Novembre 2017 (sonoro)

da LUCE E FORZA di Luglio-Agosto 1950

Avviso

        Riceviamo qualche lagnanza, specie da lettori fuori Parrocchia, che non ricevono il Bollettino. Mentre ci fanno piacere queste osservazioni perché ci dicono l'interessamento per il nostro modesto foglio, ci teniamo ad assicurare che il Bollettino viene distribuito (almeno questa è la nostra intenzione) a tutte le famiglie della Parrocchia senza distinzione e viene spedito per posta a quanti hanno fatto anche la minima offerta per l'anno 1949-50 ed anche a quelli che l'hanno fatta maggiore per l'anno 1947-48. Siamo tuttavia riconoscenti se siamo avvisati delle eventuali deficenze a cui cercheremo di porre rimedio.

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La lettera del Parroco

Ancora «Gesù Cristo»

        Abbiamo impiegato tutto il mese di Maria per rispondere alla domanda: Chi è la Madonna? e non vredo aver esaurito l'argomento. Più che giusto che impieghiamo parecchi numeri del Bollettino per rispondere alla meglio alla domanda: Chi è Gesù Cristo? Stavamo, ricordate?, parlando della sua dottrine, immensamente superiore a tutte le dottrine dei filosofi, dei moralisti, degli umanitari di tutti i luoghi e di tutti i tempi, perché dottrina divina. Abbiamo accennato di sfuggita al primo carattere di questa dottrina: l'amore di Dio verso di noi; parlamo ora brevemente del secondo carattere di questa dottrina.

2° Amore nostro verso Dio

        Potrei, cari lettori, rimandarvi per questo argomento ai numerosissimi trattati scritti dai Padri della Chiesa, dai Santi e da infiniti scrittori ascetici. Ma dolorosamente questi libri non corrono nelle mani del popolo. Né i trattati di alta mistica, né le facili volgarizzazioni alla portata di ogni intelletto sono familiari alla nostra gente che purtroppo si diletta d'altre letture vuote, scipite e molte volte dannose.
        Diciamone poche cose, poiché non sempre abbiamo occasione di tornare su questa materia, e perché francamente mi sento impari a tanto soggetto.

        L'amore nostro verso Dio: anche qui dobbiamo fare la dovuta distinzione fra la nostra Religione, l'unica vera e le varie religioni false. Parlare di amore verso Dio per tutte le pseudo-religioni è parlare un linguaggio incomprensibile. I pagani non li amavano i loro dei, anzi li disprezzavano poiché non li credevano tali e se ne servivano di preteto per giustificare i loro vizi. Il fatto stesso che ogni iniquità aveva il suo dio o dea protettrice ci dice chiaro quali fossero i sentimenti dei popoli verso di loro. Ci vuol poco infatti a capire che un dio ladro, sanguinario, vendicativo, una dea sgualdrina, gelosa, ecc. non possono esistere, poiché basta un difetto solo a distruggere l'essenza di Dio.
        Anche nella religione ebrea non troviamo il vero amore verso Dio. Se togliamo i grandi Patriarchi, i Profeti e pochi altri che sentivano la presenza di Jeova, il popolo non aveva nulla di quello che si può chiamare il vero amore. Quanta differenza invece dal concetto del vero amore verso Dio datoci da Gesù Cristo nel Vangelo! L'Apostolo S. Giovanni che ne è il vero e più sentito predicatore ha in certe pagine espressioni che rasentano il paradosso e che difficilmente si comprendono da un'anima di vita religiosa ordinaria. L'amore di Dio quale ce lo predica il Vangelo deve essere:

        1° - Non fatto di sole parole, ma materiato di opere. "Non chi dice «Signore, Signore» entrerà nel regno dei Cieli, ma chi avrà fatto la volontà del Padre mio". "Se mi amate, ossertate i miei comandamenti". Sono parole di Gesù Cristo.
        Ciò non vuol dire che le parole, cioé la preghiera, sia inutile. Gesù ha anche detto: Pregate, pregate sempre, senza interruzione, volendoci far capire che, se vogliamo, ogni nostra azione anche indifferente può diventare un atto di amore di Dio, secondo l'espressione di S. Gregorio: «La prova dell'amore è il compimento dell'opera buona».

