(sonoro) Febbraio 2019

da LUCE E FORZA di Gennaio 1952

13 gennaio: Sacra Famiglia

Famiglie… e famiglie

       Famiglie alberghi

       Vi sono delle famiglie che sono «alberghi». In esse ognuno si rifugia per mangiare, per dormire, per vestirsi. Null’altro!
       Il babbo pensa agli «affari» e agli amici;la mamma pensa alla vanità, al suo piccolo mondo di svaghi e di amiche; i figli lasciati in balia di se stessi, cercano nelle distrazioni della strada, del cinema, del caffè, dei giuochi, un compenso a quello che in casa non trovano.
       Famiglie «alberghi» ove genitori e figli s’incontrano nelle stanze, nei corridoi della casa come gli estranei sulle pubbliche piazze. Si siedono a tavola, ma nessuno osa parlare delle cose che veramente importano.
       Tutti sospirano l’ora della libera uscita come una liberazione!
       Famiglie «alberghi», ove l’incomprensione ha scavato, a poco a poco, fra le anime, un abisso, dove il silenzio è diventato l’unico mezzo per andar d’accordo, meglio, per continuare a convivere.

       Famiglie tana

       Vi sono delle famiglie che sono «tane», piccole bolge infernali. In esse la incomprensione è degenerata prima in avversione, poi in odio. Esiste in queste case un permanente stato di guerra, una costante atmostera temporalesca, che di frequente scoppia con tuoni di parolacce, di insulti, con scenate disgustose e rivoltanti.
       Famiglie «tane», ove i genitori guardano ai figli come a dei «pesi ingombranti», come a delle «seccature», e dove i figli imprecano e maledicono i genitori ché li hanno messi al mondo!
       Famiglie «piccole bolge» nelle quali si aggira lo spettro della maledizione di Dio, perché invece di essere «santuari augusti di Dio Creatore» sono divenuti «cimiteri senza croci» per aver respinto e soppresso la vita!
       Molte volte, anche in queste famiglie, vive un’anima, batte un cuore, che pena, che soffre, e qualche volta s’immola silenziosamente perché la famiglia ritorni ad essere o divenga, se non lo è stata mai, «oasi di pace, di serenità»: un cuore che soffre e prega perché fiorisca o rifiorisca «l’unione dei cuori», una «comunione di anime», così che tutti si sentano compellegrini verso il cielo.

       Piccoli paradisi in terra

       Vi sono delle famiglie che sono «piccoli paradisi in terra». Oasi di pace e di serenità, rifugi amati e desiderati, dai quali i membri escono ogni mattina, a malincuore, per compiere i loro doveri sociali di studio, di lavoro, di commercio; escono portando in cuore il desiderio di ritornare alla casa come la rondine al loro nido, per ritrovare pienamente se stessi, e per ritrovare nella confidenza e nell’amore dei genitori e dei figli, dei fratelli e delle sorelle, un po’ di pace, un po’ di sollievo alla stanchezza, alle delusioni della contrariata e contrastata vita di lavoro.
       Famiglie «piccoli paradisi», ove regna una perfetta comunione di anime e di cuori; ove s’incontra tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle una comprensione fatta di intelligenza e di amore, una dedizione e una collaborazione vera, sincera, cordiale, che non rifiuta, quando è necessario, anche il servizio delle braccia.
       Non è detto che a queste famiglie manchi il loro piccolo Calvario di croci, di contraddizioni, di difficoltà, di pene; ma la fede in Dio e la comunione degli spiriti e dei cuori rende più sopportabile quello che sa di amarezza e di sconforto.
       Perché ogni famiglia sia un «piccolo paradiso» deve consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria e avere a modello la Sacra Famiglia di Nazareth!
       Il Santo Vangelo ci parla della predilezione che la Madonna ebbe per la famiglia. Ella si recò con amorosa sollecitudine, non badando ai disagi di un lungo viaggio, in casa di Santa Elisabetta per offrire la sua opera di assistenza, di aiuto e soprattutto di grazia. E subito al suo saluto S. Giovanni balzò di giubilo nel seno di S. Elisabetta. Ella si recò alle nozze di Cana, e vi andò prima di Gesù. E perché a quegli sposi non venisse meno la gioia della loro festa nuziale, chiese ed ottenne che Gesù facesse per loro il suo «primo miracolo».
       Gesù, Giuseppe, Maria continueranno a proteggere la famiglia cristiana che con fiducia si raccomanda a loro.

