(sonoro)

da LUCE E FORZA di Gennaio-Febbraio 1947

LA LETTERA DEL PARROCO

        Carissimi Parrocchiani e Carissimi Reduci,
        Nell'alba di un nuovo anno che speriamo vorrà essere il principio di un'era di pace e di relativa prosperità non vi può e non vi deve mancare l'augurio più caldo e sincero del Parroco che ha per missione di cercare sempre il vostro bene. Le piaghe della nostra povera Patria vinta e mutilata vanno a poco a poco rimarginandosi; ripiglia il lavoro nelle fabbriche che si riaprono ogni giorno; le nostre campagne aumentano i loro prodotti; il commercio ritrova le vie dell'estero ed ovunque è un fervore nobile, una gara per ricostruire, per rifare, per ridare al nostro Paese quel primato nel lavoro, nell'arte e nel commercio che i secoil gli hanno ben meritato La nostra Patria, siamone certi, non perirà e guarirà da tutti i suoi mali. E' la grande inferma che tutti abbiamo l'obbligo di aiutare e di curare. E la ricostruzione materiale è in cammino.

Ma basta?

        Diciamo subito: no. L'uomo non è una bestia cui basti lavorare, mangiare, dormire. L'uomo ha una parte spirituale, cui corrisponde un dovere spirituale da compiere. La società non un gregge cui bastino i pascoli opimi. E una nazione non diventa grande solo perché è ricca. C'è un patrimonio che vale tutti i dollari e tutte le sterline del mondo: il patrimonio dello spirito, della coltura, della moralità, dell'onestà, della rettitudine sociale, del rispetto alle opinioni altrui, alla religione, alla famiglia, al fanciullo, al vecchio, al debole, ecc. Questa è la vera ricchezza delle nazioni civili, ricchezza alla quale tutti dobbiamo e possiamo concorrere, come tutti dobbiamo concorrere al bene materiale.
        Ora possiamo dire che la nostra Patria rinasca veramente sotto questo aspetto? Gli Italiani sono veramente intesi a ricostruire quell'ambiente di moralità, di onestà, di religione, di reciproco rispetto e cioè in una parola quei valori spirituali che la guerra purtroppo ha colpito come le bombe hanno colpito i palazzi, i ponti, ecc.? Purtroppo no. Ed è di ieri il lamento del Presidente del Consiglio che deplorava come l'Italia vada acquistando, specie in questi ultimi tempi, un triste primato nel turpiloquio, nella calunnia, nel vituperio alla religione gettando il fango perfino sulla persona sacra del Papa. Basterebbe per tutti la campagna, veramente indegna, che certi giornali vanno facendo contro il Cottolengo, la massima istituzione di carità del mondo intero.

E noi? Una parola a voi Reduci

        Un Cappellano militare mi diceva: "Tutti bravi i miei soldati. Dicono le orazioni, recitano il Rosario, ascoltano la Messa, fanno la Comunione". Ed aveva ragione. Questo l'ho visto anch'io coi miei occhi nella prima guerra mondiale. E questo l'hanno detto chiaro anche le lettere che i bravi reduci che hanno scritto alla famiglia o al Parroco: "Se torno a casa, non me lo farò più dire di andare in Chiesa a Messa ed a Vespro. Purché ritorni, vedrà!". Molti ne hanno fatto voto o almeno promessa a se stessi in momenti in cui sentivano bisogno di un aiuto superiore. Tutti poi hanno obblighi di gratitudine verso Dio che li ha assistiti, aiutati, salvati e molti - e l'hanno apertamente confessato - se sono a casa dalla prigionia della Germania, Egitto, ecc. lo devono al Papa che ha pensato a loro.
        Ed il Parroco s'è consolato. Eccome! Così, tornati a casa, saranno buoni cristiani, daranno buon esempio e formeranno le sane e religiose famiglie che soprattutto occorrono per ricostruire.

E invece?

        Una terribile delusione. Se alla Messa festiva, al Vespro, alla Lega di Perseveranza si facesse l'appello come si faceva in caserma o nel campo di concentramento, ditemi, cari reduci, quanti potrebbero rispondere: presente? E gli altri? Sono andati lontanto, molto lontano che non si vedono più. E sono la maggioranza.
        Alcuni, è vero, sono tornati e sono rimasti fedeli alle loro promesse. Frequentano le funzioni e danno buon esempio. E la loro condotta dà ben sperare per l'avvenire delle loro famiglie. Ma perché gli altri hanno così presto dimenticato i loro doveri?

Alcuni perché

        Purtroppo - ed ecco il primo perché - molti anni di lontananza dalla famiglia e dalla Parrocchia, in ambienti irreligiosi, protestanti, a contatto con gente di ogni risma, hanno sgretolato il loro princìpi religiosi già non troppo solidi. Aggiungi la mancanza di funzioni religiose, la quasi impossibilità d'accostarsi ali Sacramenti, la presenza invece di discorsi osceni, di scandali, ecc. e si spiega il loro raffreddamento nella fede.
        Altri se la sono presa con Dio ritenendolo responsabile delle privazioni e dei dolori loro procurati dagli uomini e si sono allontanati da Lui. Ed oggi che sono a casa pensano a nvalersi di quanto hanno sofferto dandosi alla pazza gioia e facendo della festa il giorno dei divertimenti e dei peccati.
        Aggiungiamo poi la presenza di qualche disgraziato che fa propaganda con giomali e discorsi di massime anticristiane e spiegheremo in parte le tristi condizioni di tanti reduci.

Che cosa occorre?