        2° - Deve essere un amore filiale, quale cioé è il vero amore di un figlio verso il padre e la madre: amore generoso, disinteressato, confidente quale è quello di un bambino che cento, mille volte al giorno, in ogni circostanza chiama la mamma. Per questo Gesù C. ci ha insegnato a chiamare Dio non Jeova, non Altissimo, non Signore, ma Padre: «Padre nostro che sei nei Cieli», e Lui s’é gloriato di chiamarsi nostro fratello. E chi comprende quanto contenga di affetto, di fiducia, di abbandono, di speranza, di amore questa parola «Padre» non ha bisogno di altre spiegazioni.

        3° - Amore disposto a sacrifici per compensare per quanto è possibile il cumulo di beni che quotidianamente riceviamo da Dio. E qui ricordiamo i martiri di tutti i secoli, i martiri di oggi, i coraggiosi cattolici della Russia, della Romania, della Cecoslovacchia, della Jugoslavia, della Polonia, ecc., le vittime del comunismo che soffrono sequestri, deportazioni, sevizie, lavori forzati ed anche la morte per non venir meno alla loro religione, cioé per amore di Dio. Basti per tutti accennare al Card. Mindszenty ed a Mons. Stepinac Vescovo di Zagabria che ai giudici comunisti che lo condannarono ai lavori forzati rispose: «Voi affermate che Gesù non è mai esistito? Ebbene, sappiate che noi siamo pronti a morire per Lui». E morire per Gesù C. che è morto per noi, crediamolo, cari cristiani, è una gran fortuna.

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IN PARROCCHIA

Una bella iniziativa

        L`ultima Lega di Perseveranza, se non riuscì troppo numerosa, ci portò in compenso una bella e cara realizzazione che, speriamo, darà i suoi frutti proprio ad incremento della Lega.
        Per opera del Rev.do P. Usai che tutti i mesi è tra noi il primo Giovedì del mese, le Donne presenti alla loro conferenza hanno accettato in buon numero di essere collaboratrici delle Leghe di Perseveranza. Si tratta, spiegò loro il Rev. Direttore, di impegnarsi, nel limite del possibile, a che gli uomini, i giovani frequentino le funzioni della Lega. La Pia Unione sta consolidandosi e prenderà forma più concreta nelle prossime adunanze e noi non possiamo che congratularci colle brave apostole formulando l'augurio ed unendo le nostre povere preghiere per il suo incremento e copiosi frutti di bene.

La festa del Carmine

        Quest'anno abbiamo la fortuna di celebrare la Festa del Carmine proprio nel giorno in cui cade: il 16 Luglio. E' superfluo dire che faremo il possibile perché riesca solenne e devota come sempre. Ne sono Priori degnissimi i Coniugi Rag. Francesco Sarzotti e Tarditi Clelia, abitanti a Torino ma affezionatissimi a Novello. A loro l'augurio che la Madonna del Carmine, di cui quest'anno sono i Cavalieri e gli Araldi, sia larga di favori spirituali e temporali per loro, per la loro Famiglia, per i loro interessi e per quanto forma oggetto dei loro cristiani desideri.

La prima Messa di D. Roggia

        Seguirà la Festa del Carmine ed avrà luogo la Domenica 23 Luglio. Al caro neo Sacerdote salesiano faranno degna corona i tre fratelli pure salesiani, D. Fiorenzo, D. Davide ed il coadiutore Emilio, parenti e amici e per la Famiglia Roggia di Ermiglione e specialmente per il vecchio padre sarà una di quelle giornate che non si dimenticano così presto. Naturalmente anche allora faremo il possibile perché la bella festa riesca solenne, tale da imprimere nella mente e nel cuore del neo Sacerdote il ricordo di tal giorno unito a quello del paese natìo che fin d'ora gli anticipa con noi i più sentiti e cordiali auguri.
        Sarà oratore della giornata il Rev. P. Balocco, parente dei Roggia e veterano missionario dell'India. Anche a lui il nostro benvenuto.

S. Anna e la Crocetta

        Sono le due feste che quasi coincidono tutti gli anni. Speriamo farle precedere da un triduo di predicazione di bravo predicatore nei giorni 27-28-29 Luglio per le Donne, 30-31 3 1 Agosto per la Porziuncola. Superfluo raccomandarle poiché sappiamo con quanta divozione sono ambedue celebrate da anni.