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       «C’è una gran quantità di cose che Dio può dare due volte, ma può dare solo una madre” (J. Beecher-Stowe)

       “I bambini hanno bisogno d’affetto specialmente quando non lo meritano”

       “L’unico modo di diminuire la propria sofferenza è alleviare quella degli altri”. (P. Charles)

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LA PAROLA DEL SANTO PADRE

“iL MATRIMONIO E' A SERVIZIO DELLA VITA”

       Non si era ancora spenta l’eco delle polemiche suscitate dal discorso del Papa alle Ostetriche, quando proprio lo stesso Pontefice è di nuovo intervenuto nella discussione per ribadire e precisare il pensiero cattolico in occasione di un discorso tenuto ai membri del Fronte della Famiglia.
       In Inghilterra e su vari giornali italiani si era esposto il pensiero del Papa in modo errato, quasi che la Chiesa preferisse la vita del bambino e volesse il sacrificio della madre.

       La madre o il bambino?

       «Mai e in nessun caso la Chiesa ha insegnato che la vita del bambino deve essere preferita a quella della madre. E’ erroneo impostare la questione con questa alternativa: o la vita del bambino o quella della madre. No; né la vita della madre, né quella del bambino possono essere sottoposte a un atto di diretta soppressione.
       «Per l’una parte e per l’altra l’esigenza non può essere che una sola: fare ogni sforzo per salvare la vita di ambedue, della madre e del bambino
». Che se ciò fosse impossibile, altro non resta all’uomo che inchinarsi alla legge della natura.
       «Ma – si obietta – la vita della madre, principalmente di una madre di numerosa famiglia, è di un pregio incomparabilmente superiore a quella di un bambino non ancora nato. La risposta a questa tormentosa obiezione non è difficile. La inviolabilità della vita di un innocente non dipende dal suo maggiore o minore valore».
       La famiglia è un istituto al servizio della vita; ora ogni vita umana è sacra, senza distinzione tra quella nata e quella non nata. Non si può pertanto in nessun modo uccidere una vita per salvarne un’altra.
       «Del resto – ha aggiunto il Papa – chi può giudicare con certezza quale delle due vite è in realtà più preziosa?
       «Chi può sapere quale sentiero seguirà quel bambino e a quale altezza di opere e di perfezioni esso potrà giungere?
       «Si paragonano qui due grandezze di una delle quali nulla si conosce».

       «La mia creatura deve conoscere Dio!...»

        Il Papa a questo punto ha ricordato un episodio riportato dal libro del prof: Maiocchi «Tra bisturi e forbici». Una giovane sposa dopo qualche mese di gestazione, si sente dire dai medici che la maternità le aveva ridestato un focolaio polmonare già cicatrizzato.
       «Occorreva pertanto provocare senza indugio lo aborto terapeutico per salvarla. La donna si ribellò: «Io non posso troncare la vita della mia creatura! Non posso! Non posso! Io la sento già palpitare nel mio seno; essa ha diritto di vivere; essa viene da Dio e deve conoscere Dio pr amarlo e goderlo». Anche il marito pregò, supplicò, implorò        «Un bambino nacque regolarmente, ma subito la madre peggiorò. Due mesi dopo la donna moriva.
       «Trascorsero vari anni. In un Istituto religioso si poteva particolarmente notare una giovane suora, tutta dedicata alla cura e all’educazione dell’infanzia abbandonata, che con occhi ispiranti d’amore materno, si chiana sui piccoli infermi, quasi per dar loro la vita.
       «Era lei, la figlia del sacrificio, che ora col suo grande cuore diffondeva tanto bene tra i piccoli derelitti. L’eroismo della intrepida madre non era stato vano!»

       Il controllo delle nascite è compatibile con la legge di Dio

       Ma noi domandiamo: è forse il senso cristiano, anzi forse puramente umano, dileguato a tal punto, da non saper più comprendere io sublime olocausto della madre e la visibile azione della Provvidenza divina, che da quell’olocausto fece nascere un così splendido frutto? D’altra parte, la Chiesa sa considerare con simpatia e comprensione le reali difficoltà della vita matrimoniale ai nostri giorni. Perciò nella ultima nostra allocuzione sulla morale coniugale abbiamo affermato la legittimità e al tempo stesso i limiti – in verità ben larghi – di una regolazione della prole, la quale, contrariamente al cosidetto «controllo delle nascite» è compatibile con la legge di Dio…
       «Del resto a vincere le molteplici prove della vita coniugale valgono soprattutto la fede viva e la frequenza dei Sacramenti, donde scaturiscono torrenti di forza, della cui efficacia coloro che vivono fuori della Chiesa difficilmente possono farsi una chiara idea».
       A conclusione del grave argomento il Papa ha detto: «Poiché dunque l’ufficio primario del matrimonio è di essere al servizio della vita, il nostro principale compiacimento e la nostra paterna gratitudine vanno a quegli sposi generosi che per amore di Dio e fidando in Lui, allevano coraggiosamente una famiglia numerosa».

