(sonoro) Dicembre

da LUCE E FORZA di Novembre-Dicembre 1951

“Credo nella vita eterna”

       Penso che quel signore che parlando di un uomo trovato cadavere si esprimeva: «E’ bello morire così; almeno non si soffre», o non sapeva quel che dicesse o non crede alla vita eterna, alla immortalità dell’anima.
       Sono molti, oggi, che come quel tale, pensano che morti noi è morto tutto.
       Proprio così, come i cani, come i gatti!, come una bestia qualunque? «Morti noi morto tutto!». Allora tu non hai nulla di più nobile di quelle bestie?
       Per me è duro questo pensiero!
       Preferisco pensarlo con gli Apostoli, i Martiri, i Santi di tutti i tempi, di ieri e di oggi: che per la vita eterna non risparmiano la vita e la sacrificano: sacrificano il tempo per l’eternità!
       Se non ci fosse un’altra vita il mondo precipiterebbe in rovina: sparirebbero del tutto la resistenza al male, l’onestà e sussisterebbero soltanto l’inganno, il furto, il piacere brutale. E non ci sarebbe Dio perché non si può concepire la idea di una divinità che crea l’uomo solo per la presente e miserabile vita.
       S. Paolo dice: «Se ho lottato contro le belve a Efeso, solo per vedute umane, qual vantaggio me ne viene e se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo che domani morremo».
       La nostalgia del cielo spinge ad agire coraggiosamente e rasciuga o addolcisce le lacrime; pacifica le interne ribellioni e le collere che nascono da movimenti umani. Per cupo che sia il cielo sopra di noi, la nuvola più oscura è attraversata dalla luce della vita eterna.
       Quando ci sentiamo stanchi ed oppressi, risolleviamoci con questo pensiero: «Ove saremo fra cinquant’anni?» Nella Patria. Nell’eterna Patria e ci ricorderemo di questa terrestre dimora come di un sogno, sia stata essa per noi piena di gioia o di dolore; e ci sembrerà ben piccola e povera cosa tutto ciò che abbiamo qui ardentemente desiderato o pavidamente fuggito, rimpiangendo di non aver fatto abbastanza tesoro delle prove, delle afflizioni e delle celesti ispirazioni.
       Tutto vedremo sott’altra luce. Chi eri tu sulla terra? Ministro? Ora stimi assai più l’elemosina fatta per amor di Dio a un povero incontrato sulla tua strada per andare al Parlamento, che tutti i progetti di legge che hai faticosamente elaborato per sola umana ambizione. Chi eri tu? Rifletti!

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Rumori e… quiete!

