Dicembre 2016 (sonoro)

da LUCE E FORZA di Luglio-Agosto 1949

La lettera del Parroco

        Riepilogando, cari uomini, quanto siamo venuti dicendo fln qui, possiamo di di aver risposto in parte alle difficoltà che alcuni fanno in materia religiosa. "La Religione domanda troppo". Che cosa domanda la Religione nostra? Molto meno di quanto domandano altre religioni, molto meno di quanto domanda il mondo, le passioni, il demonio, l'ambizione, l'avarizia, ecc. Credere ed operare secondo la fede, onde non essere degli ipocriti. E abbiamo anche visto ciò che dobbiamo credere anzitutto e come sia ragionevole e fondata la nostra fede. DIO, abbiamo detto, è il principio, il primo punto della nostra fede. Un Dio unico, in tre persone realmente distinte, che formano la SS. Trinità, un Dio onnipotente, immenso, onniveggente, buono e misericordioso che a tutti e a tutto provvede e che a tutti darà, perché giusto, a suo tempo, il premio o la pena meritata colle nostre opere.
        E potremmo discorrere di Dio per anni interi senza esaurire l'argomento, poiché Dio è infinito. Ma basta quanto abbiamo detto. E affrontiamo un altro argomento che è pure articolo principale della nostra fede: GESU' CRISTO.
        Noi, cristiani, che di Gesù Cristo portiamo il nome, dovremmo conoscere questo personaggio come conosciamo nostro padre e nostra madre, saperne la storia, conoscerne la dottrina onde potere, in caso di bisogno, parlarne con cognizione di causa, difenderlo dai suoi nemici e dimostrare a chi l'ignora la sua statura, il perché della sua venuta sulla terra, dire quali furono le sue istituzioni, ecc.
        Siamo in grado di fare tutto questo, cari uomini?

        Un fatto

        Si racconta che un giorno il grande Imperatore Napoleone I sia sceso tra i suoi soldati, come soleva fare sovente, e fermandosi davanti ad un gruppo di essi provenienti dalla campagna, domandò ad uno:
- Dimmi un po', tu sei cristiano?
- Sì, Maestà - rispose pronto il soldato ponendosi sull'attenti.
- Bravo! - riprende l'Imperatore - e sai dirmi che vuol dire "cristiano"?
        Qui il soldato si trovò alquanto imbarazzato, ma frugando nel suo cervello dove affioravano confuse le poche notizie avute da ragazzo risponde stentatamente:
- Ma, mi pare... cristiano voglia dire... Gesù Cristo.
- Bene. E sai chi era Gesù Cristo?
        Il povero soldato a quella domanda si sentì freddo. Voleva rispondere, ma la sua testa si confondeva e la sua scienza non andava più in là. - Gesù Cristo... Gesù Cristo... Veda, Maestà, io sono un povero contadino ignorante... sono andato poco a scuola... da tanto tempo faccio il soldato...
- Ho capito. riprende Napoleone, non lo sai e questo è male. Ebbene, te lo dirò io chi era Gesù Cristo. Io conosco gli uomini e ti so dire che Gesù Cristo non era un uomo come gli altri. Gesù Cristo è Dio. Ricordalo.
        Io son ben lontano, cari uomini, dal pensare che la nostra gente sia al livello di quel soldato. ma credo anche di non essere lontano dal vero, se penso che tanti cristiani. che pure credono in Gesù Cristo ed anche lo pregano, si troverebbero imbrogliati alquanto davanti ad una simile domanda.
        Chi è Gesù Cristo? Che cosa ha fatto?

Il Catechismo

        E via, mi direte. Ci vuol poco a rispondere col catechismo "Gesù Cristo è la seconda persona della SS. Trinità e cioè il Figluol Dio fatto Uomo".
        E se una persona, di quelle che abbondano ai nostri giorni, ignorante come una talpa in fatto di religione, vi ridesse in faccia e vi dicesse "Storie, storie e niente altro che storie...", che fareste?