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Dare

       E’ morto uno dei più noti filantropi americani, Strauss Nathan.
       «Non c’è maggior piacere nella vita che il dare. Date mentre siete in vita, e la vita diventerà degna di essere vissuta. Quello che date in beneficenza è oro; quello che date durante la malattia è argento; quello che date dopo la morte, è piombo».
       Molti ricchi per non sbagliare, non danno nulla né in vita né in morte. E si pappano tutto gli eredi. I quali poi, come segno di riconoscenza, mandano accidenti al morto, perché ha lasciato troppo poco.

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VITA NOSTRA

IN PARROCCHIA

        Ai fedeli lettori
       Il Bollettino non potrebbe iniziare meglio il suo ventinovesimo anno di vita che augurando ai suoi affezionati, anche se non numerosi, lettori un BUON ANNO!
       Il 1951, col suo fardello di dolori, di preoccupazioni, di miserie se n’è andato, lasciandoci, specie noi a Novello, un triste ricordo di sé. Anno di grandine che nella distruzione di ogni raccolto ha superato ogni precedente a ricordo anche dei più vecchi: anno di inondazioni e di rovine che hanno devastato campi e prrati al piano e seppellite molte giornate di promettente seminato; anno di miserie che trasmette ancora al 1952 un inverno duro e doloroso per tante famiglie sprovviste di ogni cosa. E’ vero: i buoni ci sono venuti in aiuto e noi li ringraziamo ancora una volta dal profondo del cuore, ma certo che se anche gli aiuti fossero cento volte superiori non varrebbero a riparare i danni riportati dal terribile disastro, danni che, per i vigneti, si ripercuoteranno nell’anno che comincia. Vediamo ogni giorno transitare carri carichi di pali secchi e di tronconi di viti. Sono le nostre povere vigne che, uccise dalla violenza degli elementi, scompaiono per lasciar posto al grano che forse renderà di più, assicurandoci almeno il pane.
       Che il 1952 sia migliore dell’anno che se n’è andato: è l’augurio che a tutti, vicini e lontani, porta il vero cuore del Bollettino. Migliore nel campo materiale, dandoci l’abbondanza dei raccolti, la salute e la liberazione dalle disgrazie; e nel campo spirituale portando un aumento di vita cristiana, unica garanzia di pace, di concordia e, se sarà necessario, di rassegnazione nei dolori che ogni anno porta inevitabilmente con sé. E sia anche, auguriamocelo di cuore, il 1952 l’anno della vera pace mondiale, la cessazione delle guerre e degli odi che dilaniano le nazioni, l’anno in cui il mondo possa raccogliere i frutti dell’Anno Santo.

       La «Tre sere»
       La «Tre sere» per i nostri giovani è stata un avvenimento mai visto che ha lasciato un intenso desiderio di ritorno. Davanti ad oltre un centinaio di giovani e di sposi attenti ed a volte commossi, si sono succeduti i bravi conferenzieri, pei quali è superfluo ogni elogio - il Rev.mo Can. D. Agostino Vigolungo, il Rag. Cesare Delpiano, il Dott. Prof. Edoardo Borra – trattando colla competenza che li distingue il tema: «Verso la tua famiglia». Il delicato problema dell’amore, sovente bistrattato e profanato in discorsi luridi da persone avvinazzate o laide, è stato sviscerato in ogni suo particolare e chi ha voluto capire s’è potuto fare un’idea di che cosa sarà per lui la famiglia che l’aspetta.
       Grande idea della famiglia, preparazione seria della medesima, conseguenze disastrose per la famiglia mal preparata sono gli insegnamenti principali scaturiti dalle tre magistrali conferenze dei bravi oratori. Speriamo che i nostri giovani ne facciano tesoro. E mentre ci ripromettiamo di raccogliere il desiderio di simili iniziative anche per le altre categorie di persone, mentre portiamo una parola di lode e di ringraziamento ai bravi giovani dell’Associazione di A. C. per la buona riuscita della loro iniziativa, ripetiamo ancora una volta il più sentito ringraziamento ai bravi e cari Oratori, ai quali preghiamo dal Signore quella ricompensa che noi non possiamo dare.

