(sonoro)

da LUCE E FORZA di Luglio 1946

LA LETTERA DEL PARROCO CARISSIMI PARROCCHIANI.

        L'ultimo numero dei Bollettino vi giungeva mentre mentre fervevano le dispute e le lotte elettorali. Ed è naturale che la diversità di idee (sovente frutto di ignoranza) porta sempre ad una certa ostilità anche verso le persone che non la pensano come noi. Di qui gli articoli pungenti di giornali, le frecciate contro persone in Conferenze e comizi più o meno educati, di qui travisamento dei fatti, accuse e sovente calunnie contro chi aveva il torto di non militare nei nostro partito e di non combattere per la nostra bandiera che a ciascuno sembra sempre la migliore, anzi l'unica da seguirsi.
        Ed il periodo elettorale ci ha fatto assistere a molti di questi fatti dolorosi, unicamente scusati dalla febbre del propagandista.
        Oggi tutto e passato. ! manifesti sono scomparsi, i muri sono puliti. Dimentichiamo il passato e dimostriamoci buoni italiani, unicamente preoccupali del bene della nostra Patria già troppo martoriata. Comunque sia stato li nostro voto oggi è dovere accettare il fatto compiuto. La maggioranza degli italiani si è pronunziata per la repubblica? Ebbene proponiamo di essere dei buoni repubblicani. La Chiesa ha ripetuto a iosa che nessuna forma di governo è indispensabile per il benessere delia nazione e che tutte le forme possono essere buone quando a capo delle medesime ci sono persone di coscienza, di buona volontà, anelanti alla giustizia sociale ed al bene del popolo che è formato da tutte le classi: operai, contadini, esercenti, professionisti, impiegati, lavoratori del braccio o della testa, dell'officina o della cattedra, del campo o dell'ufficio. A tutti deve pensare con giustizia il governo, perchè tutti hanno diritto ad una sana ed intelligente amministrazione.
        Perciò basta alle dispute, alle chiacchiere, alle recriminazioni, agli odii, ai propositi di rivincite o di vendette. Siamo tutti unicamente italiani e sopratutto cristiani. Amiamoci ed aiutiamoci a vicenda nella convinzione che l'unione fa la forza e che l'amore cristiano vince tutte le difficoltà e supera tutti gli scogli. Se l'Italia saprà dare Io spettacolo di serietà, di unione, di collaborazione per il bene davanti al mondo che ci guarda e che ci giudica, le cose non tarderanno a migliorare e la famosa parola ricostruzione, di cui purtroppo si fa tanto abuso, comincerà a vedersi tradotta in pratica. Anche il migliore dei governi non potrà far nulla se non ha con sè il consenso e la cooperazione di tutti i cittadini E cooperazione per noi vuol dire compiere il nostro dovere.

QUALE DOVERE?

        Come vostro Parroco accenno a poche cose che prime dovrebbero essere messe in pratica e che costituiscono un grave impedimento alla formazione di una coscienza sociale indispensabile per una vera ncostruzione.

        1° - RISPETTO ALLA PERSONA ALTRUI

        Oggi purtroppo (e non solo da ieri) da molti si è dimenticato che c'è un Comandamento di Dio che dice "Non ammazzare,, ed un altro che dice "Non rubare".
        Se il mitra ha cessato alquanto la sua triste funzione, pare non averla ancor cessata quella triste arma a doppio taglio che si chiama la lingua. E questa non viene adoperata solo dagli uomini. Forse mai come ai nostri tempi ha trionfato la maldicenza, la calunnia, lo sfogo più bestiale dell'odio e forse mai, come ai nostri giorni, questi delitti sono stati compiuti con tanta perfetta tranquillità e cinica indifferenza come oggi. Si arriva persino a conciliare i più gravi peccati della lingua colle sante pratiche della nostra religione. E non si pensa che togliere l'onore ad una persona è più grave sovente che togliere la stessa vita.
        Le bestie non hanno onore e sono insensibili a questo sentimento perchè non hanno l'anima ragionevole e non attendono un'altra vita, ma l'uomo no. E se la legge divina ed umana ha posto delle gravissime sanzioni contro chi attenta all'onore di una persona è perchè l'onore vale la vita e qualche volta anche di più.
        Perciò ecco il primo dovere: "Ricostruzione, riforma della coscienza individuale e sociale su questo punto"
        Prima di parlare, pensare ciò che diciamo, riflettere se ci farebbe piacere che un'altra persona parlasse di noi come noi parliamo degli altri. Saper tacere quando il nostro parlare non giova e peggio quando porta al prossimo anche il più lieve danno nella persona, nella nell'onore.

        2° - RISPETTO ALLA ROBA ALTRUI

        Basta prendere in mano i giornali per convincerci come il furto, la rapina siano oggi praticati su vasta scala. Ed i giornali parlano solo dei furti maggiori, dei colpi colossali per i quali sovente si ricorre anche all'omicidio. Ma anche nelle nastre campagne, fra le nostre pacifiche popolazioni oggi è venuto meno il senso giusto del rispetto che si deve alla roba altrui. La necessità, più o meno reale (sovente frutto di poltroneria) od anche il semplice desiderio di una cosa, autorizza tante coscienze ad impossessarsene senza badare alla violazione della legge divina ed umane. "Abbiamo bisogno,, si dice e ciò basta per loro a giustificare una vita di furti perpetrati in tutti modi da grandi e da piccoli e sopra ogni genere di roba dall'erba alla frutta, dal grano alla verdura, dal pollame ad altri svariati generi che comunque servano per la vita. "Farla franca,, è l''unica preoccupazione di questa gente parassita che non teme se non le denunzie e le manette.
        A loro occorre ricordare che le denunzie e le manette possono arivare quando meno si aspettano, ma se anche non arrivassero, se sono cristiani devono pensare che c'è un'altra giustizia che li vede, che un giorno domanderà rigoroso conto e che la coscienza non sarà mai a posto se non quando si è restituito il maltolto. Ora questa gente la farà la restituzione di quanto ha rubato, mentre forse dopo pochi anni di vita in questa triste abitudine non si ricorda neppur piu il nome dei danneggiati?
        Ed è per questo che si dice che il comandamento che ne manda di più all'inferno è precisamente il settimo: Non rubare. Si ha veramente bisogno? Si domanda a chi può e vuole aiutarci e la Provvidenza è mai mancata per i veramente poveri. Ma il male si è che oggi c'è troppa gente che vuole far poco e star bene. E questo sistema di vita e condannato dal buon senso e da tutte le leggi umane e divine E se tutti facessero così?
        E non parliamo di frodi, di arti inique, di stratagemmi nel commercio dove, se non torna un po' più di onestà e di senso di giustizia è inutile parlare di ricostruzione. Oggi purtroppo, anche qui, l'unico studio è di farla rranca. E questo è male. Si riparerà un giorno.