Un altro episodio

        Sentire un episodio del Vangelo: "Gesù - ci racconta l'evangelista Luca - usciva un giorno a piedi da Gerico e lo seguiva una turba numerosa attratta dai suoi innumerevoli miracoli e dalle sue parole. C'era tra gli altri un uomo, Zaccheo, che desiderava vedere Gesù e non lo poteva per la sua piccola statura. Che fece? Anche per non rivelarsi troppo in faccia alla gente (era un avaraccio, solo buono per sé e per giunta anche ladro) e nel timore di un rimprovero da parte del Maestro, si incammina il primo e quando si vede solo sale sopra un albero e si nasconde dietro i rami frondosi. Così, pensava, posso vederlo senza essere veduto. Ma ecco che giunto davanti a quell'albero Gesù si ferma. Pare cacciare i suoi occhi in mezzo a quei rami e chiama: "Zaccheo, fa presto, scendi giù, poiché oggi devo andare a casa tua".
        Non mi ha mai visto, pensa Zaccheo, non mi conosce, e mi chiama per nome.
        Alla chiamata di Dio non si risponde con un rifiuto e Zaccheo si precipita dall'albero; in un baleno è ai piedi di Gesù e mentre la gente mormora, egli fa la sua professione di fede e di umiltà: : "Signore, oggi dò la metà dei miei beni ai poveri e se a qualcuno ho rubato gli rendo il quadruplo". E Gesù: "Oggi su questa casa è venuta la salvezza, poiché anch'egli è figlio di Abramo".
        Quanti Zacchei ai nostri giorni, cari uomini!
        Gente che non conosce Gesù Cristo e che pur nell'abbondanza dei beni di questa terra non è contenta, vive inquieta sentendo che le manca qualcosa. Che le manca? Gesù Cristo, la sua conoscenza, la sua grazia, la sua dottrina, il suo amore. Cari uomini, non vogliamo essere degli Zacchei, Le ricchezze, la salute, i piaceri, gli onori non bastano neppure per la vita di questo mondo: basteranno per la felicità nell'altro, mentre Gesù Cristo c'insegna ben diversamente? Conosciamolo Gesù Cristo attraverso il suo Vangelo, frequentando le istruzioni parrocchiali, che ci parlano di Lui, e specialmente colla pratica della vita cristiana, nella quale Egli si rivela anche agli indotti e ai fanciulli. Non nascondiamoci, come Zaccheo, ma sentiamo la sua chiamata e gloriamoci di essere dei suoi. Guai a noi se un giorno dovessimo sentirci applicare quel motto mordace di un poeta ad un suo collega:
        Qui giace l'Aretino, poeta tosco, che di tutti disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir "non lo conosco".
        E chi lo conoscesse solo per bestemmiarlo?

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IN PARROCCHIA

        Mentre scrivo (Giovedì 2 Giugno) sta scatenandosi un furioso temporale che minaccia la distruzione dei nostri promettenti prodotti. Interrompo per recarmi in Chiesa a recitare le preghiere contro il mal tempo e dare la benedizione del SS. Sono presenti pochissime persone che (brutta abitudine) stanno in fondo della chiesa e a stento rispondono alle preghiere.
        Pensavo: tutti desiderano di essere scampati dalla grandine. Perché in chiesa a pregare il Padrone dei venti e delle tempeste siamo così pochi?
        E pensare che una grandinata porterebbe via a Novello non solo quanto basterebbe per fare una chiesa nuova con quanto occorre per S. Nicola, S. Grato e Panerole, ma sarebbe la rovina d tante famiglie! Viviamo più di fede, cari parrocchiani!

Una bella notizia: il Vescovo a Novello per il 40° delle donne e 20° delle figlie di A. C. e 25° Asp. G. M.

