(sonoro) Giugno 2019

da LUCE E FORZA di Settembre-Ottobre1952

Ricordati di santificare la festa

       Domenica!
       Il riposo delle opere servili è comandato in questo giorno, sotto grave obbligazione, a tutti i lavoratori. Esso ha per fine di procurare in primo luogo il necessario ristoro alle forze fisiche; ma tende ancor più ad offrire a tutti la possibilità di attendere con pace alle cose dello spirito.

       Modo di santificare la festa

       Ogni Idomenica deve essere per tecome una piccola Pasqua di Risurrezione, preceduta dalle funzioni di purificazione, proprie della settimana Santa.
       Ogni Domenica deve segnare una tappa nella tua ascensione spirituale. Perciò la Confessione settimanale è un buon mezzo!
       L’abito che indossi la Domenica sia perciò distinto e conveniente alle grandi azioni, che dovrai compiere in quel giorno santo.

       La Messa parrocchiale

       In quel giorno si celebra, nella tua Chiesa, la Messa Parrocchiale.
       Procurerai , se ti è possibile, anche con qualche incomodo, di assistervi. E’ la Messa celebrata dal Parroco in nome e per tutto il suo gregge, nella quale viene data comunicazione degli ordini delle Autorità Ecclesiastiche, delle lettere del Papa e del Vescovo, e si fa una spiegazione più ampia del Vangelo.
       E’ bene poi che, almeno in questo giorno, assista alla Messa in modo liturgico, seguendo il Messalino.

La spiegazione della Dottrina Cristiana

       Non si deve pensare che, udita la Messa, abbia adempiuto interamente il comando divino di santificare la Festa. Il Catechismo ti avverte che il cristiano, di Domenica e nelle altre Feste di precetto, deve compiere opere di pietà e di religione, specialmente assistendo alle funzioni sacre, alle prediche e al catechismo.
       Non ti illudere di conoscere già abbastanza la tua religione. Alessandro Manzoni, anche in tarda età, andava ogni Domenica ad udire la spiegazione della dottrina cristiana dalla bocca del suo Parroco, nella Chiesa di S. Fedele a Milano.

       Il Vespro

       S. Francesco di Sales, il gran Maestro della vita devota, ti avverte che «nelle Domeniche e nelle Feste bisogna assistere alle Ore Canoniche e al Vespero, se ti è permesso dalla tua condizione; perché tali giorni sono destinati a Dio, e perciò bisogna che le opere, in suo onore e gloria, siano di più che negli altri giorni.
       Sentirai così le dolcezze della devozione, come le gustava San Agostino, il quale nelle sue Confessioni ci assicura che, assistendo ai divini Uffici, in principio della sua conversione, il cuore gli si scioglieva in dolcezza, e gli occhi gli si riempivano di lacrime do commozione.
       Poi, lo dico una volta per sempre, si gustano consolazioni maggiori con l’assistere ai divini Uffici della Chiesa, che con gli atti privati, perché Dio ha ordinato che le preghiere in comune siamo preferite sempre a quelle in privato». (Filotea, cap. 15).

       La domenica e la famiglia

       La Domenica non è solo il giorno del Signore, ma anche quello della famiglia.
       Tutti i membri di questa, liberi dalle ordinarie occupazioni, possono trovarsi per passare assieme buona parte della giornata e godere dell’intimità della famiglia.
       Coopera anche tu a rinsaldare i vincoli che ti legano ai tuoi cari, e cerca di trascorrere volentieri in famiglia tutto il tempo che hai libero dalle opere di bene. Procura, anzi, con le tante industrie che un cuore delicato e generoso sa suggerire, di rendere più soave e lieto il nido domestico.

       La domenica e il divertimento

       Secondo l’ordine del Signore, il giorno festivo è il giorno di riposo dalle fatiche della settimana. Anche l’onesto svago, che non distolga dalle pratiche religiose, né dalla vita della famiglia, può entrare a far parte del programma domenicale.
       Ma guardati, ti supplico, dal seguire il costume dei mondani, che purtroppo sono la più grande parte. Essi, con le mode, con i divertimenti, colle mille futilità, sono riusciti a mutare il giorno del Signore in quello di Satana e della rovina delle anime.

