Giugno 2017 (sonoro)

da LUCE E FORZA di Gennaio-Febbraio 1950

Ai Lettori

        ll presente numero del bollettino avrebbe voluto uscire prima di Natale per due motivi: per portare agli affezionati lettori i più fervidi auguri dl Buone Feste Natalizie e di Capo d’Anno ed annunziare la festa che si prospettava in coincidenza in onore del nostro Sacerdote Missionario Salesiano, reduce dalla lontana Terra del Fuoco. Le cose sono andate diversamente,poiché l’uomo propone e Dio dispone. Comunque i buoni lettori accetteranno ugualmente dal Bollettino in ritardo ma non meno affettuosi gli auguri di Buona continuazione dell’Anno 1950. Sia per tutti il vero Anno Santo apportatore di santità che è la fonte unica della vera felicità in questa e nell’altra vita.
        Quanto alle feste per il caro D. Evaristo Passone, invece dell’annunzio ne leggeranno il resoconto.
        Buon Anno, cari lettori!

°°°°°O°°°°°

La lettera del Parroco

        Carissimi Parrocchiani,
        Scusatemi se per una volta tanto, cambiando argomento, vi trattengo brevemente su di un pensiero sul quale probabilmente non tornerò più. Qualcuno dirà che questa pagina ha dello strano ed io l'ammetto. Ma chi è che una volta almeno in vita non diventi alquanto strano e non parli un linguaggio inusitato? Del resto qualche volta anche le cose strane fanno del bene ed io spero che le mie parole facciano pensare più di uno.
        Come sapete, il Parroco h avuta un'altra batosta nella salute. Un accesso di angina pectoris, proprio inaspettato, che poteva essere fatale (come ad es. è accaduto al mai dimenticato Avv. Giuseppe Giordano) l'ha costretto per oltre un mese a letto sospendendo ogni occupazione che, appena in parte, va lentamente ripigliando. Una telefonata del Buon Dio che sovente ed in tanti modi ci ricorda: "Fatti del bene e sta preparato". Ancora una volta ringrazio il Signore e dopo di Lui quanti hanno pregato per me in questi giorni, compresi gli innocenti Bimbi dell'Asilo e chi è stato, nelle mani della Provvidenza, lo strumento abile per la lunga e difficile cura, il nostro ottimo nuovo medico condotto Dott. Dadone.
        Ma non è di questo, cari parrocchiani, che volevo parlarvi. Voglio esporvi un soliloquio mentale che ho fatto in una delle tante interminabili notti insonni, durante la malattia.
        Ecco: mi sono domandato: Che sarebbe avvenuto se quella mattina si fosse sparsa in paese la notizia: Stanotte è morto improvvisamente il Parroco?
         E mi sono risposto: OH, niente di straordinario. Sarebbe successo né più né meno di ciò che succede alla morte di qualunque Parroco. In questi casi, per lo più la popolazione si divide in tre categorie.

        PRIMA CATEGORIA – Nei nostri paesi religiosi per lo più è sempre più numerosa ed è composta da coloro che vogliono bene al Parroco, che vedono in lui non un uomo qualunque ma il Ministro di Dio (sebbene indegno), colui che è stato inviato per far loro del bene, per istruirli, per guidarli, colui che anche quando li rimprovera e alza la voce non lo fa per malanimo ma per desiderio di bene, per il compimento del suo dovere. Questa parte di parrocchiani soffre per la morte del Parroco e prega per lui.
        Ed ecco il pensiero che vi suggerisco, cari parrocchiani, in anticipo. Molte preghiere, sì, per il Parroco morto, perché ne avrà assai bisogno, ma vorrei insieme evitaste un grave inconveniente. Sovente accade che proprio la gente che più voleva bene al Parroco cade in un errore che, senza volerlo, fa del male al Successore e alla Parrocchia.
        Dopo un Parroco, si sa, ne viene un altro e ci son sempre gente che nel nome del Parroco defunto, ostacola, senza volerlo, l’azione del Parroco nuovo: “Non si faceva così… Si è sempre fatto così… Queste son novità”. E via dicendo. Cari parrocchiani, ricordiamo che il sapersi non compreso è cosa che fa male ad un Parroco. Un uomo non può mai essere lo scimmiotto di un altro, specie un Parroco. Ciascuno ha i suoi gusti, il suo modo di vedere, la sua personalità. E poi i tempi cambiano e gli uomini con essi. Dunque? Ecco quale dovrebbe essere il programma di un buon cristiano alla morte del Parroco: “ Preghiere e suffragi per chi é partito, ubbidienza e collaborazione per chi é venuto ».