        Cari reduci, penso sia superfluo domandarvelo; parlo agli sbandati: Siete proprio contenti?
        La vera contentezza viene, anche nella miseria, dalla coscienza pura e tranquilla, quella coscienza che dice all'uomo: "Va avanti e non temere, sei sulla buona strada e Dio, che è padre di tutti, non mancherà di aiutarti".
        Noi sacerdoti siamo i primi a sapervi comprendere e compatire questo vostro stato di spirito che vi rende malcontenti, ma siamo anche gli unici - e lo facciamo per dovere - ad additarvi i rimedi per uscire da questa dolorosa condizione. E permettete di darvi qualche consiglio:

        1° - Sposatevi
        Mettersi a posto, crearsi una famiglia che sia uno scopo nella vita è, a mio parere, il primo rimedio per quanti sono ancora da sposare. La famiglia ben creata - e perciò non badate solo alla bellezza od alla ricchezza della sposa - e santamente fondata e vissuta è uno dei più efficaci rimedi per dare all'uomo la tranquillità, la voglia di lavorare, l'amore alla casa ed alla Chiesa anche se non abbondano i mezzi di fortuna.
        Due bocche, quatro braccia e l'aiuto di Dio risolvono tutte le situazioni. Poi c'è uno scopo nella vita ed è una molla potente a vivere da buon cristiano e da galantuomo.

        2° - Tornare alla Chiesa
        Siatene persuasi, cari reduci, nessuno dei tanti fanfaroni che vi ronzano all’orecchio idee e principii nuovi sarà capace a togliere un ragno dal buco. La storia è lì eloquentissima. I predicatori della piazza od i propagandisti dei senza Dio cercano il loro tornaconto e vorrebbero togliere altri dal posto per mettervisi loro. Le opere di carità sono sempre uscite dalla Chiesa ed in Chiesa non si è mai insegnato a far male. Perciò: tornate alla Chiesa" vi ripeto, persuaso di darvi un buon consiglio.

A tutti

        Sappiamo che circolano per il paese giornali e fogli e libri tuttaltro che cristiani. Sappiamo che si fa atliva propaganda di idee e principi sovversivi, calunniando la religione, i sacerdoti, la democrazia cristiana, tartassando i contadini perché, lavorando e facendo economie che certa gente non sa fare, hanno possibilità di mezzi. E si vorrebbe la rivoluzione, la guerra civile, la lotta di classe come il mezzo più comodo per impossessarsi della roba altrui. E le calunnie sono abilmente architettate. E' neccssario premunirsi. Perciò sarebbe bene anzi doveroso opporre stampa a stampa, verità a calunnia. Ogni famiglia che voglia essere cristiana abbia per casa un giornale cristiano: "La Gazzetta d'Allba - Il Popolo Nuovo - Il Nostro Tempo - L''Osservatore - L'Ilalia - ecc ,, e per i piccoli "Il Corrierino - Lo Scolaro - Il Vittorioso, ecc.". Credetelo: "L'uomo è ciò che legge", "Dimmi ciò che leggi e ti dirò chi sei",. Sono proverbi pieni di sapienza sperimentale.
        E poi non distacchiamoci dalla Chiesa. Messa e Vespro alle feste, Lega di Perseveranza, Primo Venerdì del mese e qualche Messa nei giorni feriali, specie in questa stagione, credetelo, car Parrocchiani, sono tutti mezzi per conservarsi nella fede e nella pratica della vita cristiana. Come il corpo senza cibo deperisce, così vien meno la vita cristiana se non si nutre colle pratiche di pietà e colla preghiera.
        E termino rinnovando a tutti i più cordiali auguri di Buone Feste e di prospero anno.
                        Il vostro PARROCO.

°°°°°O°°°°°

IN PAROCCHIA - ESERCIZI SPIRITUALI

        Ho il piacere di annunziare che dalla domenica 26 Gennaio al 2 Febbraio avremo in Parrocchia la solita settimana di Esercizi, dettati da un bravo Padre Gesuita.
        Per ora, date le circostanze, non é ancora possibile ritornare alle Missioni solenni dei tempi passati, con due Predicatori, Dialogo, ecc Per altra parte l'esperienza ha dimostrato che queste Missioncine annuali alquanto ridotte riescono più efficaci nel senso che eliminiando il dialogo al quale accorreva in massa Ia popolazione - a volte per ridere un po' - lasciano per chi vuole approfittare, maggior comodità di frequentare le meditazioni e le conferenze specializzate, ciò che torna assai più utile del dialogo.
        Anche quest’anno speriamo un consolante esito di questi Esercizi che raccomandiamo in modo speciale ai reduci.

Notizie varie

        Vittima di orrendo deIitto é stato il povero soldato Tarditi Sebastiano di Giov B. della Borgata Tarditi Sottani, proprio nel giorno in cui, dimesso dall'Ospedale di Alessandria, dopo la lunga prigionia dell’Egitto, si disponeva a raggiungere felice Ia propria famiglia che lo attendeva. Un bruto, certo Giovanni Romano, cattivatasi l'amicizia del povero Sebastiano, e attiratolo la sera del 18 Settembre u. s. in una località deserta detta S Michele lo freddava con ripetuti colpi di coltello e ne gettava il cadavere sotto il treno allo scopo dl far credere in un suicidio, dopo avergli tolto il denaro ed ogni documento. Arrestato dopo parecchi giorni l 'assassino per scolparsi aumentò il delitto gettando sul povero morto che ormai non poteva più difendersi le più nere e disonoranti calunnie alle quali non può credere chi ha conosciuto il Tarditi e speriamo non creda la giustizia nel compiere il suo corso. I poveri resti maciullati dal treno tornavano, dopo molte peripezie, in paese sabato 7 Dicembre ed avevano solenne sepoltura il lunedì seguente con l'intervento di tutta la popolazione, della Autorità Comunale, Scuole, Reduci e Compagni di leva che recavano una splendida corona. Valga la plebiscitaria dimostrazione a lenire il dolore della povera famiglia alla quale auguriarno la piena riabilitazione d’onore del povero defunto conosciuto e stimato in paese come giovane onesto, di ottimi principii religiosi e morali, tradizionali nelle nostre famiglie agricole che vivono lontane dai centri d'infezione. A cura della farniglia sarà celebrato un solenne funerale il giorno 20 Gennaio, giorno onomastico del caro Defunto.