       Il curato rinchiuse la porta e indicò all’ospite una sedia.
        - «Venga avanti…».         - Mi hanno indirizzato a lei… Cerco due stanze in affitto; forse potrebbe disporre…».
       Attese un cenno affermativo e continuò:
        - «E’ il terzo appartamento che cambio, senza riuscirmi di trovare un angolo dove si possa stare tranquilli. Non chiedo altro: un alloggio lontano da ogni rumore, dove possa trascorrere in pace i pochi giorni che mi rimangono».
       Il viso del sacerdote si posò insistente sul vecchio che trasse un lungo respiro.
       «Con i miei settant’anni – disse – spesi nel lavoro, avrei diritto a qualche riguardo dalla società a cui diedi diedi tutte le mie fatiche. Invece no, non hanno attenzioni per me. Lei c’è stato nel rione delle fabbriche, vero? Io vi abitavo da poco. Lungo il giorno un baccano indiavolato, macchine, sirene, gente che grida a più non posso… Alla sera i rumori non cessano che per sentire più distinto lo stridere dei tranvai e lo strepito delle radio…
       Scusi, signor curato, se la importuno con questi discorsi… Ho mutato quindi abitazione, da un luogo all’altro, ma è stato inutile; i rumori c’erano dappertutto, se non il giorno, era la notte! Ah! La notte… che inferno! Si stenta già a prendere sonno da soli, siamo anziani, ma quando s’aggiungono altri inconvenienti… non si chiude più ciglio.
       Sono dunque venuto la lei… vede, non se l’abbia a male, ma io in chiesa non ci vado…(il curato alzò le mani a dire: pazienza!). Però sono un uomo onesto: rispetto le idee degli altri e anche nella sua casa mi troverò a bell’agio.
       Ci deve essere molta tranquillità in questo posto… Oh! Certo, un po’ di riposo lo troverò finalmente. Vuol dunque stabilire l’affitto?».        L’uomo si fermò un istante: silenzio.
       «Una stanza ce l’ha, nevvero?». Il curato si mosse:
       «Oh! Sì, certamente, - continuò - ma non servirebbe a nulla».
       «Che intende dire?»
       «Non si offenda, brav’uomo. Lei vuole riposo, calma; questo non lo troverà neppure nella mia casa.».
       «Ma siamo discosti dal centro, i rumori della città non giungono fin qui».
       Il sacerdote sorrise:
       «E’ sicuro che allontanando i rumori che l’attorniano possa stare in pace? No, lei sbaglia. Ci sono dei rumori che ci seguono ovunque, anche tappati in casa, in un deserto… Perché sono dentro di noi. E’ questo chiasso che bisogna togliere, se vuole vivere in pace, - il vecchio guardò stupito il curato - …perché più forte di ogni altra cosa è essa a gridare…».
       «Cosa dice, signor curato?».
       Il sacerdote portò la mano al petto: « …e non la si può far tacere, mai… Vede, io rispetto le sue idee, ma noi praticanti la chiamiamo coscienza».
                     A. C. M.

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       1 novembre: TUTTI I SANTI: Vang.: Il discorso della montagna (Mt. 5, 1-12). Il passo del Vangelo odierno dovrebbe essere il codice del cristiano.
       Le Beatitudini evangeliche sono in assoluta antitesi alle beatitudini del mondo. Gesù dice: beati i poveri. Il mondo: beati i ricchi. Beati i mansueti: beati i prepotenti. Beati quelli che piangono: beati quelli che ridono e se la godono. Chi avrà ragione?
       I Santi, beati nel Paradiso eterno, ci danno la risposta: loro che abbracciarono la povertà volontaria, che si fecero tutti a tutti; che si spesero e sopraspesero in privazioni, stenti, sacrifici inauditi per assicurarsi: «di questi è il regno dei cieli!»

       4. DOM. IV DOPO EPIFANIA: Vang: La tempesta sedata (Mt. 8, 23-27) «Chi è mai Costui, che gli obbediscono il vento e i mari?» Oggi sembra che non si sappia più, nelle calamità: temporali, pioggie, intemperie, terremoti, capovolgimenti varii della natura, rivolgersi al Signore e dire «Signore, salvaci che periamo». Crediamo di poter far da soli e intanto le annate vanno male. Ma chi è Costui? E’ il Creatore, l’ordinatore, il fattore di tutto. Lui solo sa come sono ordinati i cieli e il mare. L’uomo tenta di indovinare… e nella sua superbia non si abbassa più a pregare: «Signore, comanda alle acque o al sole, che ci siano benefiche. Signore, comanda alle forze della natura…». E intanto raccogliamo i frutti della nostra superbia!

11. DOM. V DOPO EPIFANIA: Vang: Il loglio e il buon grano (Mt. 13. 24-30). A volte nella nostra impazienza di vedere punito il male, rivolgiamo al Signore la stessa preghiera che rivolsero quei contadini, che vedendo il grano infestato dal loglio, volevano estirpare tutto. Il padrone sapiente rispose: «No, che togliendo il loglio non sbarbiate anche il buon grano. Lasciate che l’uno e l’altro crescano». Sempre nel mondo ci sarà il buon grano e il loglio che crescono insieme. Se non fosse così non ci sarebbero occasioni di esercitare la virtù. Qui sta il merito: sapersi mantenere buon grano, anche in mezzo a tante erbacce, senza farsi sopraffare. Verrà il giorno della scelta. Il buon grano sarà posto nel granaio del Cielo; e il loglio? A bruciare.

