa delle Figlie.
       Impedita dalla Festa dell’Uva (11 settembre) fu rimandata alla domenica 18. Anche qui poco frequentato il triduo. E dire che per la gioventù femminile non ci dovrebbero essere scuse. E’ lo spirito cristiano che se ne va lentamente; la moda nudista che porta i suoi terribili effetti, la mondanità che spegne ogni entusiasmo, preparando alle famiglie di domani un doloroso avvenire. E la gioventù non lo vuol capire.

Alla Crocetta.
       Abbiamo già pubblicato che i Signori Tarditi e Sardo, proprietari di ex beni di Chiesa, hanno voluto lodevolmente regolare la loro posizione facendo alla Chiesa l’offerta che tutti conoscono. Oggi si tratterebbe di eseguire almeno in parte quanto progettato e cioè la sistemazione del terreno antistante alla Cappella colla costruzione di un muro di pietre a secco e la colmatura del dislivello. Finora non si è potuto fare nulla, impediti come siamo dai lavori della campagna. Oggi potremmo cominciare a preparare qualche cosa. Perciò crediamo di far piacere a tutti, per l’onore della Madonna e decoro del nostro Santuarietto, raccomandando a quanti hanno pietre o materiale inutile (terra, rottami, eccetera) di regalarlo alla Cappella o darlo a poco prezzo per quest’opera di religione. Il posto per il deposito non manca sotto gli annosi tigli. A suo tempo, cioè quando si potrà disporre di qualche giornata, spero non mancheranno le braccia da tutta la Parrocchia e specie dalle Borgate vicine, per l’iniziondei lavori che dovranno riuscire un abbellimento del caro luogo e la liberazione definitiva del tormento degli zingari.

E la Compagnia del SS. Sacramento?
       E’ la domanda che è stata fatta da più di una persona che ha dato il suo nome.
       Rispondo: Per quanto rincresca, dobbiamo ormai conchiudere che, nella nostra Parrocchia, non si può concludere nulla nel tempo dei lavori della campagna. Azione cattolica, A.C.L.I, Catechismo, Funzioni, ecc. Tutto cade in un letargo doloroso per lasciar posto al febbrile lavoro che non dà sosta e che diventa il primo per non dire l’unico oggetto dei nostri pensieri.
       Ed è per questo che anche per le realizzazioni di carattere religioso siamo costretti ad aspettare il tempo propizio che è l’inverno. Speriamo perciò, insieme ad altre cose in programma, poter pure dar vita alla Compagnia del SS. Sacramento alla quale raccomandiamo di iscriversi quanti non lo sono ancora ed agli ascritti, cominciare ad osservarne le cose principali come: la visita al SS. Sacramento, la provvista di olio per la lampada e l’interessamento per questa divozione così necessaria.

E lo zoccolo di marmo?
        Anche questa è un’opera che attende il suo inizio. Purtroppo il marmista ci fa attendere di anno in anno (buon segno di lavoro che non manca). Speriamo venga presto anche il nostro turno, se non prima della festa dei Santi (il che è impossibile) almeno nel prossimo inverno.
       La buona volontà non manca: mancano purtroppo i mezzi ed al marmista che lo vorrebbe fare per intero, dobbiamo rispondere che per adesso ci contentiamo di una parte.

E il portale?
       Veramente se lo guardate bene è diventato uno sconcio indegno della nostra bella Parrocchia. Ce l’hanno fatto osservare parecchi forestieri venuti per la festa dell’uva. Che rispondere? Per certe cose non basta il desiderio e la buona volontà! Per altra parte c’è da decidere: marmo o pietra? E poi ci vuole un buon disegno di esperto ingegnere per non fare uno sgorbio. Speriamo anche qui.

