(sonoro) Marzo 2019

da LUCE E FORZA di Marzo-Aprile 1952

LEGGE SUPREMA: EGOISMO

       «Initium sapientiae timor Domini!...»
       Nel riconoscimento della soggezione dell’uomo a Dio sta il principio della sapienza.
       Ma la «sapienza», almeno nella pratica, sembra avere oggi abbandonato gli uomini: la vita, così come essa si svolge, rivela negli individui e nei popoli assai scarso o nullo il senso della soggezione a Dio.
       Infatti, anche se, a proposito ed a sproposito, ci si richiama, universalmente e continuamente, anche da uomini di opposta sponda, alle massime evangeliche, in pratica si opera come se Dio non avesse dato agli uomini ed alle cose un ordine ed una legge da conservarsi e da rispettarsi; gli uomini si sono data una legge propria: la legge dell’egoismo!
       Questa la legge suprema!
       E la vita si è orientata così verso una concezione materialistica e pagana che infiacchisce le forze dello spirito, intorpidisce le coscienze ed oscura negli animi e nei popoli la visione del lecito e dell’illecito, dell’onesto e del disonesto.
       La vita è diventata così una studiata, assillante ricerca dei beni materiali, delle comodità terrene e di ogni soddisfazione lecita od illecita, senza riguardo alcuno ai diritti, alle necessità, alle sofferenze altrui.
       La vita è diventata così una ferocissima lotta, non importa se palese o mascherata, per avanzare gli uni sugli altri, per accaparrarsi beni e ricchezze, per assicurarsi o mantenere un predominio od un privilegio, comunque conquistati, in dispregio, forse anche, ai conclamati princìpi di onestà, di uguaglianza, di giustizia sociale.
       I valori dello spirito sono sopraffatti e calpestati dagli interessi materiali; tutto è sovvertito sino al punto che si legalizzano il sopruso, il furto, l’omicidio; si lodano, si esaltano, si premiano i malfattori; si ammirano, si incensano, si acclamano con l’orgoglioso appellativo di «grande» coloro che primeggiano nel mondo forse soltanto per la potenza bruta dei mezzi e delle armi o per l’avidità sfrenata di potere o di dominio.
       Arrivismi, soperchierie, crudeltà si susseguono come anelli di una catena che stringe, soffoca, recide ogni spirito di carità, ogni senso di fratellanza, ogni respiro alla vita.
       L’uomo non è più uomo, perché ha negato la luce della verità per sottrarsi alla legge di Dio. «Initium sapientiae timor Domini».
       La nostra crisi sociale, economica, politica è, quindi, anzi tutto, crisi di coscienza, è smarrimento dello spirito; è crisi dell’uomo in quanto razionale, pensante, volente, che, rinnegando o trascurando gli ideali superiori dello spirito, ha perduto la visione esatta di ciò che veramente è bello, buono, giusto.

       Qui sta la causa vera delle umane divisioni, la radice profonda di ogni odio; l’uomo ha voluto fare a meno di Dio!…
       E, tolto Dio dal cuore degli uomini, tolto Dio dai rapporti sociali, tolto Dio dalla relazioni fra i popoli, è tolta la legge. Ogni legge, perché legge non v’è se da Dio non attinge ragione, valore, forza.
       E senza legge non c’è ordine; senza ordine non c’è armonia, concordia, pace.
       La vera saggezza degli uomini e dei popoli sorge dalla loro spontanea, schietta, totale subordinazione a Dio.
       Soltanto in essa e per essa gli uomini gli uomini possono ritrovare il senso della propria dignità ed il valore della vita; il senso del dovere e del rispetto degli altri; il senso della fratellanza e della uguaglianza universale: quei princìpi, cioè, senza dei quali ogni costruzione sociale crolla, travolgendo nelle proprie rovine, generatrici di lutto e di pianto, popoli e popoli, e, talvolta, l’umanità intera. - G. C. («Gazz. d’Alba»).

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Dalla Parola del Papa

UN GRIDO DI RISVEGLIO

       oggi ascoltate dalle labbra del vostro Padre. Pastore di Noi che non possiamo restar muti ed inerti dinanzi ad un mondo, che prosegue inconsciamente per quelle vie, le quali menano al baratro anime e corpi, buoni e malvagi, civiltà e popoli.