        SECONDA CATEGORIA. E’ costituita da coloro ai quali la morte del Parroco porta soddisfazione. Finalmente se n’é andato quel... (e qui un aggettivo conforme alla sorte di bile che li lavora.) Sono i nemici del Parroco. Dire di un Parroco morto: Non aveva nemici, non é secondo me fargli una buona lode. Di nemici tutti i Parroci ne hanno, perché ne ha avuti il primo Parroco, il Fondatore dei Parroci, Gesù Cristo che ha detto: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”.
         E nemici del Parroco sono in prima linea coloro che fanno professione di ateismo, di irreligione; sono i manqiapreti che vedrebbero volentieri scomparire la razza; sono coloro che vivono in contraddizione dei Comandamenti: i ladri, i disonesti ecc...ai quali la presenza del prete é un continuo rimprovero; sono a volte certa gente contro la quale forse il Parroco ha dovuto lottare per la difesa dei diritti della Chiesa, del Beneficio, ecc; sono infine tanti cattivi cristiani ai quali il Parroco potrebbe rivolgere le parole di Gesù Cristo: “Chi non è con me, è contro di me”.
        A costoro basterebbe dire: “Non illudetevi. Non è il Parroco che deve cambiare, ma siete voi. Chiunque venga dopo di me, se vorrà fare il suo dovere, non potrà mai approvare il male”.
        Essere contro il Parroco non porta fortuna.

        TERZA CATEGORIA. C’é poi una terza categoria di parrocchiani ed è quella degli indifferenti, degli apatici. Essi non si scompongono per nulla. E’ morto il Parroco? E con questo? Che importa a loro? Non si dice: E’ morto il Re, viva il Re? Morto questo, un altro fresco. Ma a questa gente il problema del Parroco non interessa. Se non ne mandassero anche più, a loro fa lo stesso. Forse andranno alla sepoltura, così per curiosità o per rispetto umano, ma per loro la morte, la successione, il cambiamento non fa né freddo né caldo. Io spero che di questa gente ce ne sia poca a Novello.
        Eppure devo dire che ci sono persone che quasi quasi non conoscono ancora il Parroco. Il Parroco conosce loro, poiché in 29 anni ha avuto tempo a farsi un concetto delle singole famiglie, ma loro col Parroco bazzicano poco. Mai in Chiesa, oppure negli angoli nascosti, mai in Canonica (non osano), se si porta la benedizione alle case, essi non ci sono, ecc. In sostanza si disinteressano del Parroco e dei Sacerdoti perché si disinteressano della religione che essi rappresentano.
        A costoro vorrei dire una parola sola. Sono sicuri di essere a posto? Anche supponendo che non facciano del male e che siano, come il mondo dice, dei galantuomini, credono proprio che, vivendo come vivono, in morte verranno a trovarsi tranquilli? Gesù Cristo ha detto: “Io conosco le mie pecorelle (cioè, i miei fedeli) e le mie pecorelle conoscono me e sentono le mie parole”. Anche il Parroco, cari parrocchiani disertori, vi conosce, ma voi non conoscete il Parroco non solo di persona, ma anche nel vero senso cristiano della parola? Sentite le sue parole? Seguite le sue direttive? Le sue esortazioni? Se purtroppo dovete dire di no, pensate che siete fuori strada e che Gesù ha parlato chiaro. Chi non conosce Gesù Cristo attraverso la persona, le parole, il ministero del Parroco e dei Sacerdoti, difficilmente potrà salvarsi. E salvarsi, cara gente, è la cosa più importante, l’unica cosa importante.

°°°°°O°°°°°

IN PARROCCHIA

Gli Esercizi?

        Qualcuno ha domandato: “Avremo anche quest’anno gli Esercizi in occasione della chiusura del Mese del Sacro Cuore?». Ecco: Veri Esercizi come l’anno scorso in forma solenne no; non é possibile anche perché gli Esercizi in forma solenne costano troppo e non si può gravare così sovente la Chiesa di un tale onere. Quest’anno però avremo una novità. Faremo due tridui solenni, che riempiranno l’ultima settimana di Gennaio.