Il Rosario in Famiglia

       Veramente il mese del S. Rosario (Ottobre) è passato, ma per noi di campagna il vero mese del Rosario dovrebbe essere Novembre e se vogliamo, tutti i mesi dell’inverno. Ecco perché ne parlo in questo numero e mi permetto di dare qualche suggerimento.
       Facendo il Catechismo ai vostri figli ho sentito con piacere che in molte famiglie si recita il Rosario ogni sera in questi mesi d’inverno, ma ho anche capito che in altre famiglie non lo si recita mai. Questo è male, perché dove non si prega, non si possono speare le benedizioni di Dio, anzi si va a rischio di incappare in quel tremendo detto di S. Alfonso: «Chi prega si salva e chi non prega si danna».
       Il Rosario non è una preghiera difficile, anzi è la più facile di tutte. Però occorre ricordare che il Rosario è composto di due parti egualmente importanti: la preghiera mentale cioè la meditazione breve dei misteri che lo compongono.
       Come recitarlo? In latino od in italiano?
       A dirvi la verità io sono contrario alla recita del Rosario in italiano. E’ la distruzione di una bella tradizione che affratella tutti i cristiani del mondo. E poi ci vuol così poco a imparare a recitare senza spropositi il Pater Noster, l’Ave Maria, il Gloria Patri, il Requiem aeternam! Se poi trovate più facile dirlo in italiano, nessuno ve lo proibisce. Ma mi pare che perda molto della sua bellezza.
       E i misteri?E’ necessario dirli con la formula antica? Nel primo si contempla ecc.?
       No, anzi è bene cambiarla questa benedetta formula che ormai dice più niente alla mente e al cuore.
       Eccovi un metodo che seguiamo in Parrocchia e che mi pare unisce bene le due parti del Rosario (meditazione e preghiera vocale) ed aiuta a recitarlo bene.
       Cito per distinto i 15 misteri nella speranza che chi ancora non li sa possa leggerli e magari ritagliarli e aggiungerli nel libro da Messa e servirsene in Chiesa e a casa.

(omissis)

Avvisi.

       Per quanto si può in famiglia fate recitare il Rosario da una figlia o da un giovanetto. Lo dicono più bene e potrete imparare da loro.
       Insistete che tutta la famiglia sia presente, specie gli uomini e i giovani. Ci vuol così poco! Un quarto d’ora.
       Procurate di recitare bene le preghiere, evitando quegli errori che fanno ridere.
       Il Rosario, si dice, è il Breviario del popolo, e come i sacerdoti devono dire ogni giorno il loro Breviario, così un buon cristiano dovrebbe farsi un impegno di recitare ogni giorno il Rosario.

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Il mese di Novembre.

       E’ il mese dei Santi, il mese dei Morti. Quali morti ci vuole ricordare in modo speciale la Chiesa nel mese di Novembre? Noi sappiamo dove possono essere i nostri morti: il corpo al Camposanto per il quale possiamo far nulla di fuori di una visita, due fiori, due lacrime che per altro lasciano il tempo che trovano; quel cadavere continua la sua dissoluzione fino a confondersi colla terra. E l’anima? dov’è? In uno dei tre posti: in Paradiso, nell’Inferno, in Purgatorio. Sarà in Paradiso l’anima dei nostri cari? Pensiamolo, ma non speriamolo così presto. In Paradiso ci vanno presto i Santi e purtroppo non sempre possiamo chiamare santi in questo senso i nostri defunti. Buoni, sì, morti coi Sacramenti, sì, ma quanti difetti si sono portati di là, quante piccole mancanze non riparate, quanti debiti da pagare, quanta scoria da togliere!
       Saranno nell’Inferno? Non pensiamolo neppure. Nell’inferno ci va solo chi ci vuol andare; chi muore ribelle alla grazia di Dio; nemico giurato della sua misericordia; disperato per la sua giustizia. E i nostri cari, no, non sono morti così.
       Dunque il terzo posto: il Purgatorio più o meno lungo a seconda del fardello di debiti da pagare e della quantità di suffragi che da noi possono ricevere.
       Ed ecco il mese di Novembre; ecco l’inverno, occasione propizia per tanti Rosari, tante Messe sentite o fatte celebrare, tante Sante Comunioni, tante opere di bene. E qui mi par di sentire: Messe? Costano.
       Rispondo: a sentirle costano solo un po’ di sacrificio, una mezz’ora di sonno di meno. A farle celebrare costa molto meno di quanto costa il fumo, il gelato, il divertimento, il lusso esagerato. Senza accennare che il più delle volte ci siamo obbligati per giustizia, per promesse fatte o almeno per carità e riconoscenza per il bene ricevuto dai nostri Defunti. E avere il coraggio di paragonare una Messa a due pacchi di sigarette e simili cose, direi che è quasi una profanazione, una bestemmia.
       Dunque Novembre e l’inverno ci attendono. Lo sperano i nostri Morti, ci invita la Chiesa, gci deve spronare il nostro stesso interesse, ricordando le parole di Gesù: «Nella misura con cui avrete trattato gli altri, sarete trattati voi».