        3° - LAVORO E MORALITÀ

        Vogliamo veramente contribuire alla rinascita mteriale ed economica della Patria? Lavoriamo volentieri e produciamo quanto più ci è possibile. La Patria ha bisogno di tutto e la maggior produzione è il pruimo scalino per una ricostruzione economica. E' vero che non sempre lo Stato riconosce il merito del lavoro e non ne paga adeguatamente il frutto che reclama per i suoi bisogni (ammassi e requisizioni).
        Di qui le deviazioni, gli scoraggiamenti, i sotterfugi, la borsa nera ecc. Ma vogliamo sperare che anche questa bardatura che sa ancora troppo di regime di violenza e di guerra possa essere presto tolta colla libertà di commercio. Sta però sempre il fatto che una maggior produzione torna anzitutto a vantaggio del lavoratore.
        E qui vorremmo dare, poiché siamo in paesi agricoli, un consiglio ai nostri giovani. Se potete, cari giovani, fate il mestiere di vostro padre c cioè lavorate la campagna. Non lasciatevi adescare dal miraggio delle città anche se promettono mari e monti e non azzardatevi in speculazioni commerciali attirati da subiti guadagni o da allori promessi da artisti senza coscienza. E' difficile fare il negoziante onesto e la vostra dirittura di coscienza vi metterebbe facilmente davanti a serii imbrogli.
        In fatto di moralità infine mi limito pure ad una dolorosa constatazione e ad un consiglio per chi lo vuole prendere per il proprio bene.
        Purtroppo anche qui abbiamo perduta la battaglia e non ostante le esortazioni, i comandi, le preghiere di Papi, Vescovi e Sacerdoti, l'immoralità dilaga, specie nel nudismo sfacciato delle donne e delle ragazze. Oggi si ostenta in pibblico ciò che una volta non si osava fare neppur in segreto della casa alla presenza dei famigliari. Non ostante tutto questo, se il demonio ha vinto anche questa battaglia ricordino le donne che i Comandamenti non sono cambiati nè diminuiti. Anche ai temnpi di Noè "la carne s'era corrotta,,. Iddio però non cambiò la sua legge ed il diluvio lavò radicalmente le immondizie della terra.
        Ricordiamo: "Tutti i nodi vengono al pettine presto o tardi" e "Tutto si paga". Pagheranno i ladri, gli imbroglioni, i calunniatori, i disonesti, gli scandalosi e forse nel giorno della paga non vi sarà piu tempo per un fruttuoso pentimento.

°°°°°O°°°°°

IN PARROCCHIA

NEO-PARROCO

        Ottima impressione ha suscitato in Parrocchia la notizia che il nostro Vicecurato D. Bergadano Antonio, in seguito a concorso, è stato nominato Parroco nella Parrocchia di S. Pietro (importante Borgata di Govone) col titolo di Pievano.
        Il neo Parroco farà il suo ingresso nel campo affidatogli dalla Provvidenza Domenica 28 Luglio. La nostra popolazione in mezzo alla quale egli lavora da due anni e che ne apprezza le qualità e lo sa maturo e preparato per il nuovo ministero, lo segue coi suoi voti di copiosa messe di beni, gli prepara, tra altri regali, le divise della nuova dignità.

LASCITI E LEGATI.

        Come tutti ormai sanno, con la morte del M° Cav. Ghigo Michele avvenuta il 17 febbraio u. s., la Chiesa Parrocchiale è entrata in possesso legato avuto con regolare testamento signora Bosco Delfina in Ghigo, di cui il defunto marito era usufruttuario. L'eredità consiste in una vigna in regione S. Brigida di La Morra e della metà della casa Ghigo in Novello (via Giordano). Intenzione della generosa benefattrice, espressa verbalmente al Parroco ed accennata nel testamento, è che il ricavato della vendita di detti stabili sia destinato alla beneficenza in suffragio dell'Estinta e specialmente per assicurare il funzionamento e la vita del Ricovero Poveri Vecchi che, per ora, per deficienza di mezzi, si limita a dare a pochi poveri l'alloggio, la luce e quel poco che è possibile.
        Il Legato della signora Bosco -Ghigo unito a quello del defunto Avv. Giuseppe Giordano e alle eventuali offerte che certo non mancheranno, permette al Parroco di dare inizio quanto prima al funzionamento del Ricovero. Intenzione del Parroco è non di spendere il denaro nei restauri pur così necessari della casa, ma di assicurare con un primo fondo la vita del pio Istituto. Ci son tanti poveri che aspettano e che comunque al Ricovero staranno meglio che nelle loro catapecchie, specie d'inverno.
        La casa è in vendita e certo chi la comprerà farà un ottimo affare, poiché non avrà bisogno di spendervi attorno un soldo. Oggi chi compra case rotte sa che cosa costano i restauri. Infine anche se si spendesse qualcosa in più sarà sempre un'opera buona a vantaggio del Ricovero. Al Ricovero sono pure destinate altre L. 1285 da! legato fiduciario fatto dalla defunta Tarditi Margherita (Chiabotto) che legò pure L 2000 alla Chiesa Parr. e L. 1000 all'Asilo oltre un pio legato di suffragio.

Per l'Asilo

        Oltre il legato di cui sopra il Presidente dell'Asilo ha ricevuto in questi tempi L. 100 sulle Pro Infanzia abbandonata, L. 2000 dall'Ill.mo Sig. Avv. Notaio Stra quale importo del legato fiduciario della compianta sua sorella Stra Felicina ed una cartella (B. T.) di L. 500 offerta dalle Sorelle Sturpino in esecuzione della volontà della defunta Mamma Sturpino Teresa.
        Altre offerte per l'Asilo (dal Gennaio 1946) sono: Filodrammatici L. 700; Alessandria Sebastiano (in occ. matrim ) L 200; V. Davico (in suf. del marito) L 200. Ringraziamenti sentiti a tutti i pii benefattori e suffragi di preghiere per i generosi Defunti.
        In tempi ordinari con sì larghe offerte e legati l'Asilo potrebbe sistemare il suo bilancio e vedere non lontano il giorno in cui potrà vivere dei suoi mezzi. Peccato che oggi, col costo della vita, le offerte debbano essere inghiottite per intero dai generi alimentari e specie dalla legna.

Altre offerte per la (Chiesa.