       La festa di S. Lucia
       Favorita da una giornata di sole primaverile la festa di S. Lucia ci ha fatto assistere al solito spettacolo di fede e di devozione alla cara Santa che si ripete ogni anno con notevole crescendo. Numerosi i forestieri, abbondanti le elemosine, segno di molte grazie ricevute od attese per intercessione della gloriosa martire siciliana. Anche i novellesi si sono fatti onore con una numerosissima Comunione a Messa prima alla Cappella.
       Come sempre succede, guastò un po’ la festa un ballo privato, mentre un manifesto che annunziava il ballo pubblico, che poi non ci fu, tenne lontano dalla festa molti devoti che temettero, come già è capitato in anni scorsi, di trovare chiusa la Cappella.

       La festa della Santa Infanzia
       In una recente lettera il Papa raccomandava e rendeva obbligatoria per tutte le Parrocchie, la festa della Santa Infanzia. Come al solito degli altri anni, noi la celebreremo nel giorno dell’Epifania (6 gennaio) e, in omaggio al comando del Papa, vorremmo che riuscisse anche più solenne. Perciò raccomandiamo che attorno all’immagine di Gesù Bambino ci siano tutti i nostri fanciulli, tutta la nostra Infanzia, compresi i nati di pochi mesi che le mamme, se il tempo lo permetterà, porteranno in chiesa a ricevere la speciale benedizione dei bambini. Le offerte saranno destinate per il riscatto di bambini infedeli abbandonati.

       I piccoli esercizi
       Anche quest’anno avremo il solito corso di Piccoli Esercizi Spirituali. L’epoca è fissata per l’ultima settimana di Gennaio o prima di Febbraio secondo le disponibilità del Predicatore. Raccomandiamo fin d’ora assiduità alle funzioni ed in modo speciale alle varie conferenze che saranno fatte per le diverse categorie di persone: Figlie, Donne, Uomini e Giovani.

       Il giornale parlato
       La domenica 30 dicembre, dopo i Vespri, avremo in Parrocchia una bella novità, mai vista a Novello: il giornale parlato. Che cos’è? Non saprei neppur io dirvelo con precisione, poiché l’ho mai sentito. Ciò che posso dirvi è questo: che sarà una magnifica serata con discorsi di valenti oratori di Torino, discussioni, films interessanti, interviste, ecc. Il tutto completamente gratis e libero per tutti. Certamente il locale non sarà sufficiente per contenere la folla degli uditori. Noi anticipiamo ai bravi organizzatori della simpatica sorpresa il nostro benvenuto coi più sentiti ringraziamenti.

       Abbonamenti
       In ogni famiglia che vuole essere cristiana dovrebbe entrare almeno un giornale cristiano. Grazie a Dio, oggi ce ne sono di giornali buoni. Ne indichiamo qualcheduno che fa più per noi: La Gazzetta d’Alba (settimanale: L 600); Il Popolo Nuovo (quotidiano: L. 5500); Il Nostro Tempo (settimanale); La Domenica (settimanale).
       Per i fanciulli: Il Vittorioso, Il Giornalino, Il Corrierino (settimanali); per le ragazze: Gioia (settimanale), oltre a tutti i magnifici giornali che l’Azione Cattolica manda ai suoi associati.
       Raccomandiamo poi in modo speciale agli amici delle Missioni: Crociata Missionaria, meravigliosa rivista illustrata il cui abbonamento costa appena L. 250 ed esce ogni 15 giorni, in 24 pagine, con interessantissime notizie di missioni, racconti di avventure e articoli istruttivi.
       Anche il nostro Bollettino «Luce e Forza» vuole essere raccomandato e letto. Purtroppo i tempi tristi che corrono, la deficienza di offerte, il costo della stampa e posta non permettono di farlo uscire, come una volta, ogni mese e con quattro pagine tutte nostre. Speriamo che, coll’aiuto dei buoni, questo ritorno non sia tanto lontano!

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La pagina della carità

       PER LA CHIESA: V. A. C. 1000; Pirra Giovanni (Serra) 1000; Abbona Antonio (in occ. Nozze figlio) 1000; Sobrero Domenico 1000; Maria e Germana Lemasson (in suffr.) 1000; N.N. (p.g.r.) 500; T. S. 1000; Gallo Battista 600.
       E i lavori progettati per la Chiesa? (Battistero – portale – zoccolo). Rispondo brevemente:
       Il Parroco almeno dieci volte ha sollecitato la Ditta che se n’era incaricata prendendo misure e promettendo un preventivo. Finora nulla. Provvederemo diversamente, e speriamo in qualche cosa di fatto almeno nel nuovo anno.