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Avete visto la carità

       Interessante il dialogo con un parroco di campagna.
       — Ma come vivete, signor Parroco?
       — C'è un giardino che coltivo nelle ore libere. Mi dà dei bei legumi, un po’ di vino dei fiori per la chiesa.
       — Mi pare che non beviate vino.
       - Non ne bevo. Ci si abitua. Tuttavia bisogna pur comperarne per le visite, per i cantori. Perché qui, quando non si offre vino, si é senza onore.
       - E carne, signor Parroco, ne mangiate tutti i giorni?
       - Ohl una volta la settimana. La domenica. Io non ci tengo, non è una privazione. Ho faticato a convincere la persona di servizio.
       - Una sottana costa molto, signor Parroco?
       - Non ne so nulla. Mi hanno offerto questa. Non ne ho ancora comperate.
       — Lo potreste?
       - Non ora, di sicuro. Ma più tardi Dio provvederà.        Arrossì e cercò di cambiare argomento.
       Sulla strada del ritorno, incontro una povera vecchia che spingeva una carriola. Portava un bel paio di guanti di lana. La complimentai.
       - E’ un regalo del parroco, mi disse. Perché ho sempre le mani gelate appena c‘è dell’ombra.
       Quel prete aveva caldo e freddo per gli altri, e anche fame e sete.
       Avevo visto una immagine della carità.
       Molti dimenticano che di preti così ce ne sono anche nelle nostre campagne o montagne d’Italia.

NATIVITA’ DI MARIA SS.ma

       Quando dal Paradiso terrestre Iddio cacciò i primi uomini, annunciò la sua vendetta al serpente: «Porrò inimicizia tra il tuo seme e quello della Donna: essa ti schiaccerà il capo».
       La Donna preannunciata come rivendicatrice dei diritti divini apparve, nella pienezza dei tempi, rivestita delle nostra fragile natura. Le apparenze, infatti, la dicevano figlia dell’Eva antica, ma attorno alla culla, vegliata da Anna, aleggiavano gli Angeli santi, sorpresi per la grazia divina di cui era ricca l’anima di quella Bimba nella quale s’era riversato il Cielo.
       L’Angelo della Annunciazione poteva fin d’allora inchinarsi innanzi a Maria e salutarla: Ave, o Piena di Grazia! Il Signore è con te!
       «L’immensità di grazia e il fulgore della virtù» di Maria non venne offuscato o ridotto dalla colpa originale che Maria non contrasse, per privilegio specialissimo concessole da Dio
.
       «Sei tutta bella, o Maria, e non v’è in te macchia alcuna».
       La Chiesa esulta e canta: «La tua nascita, o Vergine, apportò gaudio al mondo universo».
       Appariva l’alba del giorno che avrebbe visto la Redenzione, la disfatta di satana e la vittoria piena di Maria.
       Chiniamoci devoti presso la culla della Santa Bambina e preghiamo. I tesori di grazia che sovrabbondano in Maria fluiscano dalla sua alla nostra anima, così povera, così disadorna, a volte persino lacera e macchiata. Non c’è preghiera umile che non venga accolta ed esaudita da Lei, rifugio dei peccatori, nostra vita e nostra speranza.