        Gioventù studiosa - La Gazzetta d’Alba ha gia data ai Novellesi la notizia della laurea in giurisprudenza conseguita a pieni voti assoluti, lode e menzione dal giovane Giordano Gino di Comm. Dott Pietro il 26 scorso Novembre, presso l'Università di Torino. Il Bollettino s'unisce alla gioia legittima della Famiglia Giordano e di quanti conoscono il bravo giovane augurandogli una splendida carriera degna continuazione delle tradizioni gloriose delle Famlglle Giordano e Pejron.
        E come la Gazzetta prende volentieri l'occasione per associare al nome caro di Gino quello di un suo emulo nello studio e nella virtù, di cui non abbiamo potuto parlare a suo tempo, il giovane Tarditi Giovanni del Prof. Alfonso che nella scorsa primavera, presso l’Università di Genova, conseguiva con votazione piena e lode la laurea in belle lettere. ll brillante esito degli studi dei due cari giovani, di cui a Novello tutti conoscono la virtù, la religiosità e l'intemerata vita di onestà, è una risposta eloquente a quei poveri melanconici che osano sostenere che la fede è nemica della scienza. I due nostri giovani e con loro molti altri che escono per lo più dalle file dell’A. C dlmostrano proprio il contrario. La fede aiuta la scienza, la vera scienza non quella che ostenta una infarinatura di vacuità meschine e che si esaurisce nel tentativo di tutto giustificare, ma quella che viene da Dio, unica verità e fonte di tutte le scienze e che a Dio sa risalire perfezionando ogni giorno più la propria vita.
        E coll’occasione ci sia permesso fare un terzo nome che onora la gioventù studiosa di Novello, quello del Dott. Andrea Viglino che nella scorsa primavera conseguiva presso ll’Università di Torino con brillantissimo esito (pieni voti) la laurea in medicina e chirurgia. Al neo-Dottore che sappiamo aver già conquistata la hducia di numerosa clientela a Clavesana ove esercita con spirito d’apostolato la sua delicata missione, i rallegramenti e gli auguri di splendida carriera.
        Un Professore, un Avvocato, un Medico magnifico trio che onora Novello.
        Ai tre giovani così ben preparati ai cimenti della scienza l’augurio, che è sicurezza, che sulla cattedra, nel foro e presso il letto dei sofferenti, dove non sempre c’è scienza vera ed onestà cristiana. possano raccogliere frutti di abbondanti soddisfazioni, gloria propria e bene del prossimo.

        Nell'Asilo. - Le condizioni finanziarie veramente disastrose del nostro Asilo hanno indotto l’Amministrazione, irnpossibilitata a rimediare, a rimettere provvisoriamente la gestione del medesimo nelle mani del Comune, come allo unico Ente che é in grado di risolvere il difhcile problema. Perciò nella seduta del 1° Dicembre l’Amministrazione deli’Asilo, sentita la relazione del Presidente che, da tempo per morivi di salute, non puo più occuparsi del Pio Istituto, dopo aver, come ultimo atto di amministrazione, accolta la domanda delle Suore (cui per altro aveva già da tempo concessi notevoli sussidi) deliberando. per il 1947 l'aumento del cento per cento sull'onorario, si riteneva dimissionaria e incaricava lil Presidente di trasmettere la decisione all’Autorità Comunale corredata da ampia ed esauriente relazione. All’Asilo, oltre i mezzi finanziari occorre un Segretario capace di preparare i resoconti annuali per l’Autorità tutoria, conti che sono in notevole arretrato, un economo che si interessi delle varie provviste ed altre piccole cose che alleggeriscano il lavoro del Presidente impossibilitato a pensare a tutto. L'appello al Comune non fu inutile. Una colletta ed un Banco di Beneficenza alliestito per iniziativa del solerte Sig. Sindaco Cav. Anselma ha frutltato per l'Asilo, oltre notevole quanItità di commestibili, la·bella somma di L. 53.358 che unite alle poche rendite dell’Asilo potranno assiculrargli la vita almeno per questo periodo di emergenza in cui i prezzi sono andati alle stelle.
        A istanza del Sindaco medesimo fu norninato Commissario Prefettilzio dell’Asilo, per il periodo di tranlsizione, il Signor Musso Agostino cui va l’augurio di proficuo lavoro a pro del Pio lstituto.

°°°°°O°°°°°

        Fiori d'arancio.
        Li abbiamo accompagnati, i nostri cari Enrico Roggia, ex Presidente, Angelo Tarditi, Segretario, e Giuseppe Mascarello, Vice-Presidente e Delegato juniores, davanti all’Altare, ove hanno iniziato una nuova vita. Ed il nostro cuore, pur sentendo vivo il dolore del distacco`da chi ci lasciava, dopo tanti anni di vita comune nellapostolato, ha esultato nel contemplare le magnifiche piante che nel giardino dell'Associazione sono spuntate e cresciute, ed ora stanno per maturare i loro frutti. Questi sono i giovani formati dalla Azione Cattolica: futuri padri di famiglia esemplari che saranno la forza della Chiesa e della Patria. E la formazione avviene nell'Associazione nel sano divertimento, nell'amore fraterno, nel lavoro e nella preghiera.

        Festa della Promessa e del Tesseramento.

        L’abbiamo celebrata con tutta la solennità possibile alla Festa della Immacolata Concezione. Giovani Seniores e juniores, teniamo sempre davanti alla nostra mente quel grande atto che in quel mattino uno di voi ha fatto in nome di tutti; la promessa di compiere fedelmente tutti i doveri di giovane di Azione Cattolica nel nome di Dio, sotto il patrocinio di Maria Immacolata e dei nostri Santi Patroni, davanti a tutto il popolo novellese abbiamo promesso: l'impegno è grave, e decisivo. Siamo fedeli.

Notiziario A. C. l.