       Ed ora è tempo, diletti figli! E’ tempo di compiere gli altri definitivi passi; è tempo di scuotere il funesto letargo; è tempo che tutti i buoni, tutti i solleciti dei destini del mondo, si riconoscano e serrino le loro file; è tempo di ripetere, con l’Apostolo «Hora est jam de somno surgere» (Rom. 13,11): E’ ora che ci svegliamo dal sonno, poiché vicina è adesso la nostra salvezza.

       A che gioverebbe lo scrutare le vie di Dio e dello spirito, se in pratica si eleggessero le strade della perdizione e si piegasse docile il dorso al flagello della carne? A che servirebbe il conoscere e il dire che Dio è Padre e gli uomini sono fratelli, quando di Lui si temesse ogni intervento nella vita privata e pubblica? A che varrebbe il disputare sulla giustizia, sulla carità, sulla pace, se la volontà fosse già risoluta a rifuggire dalla immolazione, il cuore determinato a rinchiudersi in glaciale solitudine, e se nessuno osasse per primo infrangere le barriere dell’odio separatore, per correre ad offrire un sincero abbraccio? Tutto questo non farebbe che rendere più colpevoli i figli della luce, ai quali sarà meno perdonato, se avranno meno amato. Non con questa incoerenza od inerzia la Chiesa mutò ai suoi inizi la faccia del mondo e si estese rapidamente, e perdurò benefica nei secoli, e riscosse la ammirazione e la fiducia dei popoli.
       Sia ben chiaro, diletti figli, che alla radice dei mali odierni e delle funeste conseguenze non sta, come nei tempi precristiani o nelle regioni ancora pagane, l’invincibile ignoranza sui destini dell’uomo e sulle vie maestre per seguirli; bensì il letargo dello spirito, l’anemia della volontà, la freddezza del cuore. Gli uomini da una tale peste ammorbati, quasi a giustificazione, tentano di circondarsi delle antiche tenebre e cercano un alibi in nuovi e vecchi errori. Bisogna dunque agire sulle loro volontà.

        Mano dunque all’aratro: vi muova Dio che tanto vuole, vi attragga la nobiltà dell’impresa, vi stimoli la sua urgenza; il giustificato timore del tremendo avvenire, che deriverebbe da una colpevole inerzia, vinca ogni titubanza e fissi ogni volontà. (PIO XII – 10 febbraio 1952).

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PAROLE DI VITA

       2 Marzo: DOM. I DI QUARESIMA. Vang.: Tentazioni di Gesù (Matt. 4, 1-11). La tentazione non risparmia nessuno e per di più ci assale sempre nel momento in cui siamo più deboli, fisicamente e moralmente. Il resistere o cadere nella tentazione dipende da noi, se ci siamo preparati ad essa con o senza la preghiera. Spesso si sente ripetere: - Eh, sì, è impossibile non cadere in certe tentazioni. - Per chi abitualmente non prega e vive come esseri «a strisciare condannati» sì, è impossibile non cadere, ma non a chi prega.
       9 Marzo: DOM. II DI QUARESIMA. Vang.: La trasfigurazione (Matt. 17, 1-9). Gesù, volendo confermare gli Apostoli nella fede in Lui, «li condusse in disparte» e si trasfigurò alla loro presenza. Se anche noi sapessimo qualche volta appartarci e «sentire solo Gesù», Egli si manifesterebbe alla nostra anima in tutta la sua gloria e noi spesso da tentennanti diventeremmo discepoli fedeli. Tutto sta lì, nel sapersi appartare. Oggi che tutto il mondo è dinamismo, un muoversi continuo, sembra che non ci si possa appartare un minuto per non essere travolti. Un esempio odierno. Penso che quanto di bene stia compiendo a Firenze, e non solo a Firenze, l’on. La Pira, sia tutto frutto di quell’appartarsi ogni mattina in una chiesa. In quella mezz’ora Cristo si rivela a lui. Si rivelerà pure a noi se sapremo appartarci con Lui.
       16 Marzo: DOM. III DI QUARESIMA. Vang.: Il demonio muto (Lc: 2, 14-28). «Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina» ammonisce il Maestro divino nel Vangelo odierno. Uniamo le nostre forze a quelle di tutti i cattolici militanti. Rispindiamo all’appello del Santo Padre. Sorgiamo dal letargo in cui siamo adagiati e operiamo da figli della luce nella giustizia, nella carità, nella verità.
       23 Marzo: DOM. IV DI QUARESIMA. Vang.: Moltiplicazione dei pani (Gv. 6, 1-15). Avvicinandosi il tempo pasquale, la Liturgia ci fa considerare questo brano del Vangelo, che ci mostra il Cuore di Gesù di fronte alle necessità umane e la sua onnipotenza; ed anche il desiderio di mostrare in figura quanto stava per fare in realtà. Dare se stesso in cibo all’umanità affamata di vita inestinguibile. Andiamo a Gesù e ogni nostra fame sarà saziata.
       30 Marzo: DOM. DI PASSIONE. Vang.: Gesù accusato (Gv. 3, 46-59). «Chi è da Dio ascolta la parola di Dio… chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno...» e ogni parola del Vangelo odierno è un ammaestramento. Non agiamo mai, come i giudei, con la forza quando la verità ci tocca da vicino e non vorremmo sentirla: «Diedero di piglio alle pietre»; ma lasciamo che essa lavori in noi con la sua grazia.

