Ottobre 2017 (sonoro)

da LUCE E FORZA di Maggio-Giugno 1950

Avviso ai lettori

        Abbiamo ricevuta qualche offerta in. seguito all’avviso dato nell’ultimo Bollettino, e ringraziamo sentitamente.
       Parecchi non si sono fatti vivi: segno che ii Bollettino non li interessa. Sospendiamo perciò la spedizione e speriamo non abbiano ad offendersi. Per altro avvertiamo che se delle offerte per il Bollettino rimane qualche utile, questo va alle Opera Parrocchiali (Oratorio, Ricovero, Buona Stampa, ecc.).

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       La lettera del Parroco

Ancora di Gesù Cristo

(La dottrina)

       Se ricordate, cari lettori, nell’ultimo numero abbiamo accennato a qualche miracolo di Gesù Cristo. Potremmo continuare a citarne, poiché i miracoli operati da Gesù sono innumerevoli ed il Vangelo, che pur non li riporta tutti, ne è ripieno. Ma ci basti chiudere con questo semplice ragionamento: Trattandosi di miracoli, tanto prova uno come cento e la divinità di Gesù Cristo resta provata anche se invece di migliaia di miracoli, che ha effettivamente operato, ne avesse fatto uno solo.
       Per non dilungarci troppo, poiché nelle istruzioni domenicali siamo molto più avanti, fermiamoci stavolta sulla dottrina di Gesù e vedremo in essa un’altra prova della sua divinità, poiché nessun uomo sarebbe stato capace di portare al mondo una dottrina anche lontanamente simile. Accenneremo semplicemente a tre capisaldi di questa dottrina.

1° Amore di Dio

       L’amore di Dio predicato da Gesù Cristo deve essere inteso sotto due aspetti: l’amore di Dio verso di noi e l’amore nostro verso Dio. Lasciando a parte le religioni pagane in cui non si può parlare di vero amore, e fermandoci unicamente su quella che allora era considerata la vera religione, dobbiamo subito osservare che la religione ebrea più che sull’amore era basata sul timore di Dio.
       Dio vi appariva come un essere inaccessibile che parla a Mosè dal roveto ardente o tra le nubi folgoreggianti del Sinai. Il popolo trema al nome di Geova e solo il Sommo Sacerdote può pronunziare questo nome una volta all’anno nel segreto del Sancta Sanctorum.
       Dio parla al Re Davide ed al popolo per bocca dei Profeti e quando, dopo la consecrazione del tempio, opera di Salomone, Dio fa sentire il suo gradimento e la sua presenza, lo fa fra una fitta cortina di nuvole, mentre il popolo tremebondo adora prono a terra.
       Quanta differenza fra questa e la figura di Dio presentataci da Gesù Cristo! Qui è il Dio dell’amore, è il Padre buono che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e i cattivi, è il dolce vegliardo che accoglie senza rimprovero e colle lacrime di gioia agli occhi il figliuol prodigo, è il buon Pastore che si porta sulle spalle la pecora ribelle e smarrita, è il Padrone della vigna che rimunera colla stessa generosità i lavoratori della prima e dell’ultima ora, è Colui che non dobbiamo chiamare e pregare con altro nome che Padre nostro che sei nei Cieli.
       In tutti i Vangeli si può dire è un continuo sforzo di Gesù per presentare la figura di Dio sotto l’aspetto della più grande misericordia, del più sviscerato amore simile a quello che ha la più tenera delle madri, (segue una frase illeggibile).
       Ed ecco delineato il carattere dell’amore che noi dobbiamo a Dio, amore di figli al Padre, di beneficati al Benefattore, di creature al Creatore, che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.     (continua)