        Per tutti i giovani dell'Azione Cattolica e della G I O C.: la sede dell'Associazione é aperta come ritrovo serale, cnn bigliardo, ping-pong, carte, ecc., al Mercoledi, al Sabato e alla Domenica da!le ore 19,30 alle 22; negli altri giorni si apre alle 19,30 e si chiude alle 20,30, essendo dopo quell'ora riservata per adunanze e scuola. Da. tutti si esige educazione e osservanza dei regolamenti dei vari giochi.
        Per gli ASPIRANTI: Anche voi avete fatta la vostra promessa: siate veri aspiranti sempre e dappertutto. Ora si tratta di agire, di andare alla conquista delle Fiarnme e dei Primati. Soprattutto essere sempre presenti alle adunanze.
        Peri tutti i RAGAZZI: si apre l’Oratorio alla Domenica alle ore 13,30; tutti vi devono intervenire col loro libretto, per poter poi partecipare tutti insiemie al Vespro.

La Pagina della Carità

        Per il tempietto a S. Giovanni Bosco ed erigendo Battistero. - Mentre diamo a parte l’elenco (che continuerà per parecchi numeri) delle offerte fatte per il comlpiuto tempietto votivo a S. Giovanni Bosco e per l'erigendo Battistero, notiamo con grato animo come sia stato ben accolto l’invito fatto ai reduci, ai nuovi sposi ed alle famiglie allietate da una nuova creatura di servirsi dell’occasione per una qualsiasi offerta che assume il valore di un simbolo. Molti reduci hann contribuito per il tempietto votibo, quasi tutte le coppie di sposi fanno la loro offerta per il Battistero ove avranno la grazia del Battesimo i futuri angioletti e quasi tutti i padri o padrini in occasione del Battesilmo ricordano con un’offerta la lieta ricorrenza.
        Ecco un terzo elenco delle offerte per il Battistero: Bozzone Angelo 50; Ricca Lorenzo 50; Iberti GiuseppeI50; Tarditi Giuseppe fu Gasp. 100; Novo Teresa 30; Scarzello Sabino 25; Marrene Giuseppe 30; Conterno Mattia 10; Fam. Ved. Passone Domenica 200; Tarditi Gio0vanni (Tor.) 50; Passone Giuseppe (Fracchia) 100; Davico Bernardo 100; Ravera Giuseppe (Messo) 20; Musso Agostino 500; Balocco Lidia 100; Alessandria Michele 200; Paassone Fiorenzo 300; Dutto-Alessandria Liiigina 300; Rosso Andrea 200; Tarditi Valerio 200; Audisio Giovanni 200; Dott. F.Franco 200; Don Pavia Luigi 500; Don Pietro Alessandria 100; Cav. Silvio Montagnoni 1000; Pirra Benedetto 100; Costamagna `Luigi 100; Tarditi Benedetto (Podio) 200 (continua)

        N.B. - Per mancanza di spazio rimandiamo al prossimo numero l'articolo del Can. Tarditi come pure le altre offerte.

        


 

da LUCE E FORZA del Marzo - Aprile 1947

LA LETTERA DEL PARROCO

        Carissimi parrocchiani,

        Avete ricevuto nei giorni scorsi ed avete firmato nella quasi totalità la scheda che per comando dei Superiori vi bo fatto distribuire in unione a tutte le Parrocchie d’ltalia onde far sentire alla Costituente che noi. cristiani cattolici siamo contrari e non vogliamo leggi contro la santità della famiglia, contro la scuola e contro la proprietà. Penso avrete letto quanto sulla scheda era scritto e vi sarete fatta uu’idea dell’importanza della cosa. Tuttavia credo non inutile ritornare brevemente sull’argomento della Famiglia onde sempre meglio conoscere i nostri doveri ogni qualvolta qualche pericolo la minaccia.

Le tre basi

        La famiglia, anche se non cristiana, se vuole conservarsi ed assolvere ai suoi delicati compiti deve poggiare su tre pilastri di base o fondamenti: la santità del Matrimonio e perciò la sua indissolubilita; il diritto dei genitori circa l’educazione e l’avvenire dei figli, come di cosa propria ed il diritto di possedere e godere dei mezzi materiali per il sostentamento ed il decoro della famiglia stessa. Questo il concetto che della famiglia ha la religione cristiana, e tutti gli istituti che al cristianesimo cattolico si ispirano combattendo con tutti i mezzi leciti quanti a questi concetti non si ispirano.

ll Divorzio

        Il primo fondamento che i nemici della famiglia vogliono abbattere é |a sua indissolubilità cercando di lar proclamare come legge il diritto al divorzio.
        E' facile capire come, aperta la porta al divorzio, nessuna famiglia, e speciallmente nessuna donna può più essere sicura dell’avvenire proprio. Qual é quella famiglia in cui non vi sia qualche volta tra marito e moglie qualche piccola divergenza, qualche questioncella, qualche diversità di vedute? E non é possibile anzi facile che in un momento di malumore e di esasperaziope si esca da uno dei due nella malaugurata parola: «Vattene» o «me ne vado»? E tutti sappiamo che certe cose, una volta rotte, non si aggiustano più. E il divorzio diventa così la rovina delle famiglie. Peggio poi se pensiamo ai poveri figli che il divorzio dei genitori getta nella pib dolorosa delle condizioni. Di chi saranno i poveri bambini? Del padre che darà loro un’altra mamma poco disposta ad amarli o viceversa? Come potranno trovarsi bene in una famiglia dove saranno considerati degli intrusi? Da notare poi che dopo il divorzio non si può parlare di altro vero matrimonio e che tali unioni non saranno altro che turpi concubinati. Anzi perfino il primo matrimonio, se contratto con intenzione di fare, se sarà del caso, divorzio non é valido e i due non si devono considerare come sposati ma come concubini. La parola di Gesù Cristo é chiara:«Ciò che Dio ha congiunto l’uomo non può separare».
        Ed ecco spianata la via alla scristianizzazione della famiglia e della società, che é il vero fine a cui vogliono arriIvare i fautori del divorzio, tutti nemici della Chiesa e della Religione cattolica.
        E ve lo pensate voi, o cari parrocchiani, lo stato di una parrocchia dove vi siano tanti divorzi, con conseguenti unioni illecite che formano famiglie dove il Sacerdote non può entrare, nemanco in pericolo di morte, dove per forza non ci può più essere religione, dove, se si vuol mettersi a posto bisogna disfare ciò che si é fatto illecitamente? Poiché occorre ritenere ben fermo che nessuna legge, nessun Parlamento, nessun governo può rendere lecito ciò che Dio e la sua Chiesa proibiscono. ll divorzio non può esistere se non in una nazione proteatante o dove la religione conta per un bel nulla. E la vera civiltà non consiste solo nella agiatezza materiale, ma nel rispetto alla persona umana e nel compimento dei doveri sociali, morali,religiosi e civili.
        Ed ora volete sapere chi propone e difende alla Costituente italiana il divorzio? Tutti coloro che non hanno religione e che più o meno camuffati combattono la Chiesa, calunniano il clero, e reclamano il laicismo.
        Ho sott’occhi un giornale nostro che porta i nomi dei Deputati che nella discussione votarono per il divorzio. E’ troppo lungo citarli tutti. Basti sapere che essi furono i comunisti, i socialisti delle due tendenze, i repubblicani, gli azionisti e l’On. Cevelotto demolaburista. (V. ( «Angelo» di Novara·Mazo 47). Si batterono contro di loro in favore della indissolubilità del matrimonio i soli democristiani, riportando la maggioranza di appena tre voti. La questione sarà quanto prima portata alla Costituente e speriamo che le nostre preghiere unite alla protesta che coi cattolici italiani abhiamo inviato a Roma valgano a risparmiare all’ltalia tanta sciagura.