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TEMPO DI QUARESIMA: istruiamoci

Il tuo ideale: conoscere, amare, imitare G. Cristo

       La vita del cristiano deve essere spesa nel conoscere amare e imitare Gesù. La Quaresima che trascorriamo ne è il tempo più propizio. L’ignoranza di Gesù Cristo è quanto di più funesto ci sia oggi nel mondo.
       Nel Cenacolo poche ore prima della sua Passione, Gesù disse: «La vita eterna consiste in questo: che gli uomini conoscano Te, il solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo» (S. Giovanni 18, 3).

       Il tuo primo dovere è di conoscere Gesù. Non si deve ripetere di te ciò che diceva il Battista ai suoi contemporanei: «In mezzo a voi sta Uno che voi non conoscete» (S. Giov. 1, 26).
       Come ti curi di conoscere Gesù? Nicodemo, uomo facoltoso e membro del sinedrio, aveva un grande desiderio di conoscere Gesù e andò a trovarlo di notte per essere da lui ammaestrato.
       Zaccheo, per vederlo, non dubitò di salire sopra un albero; e tu che fai? Studi con amore la religione che parla di Gesù?
       Chi cerca Gesù lo trova. Chi vuole conoscerlo ci riesce. Ti ha lasciato una memoria di sé, scritta dai suoi stessi Apostoli e primi discepoli. Te l’ha conservata intatta in modo prodigioso per venti secoli. Leggendo il Vangelo, meditando i fatti che racconta, i discorsi che riferisce, tu verrai a conoscere Gesù. L’hai fatto? Hai letto con riflessione, almeno una volta, tutto il Vangelo e le Lettere degli Apostoli? Lo porti sempre con te il libro santo, od almeno lo tieni, fra i tuoi libri, nel posto d’onore? Mediti i misteri del Rosario che sono il compendio plastico del Vangelo, vorrei, dire, la vita di Gesù vista in proiezioni? Puoi dire di non essere ignorante colpevolmente? La dottrina cristiana ha un posto nella tua cultura, oppure nutri la tua intelligenza di tutto (spesso di porcherie) tranne che del vero?
       Chiedi nelle tue preghiere la grazia di conoscere sempre meglio Gesù?