NOVEMBRE – MESE DEI MORTI

       La ricorrenza dei nostri Morti dà occasione a parecchie domande che già mi son sentito rivolgere:
       1) I nostri morti sanno e vedono ciò che capita quaggiù, almeno nell’ambito delle persone e delle cose fra le quali sono vissute?
       R. - C’è niente di rivelato e definito in proposito dalla Chiesa; perciò possiamo ragionare sulle diverse ipotesi.
       Se parliamo dei Morti che per loro disgrazia sono caduti nell’Inferno è certo che per loro non c’è più nulla che li possa interessare. Silenzio e oblio eterno. Divisi per sempre da tutti e da tutto nelle tenebre eterne nulla possono sapere.
       Se invece parliamo dei Morti che sono in Purgatorio o meglio delle anime che godono in Paradiso è lecito e ragionevole pensare che esse continuano ad essere in cordiale rapporto con le persone amate che hanno lasciate in questo mondo. Se non fosse così, resterebbe insoddisfatto un naturale desiderio dei Beati del Paradiso e le anime purganti potrebbero ricambiare con le loro preghiere noi che li preghiamo. Non è per nulla che la divozione alle anime del Purgatorio è così radicata nella Chiesa e praticata dalle anime devote. Perciò è consolante nel dolore di una perdita di persona cara il pensiero che noi possiamo ancora comunicare con essa: esporre le nostre necessità, pregarle del loro aiuto, ricordare davanti a loro la vita comuna ed anelare al momento in cui avremo la fortuna di riabbracciarle.
       2) E’ proprio vero che le anime dei nostri Morti possono venire in nostro aiuto?
       R. - Questo è assolutamente certo, sempre nel senso che sia le anime beate in Paradiso come le anime prgioniere in Purgatorio possono intercedere presso Dio per noi che le preghiamo e che mandiamo loro dei suffragi. La bontà, la riconoscenza non cessano nella vita beata, anzi aumentano in misura da noi non immaginabile.
       3) E allora perché non sempre otteniamo ciò che domandiamo per loro intercessione?
       R. - Ciò vale per tutte le preghiere. Il dispensatore delle grazie è Dio che solo conosce se quanto noi domandiamo è per il vero nostro bene, se meritiamo veramente la grazia e se abbiamo le disposizioni necessarie per rendere efficace la nostra preghiera.

GENTILE EPISODIO

       E’ morta una ragazza, lasciando un immenso rimpianto. Pura come un angelo, operosa come un’ape, divota come un santo. Non pose mai piede su d’un ballo, non avvicinò mai confidenzialmente un giovanotto. Si sentì dire sulla sua tomba che abbia portato al di là l’innocenza battesimale. Morì rassegnata offrendo la sua giovane vita per i suoi e per i bisogni della Parrocchia ove aveva esercitato le virtù della carità e dell’apostolato.
       La sua bell’anima s’incontrò nell’altra vita coll’anima del papà, morto da anni.
       - Oh! Anche tu qui? E l’abbraccio fu caldo e commovente.
       . Sì, papà, è scoccata la mia ora e sono venuta a tenerti compagnia coi fratelli e sorelle.
       - Bene! E ti fermi con noi subito?
       - No, ho qualche debituccio da pagare: vado a lavarmi in Purgatorio e torno presto. Laggiù (sulla terra) la vecchia mamma, le sorelle, i fratelli, i parenti pregano per me e son certa che i loro suffragi mi libereranno quanto prima.
       Ciau, attendimi per non separarci più E attendiamo quei che laggiù ancora combattono piangendo e lavorando. Vado e vengo.