TRIDUO PER l GIOVANI

        Un bravo parroco, valente predicatore, forestiero per noi, parlerà per tre giorni ai nostri giovani in funzioni speciali per loro. Io penso che i giovani, specie ai nostri giorni, abbiano bisogno e desiderio di essere istruiti su problemi della massima importanza che li riguardano. Non si va incontro al matrimonio colla testa nel sacco. E’ cosa che decide di tutta la vita questo passo. E poi ci sono altre situazioni a cui si deve pensare. Le canzoni sono una bella cosa (quando non sono brutte e sconcie), ma le canzoni non sono la vita. Perciò, cari giovani, l’appello che il Parroco vi rivolge parte dal fondo del cuore ed è per il vostro bene. Confido nella piena riuscita del vostro triduo e son sicuro che dopo ne sarete contenti.

TRIDUO PER TUTTI

        Gli altri tre giorni della settimana (probabilmente i primi) li dedicheremo a tutti, come gli altri anni. Chiuderemo la bella settimana che offriamo al S. Cuore la domenica 29 Gennaio con una bella Comunione Generale ed avremo un’adunanza plenaria dei nostri giovani dopo Vespro in cui ci hanno assicurato il loro intervento bravi giovani conferenzieri di Alba.

Anno Santo

         Andremo a Roma in quest’Anno Santo? Io spero che anche la nostra Parrocchia avrà la sua buona rappresentanza nei vati pellegrinaggi diocesani già annunziati sulla Gazzetta d’Alba e che qui ripetiamo:
        Per tutti: dall’11 al 15 aprile e dal 26 al 30 Agosto
        Per Donne e Figlie: dal 14 al 17 Maggio
        Per Uomini e Giovani dal 2 al 6 Novembre.
        Intanto pensiamoci fin d`ora materialmente mettendo da parte, anche poco per volta, ciò che occorrerà per le spese, ma specialmente spiritualmente mettendo in pratica quanto ci suggerisce il Vescovo: moltiplicare le preghiere, offrire opere di penitenza e di carità, ecc. onde raggiungere i particolari scopi che il Papa si propone col Giubileo dell’Anno Santo. Gli Esercizi di fine Gennaio saranno una prima buona occasione.
        Sarà bene per chi intende andare a Roma pensarci per tempo, poiché le iscrizioni si chiudono un mese prima della partenza del pellegrinaggio e si sa: Chi tardi arriva….

La festa di D. Evaristo

        L’abbiamo o meglio l`hanno celebrata (poiché il Parroco l`ha seguita da letto) in forma solenne il giorno di Natale. Ne ha parlato diffusamente e bene nel primo numero dell’anno la Gazzetta d’Alba.
        Don Evaristo Passone {per chi non lo ricordasse) figlio di Tarditi Domenica del Chiabotto e di fu Passone Luigi (Arbi), vittima postuma della guerra morto a Novello il 28 Novembre 1918 in età di appena 42 anni. Il piccolo Evaristo aveva perciò appena 5 anni quando fu orfano di padre, essendo nato a Novello il 6 Nov. 1913. La povera vedova, con una famiglia in erba stentò non poco a tirare innanzi, motivo per cui salutò con gioia la decisione del piccolo Evaristo, di entrare, dietro la guida del nostro Vicecurato di allora P. Grosso Francesco dei Miss. Della Consolata, nella pia Società salesiana.Ivi si distinse per pietà e studio e ancora chierico in età di 16 anni fu inviato in America a Punta Arenas (Cile-Patagonia) dove esercitò il suo ministero in quel fiorente Istituto salesiano. Ordinato sacerdote a Santiago del Cile il 26 Novembre 1939 era atteso in famiglia per la festa della Prima Messa, ma la guerra lo impedì e solo quest’anno alla distanza di 20 anni dalla sua partenza abbiamo avuto la fortuna di rivederlo. Non stiamo a dire della gioia della famiglia e specie della Mamma che corse ad attenderlo a Genova, della cordialità e festa dei parenti, dell’entusiasmo con cui tutta la popolazione prese parte alle varie manifestazioni di quei giorni in Chiesa, e nel teatrino dell’Asilo dove si svolse una riuscitissima accademia. Notiamo in modo particolare l’interesse con cui la gente accoglie e segue le sue predicazioni - sempre troppo brevi - in cui ci parla dei costumi, della vita e della corrispondenza al suo ministero di quelle lontane popolazioni dove egli da parecchi anni è Parroco di una Parrocchia di oltre 7000 abitanti.
        I pochi mesi che passa tra noi {fino a Marzo) non hanno solo carattere di vacanze. Egli è qui anche per provvedersi di qualche mezzo moderno per sempre più attirare quelle restìe popolazioni al suo ministero di Missionario. Ci parlerà specie prima della sua partenza e ci farà, se sarà possibile, una conferenza con proiezioni luminose illustranti quelle povere regioni. Siamo generosi anche con lui, vero Missionario in terra arida, come lo siamo sempre con tutti i pionieri del Vangelo in terre di Missioni.