       Dalla conoscenza, l’amore.Come si fa a non amare Gesù come uomo? Il cuore è fatto per amare tutto ciò che è bello e buono. Chi più buono e bello di Gesù?
        Gesù stesso si lagnava con S. Margherita Alacoque: «Gli uomini non mi amano, perché non mi conoscono». Se ci fosse in terra una persona in cui si unissero in perfetta armonia tutte le virtù e amabilità, chi potrebbe trattenersi dall’amarla? Ora in Gesù trovi una bellezza fisica, quale in nessun altro puoi trovare. Egli è figlio di una Madre Immacolata.
        Ma che dire della sua bellezza morale, della sua sapienza che attinge nella stessa visione della Divinità? «Nessuno ha visto il Padre – disse lui stesso – tranne il Figlio» (S. Giov. 1, 18). Che dire della sua bontà verso gli uomini, che chiama suoi fratelli? Specialmente verso i bambini, i poveri, gli ammalati, i peccatori, i suoi stessi nemici?
       Quando contempli il Figlio di Dio, inchiodato alla croce, morire per te, invocando perdono per chi è causa della sua morte, non puoi più restare indifferente. Se l’ultimo degli uomini avesse esposta la vita per strapparti dalla acque di un fiume, o dalle fiamme di un incendio, potresti guardare la sua fotografia senza sentirti commosso fino alle lacrime?
       «Mi ha amato ed è morto per me» (Galati 2, 20). Questo ricordo faceva vibrare d’amore tutte le fibre del cuore di S. Paolo. Ti ha amato e si è donato a te nella S. Eucaristia. Neppure tuo padre e tua madre ti hanno voluto così bene! Quanto amore in Gesù! Egli è tutto amore. Anche quando ti vieta qualche cosa che ti piace, è guidato dall’amore. Sa che ti nuoce, e perciò te lo proibisce.
       Amalo dunque di ricambio, amalo con tutto il cuore, sopra ogni cosa; e nelle tue azioni cerca di fargli piacere. Certamente se lo conoscerai a fondo, non mancherai di amarLo.

       «Io vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io, così facciate anche voi!» (Giov. 18, 15). Vuole essere da te imitato. «Ogni cristiano – dice S. Gregorio - deve essere pittore, per copiare in sé Gesù Cristo». Un pittore che dipinge non su tela, ma sulla propria anima; e dipinge non con colori morti, ma con tratti vivi. Rivivere la vita di Cristo, lasciare che Egli continui a rivivere in te. Divenire come un prolungamento della sua vita: ecco il tuo ideale.
       Quindi il tuo modo di pensare, quello di Cristo; i tuoi desideri, i desideri suoi; il modo di operare, quello di Gesù.
       Nelle tue occupazioni non devi perdere di vista Gesù. Anzi in ogni circostanza devi chiederti: come farebbe Gesù al mio posto? Non potrai che operare bene.
       Il ricordo, inoltre, deve essere un ricordo gioioso, pieno di amore, che ti porti a desiderare l’unione , anzi la fusione con Lui.
       L’amore o trova simili o fa simili. In chi ama, è una necessità imitare la persona amata. Vestire la divisa del proprio Capitano, è un onore per il gregario; essere dove Egli è e fare ciò che Egli fa è il suo vanto.
       Sii umile e mite di cuore come Lui. La carità sarà il tuo distintivo: «Da questo vi riconosceranno: se vi amerete!».
       Se non lo sei ancora, iscriviti all’A. C. e sii fedele a tutte le direttive. Soprattutto ti ripeto: «Conosci bene Gesù Cristo». Quando l’avrai conosciuto, non potrai non seguirlo nei suoi esempi ed amarlo con tutte le tue forze.

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19 Marzo: SAN GIUSEPPE

       è lo sposo, custode e difensore della SS. Vergine, padre putativo di Gesù, Capo della S. Famiglia.
       La liturgia ci dice: «Il Signore lo amò e lo onorò, gli pose in dosso vestimenti gloriosi». Tutti i più grandi santi non possono vantare titoli onorifici – diciamo così – che vanta San Giuseppe. Perciò se grande è presso Dio, sarà pure potente. S. Teresa diceva di non aver mai chiesto grazia alcuna a S. Giuseppe, senza averla ottenuta. Facciamone anche noi esperienza.

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IN PARROCCHIA

       Una risposta a tanti lettori. Perché il Bollettino esce così di rado? Risp. — Il Bollettino esce regolarmente ogni due mesi, e purtroppo non può più essere tutto locale. Il motivo è da cercarsi nell’aumento delle spese di stampa e di posta che portano il costo a oltre 4.000 lire per numero. Se si stampasse ogni mese con quattro pagine nostre, come una volta, la spesa salirebbe a oltre 10.000 lire, il che sorpassa le nostre possibilità, tanto più in quest`anno in cui, causa la triste annata agricola. le offerte sono assai diminuite.