        S. E. Mons. Carlo Stoppa, nostro amatissimo nuovo Vescovo, ha accettato molto volentieri l'invito del Parroco per una visita alla nostra Parrocchia in occasione della celebrazione commemorativa del 40° delle Donne e del 20° delle Giovani di A. C.. Per chi non lo sapesse, sono rispettivamente 40 e 20 anni che le due Istituzioni sono state fondate in Italia. Noi asprimiamo all'Angelo della nostra Diocesi fin d'ora la nostra più viva riconoscenza formulando l'augurio che la sua desiderata visita sia di grata compiacenza a Lui e di grande giovamento per noi.
        La visita si effettuerà, Dio permettendo, in Agosto e precisamente il Giovedì undici di detto mese. I lavori della campagna saranno assai diminuiti e avremo già come speriamo il grano nei nostri granai, portato a casa buona parte dei raccolti che la campagna. oggi così bella. ci promette e saremo in attesa di una buona vendemmia che comincerà ad arrossare nelle nostre vigne. Faremo onore al Vescovo, . che fa l’onore a noi di una visita nel primo anno di sua permanenza in Alba, faremo anche piacere a Dio che intenderemo ringraziare per la buona annata.
        Le due Associazioni di A. V. che, ringraziamo Dio, sono abbastanza fiorenti in Parrocchia, desiderano di ricordare la fatidica data ed il Vescovo. Profondo conoscitore ed apostolo dell’A. C., porterà loro e a tutti i Novellesi la sua dotta e pratica parola.
        Se nulla avverrà in contrario, le linee maestre della manifestazione saranno press’a poco le seguenti:
- Mercoledì sera 10 Agosto: Ricevimento solenne di S. E. il Vescovo e Comunione generale. Probabile inaugurazione e benedizione della bandiera delle due Associazioni. Consacrazione del due altari laterali della Parrocchia.
- Nel pomeriggio: Adunanza plenaria con intervento del Vescovo. Chiusa della giornata con funzione solenne e Benedizione. Saluto di congedo e di ringraziamento al Vescovo.

Convegno di Plaga

        Coll’occasione si svolgerà nella bella giornata un Convegno di Plaga, per le Donne e Giovani dei paesi circostanti. Siamo certi di incontrare con questa iniziativa che darà maggior importanza alla nostra festa, il pieno consenso delle superiori autorità diocesane di A. C. come abbiamo incontrato il pieno plauso del Vescovo.
        Queste adunate sono sempre una iniezione di ossigeno spirituale per le nostre Associazioni e danno la spinta a sempre nuove ascese per la buona causa.
        Non mancheranno valenti oratrici che affiancheranno la parola dotta e pratica del Vescovo.

Nuove bandiere!

        Abbiamo detto sopra “Probabile benedizione della bandiera delle due Associazioni”. Vorremmo poter dare la notizia in forma assoluta, ma ciò dipende dalla buona volontà delle due Associazioni. La bandiera é sempre un sacro simbolo che impone rispetto e parla al cuore. Quanti eroismi compiuti sotto le bandiere della Chiesa e della Patria!
        Esortiamo perciò vivamente le nostre buone Donne e brave Figlie a fare anche qualche sacrificio per la realizzazione di questo voto. Dopo tutto non si richiede l’impossibile.

La Cresima?

        Qualcuno domanderà: il Vescovo darà la Cresima ai nostri fanciulli?
        No. Il Vescovo ha espresso il desiderio di rimandare questo Sacramento ad alta occasione. Egli molto ragionevolmente vuole dare alla S. Cresima l’importanza che si merita e concentrare su di essa l’attenzione della giornata, ciò che non sarebbe possibile col programma dell’11 Agosto, e noi ben volentieri accettiamo la sua idea.
        Cari parrocchiani, prepariamoci a ricevere degnamente l’Angelo della nostra Diocesi nella miglior forma possibile. Non posso dirvi ciò che vorrei di Lui. Vi dirò semplicemente che ogni onore che noi potremo fargli sarà molto al di sotto dei suoi meriti.
        Una sola cosa potremo fare ed è quello che Egli maggiormente desidera: trovarci tutti, parrocchiani e forestieri, ad accoglierlo, a sentire la sua parola, a ricevere dalle Sue mani la S. Comunione, a deporre ai suoi piedi il proposito di una vita più cristiana e possibilmente militante nelle file dell’A. C.

Altre feste

        Due altre feste religiose e tanto care al cuore dei novellesi precederanno la manifestazione di cui sopra:

Il Carmine

        Che celebreremo la domenica 17 luglio.
        La Compagnia del Carmine ha tradizioni secolari a Novello. Possediamo in Archivio l’Atto di Fondazione redatto dal Notaio Mattia Ferrero in data 5 Aprile 1622, essendo Parroco e Vicario Foraneo di Novello il Rev.mo D. Franceschino Giordano e primi Priori i Sigg. Agostino Belmondo e Anna Carretto dei Marchesi proprietari del Castello. La Compagnia, sempre fiorente, conta oggi più di 1000 ascritti.
        L’onore del Priorato torna quest’anno al Castello nelle persone dei Sigg. Coniugi Cav. Silvio Montagnoni e Bianca Perego. ai quali va il nostro augurio di bene. Daremo in alto numero relaziome della cara festa che certo riuscirà solenne.