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IN PARROCCHIA

       La festa di S. Giuseppe. L’abbiamo celebrata nella forma più solenne che ci è stato possibile la domenica 19 Marzo. Secondo il consiglio della Commissione Liturgica Diocesana quest’anno la festa di S. Giuseppe avrebbe dovuto assumere il carattere di “Festa speciale del Padre di famiglia” con particolari cerimonie e funzioni speciali. Non tutto il suggerito ci fu possibile tradurre in pratica, però fu predicato il Triduo di preparazione sugli argomenti consigliati. Il Padre deve essere nella propria casa: 1.° Il capo religioso della famiglia; 2.° L’educatore ed il maestro dei figli; 3.° Il saggio amministratore ed economo.
       Speriamo che i nostri bravi uomini ricordino qualcuna di queste esortazioni e le mettano in pratica.
       Superfluo notare che fu numerosa la Comunione generale; solenne la Messa Grande in cui la brava Cantoria maschile eseguì con lode la Messa “Hoc est” del Perosi, grandiosa la Processione. Predicò bene ai Vespri il Rev.do Don Cogno.
       Al Priore uscente Sig. Manzone Giuseppe fu Giusto che svolse molto bene la sua parte e durante l’anno con l’assiduità alle Processioni e Sepolture e nel giorno della festa con un cordiale ricevimento a tutti gli ex Priori, e coll’offerta di L. 1000 alla Chiesa e L. 2000 per la Confraternita, i più sinceri ringraziamenti.
       Assume la carica di Priore il Sig. Marenco Angelo dei Ciochini e fu eletto Sotto Priore il Sig. Alessandria Giovanni fu Giacomo ai quali vanno i nostri cordiali auguri. E tante grazie diciamo pure al Sig. Cappello elettricista che, con gentil pensiero, adornò per l’occasione la bella statua di San Giuseppe con un riuscitissimo apparato elettrico.

A S. Grato

       Siamo finalmente in grado di dare il resoconto definitivo di quanto fu fatto alla Cappella si S. Grato.
       Riportiamo anzitutto ciò che abbiamo scritto sul Registro della Cappella a perpetuo ricordo e ad esempio per le future lontane generazioni:«Ciò che era progetto nel resoconto del 1948 oggi, si può dire, è un fatto compiuto. I restauri della Cappella sono quasi ultimati. La Cappella risulta quasi raddoppiata.
       II corpo della Chiesa oggi si estende a tutto |`antico porticato. Furono rinforzati i muri laterali, fatta per intero la facciata, rifatto dalle fondamenta il muro est, la volta, parte del tetto, e provvisto per un nuovo sostegno al campanile che ora viene a trovarsi a metà della parete ovest. Non meraviglia perciò se la spesa sorpassò le 190 mila lire, in tempi di costi favolosi, come viene specificato nel resoconto visibile a tutti.
       Ciò che meraviglia è il fatto che dette spese non solo furono coperte nell’anno, ma rimane ancora un discreto avanzo per i lavori ancora da compiere: una decorosa decorazione dell’interno, la sistemazione dell’altare e col tempo un altro porticato davanti alla facciata. Tutto ciò va a lode dei bravi borghigiani che meriterebbero tutti, nessuno escluso, la citazione ad onore. Vada per tutti una lode alla solerte Commissione, ai Massari, al Tesoriere e in modo speciale al Signor Marenco Angelo, direttore e assistente assiduo dei lavori ed al Sig. Borletti di Torino e Famiglia, instancabile nel procurare offerte ed entrate per la Cappella. Non dimentichiamo nei ringraziamenti i bravi giovanotti e le ottime ragazze che attivamente cooperano alla riuscita della non facile impresa». Su tutti le benedizioni del Signore per l’intercessione di S. Grato. All’elenco delle offerte già pubblicato aggiungiamo con riconoscenza: Peperone Mario da Monforte L. 2000 e una magnifica copritovaglia per l’altare dono della famiglia del Massaro Marenco Modesto.
       E ora il resoconto 1949 come risulta dal Registro: Entrata L. 213.284; Uscita L. 190.260. Rimane qualche piccola nota da saldare.

A Panerole

       Anche a Panerole si lavora per le loro Cappella. Senza ripetere ciò che già abbiamo pubblicato circa i restauri alla Cappella e campanile che causarono una spesa di circa 90 mila lire, basti dire che il conto 1949 si chiude con un attivo di circa 9000 lire. Ultimamente a cura delle Massare Vietto Carolina e Vietto Catterina la Cappella fu provvista di una bellissima pisside e di una pianeta verde, che mancava, del valore complessivo di L. 8000. Certo che qualcosa rimane a fare come il pavimento e la sistemazione di un altare più decoroso. Ma siamo sicuri che poco alla volta a tutto si provvederà poiché è noto l’interessamento che a Novello hanno i Borghigiani per le loro Cappelle. E ciò torna a loro onore. Alle offerte si aggiunge quella di L. 500 di Manzone Giuseppe fu Giusto.