Don Abbona Marziano Parroco

        Anche per questo caro figlio del nostro Novello avevamo preparato due righe per il Bollettino che doveva uscire a metà Dicembre dicendo che era stato nominato, dietro concorso, Parroco di Scaletta Uzzone, ridente paesino nel cuore delle Langhe, Vicaria di Cortemilia. Oggi non ci rimane a parlare che di un fatto compiuto avendo il caro D. Marziano fatto il suo solenne ingresso fra i suoi nuovi figli che l’accolsero trionfalmente il 2 Dicembre. u. s. All’ottimo sacerdote che, colla schiera di Sacerdoti che lo precedettero e lo seguiranno onora la nostra Parrocchia, giungano graditi gli auguri ed i voti di fecondo ministero di tutti i Novellesi che apprezzano le sue doti e conoscono i suoi meriti. La lontananza che ci separa non varrà certamente a rallentare i vincoli che sempre più devono unire la Parrocchia natale ai suoi figli migliori che ne sono ambito vanto.
        Congratulazioni a te ed alla tua buona famiglia e: Ad multos annos, caro D. Marziano!

Attendendo D. Felice Roggia

        Abbiamo ricevuto con gioia la bella notizia che domenica scorsa 8 gennaio il chierico salesiano Felice Roggia ha ricevuto l’ordine maggiore del Diaconato, ultimo scalino che precede il sacerdozio. In una domenica del prossimo luglio avremo così la fortuna di festeggiare un altro nuovo sacerdote novellese che sale per la prima volta all’altare nella sua terra natìa circondato dalla famiglia e dai suoi tre fratelli pure salesiani: D Fiorenzo, D. Davide ed Emilio coadiutore.
         Al caro D. Felice giungano i nostri cordiali auguri uniti alle nostre preghiere affinché, preparato com’egli é al grande passo, riceva in quel fausto giorno la pienezza delle grazie di cui il Signore suole essere largo coi suoi Ministri. Alla Famiglia Roqgia anticipate e replicate le nostre congratulazioni.

Il Nuovo Battlstero

Abbiamo esposto alla porta della Chiesa il disegno progetto del nuovo Battistero, che da parecchie domeniche é oggetto del|’ammirazione della popolazione. Bellissimo lavoro, degno della nostra artistica Parrocchia che tramanderà ai posteri la prova della fede e del nostro attaccamento alla Chiesa. Poiché ormai dobbiamo essere tutti persuasi che, nella nostra Parrocchia, che passa per una delle più belle della Diocesi, non si possono collocare opere di scarso valore artistico. O roba bella o niente. Il niente non ci fa onore, la roba bella costa. Ed il nuovo Battistero, l’ abbiamo già detto, è preventivato in lire un milione e trecentomila. Spesa esagerata? No. Se pensiamo a quanto é entrato quest’anno nel nostro paese, nonostante il deprezzamento ingiusto delle nostre uve, se mettiamo insieme i milioni che certe famiglie di nostra conoscenza hanno incassato tra grano, bestie, uve, ecc., se teniamo presente le offerte fatte negli altri anni e facciamo un proporzionato aumento, dobbiamo dire che Novello non dovrebbe stentare a mettere insieme tale somma.
        Abbiamo già parlato di opere ben più costose già fatte o in corso in Parrocchie a volte più piccole della nostra, aggiungiamo che da molti anni la nostra Parrocchia non ci diede un lavoro di qualche importanza, avendo sempre cercato con ogni sorta di economie di far fronte alle spese colle offerte ordinarie. Oggi sarebbe tempo di rispondere all`appello e di dire; presente.
        Purtroppo però, come appare dall’elenco delle offerte, la nostra gente sembra non abbia capito l’importanza della cosa. Che il Battistero specie nelle sue figure del bassorilievo in gesso sia una cosa orrenda e che la parte inferiore sia ormai in pessimo stato tutti lo vedono e lo ammettono. Se per altra parte dobbiamo aspettare di avere in offerte una base ragionevole per iniziare i lavori e non doversi fermare prima della metà, rimanderemo il lavoro all’anno 2000. Eppure, se ben ricordate, cari parrocchiani, questo avrebbe voluto essere il regalo della popolazione per il 25° di Parrocchia del Parroco o dovrebbe essere almeno il ricordo dell’Anno Santo.
        Se il Parroco fosse giovane o almeno potesse contare sulla sua salute non gli mancherebbe il coraggio per questa ed altre opere necessarie fidando sulle vostre offerte annuali, se non eccessivamente generose,almeno costanti. Ma non mi regge |`animo e crederei di commettere una grave imprudenza se domani dovessi lasciare al mio successore, già gravato di fastidi nei primi anni, un debito di parecchie centinaia di lire, in tempi in cui di debiti conviene farne pochi.
        E allora faremo niente? No. C’é chi mi ha fatto osservare che la spesa di oltre un milione per un Battistero pare alquanto esagerata, poiché purtroppo al Battistero che pure é Ia parte più importante della Chiesa dopo l’altare, la nostra gente forse pensa poco. Si può discutere l’idea ma intanto occorre stare ai fatti.
        E allora faremo così: Ho già fatto modificare il progetto riducendolo della metà; se sarà necessario Io modificheremo ancora sostituendo al bassorilievo in marmo un quadro che costerà circa 40-50 mila lire invece di 400; limiteremo il marmo alla parte inferiore deteriorata eliminando Io scalino e modificando l’inferriata.
        Spero ridurre la spesa complessiva a 200-300 mila lire, ma queste bisogna assolutamente che entrino in gran parte prima di iniziare i lavori. Coraggio, cari parrocchiani, il Signore non starà indietro. Una grandine risparmiata, una disgrazia evitata e ci sarà da fare non uno ma dieci battisteri. La Chiesa dispone di discreto fondo, frutto delle vostre offerte annuali e delle economie fatte. Unite il vostro sforzo e avremo diritto alle benedizioni di Dio ed alla riconoscenza dei posteri.