       18. DOM. VI DOPO L’EPIFANIA: Vang: La fine del mondo (Mt. 24, 15-35). La Chiesa pone alla nostra considerazione, alla fine dell’anno liturgico, i segni che precederanno la fine del mondo. Il trascorrere del tempo, il passare delle creature, anche amate, ci fanno desiderare qualcosa di più stabile, di più duraturo: l’Eternità beata, ove avrà termine ogni pena e sofferenza; ma che sappiamo è premio a queste sofferte per amore della giustizia. Il pensiero dell’eternità ci sia perciò forza in ogni ora triste della vita.

       25. DOM. XXIV DOPO PENT. Vang.: Il chicco di senapa e il lievito/p> (Mt. 13, 31-35). La figura del lievito – un pizzico in tre staia di farina – che fermenta con la sua virtù tutta una massa, è la figura del cristiano integrale, che compie veramente il suo dovere. Questo cristiano, piccolo pizzico di lievito che si perde in una massa di farina, dove opera col suo esempio quotidiano di virtù, di merito, di bontà: attorno a lui fermenteranno certamente focolai di vita cristiana. E’ l’esempio che trascina: anche se a volte sembra che le parole commuovano. Questo dovere del buon esempio incombe su ogni cristiano; non ci si salva da soli, come non ci si perde. Pensiamoci!

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Un uomo singolare

       E’ stato consacrato vescovo ausiliare di New York, mons. Fulton Sheen, forse il sacerdote cattolico più popolare degli Stati Uniti: riceve oltre un milione di lettere all’anno!
       E’ specialista nel convertire gli intellettuali. Convertì il giornalista comunista Louis Boudenz, direttore del «Daily Worker». Lo invitò semplicemente a cena per spiegargli l’art. 124 della costituzione sovietica: il cattolicesimo non si accorda con il comunismo. E poi gli parlò della Madonna…
       Dal famoso violinista Fritz Kreisler invece si fece invitare per un thé e per quattro chiacchiere. Dopo pochi mesi il musicista e sua moglie ricevevano la prima Comunione.
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       Da pochi giorni parroco visitò una famiglia dove una giovane sposa era anticattolica per la pelle: «è molto fanatica» disse la suocera. Difatti sputò sulla veste del sacerdote.
       «Ne faremo la prima convertita della parrocchia» disse don Sheen. E ci riuscì.
       La fanatica venne ammalata di tubercolosi; il parroco la visitò… insegnandole il catechismo. Dopo trenta visita era guarita di corpo e di anima.
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       Un giorno, dopo un discorso, una signorina gli si presenta e dice: «La vostra religione è bella, ma noiosa. Una lunga cantilena nella preghiera, sempre le stesse espressioni…»
       Mons. Sheen rispose così: «Ha il fidanzato, signorina?».
        - «Certo».
        - «E le ha detto oggi che le vuol bene?».
        - «Me lo dice più volte al giorno…».
        - «Anche lui ha dunque la solita cantilena, ripete sempre le stesse espressioni».
       Quella signorina si è convertita.
        - «Dieci milioni di americani sono affamati di conversione – egli suole dire. – L’America deve diventare una centrale di preghiere per la conversione della Russia».