N. N. 100. Protto Sesto 100, Pirra V 30, Fam. Tarditi (Fracchia) 50, Cogno Giovanna Ved. 300, P. P. 100, C. O. 500, Pirra Teresa 10, Capp. S. Nicola 38, Abbona Clelia Ved (in suffr. del marito) 200, Vietto Emilia ed Ausilia (in occ. cresima) 190, Fam. Vietto fu Pietro 1000, M B. T 500, Vietti Gius. calz. 400, Alessandria Sebastiano (in occ. matrim.) 200, Manzone Giuseppe alb. 300, Ved Davico (in suffr.) 200, N. N. 500, Sobrero Catterina, 200, Alessandria Felicina 200, Borio Francesca 100, Sposi Taricco Galliano 150. Rag Sarzotti Francesco 400, P. P. 50, Marenco Modesto 250. Tarditi Giuseppe f Gasp. 600, Protto Luigi (in ric. Priorato Uomini) 300, Musso Alessandro Gius. (in occ matrim.) 100.

I Bambini della Prima Somunlone

        Hanno offerto: Ravinale Margherita 25, Pirra Giovanni 100, Sanino Carlo 10, Montanaro Giuseppina di A. 50, Ravera Ernesta 10, Marengo Giuseppina 50, Vietto Giuseppina 10, Tarditi Giuseppe di Nat. 20, Protto Angelo 100, Protto Eugenio 100.

Per il Tempietto votivo a S. Giov. Bosco e Nicchia del S. Suore.

        Come tutti ricordano il nostro voto fatto per la incolumità della nostra Parrocchia (case ed abitanti) in mezzo ai pericoli della guerra comprendeva oltre il triduo di processioni alla Crocetta anche i restauri alla nicchia del S. Cuore in Parrocchia ed un piccolo altare a S. Giovanni Bosco nel vano della Chiesa ove è il quadro del Santo.
        La nicchia del S. Cuore è stata ultimata in questi giorni e la spesa ha superato le L 12 mila. Come costano i lavori oggi!
        Per l'altarino a S. Giovanni B. il Parroco, fidente nella generosità della popolazione che ha riconosciuta la mirabile protezione di Dio sulla nostra Parrocchia, ha dato ordinazione ad un distinto marmorista. Il lavoro sarà pronto per il prossimo autunno e costerà circa 90 mila lire.
        Diamo qui le prime offerte certi che molte altre seguiranno, specie dalle famiglie dei reduci e da tutti i beneficati: Pirra Pietro 1000, S. G 1000, Arciprete 1000, M R. 100, Vietti Giuseppe calz. 200, Alessandria Felicina 200.

Per le Opere Parrocchiali.

        Un gruppo di ex allievi del defunto Prof. Avv.to Luigi Ferreri Dirett. del Collegio Umberto I di Chieri in occasione del loro pio pellegrinaggio alla tomba del loro Maestro (Cappella Ferreri del nostro Camposanto) effettuatosi la domenica 26 Maggio, offrirono al Parroco la bella somma di L. 1000. La commovente funzione svoltasi a! Camposanto coll'offerta di un artistica corona di bronzo accompagnata da un forbito e commosso discorso commemorativo del Direttore della comitiva, terminava colla S. Messa di suffragio cui assistettero divotamente gli ex allievi.
        Ringraziamenti per la generosa offerta e plauso per il nobile e delicato pensiero.

Al Camposanto.

        Ed in suffragio del medesimo Avv. Ferreri fu pure celebrata una Messa il 18 Giugno colla distribuzione ai poveri della somma di L 1000 che il compianto defunto aveva destinata a questo scopo a mezzo della Signora Belli Tarditi Chiarina.

Per il Bollettino.

        Il Bollettino è costretto a ridurre le copie oltre a non poter uscire più ogni mese per deficenza di mezzi. I due numeri precedenti al presente sono costati oltre 3000 lire e le offerte sono state assai inferiori a questa somma. Molte famiglie hanno dimenticato la offerta annuale e molte si sono limitate a poche lire. Una volta i giornali costavano 2 soldi alla copia, oggi costano 5 lire. La stessa sorte è capitata al Bollettino per cui occorre che i buoni iettori aiutino in proporzione.
        Ecco le ultime offerte.
        Sposi Meraviglia - Tarditi L 100, Tarditi Vigliecca Quintina 100, Fam. Giraudi 40, Tarditi Giorgio (Milano) 200, Musso Domenica 30, A. G. 30, Piovano Celso 50, Fam. Iberti (Corini) 10, Fam. Tarditi (Fracchia) 20, Tarditi Giuseppe (Zora) 40, Cogno Giovanna Ved 50, Pirra Pietro 20, Galfrè Maria 50, Ricca Lorenzo 50, Tarditi Giuseppe (Podio) 50, Fam. Berghini - Blengino: 200, Sorelle Piovano (Bra) 100, Abbona Clelia Ved. 50, Scarzello Domenica 20, Dott. Andrea Viglino (in occ. laurea) 500, Cabutto Domenico 100, Rosso Andrea 40, Barberis Giuseppe 50, Tarditi Francesco (Podio) 50, Mascarello Giuseppe 40. Vietti Giuseppe (calz.) 40, Alessandria Sebastiano (mecc. Narzole) 200, Germano Giovanni 50, Fam. Sobrero 50, Ved Davico 100, M.a Cabutto Genoveffa 50, Rapalino Giuseppe 20, Gallo Michele F. Mich. 20, Rag. Sarzotti Francesco 100, Scarzello Pietro 10, Ferrero Candido 50, D. Abbona Marziano 80, Abbona Celso 50, Alessandia Giuseppe 10, Tarditi Giuseppe fu Gasp. 50, Borio Francesco 25, Roggero Agnese 15, Passone Catterina 50, Scarzello Sabino 30, Manzone Gius. Aut. 50, Tarditi Lodovio 20, Con. Cadario-Abbio 25, Taricco Teresa Ved. Raviola 40, Dott. A. Bologna (Savona) 100.
        Grazie di cuore a tutti i sostenitori del nostro modesto Bollettino che desidera riprendere la sua florida vita di un tempo ed arrivare sovente ai suoi lettori.
        E grazie e benedizioni de! Signore a tutti gli offerenti per le diverse opere del nostro ministero parrocchiale.

Nella famigjja Parrocchiale

        Allo scopo di dare l'elenco completo dei Battesimi, Matrimoni, Morti della Parrocchia affidiamo al presente numero la pubblicazione degli arretrati che non trovarono luogo, per mancanza di spazio, nei numeri precedenti.

Come al solito, nascite, morti e matrimoni vengono pubblicati a parte (nota del curatore del sito).


 

da LUCE E FORZA 1946

EDIZIONE SPECIALE
per la CELEBRAZIONE delle NOZZE d'ARGENTO PARROCCHIALI
del Rev. ARCIPRETE
Dott. Cav Don BERNARDO GRANERIS
e del XX di FONDAZIONE dell'Associazione Giovanile Maschile di A. C.