       Gli Esercizi. Predicati nella settimana 10-17 Febbraio con vero zelo apostolico da un bravo Padre Gesuita hanno avuto esito consolantissimo.
       Speriamo che la nostra gente vada convincendosi sempre più che «non in solo pane vivit homo» ma che ha oggi più che mai bisogno dl spirito, di soprannaturale. di istruzione religiosa, Non c'è mai stata tanta roba, mai tanto denaro, mai tanto benessere materiale ed insieme non cè stata mai tanta paura del domani, tanta preoccupazione per vivere, tanto disagio e diciamo pure, tanta miseria materiale morale e spirituale.

       Per Pasqua. Anche quest’anno avremo le Quarantore pasquali nei giorni 7-9-9 Aprile (lunedì-martedì-mercoledì) della Settimana Santa. Verrà tra di noi un bravo Padre Giuseppino di Pocapaglia che si fermerà, speriamo, tutta la settinana; terrà il discorso della Passione e sarà valido aiuto per le Confessioni.
       Daremo a tempo il programma e l’orario della Santa Settimana che speriamo vorrà essere una nuova spinta al rinnovamento spirituale di cui anche la nostra Parrocchia sente il bisogno.

       Per S. Giuseppe. E’ cominciato da parecchi giorni il mese in preparazione alla bella festa del santo più popolare e più caro alle famiglie cristiane.
       Per noi S. Giuseppe è anche il Patrono della compagnia degli Uomini che, in modo lodevole ne celebrano la memoria aprendo, colla solenne processione, la serie annuale delle festività religiose. Anche quest’anno precederà il triduo predicato e possiamo dire fin d’ora che gli argomenti saranno del massimo interesse. Non dubitiamo della frequenza dei bravi uomini.

        Catechismo quaresimale. Colla prima settimana di Quaresima è cominciato il Catechismo agli scolari. Si tiene tutti i giorni, eccetto il giovedì, alle ore 15,30 dopo la scuola. Lo raccomandiamo vivamente ai genitori sia per la frequenza che per lo studio.

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La pagina della carità

       PER LA CHIESA: R. G. M. 600; Abbona Celso 400; Giachino Giacomo 1000; N. N. 1300; Con. Capra 500; T. G. 500; Fam. Rag. Sarzotti 1000; Ines Perotti Tarditi 500; L. P. 500; Tarditi Luigi 500; Per comps. Vertenza Tarditi-Tarditi 1000; Ravinale Angelo 500; Fam. Colonn. Maffei (Bari) 500; Grisotto Domenico 500; Sobrero Catterina 200; Stra Luigi 350.
       Finalmente possiamo dare la attesa notizia che il nuovo Battistero sarà quanto prima un fatto compiuto a decoro della nostra bella Chiesa. Il Parroco ha chiuso il contratto con una rinomatissima Ditta e può garantire, poiché l’ha già visto in parte, che sarà un’opera artistica. La spesa si aggirerà sulle 300 mila lire e forse più poiché resterà da rifare il bassorilievo in stucco, in sostituzione dell’attuale veramente indecente. Vedremo se sarà meglio porre un artistico quadro a olio o sostituire l’attuale con un altro bassorilievo più bello.
       Il lavoro sarà iniziato dopo Pasqua. Veramente, dirà qualcuno, non era l’anno da spendere tanto denaro, a meno che il Parroco non l’abbia già in tasca. No, il Parroco non l’ha in tasca, poiché i fondi della Chiesa sono affidati a solido Istituto di risparmio e attualmente la somma raggiunge circa L. 200 mila. Per quanto manca si vedrà di provvedere. Ma il Parroco confida nell’aiuto dei buoni che è mai mancato e spera che il Signore ci venga incontro con una buona annata agricola che non ci porti più via in pochi minuti tanti milioni.
       Le offerte che il Parroco spera non mancheranno anche in tempi difficili come i presenti saranno una garanzia ricordando che proprio nelle epoche tristi sono nate e nascono le opere di Dio.

       PER L’ASILO: Per composizione pacifica vertenza: Tarditi-Tarditi L.2000; Pressenda-Taricco L. 10.000.
       Non abbiamo parole sufficienti per dare la lode meritata alle brave persone che con sentimento cristiano, passando sopra a piccole animosità che potrebbero dar luogo a liti logoranti, transigono le loro vertenze a beneficio delle opere di beneficenza.