La Prima Comunione

        Quest'anno eran pochini i nostri bimbi della Prima Comunione: appena 10. Le cause? Parecchie. Sono i frutti della guerra, dei terribi anni 1943-44 che ci auguriamo non abbiano a tornare mai più. Se dovessimo continuare così, tra pochi anni Novello scenderebbe al livello di una povera e miserabile Borgata, poiché è sempre vero che la forza sta nel numero e quando questo numero è di gente cristiana e civile il progresso, il benessere, l'ascesa continua verso tempi migliori non possono mancare.
        Altra causa va cercata in qualche sconfinamento. C'è sempre chi trova più comodo inviare i propri bimbi della Prima Comunione o della Cresima a Parrocchie Viciniori, e ci sono sempre Parroci troppo buoni che con facilità li accettano, senza neppure informare il Parroco legittimo. E ciò non sta bene.
        Tornando alla nostra Prima Comunione, che ebbe luogo, come al solito, il Giovedì dell'Ascensione (giorno in cui celebravamo pure la chiusura del Mese della Madonna e la Festa di Maria Ausiliatrice che abbiamo portata in solenne processione) abbiamo visto con piacere come l'esempio che da tanti anni con vero spirito di gioioso sacrificio della Egregia Maestra Borio nel provvedere i neo-comunicati di una gustosa e abbondante colazione, sia stato finalmente imitato.
        La Famiglia Musso, anche in onore del suo piccolo Agostino neo-comunicando, ha voluto quest'anno sostituire la buona Maestra provvedendo alla piccola comitiva caffè-latte, cioccolato, dolci, del che noi la ringraziamo sentitamente. Ci auguriamo che la bella iniziativa trovi imitatori. Noi passiamo, ma le opere debbono restare e sarà sempre una bella consolazione per chi ha loro dato vita il pensare che esse, come nostre creature, continuano a decoro delle feste ed a bene delle anime.
        I piccoli neo-comunicati, come al solito, terminarono la loro festa colla rinnovazione dei voti battesimali e colla consecrazione alla Madonna che li accolse nella compagnia del Carmine.

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Piccola posta

        Rev.di P. Marenco Giorgio (Sacramento - California) e P. Evaristo Passone (Punta Arenas). Grazie vostre gradite cartoline e buone notizie.
        Vi pensiamo sempre, preghiamo per voi e vi seguiamo nelle vostre belle opere. Mandateci sovente vostre nuove. Cordiali saluti.
        Rev. P. Grosso (Rosignano M.). Commossi tua generosa offerta ti ringraziamo dal profondo del cuore. Non potresti dedicare qualche giorno delle prossime vacanze a Novello? Scriverò. Saluti affettuosi.
        D. Stringa (Garbagna). Complimenti per la tua inesauribile attività. Visto che a me è ormai proibito venirecostassù, non potresti regalarci una tua visita? Sta sano. Saluti.

La Confraternita

        Non è più una notizia nuova l'annunzio che la Confraternita si trova in cattive acque. Il tempo, terribile demolitore di ogni cosa materiale, ha ormai intaccato e tetto e muri e decorazioni. Era nostro dovere, tra l'alternativa di lasciarla rovinare del tutto o affrontare la spesa dei restauri, non tentennare e mirare alla conservazione del prezioso edificio, vera opera d'arte che può fare invidia a tante parrocchie. E abbiamo incominciato. Per ora è riparato il tetto, saldati solidamente al centro i muri pericolanti delle stanze laterali, abbattute le volte che premevano sui medesimi e... basta per ora, poiché la zuppa comincia a diventare discreta.
        Ecco una prima lista delle spese come risulta dal conto 1949:
- Al fabbro Pirra Benedetto (per ferro, zinco, grondaie, ecc.) L. 13.976
- A Ditta Devalle (Dogliani) per materiale L. 16.800
- A Ditta Anselma (per legname) L. 10.154
- Spese varie L. 1.700
- Al muratore Popolo L. 40.400
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Totale spese a tutt'oggi L. 83.030
ATTIVO
        
- Rimanenza attiva anno 1948 L. 12.035
- Per intervento della Compagnia a sepoltura (1949) L. 870
- Off. P. P. (O. C.) L. 1.000
- " Pirra Pietro L. 1.000
- " Viglione Bonifacio ex Priore L. 1.000
- " Tarditi Francesco ex Priore L. 1.000
- " Roggia Giuseppe ex Priore L. 1.000
- " Manzone Giuseppe Priore L. 2.000
- " Marenco Angelo V. Priore L. 1.000
- Per vendita anticaglie fuori uso L. 2.100
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Totale attivo L. 23.005