°°°°°O°°°°°

ll telegramma del S. Padre - Città del Vaticano

        Augusto Pontefice invia di cuore sac. Bernardo Graneris arciprete di Novello nel 25° di ministero parrocchiale implorata benedizione apostolica estensibile fedeli affidati sue cure in auspicio nuovi copiosi divini favori. Montini Sostituto.

L'Autografo del Vescovo

        Ai buoni fedeli di Novello.
        Come può un Vescovo mancare alla letizia di un'intera Parrocchia che vuol celebrare i 25 anni di Parrocchia del Suo degno Pastore? Non potrò trovarmi tra di voi di persona, perchè impegnato da tempo altrove, ma vi sarò in spirito con l'affetto e la preghiera. Prima però voglio con voi ringraziare il Vostro Arciprete del rnolto bene fatto in codesta Parrocchia ininterrottamente per 25 anni e poi augurarGli che, rimessosi in buona salute, possa in pienezza di forze fisiche e spirituali compiere ancora altrettanto bene. Stringetevi sempre più attorno a Lui, pastore e maestro nella magnifica visione di quel premio eterno che spetta al Padre e ai figli che con Lui hanno strenuamente lavorato all'avvento del regno di Cristo. Nel Vostro sig. Arciprete benedico tutti voi cordialmente.br>         Alba, 18 Agosto 1946.
                + L.UlGl,.'\/escovo di Alba

La lettera del Vicario Generale

        Carissimo Arciprete,
        Mi sia permesso aggiungere all'augurio pontificio anche il mio modesto ma tanto più cordiale e affettuoso.
        Che il Signore, testimonio dell'opera tua in 25 anni di ministero in tempi sempre difficili, voglia degnarsi accgliere le preghiere dei Parrocchiani, degli amici, dei colleghi e conservarti ancora tanti anni e in buona salute sul campo del tuo fecondo lavoro.
        Aff.mo Can. GIANOLIO

Un autografo prezioso

        Roma, il 18-8-46
        M. R. Don Toppino,
        A parte Le invio L. 1000 (mille) quale modesta offerta per il dono ricordo al carissimo Don Graneris.L'opera sua nella scuola, ne! confessionale, sul pulpito, come cittadino, come Sacerdote, come Parroco è così nota che parla da sè ai presenti.
        E' pio e sapiente il pensiero di ricordarla anche ai posteri; sia dunque eretto quel battistero dove neonati novellesi,saranno rigenerati alla vita soprannaturale nell'acqua e nello Spirto Santo.
        Aff.mo Sac. ALBERIONE - Fondatore e 1° Maestro Pia Soc. S. Paolo (Alba)

°°°°°O°°°°°

ll Pastore di anime

        E' certamente difficile cosa presentare con proprietà di linee la figura ideale del pastore di anime ma cosa più difficile è illustrare in brevi tratti la vita, le realizzazioni di un pastore, di un Parroco, che in venticinque anni di intenso lavoro, tante e tali cose ha condtto a termine per il bene dei Suoi Parrocchiani.
        Domandiamo perciò scusa delle inevitabili dimenticanze e preghiamo i Parrocchiani novellesi a ricordare nel comune affetto ciò che onora il nostro Pastore ed al quale, di gran cuore, in questo venticinquesimo, vogliamo porgere i nostri ringraziamenti.

La vocazione pastorale

        Un'idea dominante è una grande leva per la vita. L’idea di DIO, del dovere, della Patria, suscita eroi ed apostoli; l'eroe ama il suo ideale fino a morirne, l’apostolo lo diffonde e non si può essere apostoli senza essere eroi, ossia innamorati a morire di una verità.
        L'amore per un’idea accentra tutti i pensieri, informa tutte le azioni, modella il carattere, la vita, crea l’apostolo. Apostoli non si diventa per ragionamento, nè per dottrina, ma per amore.
        Chi non ricorda lo stupore e l'ardore di certi momenti dell’adolescenza, quando nel fluttuare delle tendenze, se ne sceglie una che decide della nostra via; o quando un affetto ed un amore profondo trasforma ai nostri occhi tutte le cose, facendole convergere tutte in un unico desiderio?
        Gesù, prima di istruire i Suoi dodici, li chiamò; ed essi andarono a Lui, abbandonando tutto, con l’impulso divino dell’amore. Da quel giorno essi furono apostoli: non pensarono più, non vissero più per sè, non chiesero beni umani; furono sacerdoti, distributori e mediatori di cose sacre. Di cose sacre alle anime. Poiché il vero sacerdote non è il frate eremita o l'insegnante; è colui che cura le anime; ché, le anime corrono al sacerdote come alla loro vita, alla sorgente della verità: come al purificatore, come al riconciliatore e tonificante dei loro tormenti, davanti al loro Dio. Tale é il Sacerdote e da questa missione sacerdotale nasce spontaneamente il Pastore.