La scuola

        ll «Fronte della Famiglia» Comitato Nazionale con sede a Roma, che ci ha invitato a firmare le schede antidivorziste, si occuoa pure di un altro bene della famiglia: il diritto cioè dei geniitori di dare ai loro figliuoli l’educazione e l'istruzione che credono. A questo tende la battaglia che i democratici cristiani ingaggiano per la libertà della scuola. Ecco inu sostanza il nocciolo dell'mportante problema: i socialisti, i comunisli ed in generale i nemici della religione vogliono la scuola laica, imposta dallo stato laico e cioé autireligioso e massone. Essi pensano: Se lo Stato sarà domani nelle nostre mani e la scuola sarà statale, cioé imposta e dominata dallo Stato, ci sarà facile togliere dalla scuola, così come in Russia, in Jugoslavia e nei paesi dove trionfa il bolscevismo, ogui concetto di religione, facendola diventare, come diceva il Tommaseo «da tempio, tana».
        I democristiani invece vogliono la scuola libera, e cioé Ia scuola dipendente non dallo Stato. ma dalla volontà dei genitori. Siete protestanti? Abbiate pure la vostra scuola protestante. Scuola turca per i turchi, socialista per i socialisti, comunista per i comunisti. Ciascuno é libero di avere la scuola che desidera. Ma noi che siamo cristiani cattolici vogliamo la nostra scuola cattolica. Lo Stato pagherà gli Inseguanti e provvederà il necessario per la scuola in proporzione del numero degli allievi e del profitto dei medesimi. Non vi pare, cari parrocchiani, che questo sia un ragionamento giusto? Ma i Signori amici dei senza Dio non sono di questa idea perché sanno che le scuole dei preti e delle suore sarebi bero più frequeutate che le loro. E la storia insegna che tutte le scuole che hanno portato del vero bene alla gioventù, guidando alla conoscenza della verità ed alla pratica della virtù, sono uscite dai preti e sono tuttora tenute dai preti o suore. Basti ricordare S. Giovanni Battista La-Salle, S. Giuseppe Calasanzio, S. lguazio di Loiola, S. Giovanni Bosco ed infiniti altri.
        Oggi, per confessione dello stesso On. Nenni, capo del socialismo·comunista italiano, la scuola libera sarebbe una scuola confessionale e cioé cristiana; ed é per questo che i signori comunisti e socialisti non la vogliono.
        Auguriamo che anche questa giusta ed onesta battaglia sia vinta dalla corrente cristiana per il bene dei nostri figli e per la dignità della nostra scuola.