Ritornato Sodoma e Gomorra

       Il grande cardinal Tedesco Fauhaber, Arcivescovo di Monaco, non poté impedirsi in un suo discorso di fine d’anno nel 1928 di fare questa constatazione dolorosa:
       - C’è un nuovo paganesimo dei nostri giorni, una tale brutalità, una tale audacia nel peccato, un tale straripamento di immoralità che, nel giorno del giudizio, Sodoma e Gomorra saranno ritenute meno colpevoli degli odierni popoli europei.
       Sodoma e Gomorra erano due città di cuii parla la Sacra Bibbia, che per la loro immoralità il Signore aveva deciso di distruggere con una pioggia di fuoco. Il santo patriarca Abramo cercò di intercedere presso il Signore per salvare le due città, dicendo:
       - Ci saranno bene almeno cinquanta giusti… E Tu, o Signore, farai perire anche i giusti per colpa dei peccatori?
       Ma cinquanta giusti non c’erano più. Non ce n’erano neppure quaranta, neppure trenta, neppure 20, neppure 10. E il Signore comandò che l’unica famiglia di giusti che vi era, la famiglia di Lot, uscisse dalla città, e poi distrusse Sodoma e Gomorra.

***

       Oggi, nonostante l’opera della Redenzione, l’uomo scende nuovamente verso una generale immoralità e si rende più colpevole di Sodoma e Gomorra dato che è maggiormente consapevole delle sue colpe.
       Come è giunto il mondo a tanta sfacciataggine di trasgredire pubblicamente e senza rossore i due comandamenti della purezza 6° e 9°?
       Seguiamo i suoi passi:
       Un tempo la donna che si dava la cipria era considerata una cortigiana. Oggi nessuna donna esce senz’essere imbellettata.
       Un tempo la donna non si guardava allo specchio che in camera sua, adesso essa vi si rimira ovunque.
       Un tempo l’occupazione unica della donna era la casa, i figli e la cucina; oggi cerca di imporsi con il ballo, il vestito, la sigaretta, la disinvoltura più spinta e la libertà di parola e di gesti.
       Un tempo il legame familiare era sacro per tutti; oggi il divorzio è cosa legalmente ammessa dai governi di vari paesi e non è più cosa che stupisca. In questi paesi le donne dicono senz’ombra di imbarazzo che per loro il primo matrimonio non è che una piccola esperienza.
       Una volta chi si rendeva colpevole pubblicamente di infedeltà coniugale era sfuggito dalla buona società e costretto a vivere nell’ombra. Oggi l’infedele primeggia nei circoli mondani, presenta la sua nuova compagna con la massima disinvoltura e i gioornali esaltano le gesta di simili pubblici peccatori.
       Quale distanza fra il senso morale di un uomo di oggi e quello di un uomo di una volta. Una volta si considerava come una vergogna da tenersi ben nascosta una vittoria subita dalla carne sullo spirito; l’immoralità era denunciata come un peccato. Oggi è la carne che domina e tutto è messo in opera per l’esaltazione del senso e la mortificazione dello spirito.

***

       Ci si è giunti ripudiando poco alla volta i comandamenti divini.
       Ma questi comandamenti sussistono ancora ed essendo stati fatti da Dio, sapienza infinita, mantengono il loro valore e non impunemente si possono trasgredire a lungo in modo sfacciato.
       Ricordiamo Sodoma e Gomorra.

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       Ringraziamenti. Il Parroco, nell’impossibilità di ringraziare particolarmente quanti in occasione del suo onomastico gli hanno rivolti auguri e fatte preghiere, incarica il Bollettino di far pervenire a tutti i sensi della più sentita riconoscenza, ricambiando auguri e promettendo preghiere.