La Porziuncola

         Anche questa festa. di recente istituzione alla quale è annessa la grande indulgenza detta Porziuncola o Perdono d`Assisi va prendendo cogli anni sempre maggiori proporzioni chiamando alla cara Cappella della Crocetta un numero sempre maggiore di novellesi e di forestieri.
        ll 2 Agosto capita quest’anno in martedì. Come per il passato precederà il triduo di preghiere, predicazione e Benedizione alla Cappella a sera tardi.
        Facciamo caaldo invito a frequentare le funzioni del triduo e della festa a tutti, ma in modo speciale agli ascritti al Terz’Ordine Francescano che nei due anni da che é stato istituito, ha già veduto il l numero degli ascritti crescere in misura consolante. Anche quest’anno faremo l’accettazione di nuovi ascritti e la professione solenne degli accettati l’anno scorso.

La festa di S. Anna

        La Compagnia delle Umiliate celebrerà pure quest’anno la sua festa la domenica 31 Luglio. Speriamo avere il Predicatore del Triduo e della Festa, mentre esprimiamo il desiderio di vedere a tutte le Funzioni numerose le donne, specie le più giovani, che, occupate in mille cose, sono più tentate a disertare la chiesa.

Messa e Vespro

        Notiamo con dolore. come da un po’ di tempo diminuisce la frequenza alla Messa festiva ed al Vespro. Alla festa da troppi si lavora, inventando mille pretesti e profanando così il giorno del Signore. Si lavora nelle vigne, nel campi, nei prati; vediamo carri e camion transitare carichi di roba non urgente come fieno, bestiame, mattoni, sabbia, ecc. Tempi andati non si faceva così.
        Per gli ostinati abituali profanatori delle feste non abbiamo parole; attendiamo che Dio ci pensi Lui, come capita sempre, con una di quelle lezioni che non si dimenticano più e tolgono la voglia di lavorare di festa. Agli altri raccomandiamo: Di festa non lavorate e non fate lavorare; non comprate, non vendete, non ritirate merce, ricordando che ogni azione fatta contro il riposo festivo non può avere la benedizione di Dio. Sono parole di Dio queste, registrate nella S. Scrittura: «Se voi santificherete le mie feste vi darò la pioggia ed il sole a suo tempo. La mietitura raggiungerà la vendemmia, e questa la semina. I vostri granai stenteranno a contenere il grano e le vostre cantine saranno ripiene di vino. Ma se profanerete le mie feste distruggerò i vostri raccolti; il bruco consumerà ciò che ha lasciato la grandine e la ruggine finirà i residui del bruco».
        Raccomandiamo agli uomini in modo speciale la Messa Grande in cui si fa l’istruzione per loro, sempre quando s’intende, non si voglia fare la Comunione a Messa prima.
        A quelli poi che ci obbiettano che il Vespro non è obbligatorio rispondiamo che c’è un’altra cosa obbligatoria strettamente per tutti: il procurarsi un’istruzione religiosa sufficiente. E questo si fa o collo studio della Religione su libri approvati dalla Chiesa o frequentando scuole apposite. E l’unica scuola del genere nei nostri paesi è l’istruzione parrocchiale. Che fate in proposito, cari uomini? Ricordate che senza istruzione religiosa è impossibile salvarsi.
        Dunque a Vespro ogni domenica. E neppure non basta sentire l’istruzione di Messa Grande poiché son due cose diverse: a Messa Grande l’istruzione ha piuttosto carattere apologetico, mentre a Vespro si trattano argomenti di morale.
        A proposito di Messe poi notiamo con dispiacere come se ne vada perdendo a poco a poco la stima. Non si pensa ai nostri cari Morti e da parecchie settimane non sono poche le Messe che non hanno applicazione locale, non si pensa per noi e, pur avendo libero il tempo, si preferisce di star a casa piuttosto che venire in chiesa a sentirsi una Messa. Una volta, anche nelle piccole difficoltà o bisogni familiari, si correva in chiesa ad accendere una candela. Perché oggi non si pensa che con egual somma si potrebbe far celebrare una Messa che vale tutte le candele del mondo e molto più.
        Cari parrocchiani, ricordiamo che se noi ci abituiamo a dare a Dio ed alla nostra anima solo ciò che è obbligatorio, finiremo col perdere la fede, farci poco o nulla di bene ed avviarci alla morte colle mani vuote. La Messa è un tesoro nascosto. Cerchiamolo e teniamolo prezioso.