ll nostro Parroco, Pastore

        Noi non vogliamo a questo punto fare l'elogio sperticato ed assoluto di una istituzione e tanto meno di un’opera. L'assoluto non é cosa umana, è divina; ed anche l'amore sacrificato e generoso di un'idea ha i suoi alti e bassi, i suoi momenti di pienezza e i suoi momenti di aridità; ma appunto su questa limitatezza nient’altro che umana, vogliamo stabilire la grandezza dell'idea e dell’opera apostolica, che si confonde coll'idea per eccellenza, la più appassionata, l'eterna idea ed unica idea: l’idea di Dio. L'idea di Dio che trasportò le montagne, che trasformò Pietro e Paolo, l’idea di Dio su su cui gioca il buon Pastore per la fecondità del suo gregge.
        Ed alla luce di questa sublime idea noi vogliamo ricordare l'opera del nostro Parroco.
        Stanno a chiave di questi venticinque anni di apostolato una larga capacità di lavoro intellettuale, molta larghezza di visuale ed uno spirito vigoroso non comune. Una fresca malleabilità, infatti, diresse senza urto le istituzioni esistenti al conseguimento del loro fine, pur conservando fisso l’occhio alle evoluzioni di queste. L'asilo ebbe in tal modo la direzione delle reverende suore salesiane; fu rimodernato e curato con delicatezza particolare. Il catechismo parrocchiale ebbe insegnanti e possibilità di specializzazione non comune, che diedero ai bimbi quel fondo di formazione cristiana facile ad ammirarsi nelle statistiche e nelle premiazioni annuali.
        Inoltre il nostro buon Pastore accoppiò sempre ad una competenza professionale rispettata, una larga cultura generale. Bastano accenni: il dottorato, le numerose predicazioni fuori parrocchia e fuori Diocesi, tenute anche con Vescovi, le scuole serali invernali, non ultima la valorizzazione del Beneficio Parrocchiale, portato al massimo rendimento.
        Venticinque anni pieni, dunque, durante i quali i fedeli hanno potuto conoscere un Pastore intraprendente, perseverante, abbastanza forte per lasciar cadere un’impresa bella ed amata che si mostrasse inadatta ai fini apostolici e tanta tenacia nelle iniziative da sopportarne coraggiosamente le responsabilitàa conducendole a buon fine con pazienza e perseveranza.
        Sorsero le associazioni cattoliche curate ed organizzate, sorsero dal nulla le loro sedi ed il ventennio giovanile vuole essere oltre a tutto anche un ringraziamento al Pastore che questa gioventù ha creato e sorretto amorevolmente dagli inizi fino alla maturità.
        Sta sorgendo e ne vedremo presto la sistemazione definitiva il Ricovero e l'Oratorio maschile: opera di fede ed illuminata sapienza oltreché di indomita volontà, rianimata ogni mattina, impegnata nell’attenzione continua, aguzzata nello sforzo, attivata nella decisione e sostenuta nell’esecuzione fino alla fine.
        Ed a proposito di miglioramenti, quanti ne ammirammo: la Chiesa parrocchiale, perfezionata di artistiche bellezze e decorose comodità, quali l'iinternamento dei nuovi confessionali, la rinnovata decorazione, i lavori al tetto, per non parlare che di alcuni; l’abbellimento delle Cappelle campestri e, passando ad altro, la Messa domenicale a Bergera, la Schola Cantorum maschile e femminile, il Perdono d'Assisi alla Crocetta, il riordinamento delle Compagnie e delle funzioni liturgiche ed, a molti sconosciuto, quell'ordinatissimo Archivio Parrocchiale, testimonio sufficiente di ordinata praticità.
        Vorremmo aggiungere il sorgere e la cura delle vocazioni ecclesiastiche, se la constatazione così cara non ci ricordasse quelle innumerevoli cure e piccole cose di cui essa ne è il sintomo e il risultato piu bello; cose finite e ricominciate senza stanchezza nè respiro, cose vuote di risultati immediati e ricche di finalità remote, cose moltiplicate e realizzate decentralizzando le responsabilità e le opere. Decentralizzando, poichè il moderno pastore di anime deve più saper fare che fare, aiutandosi di chi lo aiuta. Decentralizzando, perché il Pastore di anime é discreto e rispetta la personalità altrui, aborre le tare personali, teme ogni contraddizione con i princìpi che predica, non sfiata per risultati mediocri, guida calmo e attivo le volonta verso un identico fine, che é poi l’unico e solo: l’unità nella grazia di tutti i Parrocchiani.
        E riprendendo un motivo già accennato, é questa unità che il Pastore pensa a sé, non vive piu di sè, non chiede beni umani se non per i suoi beni; non cerca soddisfazioni, anzi le teme, non vuole lodi, perché attentano alla sua vera forza che é il sentirsi nulla davanti alla idea, non si scoraggia perchè ha fede che l'idea resti sul passare delle persone e degli eventi e quanto più il suo io è calpestato, tanto più ne gode, perchè sa che le idee si cementano nel sacrificio. E non si ferma mai; dopo ogni sosta, prosegue.
        Bisogna che Egli, il Cristo, l'unione di tutti i Cristiani a Lui, «cresca, ed io scemi».
         Ecco il buon Pastorel
                Ch. GIUSEPPE COGNO

Don GRANERIS maestro e soldato

        Benché non compagno di corso, sono ben vicino al carissimo Sac. Dott. Bernardo Graneris e gli fui vicino più di ogni altro negli anni in cui si corre di più, negli anni piu belli, più forti e più operosi della vita. E molto volentieri dico di Don Graneris, anche per sgravarmi di un debito, poiché Egli stesso salì il pergamo della mia Chiesa mentre io celebravo pro populo nel venticinquesimo di mio ingresso parrocchiale.
        Chi non conosce le doti preclare ed eccezionali di Don Bernardo Graneris, il suo ingegno versatile, il modo attraente di predicare?
        In Parrocchia, in Diocesi e anche fuori, egli sparse con abbondanza, zelo ed effetti mirabili la parola di Dio. Con tanta proprietà e profondità di dottrina da meritarsi di essere chiamato in luoghi cospicui a compagno di missioni con Eccellentissimi Vescovi.
        Ma dire della sua attività, dello zelo con cui trafficò i dieci talenti a bene delle anime, sia nel magistero, sia nella cura, dire del suo ministero nelle confessioni, della sua dedizione alla gioventù in pace e in guerra, é tutt'altro che facile. Basti notare che egli nel prodigarsi senza limiti, ha perso la sua veramente ferrea salute e troppo presto!
         Aveva ben ragione il Rev.mo Mons. B. Dallorto arciprete e vicario foraneo di Monforte di prendersela un poco con me, avendogli rubato il suo braccio destro, il Vicecurato, anima della gioventù della Parrocchia, quando io lo chiamai maestro a Grinzane. Conobbi bene in seguito il gran furto che gli avevo fatto, quando, avendolo in casa mia, constatavo il grande, incalcolabile lavoro che compiva.
        La sua scuola: era un divertimento per i fortunati scolari, avvinti com'erano dal suo modo di insegnare, eccitati allo studio, senza bisogno di castighi. Gli anni belli! esclamano tuttora gli ormai vecchi scolari, nei quali abbiamo imparato non solo a recitare una pagina del libro, a fare una lettera o un’addizione, ma anche, in proporzione dell'età, a risolvere il problema della vita. Abbiamo imparato a vivere.
         Coi giovani sapeva farsi tutto a tutti, specie cogli operai che veramente lo amavano e lo seguivano attratti dalle sue doti di mente e di cuore, dalla sua pazienza nell'attenderli, nel cercarli; nel divertirli specie col teatro, ncl vivere la loro vita in tutto cio che v’era di buon. Il bene che egli fece in questo campo è davvero incalcolabile; tanto che i suoi assistiti, quando lo incontrano, gli ricordano ancora con senso di nostalgia e con animo riconoscente il bene ricevuto, bene che è tuttora efficace in loro e nelle loro famiglie.
         La guerra; fu un altro campo in cui lavorò, giovandosi del suo temperamento sempre allegro e faceto a sollevare anime e corpi negli ospedali da campo. E' appunto in questo ministero in cui egli, prete e soldato, spinse il suo zelo per amore delle anime fino all'eroismo. Molte volte, non chiamato, si offriva nelle ore di libertà e riposo a curare i colerosi e i colpiti da malattie infettive.
        Il suo sollievo sacerdotale era al lazzaretto. Là Don Graneris contrasse la malattia che, come lima sorda, incise profondamente sul suo fisico, rendendone per sempre la salute precaria.
        Dalla guerra tornò alla scuola: a Grinzane prima e poi a Narzole dove ebbe il diploma di Direttore Didattico e compì presso il Pontificio Istituto di Bergamo il corso per la laurea di scienze sociali. E non vi so dire quale rincrescimento e quale vuoto abbiano lasciato nel mio cuore la sua partenza. I medesimi sentimenti furono provati dai miei Parrocchiani, che meco sinceramente l’amavano e che l'avevano seguito colle preghiere nei duri anni della guerra, lo avevano atteso e riavuto con gaudio ed ora se lo vedevano partire per sempre.
         Ma i disegni di Dio preparavano a Iui un piu vasto e meritato campo. Egli era destinato a Novello, in una Chiesa artistica, fra numerosa popolazione, in cui spese già venticinque anni di vita pastorale, prodigandosi con zelo illuminato in opere non comuni.
        Voglio unirmi, perciò ai miei antichi Parrccchiani, ai suoi scolari, ai suoi giovani d’una volta, per pregargli da Dio una perfetta guarigione, per tante opere di bene ch'egli nutre in cuore per i suoi Parrocchiani e gridargli con tutti e con tutto il cuore:                 Sac:. LUIGI CALORIO - Priore e V F. di Pacapaglia