       PER IL BOLLETTINO: R. G. M. 400; Abbona Celso 200; Fam. Rainelli (Torino) 200; Conterno Francesco 400; Bo Costanzo 200; Abbona Antonio 200; Settime G. B. 100; M. M. 500; Stra Ottavio 200; Allaria Luigi 400; M.a Borio Tarditi Carla 500; Frat. Principiano 200; Passone Lorenzo 100; Tarditi G. B. 100; Cogno Giovanna Ved. 400; Tarditi Margherita Ved. Angelo 300; Boggione Giuseppe 100; Prof. Fantino Luisa (Torino) 500; T. S. 300; Tarditi G. Ludovico 200; Con. Capra 200; Conterno Bagnasco Rosa (stazzano) 500; Tarditi-Tomatis Onorina (Cuneo) 200; Prof. Tarditi Alfonso (Genova) 500; Fam. Rag. Sarzotti (Torino) 500; L. P. 500; Galfrè Maria 200; Dott. Rosso Gaspare (Firenze) 1000; Tersiglio Carlo (Torino) 200; Cogno Agostina 200; Sobrero Garabello Catterina 250; Bozzone Giuseppe (Moriglione) 100; Fam. Dellorto (id) 200; Bozzone Bartolomeo (id) 150; Frat. Rovella (id) 300; Antonione Lucia (id) 100; Marengo Francesca (id) 100; Rovella Domenico (id) 100; M.a Barberis Maria 200; D. Francesco Delrivo (id) 500; Baroero Giulio (id) 200; Marengo Maria (id) 100; Spinardi Giuseppe (id) 100; Bozzone Carlo (id) 50; Civallero Giuseppe (id) 100; Capit. Fiorina Marco (Teramo) 500; Tarditi Luigi 500; Cabutto Alessandro (Bra) 200; Ravinale Angelo 500; Con. Gindri-Saccato (Torino) 400; Con. Col. Vincenzo e Ida Maffei (Bari) 300; Blengino Giovanni 100; Galliano Pietro 500; Passone Angelo (Genova) 300; Degiacomi Filippo 500; Degiorgis Corrado (Barolo) 100; N. N. 500; Cav. Anselma Pasquale 500; Sanino Giov. Esercente 350; Borio Domenico (Francia) 400; Stra Luigi 350.
       A tutti i generosi offerenti ed in modo speciale ai buoni Borghigiani di Moriglione ed al loro Cappellano animatore, i più sentiti ringraziamenti.

       PRO OPERE PARROCCHIALI: M.a Borio Tarditi Carla 500; Frat. Principiano 500; Conterno Bagnasco Rosa 1000; Prof. Tarditi Alf. 500; Prof. D. Antonioo Toppino (Varallo) 1000; Degiorgis Secondo (in suffragio) 500.
       Sostenere le opere parrocchiali è una tra le più meritorie che fa partecipe del bene che esse operano.

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In Paese – Notizie varie

       Novità – La Gazzetta d’Alba ha già data la notizia. Finalmente anche Novello ha il suo piccolo molino. Diciamo «piccolo» poiché, come tutte le cose, è nato così e per ora si limita alla molitura del fabbisogno per il bestiame e della meliga. Col tempo crescerà e noi auguriamo ai coraggiosi iniziatori della bella opera, il Cav. Anselma ed il Sign. Passone Fiorenzo, i migliori affari.

       Conferenza agraria – Domenica 27 febbraio furono tra noi il Sig. Dott. Pietrasanta, dirett. Della «Feder. Prov. Coltivatori Diretti» ed il Prof. Monchiero dirett. Del «Coltivatore Cuneese». Con parola facile e convincente hanno trattato davanti a numerosi agricoltori importanti temi quali l’antigrandine, l’esenzione dalle imposte e contributi unificati, a cui crediamo aver diritto in seguito ai noti disastri dell’anno scorso, la mutua antincendi ecc.. Ringraziamo sentitamente i bravi oratori, augurandoci che i nostri agricoltori capiscano finalmente la necessità di unirsi nella convinzione che nessuna categoria di lavoratori puà costituire una forza numerica e potente come gli agricoltori per la difesa dei propri diritti troppo sovente misconosciuti o calpestati.