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VITA NOSTRA

Le quarant’ore dei Santi

       L’anno scorso, annunziando le SS. Quarant’ore dei Santi, dicevamo che non è più il caso di chiamarle col nome di «Legato Tarditi Ambrogio» che frutta alla Chiesa la povera somma di L. 140. Forse allora erano sufficienti, oggi invece occorrerebbe moltiplicare per 60-70 e arrivare a circa8-10 mila lire. Speriamo che supplisca l’elemosina dei buoni pensando che quest’anno che ci è stato così avverso, abbiamo ancora più bisogno di aiuti divini e perciò di preghiera, di vita cristiana, impegnando anche per questo l’aiuto dei nostri Morti che attendono in Purgatorio i nostri suffragi ricompensati da loro con efficaci preghiere per il nostro bene.
       Ecco intanto un po’ di programma per i tre giorni:
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       LUNEDI’-MARTEDI’-MERCOLEDI’ (29-30-31 Ottobre): Ore 6,30 S. Messa letta con recita del S. Rosario a breve meditazione. Esposizione del SS. Sacramento e Adorazione Donne fino alle ore 8; ore 8 Adorazione scolari fino alle u,30; ore 8,30 Messa con Rosario. Segue Adorazione Fiflie fino alle 9,30. Reposizione. Ore 14 Esposizione del SS., Adorazione Donne fino alle 15; Adorazione Figlie fino alle ore 16; ore 16 Vespro, Predica, Benedizione.
       Mercoledì sera (31 Ottobre) Lega di Perseveranza.
       Credo superfluo, cari parrocchiani, raccomandarvi di approfittare di queste Quarant’ore per suffragare i nostri morti, forse un po’ troppo dimenticati, e per domandare al Signore che la semina che abbiamo ormai finita in favorevoli condizioni, apra la via ad un anno agricolo migliore di quello che stiamo chiudendo. E ricordiamo sempre che senza la benedizione di Dio sono sterili le nostre fatiche.
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       GIOVEDI’ 1 Nov. Festa di tutti i Santi: funzioni festive solite. A sera ore 15 Vespro dei vivi e dei Morti, Predica dei Morti, Benedizione e Corteo al Camposanto. L’elemosina in questi giorni viene domandata in nome dei nostri Morti e, secondo il solito, sarà convertita in tante Messe di suffragio per i Defunti, specie per i più dimenticati.
       A notte, durante il suono lugubre delle campane, Rosario in Chiesa con canti.
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       VENERDI’ 2 Novembre, che è pure il 1° Venerdì del mese, è il giorno sacro alla Commemorazione di tutti i Defunti. Ci sarà il solito Funerale solenne per i Defunti della Parrocchia. Sappiamo che in detto giorno ci sono per i nostri paesi distrazioni che stonano alquanto colla mestizia del giorno. Se possiamo farne a meno, facciamo bene.
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        Al SABATO 3 ci srà in Parrocchia il Funerale per i Parroci Defunti (Leg. Nizza) che il Parroco continua a celebrare non ostante che il legato frutti appena l’elemosina di L. 270.
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       Così pure DOMENICA 4, giorno sacro alla memoria dei Caduti nostri nelle varie guerre ed eventualmente morti in Russia, celebreremo a Messa grande un solenne funerale per tutti questi nostri cari figli che hanno fatto per la Patria e per noi il sacrificio della vita.
       Superfluo per questa suggestiva funzione fare inviti particolari. Tutti devono sentire il dovere di parteciparvi (parola illeggibile: senza?) portare il loro contributo di elemosina. Anzi il Parroco che da parecchi anni celebra questa funzione senza esservi obbligato e senza riceverne il minimo compenso, si augura che da tutti si prenda un impegno morale perché non venga dimenticato così presto un dovere che non dovrebbe avere scadenza. In molte Parrocchie questo compito viene assunto annualmente dal Municipio; il altre ci pensano gli ex Combattenti o le famiglie dei Caduti.

Mese dei Morti

        I nostri suffragi per i nostri cari Morti non devono cessare col finire delle feste dei Santi, ma devono continuare per tutto il mese di Novembre che è chiamato il mese dei Morti e vorrei dire che non dovrebbero cessare mai.
       In questo mese perciò tutte le mattine all’altare della Madonna del Carmine, che è la Madonna del Purgatorio, ci sarà la Messa con brevi parole. Spiegheremo brevemente la MESSA DEI DEFUNTI che cantiamo quasi ogni mattina senza conoscerne abbastanza il significato ed il valore. Non ci rincresca, cari parrocchiani, sacrificare una mezz’ora di sonno per i nostri Morti ai quali forse per giustizia dovremmo dare molto di più e che invece tante famiglie dimenticano perfino in occasione dell’anniversario della morte o nel giorno onomastico.
       Ricordiamo sempre che morremo anche noi e saremo trattati nella stessa misura con cui abbiamo trattato gli altri. Anche qui vale il «Date e vi sarà dato».