        Riepologo:        
                 Passivo L. 83.030
                 Attivo L. 23.005
                
                Rimanenza passiva L. 60.020

        Pagheremo questo debito per ora saldato dalla Chiesa Parrocchiale? Confidiamo che sì.
        Gli ex Priori della Compagnia tuttora viventi (a cominciare dal 1904) sono ancora 33. Se fosse accolta da tutti la proposta fatta da parecchi di loro e già attuata in tutto o in parte da qualcuno di fare l'offerta di L. 2.000 il debito sarebbe coperto e con altre offerte che verrebbero certamente da altri Confratelli (poiché quasi tutti gli uomini di Novello sono iscritti nella Compagnia) si potrebbe pensare a continuare i lavori più urgenti. Se no, come fare? Mettere in vendita l'unico oggetto di qualche valore che sarebbe l'organo della Confraternita? Speriamo non dover prendere questa decisione.

Il bicentenario della Parrocchia!

        Mah! forse avrò preso un abbaglio! Non me lo sono certo sognato e non so dove abbia presa la notizia che la nostra Chiesa ebbe inizio nel 1720 w fu terminata nel 1750. Ora trovo nella Monografia di Novello, opera dell'Arciprete Mons. Majolo, che invece la nuova Parrocchia ebbe inizio nel 1761 e fu aperta al culto il 1° Novembre 1783. Non entro in discussione in merito e senz'altro lasciamo a chi vivrà in tale anno l'onore e l'onere del Bicentenario.

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Ai parrocchiani di Moriglione

        Purtroppo, cari borghigiani di Moriglione, la notizia che devo darvi non è confortante e mi è doloroso darvela come mi riuscì doloroso riceverla. Il Cappellano-Maestro, che tante speranze aveva dato di venire a stabilirsi tra voi mi scrive, pochi giorni fa, di essersi sistemato nella Borgata ove si trova e perciò di rinunziare a Moriglione dicendo che preferisce «il certo per l'incerto».
        Rispettiamo la sua decisione passando sopra al motivo. A Moriglione nulla avrebbe trovato di incerto poiché ci eravamo dichiarati disposti a dare quanto avrebbe domandato ed abbiamo offerto oltre i suoi desideri. A Moriglione avrebbe trovata una popolazione tutta sua, affezionata, rispettosa e disposta a seguirne le iniziative di bene, il che non avviene dappertutto, specie ai nostri giorni. Pazienza! Auguri di buona permanenza e di fruttuoso ministero!
        Quanto a voi, cari Moriglionesi, vi scongiuro di non perdervi di coraggio e di fiducia. La Provvidenza ci sarà anche per voi e forse più presto di quanto pensiamo. Intanto, anche per supplire un po' alla mancanza di servizio religioso che noi da Novello non siamo in grado di fornirvi, vi faccio una proposta che spero vogliate accettare. Una volta al mese andiamo già a fare la LEGA DI PERSEVERANZA a Bergera e a Panerole. Sareste contenti e disposti ad approfittarne se venissimo anche alla vostra Cappella? Si tratterebbe di recarsi costì alla sera di un determinato giorno da fissarsi, fare una conferenza, prima alle Donne e le Figlie, più tardi per gli uomini e per i giovani, confessare chi desidera, fermarsi costì fino al domani, celebrare la Messa con Comunione generale lasciandovi con una buona parola ed un arrivederci al mese venturo. Va bene?
        E' vero che per voi di Moriglione c'è una difficoltà che non esiste nelle altre Borgate: ed è il problema del ritorno del sacerdote in Parrocchia, per il quale non sempre possiamo servirci della corriera, specialmente se si tratta del Parroco che, come sapete, la lunga malattia l'ha reso impossibilitato a fare lunghi tratti di strada a piedi. Ma colla buona volontà risolveremo anche questo problema.
        Attendo una vostra risposta in merito, mentre continuo ad occuparmi per trovare un Cappellano, almeno per le feste. Vi ripeto però, cari Moriglionesi, che il vostro problema religioso, che è il più importante, non sarà mai risolto definitivamente, finché non vi sarete formata la vostra Parrocchia. Né Novello, né Lequio, né Monchiero, né Narzole saranno mai in grado di potervi servire e dovunque vi appoggiate, sarete sempre nelle condizioni di oggi: senza Messa e senza assistenza religiosa. Occorre, ripeto, una Parrocchietta che unisca le due borgate e che sarà l'inizio della vostra fortuna spirituale e materiale. Dopo la Parrocchia verrà il Camposanto, l'Asilo e tutte quelle opere di bene che noi vediamo sorgere poco alla volta in tutte le Parrocchie nuove. Che il Signore vi conceda questa grazia! E voi rendetevi degni di meritarla.

