Ottobre 2016 (sonoro)

da LUCE E FORZA di Marzo-Aprile 1949

IL NUOVO VESCOVO

        Non mi dilungo nel magnificarvi il regalo che la Provvidenza ci ha fatto nel NUOVO VESCOVO Mons. Carlo Stoppa che viene a noi dalla lontana diocesi di Sarsina (Pr. di Forlì). l giornali e specie Gazzetta d’Alba, che entra in quasi tutte le case, ce lo hanno ampiamerite descritto e parlato delle sue non comuni doti di mente e di cuore, della sua vasta cultura e soprattutto della sua grande bontà comprensiva di ogni miseria spirituale e materiale. La Diocesi d’Alba ha trovato un vero Padre, uno zelante Pastore, un amico dei buoni e dei cattivi. A noi incombe il dovere di pregare perché il Signore ce lo conservi a lungo e di professargli fin d`ora i sentimenti di filiale devozione, di umile sudditanza, di operosa obbedienza.
        Egli, come sapete, farà il suo solenne ingresso in Diocesi il giorno 19 Marzo, festa di S. Giuseppe. Nonostante che per noi detta festa coincida con quella degli Uomini, ci faremo un dovere di trovarci numerosi alla venuta del Vescovo, rimandando quanto è programma pomeridiano della Festa degli Uomini e cioé la Processione e il panegirico alla domenica seguente {20 Marzo).

VIVA lL VESCOVO

        Alla lettera che il Parroco a nome di tutta la popolazione s’è fatto dovere di inviare al NEO·El.ETTO, il Vescovo si é degnato di rispondere colla seguente scritta di suo pugno:
"""CARLO STOPPA
Vescovo - Sarsina (Forlì) 18-1-49
        Rev. mo Signor Arciprete,
        A lei, ai suoi parrocchiani, ai membri di A. C. il mio cordiale ringraziamento; e in attesa che il caro glorioso S. Giuseppe mi conduca tra voi, mi raccomando alle preghiere dei buoni perché il Miuistero Pastorale sia per la gloria di Dio e la salvezza. di molte, di tutte le anime a me affidate: in compenso a lei, a tutti, cordialmente mando la mia paterna benedizione aff.mo
        Carlo Stoppa Vescovo eletto di Alba""".

°°°°°O°°°°°

Avviso

        Abbiamo spedlto ancora il numero di Gennaio a quanti avevano fatta una qualche offerta nel 1947. Col presente numero, per ragioni varie, il Bollettino sarà inviato solo a chi ha fatto offerta proporzionata nell’anno 1948 e nel corrente anno.
        In Parrocchia continuiamo a farlo distribuire a tutte Ie famiglie, senza distinzione, anche se parecchie non hanno mai fatta offerta di sorta.