La proprietà privata

        Questo é l’ultimo bene che si vorrebbe togliere alla famiglia, il diritto cioé di possedere in forma stabile i mezzi per l onesto sostentamento della famiglia od almeno la speranza di provvederseli un giorno col lavoro. Come il divorzio tende a togliere alla famiglia il primo bene a cui ha diritto: Ia sicurezza della sua stabilità, come la scuola laica e statale tende a portare via i figli per educarli contro il volere dei genitori, cosi l’abolizione della proprietà privata tende a togliere i mezzi materiali ai quali la famiglia ha diritto per la propria conservazione e miglioramento. E la lotta alla proprietà privata, o come dicono essi, al capitalismo, viene ora condotta con abile tattica dai seguaci di Marx e di Lenin che si limitano a parlarne in sordina, camuffando magari le loro mire con parole sibilline, perché sanno che in Italia il terreno non é ancora maturo per questa spogliazione. Si va dicendo da alcuni che o sono ingannati o vogliono ingannare, che le mire del comunismo-socialista é solamente una più equa ripartizione dei beni della terra nel senso di toglierne a chi ne ha troppo e darne a chi non ha. Ma chi parla così, ripetiamo, o non conosce le teorie del comunismo-socialista o le vuole abilmente nascondere per ingannare gli ingenui. Chi ha detto «La proprietà é un furto» non è certo un democristiano, ma un famoso socialista, un pezzo grosso del comunismo: Phrudon; e la dottrina genuina del comunismo socialista, predicata dai suoi fondatori Carlo Marx e compagnia, mai smentita dal partito continuatore coi suoi Lenin, Stalin, Togliatti, Nenni, ecc. ha per principio fondamentale e continua a predicare {con prudenza, però secondo le circostanze) l’abolizione della proprietà e la lotta di classe.
        Del resto abbiamo esempi classici delle nazioni dove il comunismo impera. L'unico padrone delle terre e delle teste é lo Stato che dispone delle cose e delle persone come vuole o meglio come vogliono i suoi dirigenti chel in realtà diventano i veri padroni.
        Ma non bisogna credere che la Chiesa, così combattuta e calunniata dai partiti sovversivi, si sia disinteressata delle condizioni dei lavoratori sia dell’o0llicina che della campagna. Il socialismo non esisteva ancora, Carlo Marx ed i suoi tirannidi non erano ancora nati e la Chielsa predicava già da tempo la giustizia e la carità da usarsi verso chi si guadagna il pane col sudore della fronte. Ed i Sommi Pontefici, specie in questi ultimi tempi hanno insegnato ripetutamente, con documenti di altissimo valore, come si deve risolvere per il bene di tutti la «questione sociale» attorno alla quale i comunisti e i socialisti fanno tanto baccano con poco risultato.· Basta leggere le Encicliche di Leone Xlll, di Pio XI ed i ripetuti messaggi del Papa attuale Pio XII. «Chi ha deve dare e chi lavora ha diritto di vivere onestamcnte lui e la famiglia». Questo é il contenuto sostanziale della dottrina cattolica, oggi valorosamente difesa dalla Democrazia cristiana non nel senso di rubare a chi possiede, ma di togliere, naturalmente pagandole, ai grandi proprietari di migliaia di ettari, le terre che essi non sanno far frutlare e darle agli agricoltori volenterosi cvhe lavorandole con amore le facciano rendere nclla certezza di diventarne poco alla volta e con determinate condizioni i reali proprietari.
        E basti per oggi, cari parmcchiani. Ho voluto dirvi queste poche parole per darvi un'idea chiara su questi argomenti così importanti per cui combatte con ardore, nel vostro interesse, il «Fronte della Famiglia» costituito in Comitato nazionale in Roma Piazza Pasquale Paoli 18. Probabilmente altre volte questo Comitato, a cui tutte le Famiglie cristiane dovrebbero aderire, domanderà il nostro appoggio e la nostrafirma per la soluzione di problemi che ci riguardano. Non abbiamo paura di comprometterci o di cadere, come alcuno puerilmente ha pensato, in un tranello.N0. La Chiesa, che approva questo movimento, di tranelli non ne tende e di inganni non ne usa.
        ll «Fronte della Famiglia» pubblica pure un periodico interessantissimo: «La Famiglia ltaliana» (prezzo ahbon. L. 90) che sarebbe bene entrasse in molte famiglie.
                        Il vostro Arciprete

b>°°°°°O°°°°°

IN PARROCCHIA

Gli esercizi spirituali

        hanno avuto luogo nella settirnana 26 Genn. 2 Febb. predicati con generale soddisfazione dal Rev. P. Vittorio Franso S. ]. cui va il nostro ringraziamento e l'augurio di riudirlo altre volte.
        Non ostante il freddo intenso come mai, furono frequentatissime le varie conferenze alle diverse classi di persone: donne, figlie e specialmente uomini e giovani. Numerosissime le Comunioni ed in particolare commovente quella generale del 2 Febbraio, giorno di chiusura.
        Come sarebbe desiderabile che dette belle funzioni si ripetessero con discreta frequenza. E' un bucato che lava, un rinnovamento che mette a posto tante cose.
        C’é però una difficoltà che per altro si potrebbe superare con un po’ di buona volontà. Gli Esercizi costano anche materialmente, specie in questi tempi, e la Chiesa non può far fronte a queste spese straordinarie se non é aiutata anche in modo straordinario. Eccovi il cont: Gli Esercizi (senza contare le spese per la cera ecc.) hanno pesato sulla Chiesa per una spesa di oltre L. 6000. Le elemosine di tulto Gennaio 1947 (comprese lc offferte ed i legati pro Esercizi) hanno reso L. 3500. Come é doloroso dover per mancanza di fondi rinunziare a tante belle iniziative che pure alla popolazione piacciono e che sono per il suo bene!

Un po’ di resoconto

        La Chiesa che aveva chiuso il conto 1945 con un attivo di L. 51.697,90 chiude invece il conto 1946, limitato alle entrate e alle uscite di detto anno, con un passivo di L. 12.043,25, che sono andate necessariamente ad intaccare il fondo dell’anno antecedente.
        E’ vero che, oltre alle entrate ordinarie, l’anno scorso si sono raccolte L. 36.527 per l’erezione del Nuovo Battistero in ricordo del 25° di Parrocchia dell’Arciprete. Ma questa somma ha dovuto essere accantonata per lo scopo per cui fu raccolta, in attesa che i tempi migliori ci consentano di fare la spesa che per ora sarehbe preventivata in circa L. 150.000. Questa colletta ha influito necessariamente sulle offerte solite a farsi alla Chiesa, specie su quella che molte famiglie facevano a chiusura e ringraziamento dell’anno agricolo, offerta da cui l’anno scorso si sono dispensate.
        Speriamo riprenda la buona usanza di offrire al Signore per la Sua Casa parte di quanto Egli ci da, tanto più che l’anno 1947 avrà nel suo passivo la grave spesa del Tempietto Votivo a S. Giovanni Bosco, per il quale tante famiglie non si sono ancora fatte vive. E sì che si tratta di un voto comune!

Il Bollettino .