Il Cinema

        Tutti sanno o almeno devono sapere le condizioni in cui vive il nostro Cinema, allestito in Parrocchia per le esigenze, come si dice, dei tempi nuovi. I nostri vecchi, anche da giovanotti passavano le serate in famiglia; oggi non è più così. La nostra gioventù, ragazze comprese, vuole uscire, divertirsi e purtroppo non trova la strada buona; compagnie non onorevoli, sconfinamenti non controllati, ritorni a notte inoltrata, in ore piccine, ecc. Tutto questo ha indotto generose persone a tentare di porre argine a questi inconvenienti, assumendosi le spese del cinema che avrebbe il solo scopo di tenere la nostra gioventù in paese, dando loro un onesto divertimento.
        E queste generose persone hanno sborsate di loro tasca L. 30.000 (e sono 7) per coprire le spese della macchina e dell’impianto. Esse non hanno interesse alcuno e si contenteranno di ritirare quando sarà possibile la loro somma colla dichiarazione scritta che, saldato il debito, il Cinema passerà in proprietà esclusiva della Parrocchia. Cerco che gli utili del Cinema non sono gran ché ed a volte, specie in questa stagione, le serate non riescono a coprire le spese. Perciò è prevedibile che ci vorrà del tempo per vedere i conti saldati. Per altra parte sarebbe un gran bene se ciò avvenisse presto. La Chiesa libera da impegni finanziari potrebbe servirsi dei pochi utili in beneficenza. Oggi all’Asilo, domani al Ricovero, un’altra volta ai poveri, ecc. Anche se sole mille lire per volta sarebbero qualche cosa. Oggi questo non è possibile perché ci sono i debiti da pagare. E allora? Ecco una soluzione che dovrebbe essere facile. Il Cinema ci interessa tutti perché tutti desideriamo il bene della Parrocchia e fare della beneficenza. Ebbene, l’Amministrazione del Cinema apre la sottoscrizione di azioni da L. 1000 o anche semplicemente da 500 rimborsabili cogli utili del Cinema. Né si vuole che queste azioni siano senza interesse. Vien invece dato un buon interesse del 10% con biglietti gratuiti corrispondenti alla somma versata. L. 1000 avrà come interesse anticipato due biglietti, se poi intendesse, il che sarebbe meglio, dare la somma a fondo perduto avrà tanti biglietti quanti ne comporta la somma: uno ogni 50 lire.
        Cari parrocchiani, anche questo è un problema che è caduto sulle spalle del Parroco, che a dir la verità non ne avrebbe avuta tutta la voglia, perché di problemi da risolvere ne ha già tanti altri. Aiutatemi, un piccolo sacrificio caduno non è nulla, sulle spalle di uno o di pochi è molto. Avremo fatto un’opera buona a vantaggio nostro e della nostra gioventù.

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Che faremo dei nostri figli?