°°°°°O°°°°°

La Lettera del PARROCO

        Dovrei parlarvi, cari Parrocchiani, in questo numero, della nosrra Grande Missione e Esercizi che abbiamo concluso solennemente lunedì 8 Febbraio, ricordando i nostri Morti.
        Ma a questo dedico un’a|tra pagina; e qui credo bene continuare i nostri argomenti, che, per altro, vengono a proposito, servendo a farci rlcordare parecchie cose su cuì hanno insistito i Missionari, specie nel dialogo agli Uomini.
        Tutto quello infatti che bravi Predicatori ci hanno detto non è che una risposta ampia alla grande difficoltà che tanti cristiani, all’acqua di rosa, fanno: la religione domanda troppo.
        Ci hanno infatti spiegato che la Religione non domanda troppo perché la Religione ci è comandata da Dio, nostro creatore, nostro Padrone, nostro Salvatore, nostro Giudice, che ha su di noi tutti i diritti e che potrebbe domandarci molto di più, come lo ha domandato ai Martiri ed ai Santi, come ha voluto dallo stesso Suo Figlio Gesù Cristo. S. Paolo infatti ricordava ai primi cristiani che, forse, come noi, qualche volta si lamentavano: "Dio non vi ha ancora domandato la prova del sangue".
        Continuiamo adunque. Abbiamo detto che il primo dovere che ci impone la nostra Religione è credere.
        Credere cioé in Dio e in tutte le verità che Egli ha rivelato e per mezzo della S. Chiesa ci propone a credere.
        E passiamo sopra alla solita difficoltà che qualcheduno, credendo di far dello spirito, avanza, diventando invece ridlcolo: credo ciò che vedo, credo ciò che capisco.
        Per rispondere a questa banalità basterebbe far loro poche domande: Credete nella storia? Nella geografia? Credete che quelle due persone che vi hanno allevato siano vostro padre e vostra madre? Eppure quante di queste cose non le avete viste, non le vedrete mai e ci credete perché ve le hanno dette.
        Capite voi proprio tutto ciò che credete? capite che cos'è il sole, la luna, l’elettricità, i fenomeni della natura, del vostro corpo? Caplte come si forma il pensiero, il ragionamento? ecc. ecc.?
        Eppure tutte queste cose Ie credete senza capirle, senza spiegarvele. Se vorreste vedere solo ciò che capite, voi non mangereste più, non uscireste più di casa, perché, cari uomini, tutto è fede nel mondo.
        Voi credete al macchinista del treno, all’autista della corriera, al medico, allo speziale, ecc e vi affidate a loro. E poi ricusate di credere e di affidarvi a Dio?
        Distrutta così questa stolta difficoltà che invece per molti non è che una comoda scusa, quella scusa che già lo Spirlto Santo condannava quando dlceva che "lo stolto non vuol capire perché non vuol operare il bene", veniamo al primo oggetto delle nostra fede: Dio.

IN PARROCCHIA

La Santa Missione

        Le nostre aspettative sul|’esito dei nostri Esercizi non sono andate deluse, anzi, se vogliamo dire la verità, sono state di gran lunga superate. Deo gratias! E grazie anche agli ottimi Rev.mi Predicatori P. Benedetto Boeri e P. Vittorio Fransos S. J. che colla loro parola incisiva e convincente hanno sparso a piene mani la semente della parola di Dio. Commoventi le meditazioni, pratici i dialoghi per tutti e convincenti quelli per soli uomini e giovani, per i quali abbiamo sentita una lagnanza sola: Peccato non durino due ore! Bravi tutti, ma bravi soprattutto i cari uomini che anche alla meditazione del mattino gremivano la nostra bella ed ampia Chiesa!
        Ed ora, cari Parrocchiani, non c'è che da fare un augurio: Che la semente gettata crei tanta abbondanza ed abilità, fruttifichi e non si perda nel terreno sterile od arido. Sarebbe un delitto, degno di quelle parole che Gesù Cristo pronunziò un giorno con dolore: "Chi pon mano a|l`aratro e poi guarda indietro non è degno del regno dei Cieli". E noi il Cielo non lo vogliamo perdere, non è vero? Tutti i propositi degli Esercizi, si può dire, si riducono a questo: Voglio salvarmi a tutti i costi.
        E ne abbiamo i mezzi. l ricordi lasciatici dai bravi Missionari sono un programma sicuro per la nostra salvezza e se noi li metteremo in pratica siamo sicuri di non andare perduti.
        Ricordiamoli. Leggiamo ogni tanto quel piccolo foglietto che abbiamo ritirato alla Comunione. Vale, siamone persuasi, assai di più che molti biglietti da mille. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno un compito speciale. E fortunati noi se, arrivati alla fine della nostra vita, potremo dire: "Beati gli Esercizi del 1949".

Cosa accadrà dopo gli esercizi?