        C'è chi si lamenta che il Bollettino esce troppo di rado mentre essi lo vorrebbero dinuovo tutti i mesi come una volta. Questo desiderio delle nostre brave famiglie cristiane, mentre ci é motivo di consolazione, ci mette anche in un grave fastidio per l'impossibilità oggi di poterlo soddisfare. Alla continuazione regolare del Bollettino si oppongono due difficoltà: prima le condizioni di salute del Parroco che non sempre gli permettono l’intenso lavoro intellettuale che il Bollettino richiede; seconda le condizioni economiche del Bollettino stesso che da un po' di tempo in qua costituiscono una passività non ordinaria.
        Nel 1946 il Bollettino ha ricevuto di offerte L. 7420 e ne ha spese per stampa, posta ecc. L. 9000. ln questi primi mesi del 1947 le offerte sommano a L. 2820 e le spese (compreso il presente numero) s’avvicinano a L. 4000. Mettiamo queste cifre sotto gli occhi dei buoni che capiscono l'importanza del Bollettino ed attendiamo il loro aiuto. Soprattutto mancano le oflerte dei forestieri, una volta cosi generose, ai quali per mancanza d’indirizzo, non abbiamo più potuto spedire il Bollettino.
        Cooperate. o buone famiglie cristiane, a riallacciare questi rapporti dandoci indirizzi di persone a cui il Bollettino può far piacere o meglio, mandandolo voi dopo averlo letto. E' un'opera buona che Dio ricompenserà.

PER IL BOLLETTINO (dal Febbr. 46)

        Sposi Maraviglia-Tarditi L. 100; Ved. Tarditi Quintina 100; Girardi Michele 40; Tarditi Giorgio (Milano) 200; Musso Domenica 30; A. G. 30; Piovano Celso 50; Fam. Iberti (Corini) 100; Fam. Tarditi (Fracchia) 20; Tarditi Giuseppe (Zora) 40; Cogno Giovanna Ved. 50; Pirra Pietro 20; Maria Galfrè 50; Ricca Lorenzo 50; Tarditi Giuseppe (Podio) 40; Famiglia Borgnini Blengino 200; Sorelle Piovano (Bra) 100; Marenco Luigi 10; Pirra Teresa 5; Conterno Francesco 50; Rostagno B. 10; Ved. Abbona (in suffr.) 50; Scarzello Domenica 20; Dott. Andrea Viglino (in occ. laurea) 500; Cabutto Domenico 100; Rosso Andrea 40; Barberis Giuseppe 50; Tarditi Francesco (Podio) 50; Mascarello Giuseppe 40; Vietti Giuseppe calz. 40; Alessandria Sebastiano (in occ. matrim.) 200; Germano Giovanni 50; Fam. Sobrero 50; Ved. davico (in suffr.) 100; M.a Cabutto 50; Rapalino Giuseppe 20; Gallo Michele f. M. 20; Rag. Sarzotti 100; Scarzello Pietro 10; Ferrero Candido 50; D. Abbona Marziano 80; Abbona Celso 50; Ved. Abbona 50; Alessandria Gius. 10; Tarditi Giuseppe fu gasp. 50; Borio Francesco 25; Roggero Agnese 15; Passone Catterina 50; Scarzello sabino 30; Manzone autista 50; Tarditi Lodovico 20; Con. Cadarioo 25; Taricco teresa ved. Raviola 40; Dott. Bologna (Savona) 100; Gallo marianna 50; Tarditi Maria ved. 20; Sangiano Giuseppina ved. 50; Alessandria Matteo 50; Tarditi Lorenzo 50; Dagnino Maria 100; Abbona Antonio 500; Iberti Giuseppe 50; Tarditi Teresa ved. Gasp. 30; Cogno Gioachino 50; Ved. Milanese 50; Chiuminatti (La Morra) 50; Ravera maria (Cioch.) 20; Saccato Teresa 25; Oliva Angiolina (Cervere) 100; Settime Cristoforo (S. Remo) 50; Nada massimo 30; Rinaldi Anna 50; Pressenda Maria 10; Taricco Angela ved. 20; Marenco Angelo 50; Vivalda Celso 100; Marrone Giuseppe 40; Ravinale Angelo (in occ. batt.) 50; N. N. 25; Galvagno Francesco 100; Ved. Giachello 50; Ravera Luigi 100; Frat. Rinaldi (Pan.) 100; P. G. 100; Sposi passone-Iberti 500; Pirra Benedetto di P. 100. (continua)
        Per tutti preghiere e ringraziamenti.

Per il Tempietto votivo S. Giovanni Bosco (dal febbr. 1946)

        Il tempietto, promesso con voto pubblico durante la guerra per la salute dei nostri soldati e per la salvezza del nostro paese, è opera compiuta. Ciò che resta da fare è il pagamento che mette in serie difiicoltà la Chiesa che, ad essere sinceri, aspettava di più specialmente dalle famiglie dei reduci. Alle molte che hanno offerto vada il ringraziamento e la benedizione di Dio; a quanti finora non si sono fatti vivi, la preghiera a non voler dimenticare il voto nel quale allora si sono uniti 4 con tutta la popolazione.
        N. N. 100; Protto Sesto 100; Pezo-Pirra Viola 30; Leg. Stra Felicina 1000; Fam. Tarditi·Fracchia 50: Cogno Giovanna Ved. 300; P. P. 100; C. O. 500: Pirra Teresa 10; Abbona Clelia Ved. 200; Vietto Emilia e Ausilia (in occ. Cresima) 100; Fam. Vietto f. P. 1000; M. Baratteri 500; Vietti Giuseppe calz. 600; Alessandria Sebastiano (in occ. matrim.) 200; Manzone Gius. (alb). 300; Ved. Davico (in suffr.) 200; N. N. 500; P. P. 200: Alessandria Felicina 200; Borio Francesca 100; Sposi Taricco·Galliano 150; Rag. Sarzotti Francesco 400; Leg. Tarditi Margherita 2000; Marenco Modesto 250; Tarditi Giuseppe fu. Gasp. 600: Protto Luigi (in ric. Priorato U.) 300; Cugini Protto (in occ. 1^ Com.) 200; Bam. 1^ Com. (Ravinale Margherita) 25; Pirra Giovanni 100; Sanino Carlo 10; Montanaro G. 50; Ravera Ernesta 10; Marenco Giuseppina 50; Pirra Pietro 1000; M. R. 10; Taricco-Sangiano Luigia 1200; D. Luigi Majolo 500: Sangiano Giuseppina 100; C. G. 500; Ale§sandria Lucia 500; Con. Manzone Priori del Carmine 6000; Abbona Antonio 500: Sposi Dattola-Grimaldi 1000; Tarditi Benedetto 500; Ved. Tarditi (Veneria) Priora Umiliate 160; Foglio Luigi 200; N. N. 100; Rinaldi Anna L. 300: Fam. Giordano 2000; Sorelle Galvagno 500: Tarditi Battista 200: Marenco Angelo 450: Stra Pasquale 500; Mantello Sabino 50; O. C. 500; Frat. Protto 1000: Marenco Maria 200; Sposi Roggia-Dardo 300; N. N. 100; P. L. 50; Galvaqno Francesco 500; Ved. Giachello Celestina 100: Sposi Tarditi St.-Roggia Ol. 200; Pavia Giuseppe 100: TarditiOLorenzo f. Fr. (Francia) 100; Ravera Luigi 400; Frat. Viglione 400; P. G. 1000; Sposi Passone Iberti 500.