A Moriglione

       Ciò che abbiamo detto per S. Grato vorremmo poterlo dire per Moriglione. Oh come saremmo felici e come ringrazieremmo il Signore quel giorno in cui potessimo dire:«Anche quei di Moriglione sono provvisti definitivamente del servizio spirituale di cui hanno tanto bisogno! Anche loro hanno finalmente più che la Cappella, il loro Sacerdote, il loro Parroco che pensa e vive per loro». Sarebbe l’inizio della fortuna delle due Borgate.
       Ma purtroppo a Moriglione le cose non vanno troppo bene e di questo stato di cose qualcuno, incoscientemente, ne tiene responsabile anche un po’ il Parroco. Me ne sono accorto e l’ho letto nella vostra freddezza, cari parrocchiani di Moriglione, in occasione della visita fattavi costà in unione al Sindaco e l Segretario. Eppure, cari uomini, se noi siamo venuti da voi nessun motivo personale ci ha spinti, ma solo il desiderio di darvi un buon consiglio riguardo ad un passo che state per fare e che certo non vi porterà fortuna. E credetelo pure, l’essere stati fraintesi in quella occasione e sospettati come cattivi consiglieri, a tutti, ma specialmente al Parroco ha fatto grande dispiacere. Ma di questo vi ho largamente perdonati, mentre ci tengo a ripetervi che se v’ho dato un consiglio l’ho fatto per vostro interesse, conscio come sono che il passo che avete fatto vi trascinerà e con voi tutta la Borgata in un mondo di guai che oggi non potete prevedere.
       Anzitutto ne andrà di mezzo la vostra futura Parrocchia che non potrà mai più essere realizzata. E come potete pensare alla possibilità di una Parrocchia che dovrebbe unire in un solo servizio le due Borgate, se queste saranno divise non solo come comune e Parrocchia ma anche come Diocesi? Chi, in questo caso potrà occuparsi di voi?
       Dipendere poi da un comune per il civile e dall’altro per il religioso è tale inconveniente di cui oggi non si possono valutare le conseguenze. Per più che cinquant’anni, finché ci sarà un vivo nato nell’altro Comune, sarete obbligati a fare doppia strada. Non entro poi nella faccenda delle tasse, ma mi pare essere più prudente dipendere da un Comune ove tutto è fatto, che da un altro ove tutto è da fare. E finisco dicendovi che, pur non avendo intenzione di entrare nella vostra questione, che mi pare più frutto di puntiglio che d’altro o meglio conseguenza di sobillazione col miraggio di speranze e promesse che si avvereranno mai, mi sento obbligato per il vostro bene spirituale presente e futuro di ripetervi il mio consiglio: Pensate a quello che fate.
       Prima di fare un passo dal quale forse sarà impossibile tornare indietro anche se pieni di pentimento, vagliate tutte le circostanze e le conseguenze: comodità, spese, malumori, divisioni, ecc. ecc., ma soprattutto tenete presente e domandatevi se la soluzione del problema come alcuno lo vuole porterà del bene spirituale a voi e ai vostri figli o se piuttosto metterà questi nella dura situazione di dover dire condannandovi: Che han fatto i nostri padri? Essi hanno sbagliato e noi ne portiamo la pena. Attenti adunque alle responsabilità. Siete ancora in tempo a rimediare.
       Col prossimo autunno, se nulla avverrà in contrario, spero potervi procurare il vostro Cappellano-Maestro che si incaricherà fra l’altro di preparare l’ambiente alla futura Parrocchia. E voi sapete che una volta stabilita la Parrocchia non sarete più voi a pagare tutti gli anni come fate oggi se volete la Messa festiva. Ma se le Borgate interessate a questo problema, invece di avvicinarsi, si allontanano sempre di più, come si può pensare alla Parrocchia? Moriglione continuerà ad essere il povero Moriglione di oggi, senza speranza di comodità e di progressi. Pensateci. Vi saluta cordialmente il vostro Parroco.