°°°°°O°°°°°

Parliamo di interessi materiali

Attenti al fuoco

        Più d’una volta é corsa sulle bocche dei nostri uomini la domanda: "Se a Novello avvenisse un incendio, chi ci paga i danni"? La risposta non fu ancora trovata e la gente continua a cullarsi nella illusione. Sarebbe logico rispondere: "La società d’assicurazione". Ma c’é questa Società disposta a pagare, mentre nessuno o quasi é a posto coll'abbonamento?
        Ragioniamo con calma, cari uomini. Tutti sanno che il valore delle cose oggi non è più quello d’una volta. Una cosa che una volta valeva ad es. mille lire, oggi, per misera che sia, ne vale centomila. Così tutti gli altri generi. I meno costosi hanno aumentato il prezzo di oltre 50 volte. Resta logico pertanto che se la Società deve pagare i danni di un incendio al valore attuale dovrà pagare 50. 100 volte di più di quanto pagava una volta. Logico quindi che il prezzo dell’abbonamento abbia pure questo aumento poiché la Società i é veduta aumentare le spese (impiegati, Cancelleria, tasse, ecc.) in proporzione. Ora domandiamoci, senza farci delle illusioni dannose: l'abbiamo fatto questo aumento? Paghiamo alla Società 100, o almeno 40-50 volte quanto pagavamo prima? E’ una spesa troppo grave, rispondono molti e ci riduciamo così ad avere tutti gli anni un piccolo incendio senza fuoco. Giusto, ma allora non pretendiamo che la Società d’assicurazione, in caso d”incendio paghi totalmente il danno, mentre noi per primi non abbiamo pagato totalmente (anzi, in misura ridicola) il prezzo dell’assicurazione? e allora?
        Secondo me. ci sono tre strade da scegliere:

        1 - Continuare così a pagare poco o nulla, rassegnandoci in caso di incendio a pigliare poco o nulla. Notiamo però che questa è una grave imprudenza. Un incendio può essere la rovina di una famiglia. Sperare ne|l’aiuto dei buoni? Ma chi non si è interessato delle proprie cose, come può pretendere che s’interessino gli altri?

        2 - Metterci a posto colla Società assicuratrice, denunciando il valore reale odierno delle cose assicurate e pagando quanto importa il calcolo dell’assicurazione. E questo, a quanto risulta, nessuno ancora l’ha fatto.
        Qualcuno ha fatto qualche aumento ma riconoscendo che non è ancora sufficiente. E allora? Tentando di ingannare noi stessi e domani davanti alla perizia che stimerà i danni, avremo una tremenda illusione. Abbiamo pagato molto, secondo noi, e piglieremo poco. Quindi: o perfettamente a posto o niente.

