(sonoro)

Dopo il numero del Luglio 1944, LUCE E FORZA dovette interrompere le pubblicazioni a causa della guerra. Potè riprenderle solo a guerra finita, col numero che uscì nel maggio del 1945. Purtroppo, fu l'unico numero di tutto l'anno, perché dovette nuovamente interrompere le pubblicazioni, a causa della grave malattia del Parroco. Le pubblicazioni riprenderanno soltanto nel gennaio del 1946.

da LUCE E FORZA di Maggio 1945

Buon Anno!

A tutti i suoi affezionati lettori vicini e lontani e soprattutto ai cari Parrocchiani e Soldati il Bollettino porge i più cordiali auguri di "Buon Anno,,. Possa essere il 1942 apportatore di pace, di vittoria, di amore, di benedizioni.

Carissimi Parrocchiani,

Deo gratias! Rendiamo grazie a Dio. E' la parola più cristiana, o se vogliamo anche la più umana, la più logica, la più ragionevole, la più naturale che sgorga dal cuore ed affiora alle labbra in questi fatidici giorni in cui la notizia della fine della guerra in Italia ci ha riempiti di gioia e quasi storditi per le circostanze in cui ci ha raggiunti. E' finalmente finita la guerra: la lunga e spaventosa guerra che ha strappate tante lacrime, sparso tanto sangue, fomentato tanto odio, accumulate tante rovine. E' finita lasciando miracolosamente quasi intatti tanti paesi del nostro Piemonte ed in modo speciale il nostro Novello, le cui campagne sono tuttora inviolate, le case intatte, le famiglie relativamente tranquille come nessuno avrebbe osato sperare.
        E ci siamo radunati domenica e giovedì scorsi (6 e 10 maggio) ed abbiamo detto con effusione di cuore a Dio, Ottimo, Massimo, nelle cui mani stanno, si voglia o no, i destini delle nazioni e degli individui, la nostra parola di umile, sincero, sentito ringraziamento.
        Sì, ripetiamolo sovente: Te Deum laudamus, Te Dominum confitemur. Noi Ti lodiamo o Dio e Ti riconosciamo Padrone del cielo e della terra, della vita e della morte, del tempo e dell'eternità, arbitro unico ed insindacabile degli eventi umani e naturali.

Ringraziamento a Dio

Innanzi tutto adunque e sopratutto il nostro ringraziamento sincero, cordiale, entusiasta a Dio, al S. Cuore di Gesù, a Maria SS. Ausiliatrice, a S. Michele Arcangelo, nostro Patrono, a S. Giovanni Bosco ed ai Santi Protettori della Parrocchia e delle Borgate ai quali tante volte e specialmente nei momenti più difficili abbiamo alzate le nostre preghiere. E se Dio ed i Suoi Santi abbiano fatto verso di noi la loro parte, lo dice il fatto che nessuno può negare.
        Senza rievocare alla mente lo spettacolo orrendo dei paesi dove è passata la guerra, delle città e villaggi su cui s'è abbattuta la furia devastatrice dei bombardamenti, ci basti dare uno sguardo attorno per rilevare la posizione di privilegio miracolosamente fatta alla nostra Parrocchia. Non violenze, non soprusi, non rastrellamenti, non incendi gravi, non uccisioni, non furti, non rapine, non devastazioni, se vegliamo prendere le parole nel loro vero senso e pensare che quel poco da noi sofferto è nulla in paragone di quanto potevamo soffrire ed hanno sofferto altri.