La Confraternita

       Abbiamo coi Priori e Tesoriere della Compagnia degli Uomini tirato il conto della Confraternita. Le cose si fanno serie ed impressionanti. La Confraternita, come abbiamo pubblicato nell'ultimo Bollettino, non ha entrate eccetto quel po' che viene dalle sepolture. Eppure se non vogliamo vederla rovinare dobbiamo sostenere spese non indifferenti.
       Qualche cosa l’abbiamo già fatta poiché si trattava di riparazioni urgenti ma molto rimane a fare. Abbiamo demolito le volte che premevano sui muri pericolanti e le sottostanti stanze sono tuttora ingombre di macerie.
       Non ostante il poco che s'è fatto, la spesa è già assai grave e la Confraternita si trova oggi ad avere un deficit di circa 40 mila lire. Ripetiamo l’appello agli uomini di buona volontà eSe tutti qli ex Priori facessero |’offerta di lire duemila, ci sarebbe da pagare i debiti e fare qualche altro lavoro urgente». E si disse disposto da primo. Sicuri che i nostri uomini non staranno indietro nella lodevole proposta, noi ringraziamo fin d’ora. E’ così poco ai nostri giorni una tale offerta! Chi non la potrà fare a onore suo ed a gloria di S. Giovanni B. titolare della nostra Confraternita?
       Ed ecco per ora le prime offerte: Priore Manzone Giuseppe fu Giusto L. 2000; Pirra Pietro 1000; N. N: 1000; Roggia Giuseppe (Ermigl.) 1000.

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V a r i e

Gli Uomini dei 50 anni

       hanno ricordato nello scorso Carnevale il loro mezzo secolo di vita. Dopo aver sentita la Messa in cui il Parroco ricordò loro la fortuna di essere nati in un Anno Santo e di celebrare in un altro Anno Santo la loru festa cinquantenaria, si sono radunati a lieto simposio a||’A|bergo Manzone, sempre famoso per i suoi pranzi succulenti conditi da vini generosi e schietti.
       Con |oro vollero il Parroco, il sindaco, il Medico ed il Segretario che brindarono alla loro salute ed augurarono, se non un altro Anno Santo, almeno il settantacinquesimo. Coll’ovazione i bravi uomini fecero alle Opere Parrocchiali l’offerta di L. 1000. Grazie sentite e lode per il loro comportamento.

Ai Coscritti

       Cari coscritti, avevo sperato e desiderato che quest’anno fosse proprio quello in cui il Parroco avrebbe potuto dirvi in tutta l’estensione del termine: Bravi i miei coscritti! Vi siete finalmente diportati da veri cristiani e da veri soldati italiani!
       Avete dato buon esempio e vi siete imposti all’ammirazione della popolazione ed all’esempio delle leve future. Purtroppo questo non lo posso ancor dire per tutti. Dico: Tutti perché vi siete divisi in due squadre e mentre tutti siete da lodare per la partecipazione in massa alla Messa solenne di Pasqua, ciò che ha fatto ottima impressione, non tutti vi siete trovati d’accordo sul modo di festeggiare il vostro ventennio che è pure la vostra entrata alla vita sociale. Alcuni hanno preso il nostro consiglio, già dato gli anni scorsi e li abbiamo visti radunati in un colle Autorità ad un festevole pranzo all’Albergo Manzone dicendo col fatto il loro proposito di farla finita colla non lodevole abitudine di gravare le famiglie con un pranzo per coscritto seguito da disgustosi inconvenienti, quali profanazione della festa, balli clandestini, semiubriacature, bestemmie, parolacce, ecc.
       Altri invece non vi hanno partecipato preferendo... che cosa? i metodi di una volta?
       Speriamo di no, ma intanto non possiamo lodare questa scissione che non è edificante.
       Sappiamo che in parecchie Parrocchie i coscritti hanno stabilito di impiegare quanto altri spendono in bagordi e disordini in un viaggio a Roma in occasione dell’Anno Santo, e che in altri luoghi all’allegria dei coscritti si sono uniti anche i padri invitati dai figli a partecipare al pranzo sociale. Bella iniziativa che raccomandiamo alle leve venture.