       PRO BATTISTERO: Roggia Mario:200; (in occas, batt.) N. N. 5000; G. V. 500.

       PRO BOLLETTINO: Vietto Giacomo 100; Vivalda Celso 500; Mascarello Guglielmo 200; Grisotto Domenico 100; Fam. Giordano 1000; Sobrero Catterina 250; Fam. Grimaldi P. 500; Gallo Sebastiano 200; Sappa Vincenzo 200; Raviola Stefano 100; Marengo Lorenzo 50; Sobrero Domenico 200; Gallo Giovanni 100; Grisotti Pietro 100; Taricco Angiolina 200; Giachino Giovanni 200; Musso Alfonso 500; Germana e Maria Lemasson 200; Borio Bartolomeo 200; Viglione Bonifacio 250; Novo Michele 500; Grisotto Francesco 100; Sangiano Massimiliano 200; Frat. Rinaldi 200; Manzone Domenico 220; Rinaldi Luigi 150; Montanaro Lorenzo 100; Tarditi-Vigliecca Quintina 500; Gallo Michele fu Michele 100; Marrone Giuseppe 200; Tarditi-Marrone Maddalena 200; Rinaldi Giovanni 200; Vietto Clemente 100; Manzone Giuseppe fu Seb. 200; Gallo Battista 400; Suor Saccato Margherita 300; Stra Pasquale 200; Tarditi Giuseppe (Podio) 200.

       PER OPERE PARROCCHIALI: Fam. Grimaldi Paolo 300.

       PRO ALLUVIONATI: Data la triste annata che ci privò di ogni raccolto, il Parroco non ebbe il coraggio di indire una raccolta di aiuti per gli alluvionati. Tuttavia visto che per opera specialmente del Sig. Pirra Giuseppe fu Giac. si era iniziata una colletta, volentieri la raccomandò in Chiesa. Le offerte private misero insieme L. 15.000 e oltre 25 Kg. Di ottimi indumenti che il Parroco versò alla Pontificia Commissione di Assistenza in Alba.

       A tutti gli offerenti giunga il plauso dei buoni e la riconoscenza dei beneficati.

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Nelle Frazioni

       BERGERA – Abbiamo ripreso da qualche settimana l’impegno di portare dalla Parrocchia la Messa Festiva a quella Cappella. Non è il caso di rilevare l’importanza di questa decisione che certo costa, specialmente al Parroco di salute precaria, sacrifici non comuni. L’abbiamo però fatto volentieri e confidiamo che il buon Dio ci conservi le forze per continuare. Purtroppo le Borgate, coll’occasione della Messa Festiva alla Cappella, vanno distaccandosi ogni giorno più dalla Parrocchia; nonostante il preciso ammonimento del Vescovo che concedeva la Messa festiva a patto che i Borghigiani (almeno gli individui validi) si portassero a Vespro in Parrocchia.
       La promessa non fu mantenuta e le funzioni parrocchiali sono una volta più disertate dai borghigiani che si vedono troppo di rado in paese. Ciò è a loro danno non solo spirituale ma anche materiale. Lontano dall’occhio, lontano dal cuore, dice il proverbio ed è logico che se si vuole ottenere qualche cosa, occorre farsi vedere, domandare, cooperare al bene del paese e non disertarlo del tutto per portare il nostro denaro in altri Comuni. Diceva un Parroco a parrocchiani che si trovavano in identiche condizioni: «La campana delle altre parrocchie non suona per voi, e quella della vostra parrocchia non la sentite».
       Ecco perché ci siamo decisi a portare la Messa festiva a Bergera: che è la borgata più importante. E vorremmo poterla portare anche nelle altre Borgate!
       Ne abbiamo sentita la necessità pur ringraziando sentitamente i sacerdoti che finora ci hanno sostituiti, per il bene operato e lo zelo impiegato per colmare la deficienza, consci anch’essi come sono, che la responsabilità per tutti i parrocchiani ricade sul Parroco.

       A PANEROLE. E vorremmo dire le stesse cose per Panerole, ove purtroppo oggi non possiamo provvedere come vorremmo. Auguriamo che almeno possano continuare ad essere serviti dai bravi Padri Giuseppini di Barolo, ai quali va la nostra riconoscenza.

       A MORIGLIONE. Continua la sua opera di apostolato missionario il Rev. Don Delrivo Francesco, anche se quest’anno, per non aver potuto riavere quella scuola, deve sottostare a gravi sacrifici. Speriamo che i buoni Borghigiani di S. Sebastiano e di S. Defendente ai quali egli dedica le sue cure affettuose sappiano comprendere la sua posizione e supplire alle deficienze.

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