Il voto

Ed ora dite voi, cari Parrocchiani, se non sia giusto e doveroso rievocare e ripetere, col fermo desiderio e proposito di adempierlo, il voto da noi fatto innanzi all'altare la domenica 9 luglio dell'anno scorso 1944, quando più che mai si trepidava sull'avvenire nostro, dei nostri cari, delle nostre cose. Ricordate? Basta pensare al 2 agosto 1944, festa della Porziuncola alla Crocetta.
        Perciò:
        1.o Faremo, a suo tempo e col massimo concorso e divozione il triduo di Processioni alla Crocetta, offrendo volentieri le nostre generose elemosine per la posa del pavimento di quella Cappella che veramente ne abbisogna.
        2.o Ultimeremo in Parrocchia la nicchia del S. Cuore e faremo sorgere, bello e ricco, il tempietto votivo a S, Giovanni Bosco davanti alla cui immagine voi, mamme, tante volte avete pregato e pianto per i vostri figli lontani.
        3.o Ma sopratutto ci impegneremo di adempiere fedelmente ciò che del nostro voto è l'anima e senza del quale tutto il resto sarà ben poco e non contenterà certamente Dio ed i suoi Santi; renderemo la vita nostra più cristiana, senza tentennamenti, senza mezze misure, senza rispetti umani, servendo ad un Padrone solo. Abbiamo promesso di santificare di più la festa, di abolire la bestemmia, di fare, nel limite del possibile, maggior e miglior compagnia al S. Cuore vivente nella SS. Eucaristia coll'istituzione dell'opera "Le Lampade Viventi"; ed il ceto femminile ha promesso di abolire la moda nudista.
        Dio ha accettato il nostro voto e le nostre promesse ed ha mantenuta la parola facendo la sua parte come nessuno avrebbe saputo fare. E noi?... Tutti? .. Cerchiamo almeno di farlo adesso a titolo di ringraziamento.
        Purtroppo sappiamo che per tanti queste saranno parole vuote, poiché già in troppi luoghi la notizia della fine della guerra è stata accolta con manifestazioni non del tutto conformi alla morale cristiana, manifestazioni ingiustificabili che solo una inconsulta manìa di divertimento, che prende pretesto da ogni cosa, può suggerire e far compatire. Ma ciò che era male prima è anche male adesso e sarà male anche domani non ostante tutte le circostanze.
        Resta però indiscutibile che così non si ringrazia Dio.