Saluto al Pastore

        Rev.mo Signor Arciprete,
        L’anima che rievoca si delizia nella possessione momentanea d'un passato irrimediabilmente perduto.
        E' un vero godimento spirituale rievocare l'autunno del 1921. Quando la notizia della nomina di Lei a nostro Parroco vibrò per il paesino meravigliato, discese e risalì i poggi e i casali e rischiarò ogni viso e addolcì ogni anima in un'atmosfera di gaudio.
        Lei era chiamato a diffondere la grazia del Vangelo in questa regione cosi adorna di tanta grazia di sole e di verde.
        I Suoi occhi posarono stupiti sui campi, i vignetl, i casolarl e i borghi e le opere, semplici e nobili del Suo nuovo popolo. E si riposarono sul centro pittoresco e la Parrocchiale, sublime simbolo fregiante l'indomito colle; e bevvero la felicità radiante nel volto dell’acquistata immensa famiglia.
         Sorse subito nella Sua anima la prospettiva d'una comunione di affetti e opere col nuovo gregge: «Questo è il mio popolo, la mia terra e il mio orgoglio!»
        Fu quello un giorno avventurato per Novello. ll Signore aveva acceso nei nostri cuori un'affezione limpida e spontanea per Lei; e dava a Lei la baldanza e la genialità dell'iniziativa, il fuoco dello zelo alimentandolo con un'improvvisa tenerezza, che Egli stesso aveva piantata nlla sua anima.
        A venticinque anni di distanza noi vogliamo volgere lo sguardo a quell’autunno che fu un’aurora di apostolato, di paternità e di bene. In quell'inizio il Pastore e il suo gregge si videro e si compresero.
        Enumerando le opere, ci esalta la rievocazione del loro giorno natale. Voglia Dio che ci diede un Pastore, che lo arricchì di un cuore di padre, concedere a Lui l’ebbrezza delle reminiscernze sante e la ricompensa che un popolo grato e memore oggi implora per Lui!
                P GIORGIO MARENCO - Missionario in California (U:S:A:)

DON GRANERIS AGRICOLTORE

        Il Rev. Don Graneris, convinto della necessità di migliorare anche le condizioni eonomiche dei proprii Parrocchiani, è stato sempre apostolo dell’agricoltura moderna.
        Onde ottenere che Novello si portasse all'avanguardia del progresso agricolo delle Langhe, egli ritenne necessario: diffondere corn apposita azione di propaganda locale e scritta le moderne norme della tecnica: dare ai coltivatori locali esempio della razionale coltivazione della azienda del Beneflcio parrocchiale.
        Per raggiungere il primo scopo, egli ottenne che l’ex Cattedra Ambulante di Agricoltura di Alba tenesse a Novello frequenti conferenze e svolgesse corsi di lezioni serali, esercitazioni di innesto e potatura ed impiantasse campi sperimentali vari. A questa azione di propaganda il Parroco diede sempre il proprio entusiasta ed influentissimo appoggio, sia curando l’intervento e l’iscrizione dei proprii parrocchiani, sia prendendovi parte esso stesso, sia pubblicando sul Bollettino Parrocchiale i riassunti delle lezioni, in modo da dare agli allievi la possibilità di studiare e ricordare le cose spiegate dai Tecnici. Così a Novello le sopracitate iniziative vennero sempre seguite col massimo interessamento di tutti con piena soddisfazione degli insegnanti e, voglio sperare, anche con buoni risultati pratici.
        Per raggiungere il secondo scopo, il buon Parroco pensò per prima cosa di dare al proprio mezzadro un'abitazione sana. comoda, spaziosa. Fece pertanto costruire, in posizione ridente l'attuale fabbricato rurale che é certamente uno dei migliori della zona. Dotò inoltre lo stesso di buona stalla moderna, di ampia tettoia, di sili per foraggi a celle affiiancate tipo Albese, di razionale concimaia, di ovile, porcile e pollaio.
        Sistemato bene il personale dell’Azienda, Don Graneris pensò in un secondo tempo, al miglioramento delle colture dell'Azienda. Problema arduo anche questo e irto di difficoltà. I vigneti erano ridotti in pessime condizioni per la fillossera e resi pressochè improduttivi. Bisognava rifarli di sana pianta. Egli, attinte le direttive dalla Cattedra Ambulante, si mise subito all'opera con molta fede e con grande spirito di sacrificio sorretto più che tutto dal desiderio di servire d'esempio ai viticultori del Comune, che, anch'essi provati dal grave flagello della fillossera, erano ancora incerti, titubanti, perplessi di fronte alle difficoltà ed alle gravi spese che richiedeva la ricostituzione dei vigneti su piede americano.
        Compresa la necessità dello scasso generale del terreno, attuò lo stesso con notevole sacrificio finanziario e fece impianti razionali che diedero ottimi risultati che riuscirono a convincere anche i più restii e che ridonarono al Beneficio Parrocchiale di Novello i proprii nuovi vigneti produttivi di vini prelibati, specialmente di Barolo, che tanti purtroppo tendono ad abbandonare anche nella zona classica di questo vitigno, per ricorrere al Barbera, piu rustico e produttivo.
        Contemporaneamente al vigneto Don Graneris impiantò un buon ed esteso frutteto specializzato di peri, dimostrando con ciò che un'azienda moderna ben organizzata di collina deve prudentemente contare, non sulla sola produzione della uva, come nei tempi passati, ma anche su altri raccolti che ne assicurino un buon reddito annuale. Egli veniva, in questo modo, a combattere l'errato concetto della monocoltura, che sarebbe troppo pericolosa di fronte alle incognite economiche dell’avvenire.
        Per aumentare il carico del bestiame, cosa della massima importanza agli effetti del reddito della stalla, della produzione del letame e della fertilizzazione del terreno, il Parroco introdusse nell’azienda il prato avvicendato di erba medica in sostituzione del vecchio prato stabile, scarsamente produttivo, gli erbai primaverili: la coltura delle barbabietole da foraggio, i sili, i trinciaforaggi. Ebbe così la possibilità di adottare nell’Azienda la moderna coltura granaria basata sulle varietà di frumenti precoci di nuova creazione, sulle semine a file distanziate, sulle concimazioni chimiche complete e sulle nitratazioni invernali e sulle sarchiature primaverili. Don Graneris ottenne così produzioni unitarie e complessive molto elevate, che gli meritarono varii premi provinciali e nazionali, tra cui la rara Stella al merito rurale.
        Non so se questi avranno data grande soddisfazione all'ottimo Parroco di Novello. Sono certo che soddisfazione molto maggiore, come alle anime veramente grandi e virtuose gli darà l’intima certezza di essere nel campo agricolo, il buon operaio del Signore, per l'elevazione morale ed economica dei propri parrocchiani, che egli ama tutti indistintamente come figli.
                Prof. E. Ferraris - Capo Ispettore Provinciale Agricoltura - Cuneo