L’esito del nostro appello alla carità

       Pubblichiamo volentieri il resoconto degli aiuti pervenutici per un piccolo soccorso ai danneggiati dalla grandine che si trovano in necessità. Speriamo ne giungano altri ancora.
        Viene naturale raccomandare che di questi soccorsi che sono sempre impari alle miserie da alleviare, ne approfitti chi proprio si trova in necessità. Molte famiglie sono in grado da poter sostenere il colpo ricevuto e perciò speriamo che queste non avanzino pretese a danno dei veri bisognosi.
       Per questo il Parroco sta raccogliendo le domande onde sapersi regolare nella distribuzione e adeguare il sussidio alle condizioni di ciascuno. Critiche? Certo ce ne saranno, ma quando si tratta di fare del bene ci si passa sopra.
       L’elenco comincia coll’offerta generosa di L. 100 mila del Papa Pio XII al quale il Parroco s’era rivolto per suggerimento e aiuto del nostro Veneratissimo Vescovo che ha aggiunto pure la sua offerta di 10 mila. Al grande Benefattore dell’umanità ed al Vescovo vadano i sentimento della più umile e sentita riconoscenza unita alle preghiere dei beneficati e di tutta la Parrocchia.
       Seguono le offerte per ordine di arrivo:
       Arciprete D. Graneris L. 10.000; Abbona Antonio maresciallo (Torino) 5.000; Parroco e Parrocchiani di Rocchetta Belbo 3.500; Rag. Tarditi Giuseppe di Pietro (Francia) 10.000; Parr. S. Vito (Montà) 500; Parroco D. B. 1.000; Parr. Mango 1.000; Parroro e Parrocch. Bricco (Cherasco) 3.000; Abbona Antonio (Fasana) 1.000; Sorelle Olive (Cervere) 1.000; Mons. Calorio Giuseppe (Cherasco) 5.000; Can. Cerutti (Alba) 1.000; Parroro e Parrocch. (Diano) 4.578; Borletto Pasquale (Torino) 5.000; Teol. Tortoroglio (Cherasco) 500; Cap. Fiorina Marco 1.000; Con. Cerini-Grimaldi 500; P. F. Grosso Miss. Cons. 1.000; Dott. Francesco Giordano (S. Damiano d’Asti) 2.000; Cassa di Risparmio (Alba) 10.000; Mons. I. Calorio (Pocapaglia) 5.000; D. B. (S. P. ) 300; Don Sampò (Cortemilia) 2.000; Dott. Mario Dadone 2.500; C. V. (?) 2.000; D. M. F. 1.000; D. S. G. 1.000; Banco di Roma (Alba) 10.000; Parr. E Parrocch. Niella Belbo 7.150; Pontif. Comm. Assistenza 2 q. pasta.
       A tutti i generosi offerenti ed a quanti ne seguiranno l’esempio dei quali pubblichiamo volentieri l’elenco completo a ricordo di questo triste anno e perpetua memoria ai posteri, il nostro grazie cordiale e commosso colle preghiere dei beneficati.

Anniversari di Nov. e Dic.

1950: Galvagno GIov. Battista, 27 dic.
1949: Conterno Angiola in Marengo, 28 nov.; Musso Giuseppe, 25 nov. ’18 1947: Alessandria Dutto Luigina, 21 dic.; Mosca-Vivalda Catterina, 10 dic.; Tarditi-Settime Isabella, 3 dic.; Cane-Rovella Lucia, 9 nov.
1946: Sciamengo Giuseppe, 17 dic.
1945: Saccato Guglielmo, 18 dic.; Saccato-Mosca Luigia, 20 dic.; Scotto Michele, 23 nov.; Prandi-Marengo Margherita, 25 nov.; Montagnoni Maria Grazia, 11 nov.
1944: Tarditi Giov. Battista, 26 dic.; Marengo-Alessandria Maria, 30 dic.; Sobrero Giuseppe, 27 dic.; Finelli-Roggia Giovanna, 27 dic.; Borio-Pressenda Maddalena, 25 dic.; Costa Pietro, 22 dic.; Gioffredo-Sangiano Marianna, 16 dic.; Vivalda Elio, 27 nov.; Borio Amedeo, 22 nov.; Bocca Franco, 2 nov.
1943: Zannette Antonio, 27 dic.; Taricco Giuseppe, 23 dic.; Baroero-Passone Anna, 7 dic.; Torre Bartolomeo, 27 nov.; Albarello-Tarditi Maddalena, 26 nov.
1942: Settime Bartolomeo, 28 dic.; Simonetti-Tarditi Maddalena, 28 dic.
1941: Rostagno-Tarditi Antonia, 13 dic.; Rostagno Antonio G. B., 7 dic.; Montanaro Giuseppe, 1 dic.; Castella Luigi, 27 nov.