ANNIVERSARI DI NOVEMBRE E DICEMBRE

1954 – Stra Tarditi Anna. 10 novembre
1953 – Tarditi Giorgio. 5 novembre
1953 – Rostagno Rosso Maria. 5 dicembre
1953 – Moscone – Vietto Giuseppina. 12 dicembre
1952 – Pavia Giuseppe. 18 novembre
1950 – Galvagno Giov. Batt. 27 dicembre
1949 – Musso Giuseppe. 25 novembre
1949 – Conterno Marengo Angiola. 28 novembre
1947 – Tarditi Settime Isabella. 3 dicembre
1947 – Mosca Vivalda Caterina. 10 dicembre
1947 – Cane Rovella Lucia. 9 novembre
1946 – Viglione Giovanni. 23 novembre
1945 – Scotto Michele. 23 novembre
1945 – Prandi Marenco Marherita. 25 novembre
1945 – Saccato Guglielmo. 18 dicembre
1945 – Borio Giovanni. 26 dicembre
1945 – Tarditi Giov. Batt. 26 dicembre
1945 – Saccato Mosca Luigia. 20 dicembre
1944 – Vivalda Elio. 27 novembre
1944 – Bocca Franco. 2 novembre
1944 - Bosio Amedeo. 2 novembre
1944 – Borio Pressenda Maddalena
1944 – Costa Pietro. 22 dicembre
1944 – Roggia Finelli Giovanna. 25 dicembre
1944 – Gioffrredo Sangiano Marianna. 16 dicembre
1944 – Alessandria Marengo maria. 30 dicembre
1944 – Sobrero Giuseppe. 27 dicembre

- R. I. P.

RINGRAZIAMENTO

       Il Parroco, a nome anche della famiglia, nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia quanti, nella luttuosa circostanza della perdita della nipote Giuseppina Graneris, hanno con scritti, con parole e specialmente colla partecipazione ai funerali, hanno preso parte al loro dolore.

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Notizie consolanti

Prima Messa.
       Riceviamo dalla lontana America la bella notizia che il giorno 27 Novembre p. v. Il nostro compaesano Diacono D. Tarditi Marco di Carlo Lodovico sarà consacrato sacerdote e ascenderà per la prima volta all’Altare per il S. Sacrificio della Messa. Al bravo levita, di cui conosciamo le peripezie del doloroso Calvario di cui oggi tocca la cima gloriosa e che con indomita volontà, fede e tenacia si è preparato e reso degno dell’alta dignità, vadano i nostri auguri, le nostre preghiere nel fausto giorno uniti alla speranza di averlo presto fra noi, almeno per la futura Festa del Carmine di cui i suoi genitori sono degni Priori per il 1956.

Nuovo Chierico.
       E’ partito nello scorso mese per Somasca (Bergamo) il giovane Pirra Lorenzo di Benedetto che ha compiuto a Cherasco nel Seminario dei PP. Somaschi il corso ginnasiale e nella Casa Madre dell’Ordine vestì di questi giorni l’abito chiericale della Compagnia. Al nuovo Chierico che, come il suo Compagno Tarditi Giovanni, ormai prossimo alla mèta, non mancherà di far onore alla benemerita Compagnia e alla nostra Parrocchia, i nostri più cordiali auguri uniti alle preghiere affinché il Signore lo prepari degnamente alla sublime missione e dignità di figlio di San Gerolamo.
       Sono così quattro i nostri parrocchiani già figli o aspiranti alla gloriosa Compagnia: P. Federico Sangiano Missionario in America – Honduras; Diacono D. Tarditi Giovanni studente in teologia a Roma; Chier. Pirra Lorenzo (Somasca) e Pirra Paolo di Giuseppe studente a Cherasco.

In Seminario Diocesano.
       Sono entrati in principio di Ottobre i giovanetti Rostagno Alessandro di Battista e Degiacomi Ugo di Filippo (Pianderle) per iniziare il corso ginnasiale.
       Che il Signore dia loro intelligenza, volontà e buona salute.