La Confraternita

        Pare proprio che la povera Chiesa della Confraternita sia presa di mira da uno spirito maligno distruttore. Al muro di sinistra (verso casa Balocco} che visibilmente va staccandosi, minacciando di rovinare la Sacrestia, oggi s`é aggiunto il crollo di una parte del tetto che poggia sul detto muro. Occorre pensare ai rimedi se non si vogliono disastri peggiori con danno enorme della Chiesa e dei caseggiati vicini. Ablbiamo ordinato le riparazioni necessarie nella speranza che tutti e specialmente gli interessati concorreranno a coprire Ie spese che la Confraternita lnon può sostenere poiché non ha fondi.

Festa di S. Giuseppe

        I Disciplinanti della Confraternita hanno celebrata la festa del loro Patrono S. Giuseppe.
        Fu Priore della Compagnia, assiduo alle Processioni ed alle Sepolture, il Sig. Gallo Giovanni di Bergera. Entra a Priore per l’anno in corso il Sig. Viglione Bonifacio dei Tomalini. A tutti i nostri ringraziamenti ed i nostri auguri, colla raccomandazione di aver cura della loro Chiesa che necessita di urgenti lavori. Disse le lodi di S. Giuseppe il M. Rev. Don Del Rivo del Seminario di Alba che aiutò pure efficacemente per le confessioni e visitò la nostra Sezione di Fanciulli di A. C.

°°°°°O°°°°°

Una pagina di Storia Novellese
(Vedi numero precedente)

        Bonifacio del Vasto ebbe dalla prima moglie, di cui le cronache non ci tramandarono il nome, Bonifacio e Sibilla; dalla seconda, chiamata Adelasia figlia di Pietro, marchese di Susa e già vedova di Anselmo, fratello di Bonifacio, (il quale per questo suo matrimonio fu dal Papa Gregorio Vll scomunicato) ebbe sei figli ed altri quattro ancora dalla terza moglie Agnese Del Maine, nipote di Filippo I di Francia per essere figlia al di lui fratello Ugone.
        Pietro e Tete precedettero il padre nella tomba: il primogenito Bonifacio fu diseredato in causa dei suoi tradimenti; le figlie Sibilla e Adelaide ebbero in dote 100 lire brune. Gli altri sette, in virtù del testamento paterno fatto nel castello di Loreto nell’Astigiano il 5 ottobre 1125: godettero per circa dodici anni in comune l’indiviso patrimonio, finché di pieno accordo l’11 dicembre 1142 in Savona con istrumento rogato Ubercione e Pietro vennero alla seguente divisione: Manfredo I ebbe il marchesato di Saluzzo, compreso fra l’Alpi e la Stura; Guglielmo il marchesato di Busca tra la Stura e la Macra; Ugo il marchesato di Clavesana sparso nel Bredolese e la Langa; Anselmo i luoghi e i castelli di Ceva; Bonifacio il Minore il marchesato. di Novello, Monforte e Cortemilia; Enrico il Guercio il marchesato di Savona, Finale, Vasto e Spino; Ottone e Boverio il marchesato di Loreto.
        Il Patrimonio paterno non restò a lungo così frazionato: poiché le morti seguite, senza lasciare discendenti: di Ugo nel 1160, di Ottone Boverio nel 1189 e in quel circa di Bonifacio il Minore vennero ad accrescere il dominio territoriale dei sopravvissuti fratelli. In tal modo Enrico il Guercio estese la sua signoria su metà Cortemilia, su tutto Novello, Monforte e Gorzegno.
        Il soprannome «Guercio» venne a lui per una di quelle tante caratteristiche imprese cavalleresche cui presiedeva amor di dama o ragione di guerra rese popolari dalla rozza e pur efficace rima dei troveri e pin tardi raccolte e rielaborate in armonica unità dal genio creatore dei grandi epici italiani che le esaltarono nella loro definitiva glorificazione.
        Nel 1147 l’Europa cristiana, eccitata daIl’eloquenza infuocata di Bernardo da Chiaravalle, inviò la sua seconda crociata contro i Saraceni della Siria che, ricomposte le interne discordie, erano pervenuti col favor dell’armi a ricuperare importanti fortezze del regno di Gerusalemme e ne minacciavano seriamente la stabilità.
        Luigi VII Re di Francia e Corrado II Re di Germania, obbedienti all’invito del Papa Eugenio III assunsero il comando degli eserciti crociati. Tra gli accorsi alla difesa del Sepolcro di Cristo fu il nostro Enrico. Dell’opera sua e del valore da lui spiegato in questa campagna. che volse a male per le armi crociate, nulla ci resta di particolare se non il combattimento da lui sostenuto in duello contro Ioppe, principe saraceno. Neppur ci é nota la causa della singolar tenzone: fu il futile motivo di un amor romanzesco che l’indusse a brandir la lancia nel chiuso agone o il più nobile e santo amor delle armi cristiane?
        Di certo é solo che Enrico nel cimento perdette un occhio e perciò da quel giorno in poi fu soprannominato il Guercio.
        Con lui ha origine la casa dei Marchesi Del Carretto, Signori di Novello.
                        C. G. T.

avanti
Indietro
torna a Novello
torna all'indice