A Santa. Lucia

        Noi di Novello facilmente dimentichiamo e non teniamo in debito conto quanto i forestieri ci invidiano e stimano più di noi. Difficilmente capita che una persona nostra venga a denunziare una grazia ricevuta da S. Lucia, a fare la sua offerta e ordinare una Messa di ringraziamento alla Cappella. Ciò invevce avviene per parte di forestieri che si sono raccomandati alla nostra Santa ed hanno ricevuto la grazia attesa. Citiamo un fatto recente: il Sig. Destefanis Giovanni f. Giuseppe da Castiglione Falletto (Casc. Pilone) il giorno 28 Aprile u. s., nonostante i suoi non pochi anni, è venuto a Novello, si è portato alla Cappella ed ha ordinato una Messa di ringraziamento a S. Lucia per aver ottenuta per intercessione della santa alla quale s'era raccomandato la guarigione d'una grave malattia d'occhio, ribelle ad ogni cuta, che lo tormentava da tempo.

Il Ricovero

        C'è un proverbio che dice: «La lingua batte clove il dente duole». E se devo dirvi la verità se c‘è un dente che mi dolga e proprio questo: il pensiero del Ricovero. Se sapeste quanti fastidi recano al Parroco le miserie che vanno crescendo di anno in anno, specie per l`inverno e quanto il Parroco soffre per non poterle alleviare come desidera! C’è un ammalato, un povero abbandonato che ha bisogno di assistenza? Non manca chi suggerisce: «Andate dal Parroco, egli vi fa ritirare», come se il Parroco avesse le chiavi dei Ricoveri e potesse aprirli a suo piacimento. lnvece la verità dolorosa é che oggi é un miracolo se riusciamo ancora a trovare posto in città per i nostri paveri. Necessita quindi che pensiamo a provvedere da noi. Un locale c`è,sia pure malandato. E forseché i poveri a casa loro stanno meglio? Non hanno pane, non fuoco, a volte una stamberga ove entra la pioggia e la neve. Se non altro al Ricovero potranno avere almeno il necessario.
        Ed ecco quanto ho deciso. Senza spendere milioni, che non abbiamo, farò dare una rabberciata alla meglio alle tre stanze che si renderanno presto libere e se voi mi aiutate provvederemo per il prossimo inverno alle prime necessità dei nostri poveri. Una buona donna che faccia loro un po' di minestra. un po' di caldo, un letto meno indecente... e penso che i poveri non abbiano altre pretese. La Provvidenza ci aiuterà.

La Pia Unione «mutuo aiuto cristiano»