Visita gradita.
       Nello scorso Settembre abbiamo avuta la gradita visita di S. E. Mons. G. Dadone, venuto a Novello anche per constatare de visu le condizioni e tener compagnia al fratello Dott. Dadone, nostro amato medico, che aveva subito un delicato intervento chirurgico, colla soddisfazione di vederlo alla partenza completamente ristabilito. All’Ecc. Rev.ma il nostro ossequio ed al bravo Dottore le nostre felicitazioni come sono andate le nostre preghiere.

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Pagina della carità

Pro Chiesa.
       Renzo Camia (occ. Matrim.) 1000 – Passone Cesare (Priore Luigini) 3000 – Alessandria Eugenio (occ. Battes.) 2000 – Con. Dattola-Grimaldi 500 – Sangiano Maria (Priore Figlie e occ. Matrimonio) 4000 – Borio Francesco 600 – Ferrero Bice (occ. Matrim.) 1000 – Con. Maffei Foglio 500 – Sposi Clerico Sangiano 500 – Ved. Giachello Celestina 400.

Pro Opere Parrocchiali.

       Frt. Protto (Lovera) 500 – Pressenda Maria (Torino) 1000 – Tarditi Marziano (Torino) 500 – Ferrero Bice (occ. Matrimonio) 1000 – Ravera Giorgio (Torino) 500 – Tarditi Guglielmo (occ. Matrim.) 500 – Dotta Mario 2000.
       A scanso di critiche frutto di ignoranza il Parroco tiene a far sapere che le offerte Pro Opere Parrocchiali sono per le spese da sostenersi fuori della Chiesa (oratorio – sistemazione e manutenzione locali ACLI, Az. Catt., ecc.) per le opere che sono di vantaggio per il bene della popolazione.

Pro Bollettino.
       Girardi Michele 300 – Pressenda Maria 500 – Tarditi Marziano 500 – Ferrero Bice 350 – Con. Buschetti-Passone (Torino) 500 – Basso Domenica 100 – Bozzone Bartolomeo fu Ant. 200 - Cogno Ernesto (Torino) 500 – Sposi Trinchero-Ferrero 500 – Vancini Maria T. (Torino) 1000 – Mutti Lucia (Torino) 500 – Cav. Capriata Agost. 500 – Cogno Giovanni (Francia) 500 – P. P. 500 – Ravera Giorgio (Torino) 400 – Ortola Liliana 100 – Con. Dattola-Grimaldi (Bra) 500 – Paolotti Domenica (Torino) 500 – Gallizio Francesco (occ. matrim.) 500 – Borgnini Carlo (Lamorra) 500 – Con. Maffei Foglio (Bari) 500 – Ravera Giorgio 500 – Giachello Celestina Ved. 350.

Pro Asilo.
       Sono le offerte che il parroco ha ricevute in occasione della festa dell’uva. Fam. Montagnoni Perego 5000 – Conterno Silvio (Genova) 300 – Con. Gindri-Saccato (Torino) 500 – Mutti Lucia (Torino) 500 – Con. Musso galvagno (Priori S. Michele Arc.) 12.000 – Cav. Capriata 5000 – Costamagna Giuseppe (Savona) 500.
       Offerte pervenute alla Direttrice dell’Asilo: Sig. Rosso Andrea, Sindaco L. 5.000 – Sig. Tarditi Francesco 500 – Fam. Prof. Roggero 1000 – Novo Michele 1000 – Con. Buschetti passone 500 – Con. Macario Bergamino 500 – Banca di Novara 2000 – Seghesio Maria 1000 – Barale Rita 1000 – Borgogno Jole 1000 – Cogno Ernesto 500 – Fiorina Luigina 500 – Tarditi Giuseppina 1000 – Tarditi Lucia 1000 – Stra Lucia 1000 – Maffei Ida 1000.