Ringraziamento agli uomini

Entra anche questo nei doveri della riconoscenza e della giustizia. Per poco che si sia intelligenti si capisce che Dio non interviene quasi mai direttamente nelle cose umane, ma si serve, come si dice, di cause seconde. Governa gli uomini, difende gli uomini, castiga gli uomini per mezzo di uomini. Ebbene, agli uomini di cui Dio s'è servito quali docili (ed a volte inconsci) strumenti per la nostra difesa e per il nostro bene, ai nostri soldati tutti, che hanno compiuto, soffrendo, il loro dovere sui campi lontani, a coloro che vicini a noi hanno vigilato giorno e notte, a chi ha esposta la propria vita al pericolo, a chi l'ha eroicamente sacrificata, a chi s'è prudentemente ritirato quando occorreva ritirarsi ed ha eroicamente resistito quando era tempo di resistere, vada il nostro ringraziamento col proposito e la speranza di poter in una festa comune e solenne meglio esternare questa riconoscenza quando saranno con noi i nostri cari figli, i nostri soldati a qualunque arma appartenenti, prigionieri nella crollata Germania, internati nella lontana Russia, affidati alle mani dei nostri alleati vincitori, o ancora guerreggianti e sparsi nella nostra Italia settentrionale, veri patrioti e scorte vigili dell'ordine in questi momenti così difficili.
        E qui cari Parrocchiani, mentre uniamo insieme la preghiera di ringraziamento alla gioia del fine- gnerra, lasciate che il vostro Parroco, che se ne sente in dovere, vi faccia una preghiera ed una raccomandazione. La guerra in Europa è finita, ma ciò non vuol dire che sia fatta la pace.
        Occorre persuaderci che sarà molto più difficile stabilire il mondo in pace di quanto sia stato facile sollevarlo in una guerra che non ha riscontro nella storia. E questa pace non può venire che da Dio, poiché il mondo, che sa fare le guerre, non ha mai saputo fare da solo, e questo lo dice la storia, un trattato di pace nel quale non si sia incluso il seme di un'altra guerra. Basta per noi pensare alla pace del 1919. Per questo la Chiesa ci ha fatto e continua a farci pregare da Dio quella pace che "mundus dare non potest", "ché il mondo non può dare".
        E Dio ce la darà questa pace vera e duratura se noi, insieme a tutto il mondo cristiano, sapremo meritarcela. Preghiamo quindi ancora, cari cristiani, perchè Iddio, somma Sapienza e Bontà, riempia del suo Spirito la mente ed il cuore di coloro che domani sederanno alla conferenza della pace con in mano i destini del mondo. "Veni Sancte Spiritus - ripetiamo nei giorni di preparazione alla festa di Pentecoste - reple tuorum corda fidelium". Che gli artefici della pace trovino nel compimento di questo arduo dovere i lumi e la bontà necessaria per un'equa sistemazione del mondo sconvolto, per una giusta e sapiente soluzione dei difficili problemi che la più disastrosa delle guerre ha posto loro davanti.
        Non grette vedute di campanilismi, di egoismi malintesi, di vendette, di ingiustizie, ricordando le parole di verità di un grande Pontefice: "Le nazioni non muoiono". A ciascuno il suo, secondo giustizia, ma anche con carità. E questo spirito conciliativo, questa carità cristiana, che sola può dare al mondo la vera pace, noi oltre pregarla per gli altri, vogliamola anche per noi e cerchiamo darne il buon esempio. Cessata la lotta col piombo, sta per cominciare la lotta colla carta per la formazione dei partiti e le future elezioni.
        Nessuno vuole impedire che in fatto di politica ciascuno segua le proprie idee.
        Ma anche qui, e specialmente qui, ricordando i tempi passati, noi vorremmo vedere trionfare la carità. Perchè dilaniarci, calunniarci, combatterci con metodi tutt'altro che cristiani? Perchè volere ingannare il semplice, abusare del proprio prestigio per tirare acqua al proprio molino e non intonare il nostro lavoro ai due sacrosanti princìpi di carità e libertà?
        Sì, libertà, ma intesa nel suo vero senso, poiché non vi può essere libertà per l'errore e per il male. Ed ecco il dovere per chi vuole trarre gli altri dalla sua e comunque lavorare per un partito. Domandarsi: Sono io nella verità? I princìpi che difendo sono fondati su solide basi? Conosco a fondo la dottrine che predico e conosco anche quella che combatto? Poiché è un fatto che oggi, come ieri, si predica da troppi a vanvera senza profonda preparazione di studi e senza sapere il valore delle dottrine che si predicano o si combattono.br>         E avverrà forse ancora domani come già è avvenuto che la lotta degenererà in odii, in rancori, in risse, in questioni di parole amare e forse anche di fatti sanguinosi. Come avverrà che persone incoscienti venderanno il voto per un bicchiere di vino, per un misero pranzo, per due soldi, concorrendo col loro voto incosciente a creare alla Patria altri dolori.
        "Carità, dunque, verità, libertà" ecco il trinomio che, secondo noi, dovrebbe presiedere ad ogni lavoro di uomo. Carità nelle parole, nelle discussioni, nei dibattiti. nelle lotte pacifiche dal lavoro e della ricostruzione. Il peccato deve combattersi, cioè il male, non il peccatore.
        E con questi sentimenti prepariamoci al grande lavoro della ricostruzione. Ma soprattutto teniamo presente che la guerra non ha seminato soltanto rovine materiali e che non vi sono solo case, ponti, ferrovie, strade ecc. da ricostruire; più grandi e più impressionanti sono le rovine morali.
        C'è la famiglia da cristianizzare, il matrimonio da difendere da possibili attacchi, la scuola da ricondurre al suo vero compito, c'è tanto odio da spegnere, tanti pregiudizi da snebbiare, tanti propositi di vendetta e di ingiustizie da smossare. Ci sono, in una parola, i diritti sacrosanti di Dio e dell'uomo e specie del cristiano da difendere contro tutto e contro tutti colle armi della carità e della giustizia cristiana.
        A questo compito immane cerchiamo di portare anche noi il nostro piccolo contributo della preghiera e dell'azione. "Salvum fac populum tuum, Domine,,. O Signore, salva ancora una volta questo tuo popolo. "Et rege eos et extolle illos usque in aeternum,,. E guidalo per le tue vie .della virtù, sorreggilo, innalzalo fino al cielo in quella che è la vera gloria. E noi "per singulos dies benedicimus Te,,. Noi ti benediremo, o Signore, per tutti i giorni della nostra vita più che con le parole colla nostra vita cristiana, coll'osservanza dei Tuoi comandamenti, fino a quando ci chiamerai a lodarTi eternamente in Paradiso per tutta l'eternità. "Et laudamus nomen tuum in saeculum saeculi ..."
        Vi benedice con affetto
                        Il vostro Parroco.