        1° - Che cos'è?
        R. - E’ un lodevole tentativo di venire incontro a chi disgraziatamente fose vittima vittima di un incendio e non fosse in regola con qualche seria Società d'Assicurazione. Oggi tutti sappiamo come i valori siano aumentati almeno di 40 volte dell'anteguerra e sappiamo anche che non tutti possono affrontare la spesa di un'assicurazione che lasci tranquilli sull'eventualità di un incendio.
        2° - E può stare la M. A. C.?
        R. - E perché no? Come stanno tutte le opere buone, come stanno tutti i Ricoveri e gli Asili privati e altre opere cui nessuno si sogna di domandare conto delle offerte che ricevono, come stanno senza controllo del governo le elemosine fatta alla Chiesa ed altri Enti, come è stato libero al giornale comunista l'Unità domandare ai lettori l'offerta di 3 milioni per potersi sostenere, come sono libere le varie sottoscrizioni che vediamo quotidianamente sui giornali per questa o quell'opera non sempre lodevole; così siamo liberi noi di pensare a mettere insieme un fondo, frutto di offerte, che ci dispensi in un non lontano futuro (se la Provvidenza ci scampa per qualche anno da incendi, come da molti anni avviene) da quote di abbonamento e ci lasci tranquilli sull'eventualità di un incendio.
        3° - E chi tiene queste offerte?
        R. - Un libretto di risparmio al portatore, intetato «Mutuo aiuto cristiano», che sarà tenuto dall'Amministrazione che l'affiderà a persona degna che fungerà da cassiere. In seguito detto fondo sarà convertito in Titoli di Stato (buoni del Tesoro) che il Governo non ha mai cercato e non cercherà mai di sapere a chi appartengano.
        4° - E ci riusciremo?
        R. - Sicuro che ci riusciremo, come son riusciti tanti altri. Basta che abbiamo fiducia in noi stessi, disposti ad aiutarci in questo modo, pensando che detto fondo sarà sempre nostro, amministrato da gente che conosciamo e che il sacrificio che ci viene domandato per pochi anni in misura sopportabile da tutti gioverà a noi ed ai nostri figli che benediranno la felice idea dei loro padri.
        5° - E se non riusciremo?
        R. - Niente di male. Restituiremo agli offerenti tutto il loro denaro e ci rimetteremo alla Provvidenza, la quale però ad ogni uomo prudente ripete: «Aiutati che Dio t'aiuta».

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La pagina della Carità

PER LA CHIESA
        Dellatorre Rita 200; Marengo Angelo 300: Dotta e Sardo 3000; Anselma Pasquale 500; Vietto Natale 500: Montanaro Giuseppe 500; A. G. 500: Roggia Battista 500: Manzone Giuseppe fu Giusto 1000; P. P 350; A. M. 2000: Maria e Germana Lemasson (in suffragio) 1000: Galvagno Giuseppe 1000; M. G. 100: Sposi Musso-Mantello 2000: Costamagna Luigi 500; Borgogno-Vietto Maria 500; Taricco Andrea 200; Coscritti (1929) 1200; Raviola Agostina Ved. Tarditi 500.
        Hanno offerto farina per ostie: Fam. Cav. Anselma: Tarditi Carlo Lodovico: Pressenda Maria.

PER IL BATTISTERO
        Galliano Edvige 400: Dotta e Sardo 2000: M.o Ferrero 300; P. Grosso Francesco M. C. 1000: Taricco Luigi (in occ. batt.) 250; Roggia Francesco 600: Marenco Modesto 300: N. N. 2000: Coscritti (1930) 1500; Protto Francesco (in occ. batt.) 500: Pierino Bergamino (in occ. matrim.) 500; Garello Giovanni 500; Saccato Giacomo (in occ. batt.) 500: Taricco Andrea 300: Roggia Enrico (in occ. batt.) 500: Tarditi Marziano (in occ batt.) 1000; Bergamino Luigi (in occ. batt.) 500.
        Ringraziamo tutti gli offerenti ed in modo speciale il Rev.do e caro Padre Grosso che accompagna l’offerta generosa colle seguenti parole: «Insista, insista, caro Arciprete, la Chiesa lo merita». E insistiamo... ma siamo ancor tanto lontani...

PER IL BOLLETTINO ED OPERE PARROCCHIALI
         Marenco Angelo 200; Alessandria Pietro (Bussoleno) 300; Sorelle Galvagno 300; Torrengo Bartolomeo 200; Tarditi Matteo (Veneria) 200: Dotta e Sardo 1000: M.o Ferrero 200; Cav. Anselma 500: Giachello Giuseppe 300; Vietto Clemente 100; Fam. Rainelli (Torino) 100: Roggia Battista 200: Montanaro Giuseppe 500; A. G 300: Roggia Enrico 100: Roggia Francesco 200: Marenco Modesto 200; Rosso Giacomo 150: Tarditi-Novo Clara 200: Marenco Luigi 100; Saccato Michele 200: Roggia D. Felice 300: Sorelle Tarditi 150; Tarditi-Novo Anna 200: T C 300: Oliva Angela 300: Prof. Fantino Luisa 200; Manzone Domenico 300: Con. Cornaglia-Rinaldi 200; Tarditi Catterina 100: Saccato Giuseppe 150; Tarditi Gaspare 100; 5tra Ottavio 150; Dott. Mario Dadone 400; R. B 500. (continua).

        Riconoscenza e preghiera.

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