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GIORNALI E GIORNALI…

       Tra i compiti dei sacerdoti ed in modo particolare del Parroco c’è quello di sorvegliare a fare il possibile perché in Parrocchia non entrino giornali cattivi e siano letti invece giornali buoni. E’ risaputo infatti che l’uomo è ciò che legge. A poco a poco, quasi senza accorgersi, dal suo giornale assorbe le idee le convinzioni e nella vita pratica si comporta a seconda di esse. Se il giornale è liberale sarà liberale la persona che lo legge; se il giornale è cattolico sarà cattolico il lettore; se il giornale è comunista avrà idee e convinzioni comuniste chi lo legge. Il diavolo sa il suo mestiere. E chi li vende? Non c’è ragione di interesse che tenga. Chi vende giornali cattivi o comunque contrari alla nostra religione fa male, come compie un’opera buona chi propaganda la stampa buona. Di qui il dovere del Parroco. Purtroppo si sa da tutti che anche persone che vogliono essere cattoliche al cento per cento e forse persone scritte a’’A. C. non si fanno scrupolo di fare il triste mestiere di diffondere stampa cattiva o almeno non cattolica. Allora il male cresce poiché il male fatto da una persona che vuol essere buona assume più facilmente la malizia dello scandalo e le persone ingenue credono più facilmente che i giornali venduti da queste persone siano buoni. E di questi giornali non consigliabili ad una persona cristiana ce ne sono in tutte le Parrocchie.

       Facciamo un po’ di classifica:

       GIORNALI LIBERALI. Popolo e Stampa. Si sa che il liberalismo è stato definito «il compendio di tutte le eresie» fautore della Scuola laica, per lo più contrario o almeno inesatto quando parla di religione. Di qui tante idee errate in persone anche buone che leggono giornali liberali.

       GIORNALI E PERIODICI CATTIVI. L’Unità comunista, l’Avanti socialista e tutti i giornali di simili idee. Si sa, il Comunismo ed il Socialismo in Italia sono nemici acerrimi della religione, della Chiesa e del Papa. Non per nulla certe scomuniche a scrittori e propagandisti.

       DA SCONSIGLIARSI perché dannosi e non sempre puliti certi periodici che corrono per lo più tra la gioventù, come “Piccolo Bar”, “Grand’Hotel”, “Monella”, ecc.
       Anche “Oggi” è un periodico non cattolico.

Consigliamo come letture sane e non pericolose

       «Il Popolo Nuovo»,«Il Nostro Tempo»,«La Gazzetta D’Alba». Tra i periodici «Orizzonti», «Alba»,«Gioia»,«La Famiglia Cristiana»,«Primavera»,« L’Osservatore Romano della Domenica» che costa meno di tutti.
       In linea generale un cristiano che voglia essere degno di questo nome e a posto con la propria coscienza in fatto di letture sia di giornali che di libri dovrebbe adottare questo principio:«Non leggere senza prima aver assunte serie informazioni sulla natura del libro o del giornale». Non si beve qualunque liquido senza sapere cos’è. Può essere veleno. E dei libri e giornali velenosi ce ne sono tanti.
       E resta così bene spiegato come sia stretto dovere del Parroco fare lotta al giornale cattivo e propagandare il giornale buono. E ciò anche a costo di andare incontro a critiche di persone interessate che vorrebbero conciliare la qualifica di cristiane con la propaganda del male.
       Un giornale cattivo può distruggere in un sol colpo tutto il bene che può venire in cento prediche. Per ultimo il Parroco ci tiene a dichiarare che non ha il minimo interesse pecuniario nella sua propaganda. Lascia ai rivenditori tutto l’utile e sovente ci rimette le spese di posta: ciò che fanno tutti.
       Il suo è dovere ed anche un sacrosanto diritto che entra nella missione del sacerdote che vuole e deve applicarsi a tutti i mezzi leciti per fare il bene.