IL SACERDOTE

        E' giusto e doveroso stringerci attorno al nostro Parroco per dimostrarGli gratitudine e affetto, per fargli tutti gli auguri di bene, lunga prosperità, perché molto abbiamo ricevuto da Lui.
         Nel rendere omaggio al nostro Pastore, noi vogliamo onorare il Sacerdote per il bene che ci fa e che in gran copia ci aspettiamo, perché, vogliamolo o non vogliamolo, abbiamo bisogno di Lui.
.         Luce al mondo
        Voi siete la luce del mondo .....
        Le parole che un giorno il Maestro divino rivolgeva al "pusillus grex" scelto a confidente dei segreti del Padre e destinato a continuare tra le genti la Sua opera di evangelizzazione e di redenzione, sono dirette ancora a quelli che sceglie per sè segregandoli per predicare il Vangelo. E la luce passa viva ed operante attraverso i tempi, faro di orientamento nei secoli più torbidi ed oscuri, abbagliando le forze del male, che cercan di spegnerla se fosse possibile.
         Le labbra del Sacerdote custodiranno la scienza di Dio. Dal momento che l'eletto ha messo persona, intelligenza e tutto l'essere suo a servizio di Cristo, come il Maestro diventa il «rivelatore» della Verità» che rischiara e risolve i più gravi problemi della vita umana, il «ministro» della Parola che é tenuto a difendere quando é conculcata, a predicare se ignorata, a diffondere se circoscritta.
        ln tutto questo non cerca la gloria personale; il suo zelo si rivolge a ciò che incorruttibile ed imperituro starà nei secoli: la gloria del suo Re.
.         La parola che salva
        Predicare la parola non basta.
        L'apostolo Paolo si esprime categoricamente. Siate operatori della Parola. La Parola, il Vangelo, si esplica nella Carità.
         L’uomo che abbandona ogni interesse terreno, che rjnuncia a creare una famiglia per entrare nella milizia del Signore, ha, più di ogni altro, il cuore aperto alla umana miseria pronto a lenire il dolore, ad indicare alle coscienze la via della pace che il mondo non sa e non può dare. Verso ogni piaga dell'umanità, verso ogni abisso di abiezione morale e materiale si china il Sacerdote; tutti cornprende, tutto compatisce, rimedia, redime. L'anima sacerdotale ha fatto proprio il grido del Salvatore «Misereor super turbam».
        E noi Iaici, vi domandiamo, o Sacerdoti di Cristo, che realizziate sempre più quell'ideale di carità che ci apparisce dinnanzi al pensiero, sì che possiamo almeno lontanamente imitarlo. Vi domandiamo di dimostrarci tradotto in linee umane quel Cristo che vive in voi e di cui voi - ministri ed intermediari - siete ripieni, per illuminarci della Sua luce attraverso il raggio della vostra.
.         Tra cielo e terra
        Dal Sacerdote a Cristo, da Cristo al Padre è la meravigliosa ascesa delle anime. Ma piu ineffabile è la comunicazione di Cristo alle anime per mezzo del Sacerdote. Come un giorno Gesù si incarnò per mezzo di Maria, nel più sublime mistero della nostra fede, così quotidianamente, nella Santa Messa, il Sacerdote compie la trasunstanziazione del pane e del vino, nel Corpo e nel Sangue di Gesù. Se riflettessimo di più ed avessimo una fede più viva ed illuminata sul Sacramento Eucaristico, con quanta venerazione guarderemmo a Colui che Dio volle quasi uguale a Maria capolavoro della Sua Grazia, e superiore in dignità agli Angeli, in potenza a tutti gli uomini, dispensatore dei Misteri Suoi. Intermediario tra gli uomini e Dio, il Sacerdote immola la Vittima Divina, al Padre, proprio come Maria offrì il Suo Unigenito, là nel tempio di Gerusalemme, compiendo un atto di valore infinito, come infnito era chi si offriva e Chi riceveva l'offerta. Non solo i Sacerdoti celebrano per noi il divino rnistero, ma ci associano all''oblazione quando all'altare, vestiti d’oro e di lino, si voltano verso i fratelli, prendendo con sè il popolo ignoto e offrendolo tra le loro braccia aperte innalzando un'unica implorazione, formando un unico sacrificio.
.         Non vi lascerò orfani
        Gesù, vedendo le turbe, ebbe compassione, poichè erano stanche e disperse come pecore senza pastore (Matt., IX, 35 - 38). Negli occhi del Nazareno doveva essere ancora la visione delle turbe che lo attorniavano nei suoi viaggi apostolici quando, anticipando l’imminente distacco, consacrava i primi sacerdoti «Non relinquam vos orfanos» e ci lasciò " Qualcuno" che più vivamente e tangibilmente ci ricordasse Lui. "Qualcuno" che come Lui sarebbe passato in mezzo agli uomini, facendo del bene, come Lui avrebbe amato i fanciulli, istruito gli ignoranti, portata fiducia e speranza a coloro che han fame e sete di giustizia. "Qualcuno" che avrebbe perpetuato nel tempo la Sua permanenza tra noi e completato, in certo modo la Sua Redenzione. "Qualcuno" che avrebbe aperto le braccia al peccatore, si sarebbe fatto maestro e guida ai giovani, amico a tutti, consolatore ai vecchi, conforto ai moribondi. "Qualcuno" che ancora sarebbe passato tra le turbe che gridano "osanna" e "crucifige" sereno misericordioso, beneficando come il Messia, preparato come Lui ad offrire la propria vita in olocausto per gli uomini suoi fratelli.
                Prof. RAFFAELLA TARDITI.