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LA BENEDIZIONE DELLE CASE

Sarà portata nei giorni sottoindicati cogli orari e itinerari seguenti:
Lunedì 21 Maggio. Ore 8: tutto il paese cominciando dal lato delle scuole, comprese Le-Strette, S. Giuseppe, Strada Nuova. Fracchia Pallone.
Martedì 22 Maggio: Ore 14: Veneria, Chiabotto, Merli, Pratorotondo, Panerole, Ravera, Selvatico, Casc. Nuova, Ebreo.
Mercoledì 23 Maggio: Ore 14: Isole, S. Rocco, Serra, S. Grato, Pilone, Ghercina, Ciocchini, Loschetti, Zora, Palaretta.
Venerdì 25: Ore 14: Crocetta. Gavetta, Corini, Pezzole, Bergera, Rapalino, Saccati, Tarditi Sopr., Pianderle, Bricco Neri.
Lunedì 28 Maggio: Ore 14: Podio, Belmonda, Sardo, Tarditi Sott., Chiarene, Tomalini, Bori, Piano, Mantilleri, Rostagni.
Martedì 29 Maggio: Ore 7: Moriglione (Messa a quella Cappella e benedizione alle case di quella Borgata). Tornando si benedirà ai Pasinotti, Bricco Croce, Ermiglione, Baricalino, Collera. Mercoledì 30 Maggio: Ore 7.30: Mosca, Linetti, Fasana, Bivio, Casello ferr., Font. Olmo, Cabianca.
        Nota - Nel caso di pioggia il giro non fatto in tal giorno sarà rimandato alla fine.

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I nostri Soldati

Cominciano ad arrivare alla spicciolata i nostri cari figliuoli che da tanto tempo non rivediamo: Abbiamo così visto in questi giorni giovani Anselma Giuseppe reduce dall'Italia meridionale, Roggia Eugenio che torna dalla lontana Germania, e il fratello Enrico.
        Altri, ci si dice, sono per via e saranne a giorni fra le braccia dal loro cari. Noi auguriamo che tutte le mamme che da tempo sospirano questo giorno possano avere questa grande consolazione. Ai nostri cari soldati faremo, a suo tempo una bella festa, quale hanno meritate le loro sofferenze ed il loro valore. Per ora diamo a loro ed ai valorosi partigiani che han militato per la medesima causa, la salvezza della Patria, il più cordiale e commosso benvenuti. Contemporaneamente i soldati che sono rimasti qui colle nostre famiglie come bravi lavoratori, ai quali va il nostro elogio per il contegno educato e rispettoso che hanno saputo tenere, cominciano a convogliarsi verso le loro case. Così sono partiti di questi giorni per ritornare alla loro bella Sicilia Salvatore e Giuseppe che salutandoci hanno lasciato per la Chiesa l'offerta L. 100. A loro ed a tutti il nostro augurio ed il nostro ricordo.

La prima Comunione

Per mancanza di spazio non possiamo parlare della bella funzione svoltasi giovedì 13 festa dell'Ascensione. Lo faremo potendo in altro numero. Oggi ci limitiamo a ringraziare quanti per l'occasione hanno fatto offerte ed in particolare il bimbo Obole Roberto che con una bella letterina di ringraziamento ha fatto pervenire al Parroco la bella offerta di L 300 per la Chiesa.