        Purtroppo non è difficile indovinare!
        Parecchi torneranno alla loro vita poco criatiana di prima: Bestemmie, profanazione delle feste, disonestà, ingiustizie, furti, ecc.
        A questi ricordiamo il noto apologo: Un montanaro scendeva solo due o tre volte all'anno in città per le sue spese. Dove morrà questo montanaro? Probabilmente in montagna. Come moriranno coloro che abitualmente vivono in peccato mortale e forse solo una volta o due all'anno cercano, se ci riescono, di mettersi a posto? Probabilmente in peccato mortale. L'ha detto il Signore: Mi cercherete, ma non mi troverete e morrete nel vostro peccato.
        Molti altri torneranno alla vita tiepida, indolente come sempre hanno fatto. Poche preghiere, poco bene, molte distrazioni; unica preoccupazione: non soffrire e star bene in questo mondo. I peccati veniali per loro non contano.
        A questi ricordiamo: . La confessione non rimette la pena dei peccati, ma perdona la colpa. E' il Signore che ci fa una permuta: Hai meritato l'inferno. io te lo cambio con tanti anni di penitenza da scontarsi in vita o dopo morte.
        E` come se un Re scendesse nella prigione di un condannato all'ergastolo a vita e gli dicesse: Se tu sei pentito del male che hai fatto e prometti non farlo più, io ti cambio la pena in otto giorni di prigione. Che gioia per quel galeotto. Gli otto giorni sono la penitenza. Paragoniamo l'eternità dell'Inferno con cento, mille anni di Purigatorio e non avremo ancora il paragone giusto. Tutto si paga e se non fosse così , Dio non sarebbe più Dio.
        Altri infine comincieranno una vera vita cristiana ed a questi diciamo: "Perseveratel Non stancatevi! Chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvo". Sono parole di Gesù Cristo.

°°°°°O°°°°°

Anniversari - Marzo - Aprile

11.3.1948 Passone Caterina ved. Tarditi
25.3 Ravella Giov. Battista
2.3.1947 Pressenda Stroppiana Maria
8.4.1947 Conterno Cogno Carolina
8.4.1947 Dotta Giuseppe
6.3.1946 Pennazzato Emilio
11.4.1946 Ricotti Abrate Irene
2.3.1945 Maiolo Prof. Leandro
5.3.1945 Drocco Giovanni
6.3.1943 Giachello Francesco
20.3.1943 Abbona Giovanni
22.3.1943 Abrigo Catterina Audisio
4.4.1943 Borio Ornato Anna
17.4.1943 Boschis Giovanni
26.4.1943 Conterno Allaria Teresa
29.3.1942 Saccato Giovanni
2.4.1942 Dotta Teresa
14.4.1942 Schellino Tarditi Biagia
16.4.1942 Iberti Viglione Margherita
24.4.1942 Cristino Giovanni
7.4.1941 Pirra Giovanni
5.4.1941 Tarditi Luigi
20.4.1941 Alessandria Cogno Domenica
27.4.1940 Stroppiana Maria
6.3.1939 Marenco Mario
11.4.1939 Quarone Ravera Anna Maria
24.4.1939 Tarditi Mazzetti Palmira
        Limitiamo l'elenco a questi dieci anni, ma quanti nostri morti sono con alcuni di questi dimenticati!
        Al prossimo numero le offerte.