Novello: terra di vocazioni

         SACERDOTI.

        Alessandria Don Bartolomeo - Rettore a Madonna dei Boschi - Vezza d’Alba.
        Tarditi Can. Gabriele · Professore di lettere del Seminario Diocosano.
        Pavia Teol. Luigi - Arciprete e Vicario For. di Diano.
        Abbona Don Marziano - Vice-Parroco a Castagnito.
        Alessandria Don Pietro · Vice-Parroco a S. Bartolomeo Lanze.
         Marenco Padre Giorgio - Missionario in California
        Roggia Don Fiorenzo - Salesiano - Perosa Argentina
        Passone D. Evaristo - Salesiano (America)

        CHIERICI.

        Cogno Giuseppe - Seminario Maggiore - IV Teol. Alba
        Tarditi Luciano - Seminario Maggiore - II Liceo Alba
        Roggia Davide - Salesiano · Torino - Istituto Teol. Intern.le
        Roggia Felice · Salesiano · Chieri
        Tarditi Marco - Salesiano - M Oliveto - Pinerolo.
        Tarditi Giovanni — Noviz. PP. Somaschi - Corbetta
        Sangiano Federico - PP. Somaschi - Somasca.
         Audisio Claudio - PP. Gesuiti - Genova
        Giachino Valeriano - P. Soc. S. Paolo — Alba
        >Roggia Emilio - Coadiutore salesiano - Torino.

        SUORE

        Suor Graziano Maddalena — Salesiana - (Cannobio)
        Suor Stra Agostina — Salesiana (lnghilt.)
        Suor Marenco Maria — Salesiana (Asti)
        Suor Cogno Brigida — Salesiana (Torino)
        Suor Saccato Margherita - Salesiana (America)
        Suor Montanaro Lucia —Salesiana (Nizza)
        Suor Alessandria Giacinta - Albertine di Lanzo (Roma)
        Suor Florio Alfonsina - francescana — (Torino)
        Suor Rovello Maria — franc. — (Mondovi)Suor Saccato Angela - Salesiana (Chieri).

All'Associazione Giovanile di A. C. "S.PAOLO" di Novello
        Carissimo. Vaira,
        E' giunta al Centro Diocesano la notizia che vi preparate a celebrare solennemente il 20° di fondazione della vostra bella Associazione, che coincide col 25° di Parrocchia del vostro carissimo Arciprete Teol. Graneris. E' cosa veramente assai felice e opportuna che due simili ricorrenze si presentino contemporaneamente dinnanzi alla vita operosa ed attiva della Parrocchia ed é anche molto giusto siano celebrate assieme.
        So quale é stata l’opera continua di bene che il vostro Arciprete ha profuso con zelo nei suoi 25 anni di lavoro. E' necessario dirlo colle parole? Non mi pare. Il piu bell'elogio, la testimonianza più bella é stata ed è tuttora la vostra fornita e vigorosa Associazione. Dice il S. Vangelo «i buoni operai li conoscerete dalle loro opere». Ecco qui l’opera, quella che crediamo piu cara e amata dal vostro Parroco: esser riuscito, con la intelligente cooperazione dei vari Vicecurati che lo hanno assistito, a formare dei giovani buoni e onesti, dei cittadini lavoratori e cristiani, degli Italiani intrepidi e valorosi, della vostra Associazione, caduti sul Campo dell’Onore oggi sono qui per dire al vostro Parroco il grazie e per incoraggiare voi tutti a proseguire sulla strada di vita cristiana, di lavoro e di onestà da essi battuta.
        I 20 anni di vita dell'Associazione di cui tu stesso, come gli altri Presidenti, sei stato e sei attivo animatore, sono una brillante meta raggiunta. E mentre mi associo a voi, assieme al Rev.mo D. Mignone Assistente Ecclesiastico ed a tutta la Presidenza Diocesana per presentare al vostro Arciprete il nostro più vivo ringraziamento ed augurio, addito l'attività passata e presente e i giovani della vostra Associazione come esempio a tutta la Diocesi.
        . Con affetto fraterno, P

Al Dott. Cav. Don BERNARDO GRANERIS - Arciprete di Novello

                Sei pur bello affacciato al davanzale
        De le mie Langhe, donde la divina
        Pupilla volgi all'impeto fluviale
        Che gorgogliando avventasi a rapina
                Ma lo devia dal monte il piè rivale.
                E tu, solenne, dalla vetta alpina
                Lo segui nel suo corso trionfale
                Oltre portar l'offerta o la rovina
        Aereo borgo, dal tuo eccelso altare
        Non l'onde sol, ma il flutto saracino
        Sui piani irrigui hai visto dilagare
                Or nel rifugio tuo posi tranquillo
                E, grave ai colli, al piano subalpino
                De l'opre agresti fai sonar lo squillo.
                        D. CARLO PRANDI

.
PREGHIERA

                Dolce Signor, che al core ti stringesti
        I bimbi puri con predilezione
        Nel Pastor nostro, buono ci facesti
        Un dono, un simbolo, un'ispirazione.
                Dolce Maestro, le cui labbra stillano
                La Verità che guida e che redime
                All'alma nostra quali stelle brillano
                Le tue parole d'alti amori opime.
        Il Sacerdote come Te s'inchina
        E raccoglie i fanciulli al suo core.
        Ha il suo abbraccio una bontà divina.
        Ha il volto suo la Tua beltà, o Signore.
                Guardando al Pastor nostro, in questo giorno
                Noi guardiamo e Te, o Dio di bontà,
                Poiché per Lui Tu fai a noi ritorno,
                Nella sua luce è la sua dignità.
                        P. G. MARENGO

°°°°°O°°°°°

        Prime offerte per il Nuovo Battistero: Dono ricordo all'Arciprete per il Suo ventici/nquesimo di Parrocchia.

Giordano dott. Pietro L. 1000
Fam Baron — Tallone " 500
Rag. Tarditi Beppino " 500
Sig.ra Burzio Giordano Teresa " 200
Sig. Avenati - Bassi " 200
Teol. Alberione " 1000
Sig Burdizzo " 100
Sig.na Tarditi Onorina " 100
Sig. Mutti Bozzone Lucia " 100
Rev. Don Marziano Abbona " 200
Rev. Don Stringa - Garbagna " 100
Abio Lucia " 50
Mons. Vaccaneo Prev. Narzole" 500
Mons Dallorto Arcip. Monforte" 100
Conterno Silvio - Inseg. Genova " 50
                (continua ad altro numero di Bollettino)

torna a Novello
torna all'indice
avanti
indietro