       Si metterà l’antigrandine? - Certo se tutti lo vorranno, come si spera. Siamo ancora lontani dai temporali e abbiamo tutto il tempo. Il Comitato lavora e spera che parte del denaro che già si è venuto distribuendo e quello che si distribuirà ancora potrà essere utilmente e ragionevolmente impiegato in questa così utile opera che, speriamo, salverà coll’aiuto di Dio, da altri disastri le nostre campagne così duramente provate nell’anno testé decorso.

       Un fatto che, meditato, può fare del bene anche a noi. Il Popolo Nuovo (giornale della Democrazia cristiana che non ci stanchiamo di raccomandare) ha portato giorni fa la relazione del seguente fatto: in un paese, press’apoco nelle nostre condizioini, si sono invitati i cittadini a tassarsi per l’imposta famiglia secondo la coscienziosa valutazione delle proprie possibilità. L’esito fu oltre ogni previsione: il gettito dell’imposta volontaria sorpassò di due terzi la somma sperata.

       Il cinema. Una chiarificazione che crediamo necessaria. Il Padre predicatore degli Esercizi ha ripetuto più d’una volta che il Cinema può essere occasione di male ed ha veramente ragione. Finché il nostro popolo è rimasto attaccato alle tradizioni famigliari dei nostri vecchi non si sentì parlare di Cinema, specie nei nostri paesi. Oggi però le cose sono purtroppo cambiate e non in meglio.
       In modo speciale la gioventù non ama più circondare il focolare domestico e rimanere in casa. Vuole uscire, vuole divertimenti e purtroppo se non trova nulla in paese, sconfina in cerca di soddisfazioni e svaghi non sempre leciti.
       Ecco il perché del sorgere di tante sale parrocchiali in cui si cerca di contenere il Cinema nei limiti di una discreta tolleranza onde impedire maggior male. Di qui due conclusioni:
       1° Può il Cinema garantirci che non ci sia mai alcuna scena che non è desiderata da coscienze veramente cristiane? Certo che no. I films non li facciamo noi e purtroppo gli attori cineasti non hanno quella delicatezza di coscienza in materia di morale che noi desideriamo. Occorre scegliere tra i meno cattivi ed a volte si resta ancora delusi. Perciò la nostra raccomandazione: Non credere che il Cinema sia maestro di moralità e non stupirci se qualche cosa di meno adatto scappa fra le righe e soprattutto non credere che si possa far tutto ciò che si è visto sulla schermo.
        2° Possiamo lasciare andare tranquillamente al Cine i nostri figli e figlie, e qualche volta andarci anche noi? Rispondo:
       Se potete tenerli a casa tanto meglio. Se no e se credete che qualche volta la concessione sia un premio, non fate male, sempre tenendo presente le riserve di cui sopra. Non è poi male se persone che non hanno mai visto un film si permettano di rompere qualche volta il cerchio chiuso della loro vita. Anche il Cine, frequentato con prudenza e purità di intenzione può essere utile ed istruttivo.
       Si esce un po’ dal nostro mondo e s’impara a conoscere tante cose. Senza aggiungere che anche il Cine, come il teatro, ha scopo di beneficenza.

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Giornata universitaria

       La Domenica di Passione (30 Marzo) si celebra in tutta Italia la Giornata di preghiera e di offerte per l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
       Mentre raccomandiamo la cosa al buon cuore di tutti i parrocchiani, crediamo bene dare qualche notizia relativa:
       1° - Ricordare che dare all’Università Cattolica (unica in Italia) è fare opera di sommo interesse nostro e della Patria. Se oggi in Italia, non ostante i disagi ed i malcontenti, che non mancano mai, si gode ancora una piena libertà, se si vive a casa nostra padroni di quanto abbiamo, senza persecuzioni, lo dobbiamo all’Azione Cattolica di cui l’Università di Milano è fiera sostenitrice, preparando nel culto della religione e della giustizia gli uomini che hanno in mano i nostri destini civili.
       2° - Attualmente gli studenti all’Università del S. Cuore sono 7184 (4380 unomini – 2804 donne). L’Università ha speso nell’anno testé decorso 20 milioni in sole Borse di studio. La Biblioteca conta 552.087 volumi; ed i laureati a tutt’oggi sono 6542, dei quali molti deputati e altri disseminati nella scuola come professori.

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