°°°°°O°°°°°

IL RICOVERO

        Abbiamo appreso con molto piacere da un manifesto pubblicato, (per verità poco lusinghiero per l’ultima Amministrazione, che avrebbe Iasciato debiti non indifferenti, mentre lasciava un fondo di L. I2 mila; di qui commenti misteriosi e non tutti benevoli) come il nostro Asilo si sia avviato, almeno par ora, verso Ia sua sistemaziona economica. Bene! Provvedeva adunque al bene delI’asiIo l’Ammistrazione dimissionaria, quando, impressionata dalla cessaziona quasi totale delle azioni e dei sussidi, davanti alle gravi spese che si dovevano incontrare per il funzionamento delI’AsiIo, specie per l'acquisto del combustibile, decisa a non far debiti pei quali nessuno avrebbe risposto in proprio, col suo Presidente malato e impossibilitato a pensare all'Asi|o, come vi aveva pensato per lunghi 25 anni, (e che qualchecosa sia stato fatto, basta pensare allo stato del medesimo nel lontano 1921}, ne rimetteva Ia gestione al Comune come aIl’unico Ente cui incombesse l'onere ed avesse la possibilità di risolvere il problema.
        Le cose andarono come si prevedeva.
        Infiatti i sussidi del Comune, della Provincia, del Governo, prima lesinati, sono notevolmente aumentati, abbiamo viste in atto iniziative prima mai praticate, come i ripetuti banchi di beneficenza e le collette alle singole case; si è intensificato per I’Asilo l'interessamento di persone prima indifferenti; le Patronesse hanno dato aiuto ed è successo come succede sovente ad una persona morale o fisica quando non può più bastare a se stessa: il Governo, la Provincia, il Comune subentra nella benefica azione. Essi infatti dispongono di fondo (cha poi sono roba nostra) di cui non dispone un privato. Lode al merito.
        Non c’è che da compiacersi e da augurare che questo benefico interessamento continui anche quando le cose torneranno normali.
        Ora, sgravati, almeno per un po’ di tempo, da un peso diventato superiore alla nostra forza, mi pare sia l‘ora di rivolgere il nostro pensiero ed azione ad un’aItra opera non meno necessaria daII’Asilo e dalla quale da tempo persone in più misere condizioni dei bambini (i vecchi malati, abbandonati) attendono il doveroso interessamento: il ricovero.

Sue necessità

        Non è la prima volta che ne parliamo e neppure, se Dio vorrà, sarà l’u|tima. A provare la necessità del Ricovero basterebbero, con tanti fatti precedenti, alcuni casi pietosi caduti sotto i nostri occhi in questi ultimi mesi. Persone vecchie o malate, bisognose di assistenza e di cure, che non ostante l’interessamento di generose persone, disposte anche a versare mensilmente una vistosa somma, non hanno potuto trovare il Ricovero per loro tanto necessario. Oggi, chi hon lo sa? i Ricoveri di città sono pieni, zeppi di cittadini ridotti ad una vecchiaia di miseria, e le Segreterie rigurgitano di domande che attendono il loro turno.
        A noi dei paesi non restano che buone parole piene di buona volontà. Ed è per questo che noi vediamo sorgere in quasi tutti i paesi, anche più piccoli del nostro, modesti Ricoveri che poi lentamente si svolgono diventando la Provvidenza dei poveri vecchi abbandonati.
        Così è successo a Narzole, a Monforte, a Lamorra, per parlare solo dei luoghi piu vicini.
        ln seguito il Ricovero diventa anche un piccolo Ospedale dove sono accettati e curati i malati, anche abbietti, che a casa loro non hanno sufficiente comodità. Chi è stato all’Ospedale o alle Cliniche prirvate di città, specie poi se ci fu qualche intervento chirurgico, sa quello che mi dico. L'operazione, anche se non delle più difficili, oggi può rovinare una famiglia. Poiché noi non godiamo in generale delle agevolaziorii di cui godono quasi tutti in città : la mutue e le assicurazioni.

Ciò che occorre

        Va da sé che per far funzionare il Ricovero occorre anzitutto il locale. E noi il locale ce l'abbiamo in una delle più belle e comode posizioni del paese, esposto al sole, con ampio cortile, orto e libero da sguardi curiosi. Non tutti i paesi possono dire altrettanto. Per questo il Parroco ha fatto di tutto per venire in possesso di questo locale che è passato a far parte del Beneficio Parrocchiale.
        Certo detto locale non è in grado di trasformarsi di punto in bianco in un Ricovero propriamente detto. Ha bisogno di riparazioni, di adattamenti, di ampliamenti (tutte cose possibili), che permettano la comoda abitazione ai degenti ed al personale addetto. Ed eccoci allla seconda cosa che occorre:

II personale

        L’esperienza già fatta ci ha dimostrato ad evidenza che non ogni personale è adatto a far funzionare un Ricovero. Occorre personale specializzato che si trova solo fra quelle persone che hanno rinunciato alla famiglia propria, alle ricchezze, ai piaceri ed hanno per missione la carità verso i poveri, anche a costo di gravi sacrifici: le Suore. Basta entrare nel Cottolengo, visitare alcuni reparti, dove si danno convegno tutte le miserie, tutto il rifiuto del genere umano, per vedere l’eroismo di quelle Suore, che, con I’eterno sorriso sulle labbra, rendono a quei poveri ammalati o deficienti i più ributtanti servizi, che ci fanno ribrezzo al solo pensarci.
        Le Suore, gli Angeli della carità : ecco ciò che sogniamo noi per il nostro Ricovero.
        E verranno: non sappiamo ancora quali e di che ordine, ma verranno; non sappiamo quando, ma verranno. Noi, poveri uomini, passiamo, ma la Chiesa, la Parrocchia non passa e ciò che per la ristezza dei tempi o per la malizia degli uomini, non abbiamo potuto fare noi, lo faranno altri, ma lo faranno certamente. Per noi deve essere già grande consolazione e gran merito poter dire: Abbiamo preparato il terreno, abbiamo gettato le fondamenta; abbiamo provvisto i mezzi.

l mezzi

        Ecco la terza cosa che occorre perché il Ricovero possa funzionare. ll Parroco con un lavoro paziente di ormai venticinoue e più anni, noncurante delle critiche e delle opposizioni più o meno larvate, ha raccolto e destinerà al Ricovero offerte dategli con facoltà di farne ciò che crederà bene.
        Certo oggi non si può pensare a ridurre il povero locale del Ricovero ad un Palazzo quale lo desidererebbe qualche sognatore o sognatrice. Capiterebbe ciò che dice il Vangelo di quell’uomo che cominciò a fabbricare e non poté finire perché si liquidò presto il disponibile. ll Parroco crede suo dovere serbare quanto ha per il funzionamento del Ricovero, persuaso che non servirebbe un palazzo bello con scala di marmo se poi venisse a mancare il necessario ai ricoverati ed al personale. Meglio una casa brutta con pane, che un palazzo con fame.
        La somma, che si spera raggiungerà presto le 400 mila lire, é impiegata attualmente in Titoli di Stato, depositati in Cassetta di sicurezza presso una Banca. A questo il Parroco aggiungerà la sua non piccola offerta personale, in vita o dopo morte, e le offerte che non mancheranno di venire per parte di buone persone che credono nella necessità dell’0pera e ne apprezzano l’utilità.

Conclusione

        Sicché possiamo tranquillamente conchiudere che il Ricoveo o presto o tardi sarà una co'nsolante realtà anche per Novello. Anzi il Parroco crede fermamente che quel loca|e, migliorato anno per anno, diventerà il centro della vita religiosa e benefica della parrocchia, come locali simili sono diventati centro di bene a Narzole, a Monforte, a Lamorra, a Diano ed in numerose altre parrocchie, anche più picico|e della nostra.
        E il desiderio di bene ci porta più avanti e cioé ad auspicare che là trovino locale non solo il Ricovero e le Opere parrocchiali, ma anche l’Asilo che cambierebbe come località, come si dice, la coda cogIi occhi, nel senso che troverebbe un cortile ampio, che potrà essere alberato, e aule capaci piene di luce, come esige un Asilo moderno.
        Poiché è cosa visibile a tutti che il nostro Asilo, ricavato da una vecchia casa rustica, non risponderà mai alle esigenze didattiche, per quanto gli si spenda attorno. E' chiuso come una prigione, privo di aule spaziose, umido, ecc. E se non risponde oggi al suo scopo, risponderà quando la popolazione infantile sarà cresciuta?
        Anche le spese saranno minori. Un personale unico poi, lievemente aumentato, potrà disimpegnare tutte le mansioni, con evidente e notevole risparmio.
        Certo ogni Ente terrà la sua proprietà e si tratterà del solo uso, cosa a cui certamente le Autorità scolastiche sarebbero più favorevoli. Così pure saranno distinte le due amministrazioni con conti distinti.
        Nelle opere di bene non si deve guardare al proprio gusto od alla lettera della legge, ma allo spirito ed al bene della popolazione. La letlera uccide, dice Io Spirito Santo, lo spirito vivifica.
        E allora non resta che a fare una viva raccomandazione alla popolazione di prendersi a cuore la causa del Ricovero. Lo si vuole presto? aiutiamolo. Alle offerte che facciamo per la Chiesa e per le opere buone aggiungiamo sempre qualcosa per il Ricovero.
        Goccia oggi, goccia domani, il fondo crescerà, i tempi e gli uomini cambieranno e, senza fare questione di oggi o domani, il Ricovero sorgerà a sollievo della vecchiaia e della miseria, perché sole ed abbandonate, hanno maggior bisogno di assistenza.
        E non potendo far altro, preghiamo. Tutte le opere di beneficenza sono sorte sotto l’alito della preghiera, poiché, dice S. Paolo: < Noi piantiamo, noi innaffiamo, ma solo Dio dà incremento >.