La partenza del Missionario
D. Evaristo Passone

       Come vola il tempo! Pareva Iontano il marzo 1950 nello scorso Natale quando Novello giubilante salutava il suo Missionario salesiano D. Evaristo Passone, che dopo 20 anni dalla Iontana America tornava al paese natìo per un meritato riposo. Invece tutto è già passato e D. Evaristo è già partito per la sua terra di missione: Punta Arenas.
       Novello ha voluto ancora una volta dimostrargli il suo affetto e la sua ammirazione e Domenica 20 febbraio, l’ultima della sua permanenza fra noi, ebbero luogo in suo onore altre solenni funzioni con Messa parata con musica perosiana egregiamente eseguita dalla brava Cantoria maschile e discorso di circostanza del nostro ex Viceparroco Padre Francesco Grosso Missionario della Consolata. Seguì il Vespro una riuscita Accademia di addio che vide le lacrime non del solo partente. Le offerte furono generose ed il Parroco poté consegnare al Missionario la bella somma di lire 6000, oltre svariati regali fatti da parenti ed amici.
       Al caro D. Evaristo, che speriamo avrà ormai, dopo tanti giorni di navigazione, raggiunta la sua lontana Punta Arenas, ove è destinato a coadiuvare il Vescovo in quella Cattedrale, i rinnovati cordialissimi saluti coll’augurio di fecondo lavoro tra quelle lontane popolazioni così diverse da noi, ma anche di un ritorno al suo Novello dopo la seconda assenza che, speriamo, non sarà più di vent’anni.

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La Benedizione Pasquale delle case

       La porteremo nei giorni sottoindicati e nell’ordine seguente:
       Lunedì 1 maggio. Ore 8,30: Paese: parte verso Castello con Muretto e Fracchia. Ore 15: Altra parte con Le Strette, S. Giuseppe, Arbi.
       Martedì 2 maggio: Ore 15: Podio, Belmonda, Sardo, Tarditi Sott., Chiarene, Tomalini, Bori, Piano, Mantileri, Rostagni.
       Mercoledì 3 maggio: Ore 15: Pallone, Veneria, Chiabotto, Merli, Pratorot., Panerole, Ravera, Selvatico, Ebreo, Casc. Nuova.
       Giovedì 4 maggio: Ore 15: Isole, S. Rocco, Serra, S. Grato, Pilone, Ghercina, Pezzole, Ciochini, Loschetto, Zora, Palaretta.
       Venerdì 5 maggio: Ore 15: Bricco Neri, Pianderle, Tarditi Sopr., Saccati, Rapalino, Mascarelli, Bergera, Corini, Gavetta, Crocetta.
       Lunedì 8 maggio: Ore 15: Mosca, Pasinotti, Moriglione.
       Martedì 9 maggio: Ore 15: Colera, B. Croce, Baricalino, Ermiglione, Linetti, Fasana, Bivio, Cabianca.

ANNIVERSARI DI MAGGIO – GIUGNO

       Maggio
       21 – 1949 Tarditi Schellino Metilde
       21 – 1948 Popolo-Marengo Secondina
        8 – 1948 Stra Domenico
       18 – 1946 Cagnasso Debenedetti Maria
       29 – 1946 Pavia Michele
       19 – 1946 Negro-Genesio Teresa
       20 – 1945 Tarditi Cogno Felicita
       10 – 1945 Giachello Lodovico
       09 – 1945 Davico Giuseppe
       26 – 1944 Rinaldi Felice
       25 – 1944 Tarditi Dott. Mario
       22 – 1944 Gervasone-Stella Lucia
       27 – 1943 Manzone Giovanni B.
       24 – 1942 Vietto-Manzone Maria
       05 – 1941 Capor. Tarditi Stefano
       03 – 1941 Ferrero Abbo Emilia
       22 – 1940 Taricco-Rosso Maria
       30 – 1939 Vaira-Pirra Clara Margh.

       Giugno
       05 – 1945 Mantilleri-Vietti Cristiana
       15 – 1940 Tarditi-Foglio Margherita
       30 – 1942 Grisotto Luigi

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