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IN PARROCCHIA

       Carissimi parrocchiani,
       Non vi stupirete se una volta tanto il Bollettino tratta di argomenti non del tutto religiosi. Vedo che i vari Bollettini delle Langhe da tempo prendono attiva parte alla battaglia incruenta che si sta combattendo a favore della rivalutazione di questi nostri paesi, ormai troppo dimenticatl e travagliati da crisi dolorose come quella del vino, della frutta, delle imposte che crescono mentre le entrate diminuiscono, ecc. Mentre la pianura é in fase di fortuna, la povera Langa deperisce giorno per giorno per mancanza di aiuti ed anche per deficienza di provvide iniziative.
       Credo di non fare dispiacere a nessuno accennando a qualche problema che ci interessa più da vicino.
       Fortunatamente noi non abbiamo da risolvere il grave problema delI`acqua che invece manca nella maggioranza del Comuni della Langa. II sottosuolo dl Novello è ricchissimo d’acqua ottima e leggera. Basta cercarla per trovarla con sicurezza. Perciò niente a ridire se Novello è estraneo al progetto di cui oggi tanto si parla: l’acquedotto delle Langhe. E quando si ha in abbondanza acqua potabile e fresca a portata di mano è ridicolo desiderare l’acqua che vien da lontano naturalmente calda e non sempre bevibile che viene a costare un occhio della testa.
       E’ anche per questa situazione di privilegio che a Novello tornano volentieri i forestieri che ci son stati una volta. Aria, acqua, pace. salute e buon trattamento sano i fattori che dovrebbero fare di Novello la meta ambita di numerosi villeggianti che amano star bene e spender poco. Ma c’è, dicono i forestieri, un grave inconveniente: la mancanza di alloggi.
       Non sarebbe una bella cosa se, come in altri paesi, si formasse una "Pro Novello” col programma di valorizzare le risorse del nostro paese, che sono molte? Non sarebbe bello se, ogni famiglia che lo può, pensasse, sia pure lentamente, a provvedere un alloggetto ammobiliato per una brava famiglia di villeggianti? Dico brava famiglia perché naturalmente il Parroco non può desiderare e tanto meno collaborare a preparare il posto a gente che venisse a Novello a dar scandalo colla moda nudista o con divertimenti che la Chiesa non può approvare. Ma, viva Dio, che di villeggianti buoni ed esemplari ce ne sono ancora tanti! Gente che dà buon esempio, che porta il benessere materiale insieme al benessere morale, due cose che non vanno mai disgiunte se di vuole andare avanti bene. Ed ecco quale sarebbe l’augurio del Parroco per questo caro paese per il bene del quale il Parroco non si sente secondo ad alcuno.
       Discuteremo, se vi piace, questi ed altri problemi sul Bollettino nella certezza che in un vicino o lontano domani le nostre discussioni possano fruttare qualche cosa.
       Una cosa certo ci auguriamo fin d’ora ed è che cessi l’esodo di troppa gente verso la città il cui falso miraggio abbaglia purtroppo tanta gente e tornino alle nostre belle campagne, che anno per anno vanno attrezzandosi contro i pericoli, le valide energie che le dolorose vicende di questi ultimi anni ci hanno strappato.

Le nostre feste

       Il Carmine. Com’è stato pubblicato nell’ultimo Bollettino quest’anno la festa del Carmine è stata anticipata alla dom. 13 luglio. Come al solito riuscì solenne per quanto comportano le nostre possibilità. Tenne il discorso il Direttore della nostra Lega di Perseveranza Rev.mo P. Viglietti S. J. E furono degni Priori i coniugi Tarditi Giuseppe fu Gaspare e Versio Clementina, che oltre al familiare e signorile ricevimento in casa loro hanno offerto alla Chiesa la somma di L. 10.000 più L. 1000 per il Piccolo Clero, ed inoltre vollero a cordiale simposio anche la Cantoria maschile che aveva disimpegnato con soddisfazione il servizio musicale. Ai buoni Priori ripetiamo il cordiale ringraziamento mentre abbiamo affidato ai registri della Parrocchia la loro memoria che sarà di esempio ai posteri.
       Numerosissima la Comunione, solenne la Processione. A nuovi Priori per l’anno 1952-53 furono chiamati i Sigg. Sangiano Luigi fu Lorenzo e Sangiano Luigia in Taricco, rispettivamente fratello e zia del Rev. Suddiacono Sangiano Federico dei PP. Somaschi che al Carmine del 1953 ci porterà la sua Prima Messa, dando così maggior solennità alla nostra Festa. Auguri e voti per tutti.