        3 – E c'é una terza strada ed è quella che già prendevano i nostri vecchi quando ancora non c’erano Società d’Assicurazione e gli incendi avvenivano forse più sovente che oggi.
        “Aiutiamoci a vicenda” dicevano i nostri vecchi e buoni cristiani e il povero sinistrato trovava nella carità cosciente dei compaesani l’aiuto necessario. Non potremmo, o cari uomini, fare rivivere tra noi questo spirito di mutuo Aiuto Cristiano? S`intende sempre tra coloro che non vogliono prendere una delle due strade sopraindicate e cioè non vogliono spendere un capitale all’anno come dicono e nello stesso tempo vogliono dormire tranquilli.
        Ma per questo occorre coscienza cristiana davanti a impegni presi e non ciarlatanismo che dice di sì coll’intenzione contraria. Purtroppo oggi c’è gente che non rispetta neppure Ie cambiali! Questi certo non farebbero per il mutuo aiuto cristiano.

Il nuovo Medico

        Il concorso tra i medici condotti ha finalmente provvisto tanti Comuni del definitivo titolare della condotta comunale. A Novello é toccata una grande fortuna nell'acquisto di un valente Medico•Chirurgo nella persona del Dott. Mario Dadone della vicina Carrù , dove da anni esercitava, libero professionista, colla piena soddisfazione i quel popoloso centro. Sappiamo quanto hanno fatto i suoi amici di Carrù per non lasciarlo venire, sappiamo il rimpianto lasciato tra i numerosissimi clienti di là, specie trai poveri.
        Tra noi è venuto preceduto dalla fama di valente medico ed il breve tempo di sua permanenza ha confermato col|’unanime attestazione di quanti hanno avuto bisogno dell’opera sua che detta lama non é usurpata.
        Profondo conoscitore delle malattie anche più gravi, sa unire a questa uno speciale tatto nelle visite, che lascia fiduciosi e soddisfatti i malati e le loro famiglie. Chi scrive può attestarlo per propria esperienza. A lui l’espressione della nostra riconoscenza coll’augurio che le bellezze naturali del nostro suolo unite alla piena corrispondenza ed all’affetto della popolazione lo leghino a noi per modo da non lasciarci più. E ci scusi il bravo Dottore se pecchiamo un po’ d’egoismo.
        Al Dott. Franco che ci lascia e che ha retto per parecchi anni ‘l’interinato del Consorzio, col saluto cordiale l`augurio che trovi nel nuovo posto che la Provvidenza gli assegnerà uguale corrispondenza ed affetto.<(p>

°°°°°O°°°°°

ANNIVERSARI DI GENNAIO E FEBBRAIO

1949 6 - 1 Baudino Giacomo (Moriglione)
11 - 1 Musso Giuseppina in Sangiano (Paese)
15 - 1 Ferrero Giovanni (Paese)
1948 28 - 1 Marenco Giov. Battista (Pezzole)
7 - 2 Rinaldi Tommaso (Moriglione)
1947 29 - 1 Vivalda Manzone Teresa (Panerole)
1946 13 - 1 Abrigo-Strasia Rosa (Paese)
24 - 1 Principiano Stefano (Pianderle)
22- 2 Ferreri Avv. Ferdinando
1945 1 - 1 Borio Giovanni (Fasana)
1944 7 - 1 Sold. Schellino Giuseppe (Russia)
25 - 2 Boggione Giovanni (Panerole)
27 - 2 Tarditi Ernesto (Paese)
23 - 12 Borio Maddalena ved. Pressenda
1943 12 - 1 Costamagna Sebastiano (Paese)
20 - 1 Boggione-Cencio Maria (Moriglione)
23 - 1 Pirra Pietro (Paese)
1943 3 - 2 Viglione Michele (Tomalini)
14 - 2 Saccato Giovanni (Saccati)
1942 7 - 1 Debenedetti Tarditi Francesca (Paese)
13 - 1 Gallo Giovanni (Bricco Neri)
29 - 1 Bosco-Ghigo Delfina (Paese)
11 - 2 Sangiano Ravinale Margherita (Paese)
17 - 2 Tarditi Giuseppe (Bergera)
6 - 2 Pirra Vittorina (Paese)
6 - 2 Abio Michele (Paese)
1941 26 - 1 Spinardi Lorenzo (Moriglione)
1940 9 - 1 Schellino-Tarditi Catterina (Chiarene)
29 - 1 COstamagna-Adriano Margherita (Paese)
3 - 2 Abio Luigi (Torino)

        Ricordiamoli

R. I. P.

torna a Novello
torna all'indice
avanti
indietro