La Giornata della Carità

L'abbiamo celebrata, secondo il desiderio di S. E. Mons. Vescovo, durante le SS. Quarant'ore di Pasqua e precisamente la domenica delle Palme. Ha fruttato in tutto la bella somma L. 6007.30 tra cui principale l'offerta dei nostri bravi giovani filodrammatici in L. 4520.
        Furono beneficate 27 famiglie le quali hanno incaricato il Parroco di esprimere a tutti la loro riconoscenza.
        La bella giornata - sfortunatamente disturbata dal tentativo d'invasione dei repubblicani valorosamente ricacciati dai bravi partigiani che hanno ingaggiata una vera battaglia - oltre aver dimostrato quanto sia bello poter fare la carità a chi soffre, ha rilevato necessità nascoste, poveri veramente bisognosi che non osano a stendere la mano e soffrono in silenzio. Aiutiamoli volentieri.

LA CASSETTA DEI POVERI

Per questo il Parroco ha pensato di lasciare alla porta della Chiesa la Cassetta che già servì per le offerte "Pro Casa Sinistrata,, ove i buoni possono fare in forma veramente evangelica la carità. E bisogna dire che la Cassetta lavora abbastanza, avendo raccolto in meno di un mese oltre 200 lire che il Parroco ha distribuito alle persone più bisognose.
        Ringraziamenti agli offerenti.

PER IL BOLLETTINO

Col ritorno della normalità anche il Bollettino, se non ancora col suo vecchio nome di battaglia, dopo i giorni tristi passati, dopo le sciocche prescrizioni che l'hanno sospeso, spera poter riprendere le sue pubblicazioni che, se Ia salute del Parroco lo permetterà, torneranno ad essere normali. A tutti i suoi buoni lettori che lo rivedono con piacere il Bollettino domanda l'aiuto per poter continuare la sua opera di bene. Se si pensa che ogni copia costa più di una lira, si capirà anche che, senza l'aiuto dei buoni, la vita del Bollettino sarà seriamente compromessa.
        Ecco intanto le offerte pervenute da Novembre in qua:
        Germano Elisabetta L. 10; Patriti Costanza ved. Costamagna 30; Cogno Giacomo 10; Ved. Taricco Angela 50; Con. Cadario Abio 20: Pirra Ernesto 20; Galizio Francesco 20; Fam. Abbona Onorato 25: Tarditi Pasquale 10; Daniele Deograzia 10: Taricco Andrea 10: Alessandria Luigi 50: Bozzone Maria 10; Dotta Giacomo 25: P. A. 10; Cogno Gioachino (in occ. batt.) 50; Roggia Giuseppe (Ermigl.) 10; Rapalino Giuseppe 25; Frat. Alessandria 20: Cogno Giovanna ved. 20; Ved. di Tarditi Francesco 10: Stra Lucia. Lamorra (in suffr. nip. Luciano) 15; Dott. Franco 10; Prof. Tarditi Alfonso 10: Pirra Giovanni (in orcc nozze figlia) 15: Cav. AnseIma 100; Tarditi Giuseppe (Zora) 20; Taricco Teresa fu Luigi 50; Costamagna Luigi 20; Vietti Clemente 15; Fam, Gabutto 14; Passone Domenica ved. 25; Camia Carlo 20: Abio Giovanni 10: Fam. Vietto f. Pietro 65; Grisotto Angela 15; Marengo Bemardo 30: Cagnasso Giuseppe 20; Musso Cesare 50: Borio Francesca 10: Sorelle Galvagno 20; Pirra Giuseppe f. Ben. 5; Pirra Benedetto di Giov. 20: Comm. P. Giordano 50; Giaccardo Maddalena 10; Abbona-Pirra Cristina 10; M. Borio-Tarditi 50; Cav. Ghigo Michele 30; Passone Lorenzo 10; Civallero Giuseppe 10: Fam. Dallorto 10; Borgogno Walter 30; Davico Giuseppe 15: Marenco Angelo Cioch. 25; Gallo Battista 50; Ved. Basso 10.
(Continua)

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