R. I. P.

       Quanti dimenticati dopo appena 10 anni. Poveri morti che vi aspettate la riconoscenza e il ricordo dopo tante fatiche!

Per le nostre Opere

       PER LA CHIESA: Sobrero-Garabello Catterina L. 500; Sangiano Luigi 100; Coniugi Alessandria (Priori del Carmine) 10.000; Manzone Piero 400; Vancini Maria Teresa (p. g. r.) 1.000; Ved. Di Peperone Carlo (in suffragio) 1.000; P. E. R. 1.000; M. C. G. 250; Cap. Montagnoni Silvio 1.000.
       PER IL BATTISTERO: Musso Cesare 500; Alessandria Luigi 500; Roggero Battista (padrino) 500; Foglio Luigi (nonno) 1.000; Alessandria Eugenio 500; Vaira Carlo 500, (tutti in occ. Battesimo).
       PER LA CONFRATERNITA: Tarditi-Borgogno Rosa (Priora Umiliate) 3.000.
       PER L’ASILO: Vaira Carlo 500; Cassa di Risparmio (Alba) 1.000.
       PER BORSA STUDIO: Cav. Capriata Agostino (B. Neri) 1.000.
       PER OPERE PARROCCHIALI: Alessandria Giovanni (Ravera) 1.000; P. E. R. 500; Cap. S. Montagnoni 1.000.
       PER IL BOLLETTINO: Vietto Clemente 100; Fam. Rostagno 300; Rag. Tarditi Giuseppe 1.000; Sobrero-Garabello Catterina 200; Gallo Felice (Torino) 1.000; Costamagna Giuseppe (Savona) 250; Torrengo Bartolomeo 150; Pirra G. Falegn. 500; Prof. Tarditi Raffaella 500; Stroppiana Nicola 300; Tarditi Stefano (Corneliano) 350; Tarditi G. B. 100; Borio Giovanni (Pianderle) 150; Borio Adolfo 500; Camia Carlo (Torino) 300; Con. Cerini-Grimaldi 500; Ravera Maria 50; Borra-Barberis Elsa (Francia) 500; Marengo Angela (Torino) 1.000; Roggia Francesco 200; Ravera Giuseppe (Torino) 200; Goletti Secondo (Torino) 500; Dellatorre Domenica (Narzole) 100; Ved. Di peperone Carlo 100; Borio-Cencio Rosa (Torino) 400; Tarditi Modesto 200; Tarditi Angelo (Cuneo) 150; P. E. R. 500; Ved. Marenco 250; Cap. Montagnoni 1.000.
       Sono le offerte di 4 mesi (Luglio-Ottobre) per le quali ringraziamo sentitamente i generosi oblatori. Quest’anno purtroppo le condizioni della nostra parrocchia non spingono a eccessiva generosità. Motivo questo per cui le opere progettate subiscono relativo ritardo ed anche il Bollettino, la cui stampa e posta verrebbe a costare circa 8.000 lire per ogni numero d 4 pagine, ha ridotto e le pagine proprie e la pubblicazione mensile. Preghiamo, cari parrocchiani, che Dio ci conceda giorni migliori e che nel mondo venga finalmente la vera pace cristiana, unica apportatrice di progresso e di felicità.

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