        Sono finite le scuole e parecchi genitori si domandano preoccupati: Che faremo del nostro figlio o figlia che ha ottenuto la promozione della quinta?
        Permettetemi, cari genitori, che il Parroco prenda parte alla vostra preoccupazione e cerchi di aiutarvi a risolvere il grave problema.
        E anzitutto: Volete di vostro figlio o figlia farne un laureato o anche semplicemente un diplomatico? (insegnante elementare, Avvocato, Medico, Ingegnere, ragioniere, geometra ecc.) Pensate due cose:
        1° - Avete i mezzi sufficienti per tale impresa? Oggi la carriera degli studi costa un patrimonio. La. Più modesta tra le pensioni si aggira, sulle 7-8 mila lire al mese. Aggiungete i libri, i vestiti, le tasse, i viaggi, e mille altri incerti e poi ditemi se sono fuori luogo a preventivarvi una spesa di circa 150 mila lire all’anno. Moltiplicate questo per 6-8-10-12 anni quanti cioé ne esigono le varie carriere e arriviamo per qualcuna di esse al milione e più. Potete sostener questo peso? Occorre pensarvi per tempo per non rompere a metà e creare degli spostati.
        2° - Occorre in secondo luogo che il figlio o la figlia abbiano intelligenza non comune e tale da affrontare con successo la carriera degli studi.
        Si fa presto a dire: Mio giglio ha un’intelligenza straordinaria. Ma se pensiamo che oggi di studenti e laureati a spasso ce n’è una caterva si capisce come la carriera degli studi diventi una volta di più difficile e ardua. Oggi si seleziona a più non posso e sono più quelli che rimangono indietro che quelli che vanno avanti.
        A noi poi, gente di campagna, mancano tante cose, che facilitano negli altri lo studio: la lontananza della città , l’ambiente, la poca preparazione culturale ecc.
        Comunque sc ci sono questi due requisiti ed i figli danno seria e direi assoluta garanzia di buona riuscita (e ce ne sono tanti in campagna che riescono) andate pure avanti. Di professionisti seri, colti, onesti e sopratutto di buoni principii ne abbiamo tanto bisogno e questi escono più facilmente delle nostre campagne.
        Ci sono poi dei genitori che ragionano così: il figlio o la figlia sono ancor troppo giovani; abbiamo la. Comodità di farli studiare qualche anno, poi si vedrà. Va bene. Me che cose vediamo in pratica? Sovente si arriva ai 20 anni senza aver nulla risolto oppure si scappa in città o si accetta qualunque impiego che certo, colla concorrenza spietata di oggi, non darà un pane sufficiente ed onorato. I disoccupati appartengono quasi tutti a questa categoria di studenti falliti.
        Non parliamo poi dei pericoli e morali e materiali che presenta la vicinanza di qualche scuola che si può frequentare da casa.
        La conclusione? Eccola cari genitori, secondo il mio modesto modo di vedere. Non toglietevi i figli da casa solo per toglierli perché non sapete che lavoro dare loro.
        Se siete in campagna fatene dei buoni agricoltori. Eccitateli ad istruirsi con buoni libri. col frequentare lezioni e conferenze agrarie. Imparino a conoscere ed amare la terra, la miglior sorgente di vita sana, morale e libera. Se siete in condizioni diverse, fate lore imparare un mestiere, metteteli da apprendisti sotto un buon capo, ma sempre controllati della vostra sorveglianza. Anche di provetti operai che sanno ll loro mestiere abbiamo bisogno!
        Ma, mi direte, un po’ d’istruzione non può far male. Anzi. rispondo, fa molto bene ed è indispensabile. Ma questa non deve creare degli spostati e degli infelici che hanno sbagliata la strada. Perché non si potrebbe far ripetere la quinta? Credete che In promozione voglia dire che sanno quanto s’è insegnato in quella classe? Provate a interrogarli.
        E poi, come sarebbe buona cosa che in paese, come in altri posti, sorgesse una scuola anche solo inenale. dove i vostri figliuoli possano apprendere nozioni di italiano, di aritmetica pratica, di agraria, di igiene, di diritto diritto amministrativo e politico e di tante altre materie veramente utili. E ditemi, che ne farà il vostro figliuolo del latino, del francese, delle astrusità geometriche appena imparate per l’esame e poi presto dimenticate, se non potrà perfezionarsi negli studi? Pensateci, genitori, e in cosa di tanta importanza non procedete alla leggera. Per carità, non facciamo dei nostri figli degli spostati.

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Le nostre città dei ragazzi

        Un giornale americano in un articolo di fondo dai titolo «La città dei ragazzi in Italia», scrive:
        “La tragedia dei ragazzi di Strada senza tetto è stata resa mono grave almeno in uno dei paesi d’Europa sconvolti dalla guerra. In Italia, con l’aiuto dei fondi americani, sono state fondate sette «Città dei ragazzi». Pozzuoli, nel golfo di Napoli, vede ora nascere l’ottava di queste città. Gli sciuscià italiani che hanno trovato una casa in questi centri sono circa 22.000: si calcola tuttavia che vi siano tuttora altri 50.000 ragazzi italiani orfani o abbandonati che desiderano poter godere delle più serene prospettive per l’avvenire offerte da queste «città»”

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