BILANCIO AGRICOLO

       Finalmente quest’anno la maggior parte dei nostri agricoltori ha nuovamente vissuto le giornate liete della vendemmia. Diciamo «la maggior parte» perché la grandine anche quest’anno non ha voluto essere da meno e si è scagliata con veemenza disastrosa sulle fiorenti vigne di Bergera e Panerole. Per loro una parola di conforto e di rassegnazione.
       In complesso però si può dire che l’annata agricola ha lasciato soddisfatti i lavoratore: si è ftto del grano, della meliga, ancora discreto foraggio nonostante la siccità e si è venduto il tutto a discreto prezzo. Ricordiamo Chi ci ha dato tanta roba. Un po’ di fastidio per la vendita l’hanno dato le uve. Si è ripetuto per l’ennesima volta l’inconveniente fastidioso di dover attendere i compratori che non vengono mai e attendono di essere invitati. Sanno fare il loro mestiere e viva loro. Chi ne ha scapitato è il prezzo che, come al solito pareggia le nostre uve, vere specialità, a merce molto al disotto per grado e per rendimento.
       Come sarebbe bello (e l’abbiamo sentito ripetere da più d’uno) poter portare le nostre uve alla Cantina Sociale, con tutto nostro comodo, ricevendo la nostra bolletta e se vogliamo anche quanto di denaro ci occorre, mentre la Cantina paga l’interesse di quanto non viene richiesto. Oggi il fatto della spesa non deve più impressionare mentre vediamo ogni giorno sorgere Cantine Sociali in paesi che non hanno il nostro prodotto, eppure realizzano più di noi senza spese, senza fastidi, senza il benedetto canestrino o canestrone che i compratori pretendono. Un vino tipo novellese andrebbe a ruba sui mercati della città. Se non abbiamo timore a costituire il Consorzio antigrandine che pure ci costa, perché dobbiamo averlo per la Cantina Sociale che in fondo è poi la stessa cosa col vantaggio del sussidio governativo? Non aspettiamo, cari parrocchiani, a svegliarci quando sarà troppo tardi!
       E permettete anche, cari agricoltori, che il Parroco vi ricordi ancora un altro grande dovere: la riconoscenza verso Dio. Fa sentire qualche volta persone, che pur vogliono essere cristiane, uscire in questa espressione: «Dopo tutto chi lavora siamo noi». No, cara gente: tre cose ci vogliono perché la campagna fruttifichi: il lavoro, il capitale e la benedizione di Dio.
       Il capitale (i terreni) senza lavoro produrrebbe poco o nulla; il lavoro senza capitale (terreni o fabbrica) produrrebbe nulla; il capitale e il lavoro senza la benedizione di Dio che dà salute, intelligenza, volontà e concordia agli interessati; pioggia e sole alla campagna, fertilità al terreno, liberazione da enti distruttori, sarebbero vani.
       E la benedizione di Dio va meritata almeno dai buoni perché ne godano anche i cattivi.
       Grossiera, incivile e da ignorante la risposta data da un mezzadro, tempo fa, al padrone che osserva che la produzione era stata un po’ scarsa: «Per i sudori che ha sparso lei, la campagna ha dato fin troppo».

IL PROBLEMA DELL’ANTIGRANDINE

       continua ad assillare la mente dei nostri agricoltori e a fare l’argomento di tutti i discorsi.

Rinunziare e tornare all’antico?
       Non si vuole da nessuno. Sarebbe come il malato che rinunzia alla medicina di cui conosce il benefico effetto. E che la lotta contro i temporali grandiniferi a mezzo dei razzi, se questi sono ben confezionati (il che purtroppo non avviene poiché è provato che quasi il 50 per cento dei medesimi non scoppiano) e usati con intelligenza (il che comincia a entrare nella pratica dei nostri sparatori) dia risultati positivi nel 90 per cento dei casi è ormai cosa provata dall’esperienza.

Continuare nel consorzio intercomunale?
       Nessuno più lo vuole. La prova è fallita in pieno. Incuria dei Dirigenti? Timori inconsulti? Rifiuto o esaurimento della fabbriche. Non andiamo a cercare. Certo è che se la consegna di questa merce non fu effettuata o lo fu in misura insufficiente, mentre tale consegna era oggetto di un vero contratto e se per di più, come nel caso nostro, la mancanza assoluta di detta merce ha causato danni incalcolabili, qualcuno ne deve essere responsabile. Di qui la ragionevolezza dei consorziati di uscire dal Consorzio che non gode la loro fiducia e di rifiutarsi al pagamento di merce non ricevuta. Ma il danno chi lo pagherà?