UN ESEMPIO

        E’ capitato in questi giorni. Il giorno 11 scorso Gennaio, martedì, ci pare, moriva al Bricco Neri (sotto la nostra Parrocchia) un nostro ottimo parrocchiano: Alessandria Giuseppe (troviamo questo nome tra i nati del 1868 al 6 Settembre) portato e funerato, non sappiamo con qual dirilto, a Narzole, senza neppure far parola al Parroco di Novello. Ebbene questo bravo uomo (che lasciò la sua sostanza al Cottolengo di Narzole) fu a Novello la domenica prima, 10 Gennaio, e ad un suo parente disse che era sua intenzione rifare o modificare il testamento lasciando anche qualche cosa al Ricovero di Novello. Non ebbe il tempo di farlo. La morte lo colse prima che potesse realizzare la sua bontà.
        Diciamo questo per avvertire chi intendesse aiutare in morte il nostro Ricovero. Due parole scritte per tempo, senza aspettare forse che questo manchi. Siccome poi il nostro Ricovero non è Ente morale e quindi non puo ereditare, l`eventuale lascito va fatto alla Chiesa Parrocchiale.

PER LA CAPPELLA DI S. GRATO

        Si comincia a fare sul serio. Ecco il primo elenco di offerte raccolte tra i Borghigiani:
        Fam. Vaira Carlo L. 5000; F. Montanaro Giuseppe 5000; F. Marengo Agostino Angelo 5000; F. Vietti Giuseppe 3000; F. Peperone Carlo 3000; F. Stra Pasquale 3000: F. Stra Luigi 3000: F. Foglio Luigi 3000: F. Stra Ottavio 2500; F. Marenco Modesto 2500; F. Marenco Domenico 2000: F. Marenco Battista 2000: F. Ferrero Candido Luigi 2000; F. Maenco Carlo 2000: F. Ferrero Sabino 2000: Frat. Marenco 2000 (in cartelle 3,50 per 100); F Galvagno Donato 1000; Arcipr. B. Graneris 1000; Stra Catterina 500.Totale L. 49.500.
        A queste vanno aggiunte le offerte fatte in precedenza e di cui il Bollettino ha già parlato.
        A quando i lavori? Al più presto. Appena i vari capomastri interpellati avranno presentato il preventivo, la Commissione deciderà e si spera di iniziare e linire prima che urgano i lavori della campagna, poiché i buoni Borghigiani si sono oflerti generosamente per il servizio dei muratori. diminuendo così la spesa.
        Serva l'esemp1o per le altre Borgate, e specie in questo momento. per la Cappella di S. Nicola che, ci pare, nessuno vorrebbe lasciarsi portare via.

°°°°°O°°°°°

Nella Famiglia Parrocchiale (in questo sito, nati, morti e matrimoni sono riportati a parte).

torna a Novello
torna all'indice
avanti
indietro