La conclusione.
       È unica per la stragrande maggioranza degli agricoltori: Separarci dal Consorzio intercomunale e formare un Consorzio locale con propria Amministrazione, con proprio Regolamento da cui risultino chiari i diritti e doveri dei Consorziati e degli Amministratori.
       La provvista tempestiva di razzi, dietro regolare contratto colla fabbrica, fatta in tempo utile ed in misura sufficiente, il numero delle postazioni, il trattamento agli sparatori, la resa dei conti, ecc. Sono tutte cose che devono essere oggetto di serie discussioni per modo che l’Amministrazione, se si assume un compito non ordinario, si senta pure sostenuta dall’aiuto e consenso di tutti i Consorziati. In una adunanza già tenuta allo scopo, all’unanimità i convenuti si sono espressi in uniformità a quanto sopra. Auguri.

La festa dell’uva
(Riflessioni parrocchiali)

       Veramente è un po’ tardi per farne la cronaca. Basti dire che, profanamente o se si vuole un termine più accettevole, civilmente parlando, la festa è riuscita in pieno, grazie allo zelo del Comitato Esecutivo. Passando sopra alle piccole beghe effetti di un malinteso egoismo, solito a sorgere in questi casi, e guardando unicamente al lato religioso, che in molte di queste circostanze armonizza molto bene col civile, dobbiamo dire che la festa ha lasciato in più d’un visitatore un’impressione da non non rata. Siamo passati, davanti a chi ci ha giudicato un po’ superficialmente, come una Parrocchia poco religiosa. Basti a provarlo due piccoli episodi. Un musicante mi domandò con tutta convinzione: «Non c’è la processione stassera? Noi abbiamo pronte della marce religiose». E una signora pure forestiera, venuta alla funzione del pomeriggio, non potè trattenersi dall’esclamare: «Come vengono poco a Vespro in questo paese!». Vi era in Chiesa una dozzina di persone.
       Con questo non si vuole dare la colpa a nessuno. Certe cose è facile capirle. Ci sono i parenti e a tavola s’indugia, c’è il banco dell’uva da prendere d’assalto, ci sono le bottiglie che vanno diminuendo e per le due cose non si vuol arrivare tardi.
       Alla Messa, al Vespro ci andremo un’altra domenica. Eppure sarebbe tanto bello ed edificante se in queste occasioni dessimo la prova di essere come vogliamo che la gente ci creda, una Parrocchia di intensa vita religiosa che per nessun motivo rinunzia alle sue pratiche festive. Un piccolo accorgimento, a volte un semplice invito a visitare la nostra artistica Parrocchia che suscita l’ammirazione di quanti la vedono, basterebbe per indurre i nostri invitati a compiere i loro doveri religiosi che forse non tralasciano mai nei loro paesi, lasciando loro a nostro riguardo la migliore delle impressioni. Sappiamo di manifestazioni consimili dove, da questo lato, nulla di meglio si può desiderare. L’augurio che anche da noi si possa col tempo armonizzare quanto oggi è ancora in votis, poiché è sempre vero che certe feste profane, che pure hanno la loro ragione di essere, sono una mazzata sulla testa dello spirito cristiano.
       Pienamente riuscita la giornata del lunedì 12 Settembre colla magnifica mostra zootecnica in cui sono ricomparsi numerosi i campioni della razza della coscia e sottorazza albese, più raccomandata e più sicura, mostra che ha meritata l’ambita visita dell’On. Ferraris, sempre ricordato a Novello, del Prof. Zearo Direttore dell’Ispettorato Agricolo Provinciale, del Cons. Provinciale Avv. Ferreri, ai quali va la riconoscenza di tutti i Novellesi. Numerosi i premi. Se però è permesso al Bollettino farsi portavoce di un lamento sentito è quello di aver ristretto la mostra al solo Comune di Novello.
       Riuscitissima pure la sfilata degli automezzi colla benedizione sulla pubblica piazza e la distribuzione dei premi onorata dalle suddette Autorità. Un plauso al Comitato.

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