       La festa di S. Anna. Come pure avevamo annunziato la festa delle onne doveva quest’anno coincidere col triduo ai reduci predicato dal bravo Cappellano militare D. Testa dei Giuseppini di Murialdo, che all’ultima ora dovette invece recarsi a Roma chiamato dal suo Superiore.
       Ci rincrebbe per i nostri bravi reduci che l’avrebbero sentito volentieri. Speriamo che la cosa sia semplicemente rimandata.
       Alle Donne parlò il Parroco certo con meno eloquenza ma forse con maggior praticità, nel senso che il Parroco, come il medico di famiglia, conosce di più le malattie spirituali del suo popolo e più facilmente può porre il dito sulla piaga. E di piaghe spirituali, che peraltro abbondano ovunque, il Parroco ne accennò parecchie parlando dei doveri della donna come individuo, come membro di una famiglia, e di una società.
       Fu Priora emerita della Compagnia la Sig.ra Stra Busso Catterina dei Ciochini che con rincrescimento non potè prender parte alla bella festa, causa un incidente che le slogò un braccio. Fu ricordata dalle Consorelle anche per la generosa offerta fatta alla Chiesa di L. 2.000 in denaro ed una cartella al portat. Cons. 3,50 per cento del valore nominale di L. 2.000. A lei i più sentiti ringraziamenti anche per la diligenza nel compimento degli oneri annessi alla carica e auguri di pronto ristabilimento.
       Entra a Priora per l’anno venturo la Sig.ra Passone Vacchetta Lucia e fu nominata Sotto-Priora la Sig.ra Passone Montanaro Maria alle quali facciamo auguri di buon Priorato.

       Alla Crocetta.L’annuale festa del 2 Agosto alla cara Cappella della Madonnina per l’acquisto della Indulgenza della Porziuncola richiamò anche quest’anno numerosi i devoti della Madonna. Fu Priore della festa il Sig. Tarditi Francesco che fece la bella offerta di L. 5.000 e Sotto Priore il Sig. Cogno Gioachino che coadiuvarono efficacemente la Famiglia Tarditi della Fracchia per la buona riuscita, ed effettuarono per la prima volta la colletta per la Cappella.
       Col loro aiuto furono anche organizzati divertimenti popolari ed indetto un torneo alle bocce che si protrasse per diverse domeniche. Anche a loro, insieme alla emerita Fam. Tarditi, il dovuto ringraziamento e le benedizioni della Madonna. Fu chiamato a Sotto-Priore il Sig. Tarditi Pietro delle Strette. A tutti i nostri auguri.
       Aggiungiamo a titolo di cronaca che più di una persona ha espresso il voto che la festa della Crocetta possa diventare la festa del paese, poiché questa non può essere celebrata a fine Settembre in occasione della solennità di S. Michele Arcangelo e tanto meno a S. Lucia. Volentieri diamo la nostra adesione aggiungendo che la benedizione del bestiame che si dà il giorno dopo la festa, possa essere occasione per una mostra zootecnica.

       La Prima Messa di P. Audisio Claudio.Una prima Messa in una Parrocchia è sempre un avvenimento caro, suggestivo e desiderato. E tale fu quella del neo-sacerdote novellese P. Claudio Audisio della Compagnia di Gesù. La cara festa si svolse con solennità, neppure disturbata dalla pioggia, la domenica 24 Agosto.
       Il neo-sacerdote, come d’usanza, distribuì la S. Comunione e l’immagine ricordo alle prime Messe e cantò la Messa solenne, servita dal neo-diacono D. Tarditi Luciano e dal Vic. D. Castella, mentre la Cantoria maschile eseguiva con soddisfazione la Messa “Te Deum laudamus” del Perosi e vari mottetti. Parlò da suo pari il Rev.mo Superiore S. J. Della Casa di Chieri suscitando la commozione dei numerosi uditori e specie dei parenti che assistevano in posti speciali. Un modesto pranzo in casa del parroco ai parenti più intimi ed una riuscitissima accademia dopo i Vespri, nei quali ebbe indovinate parole di ringraziamento per i suoi benefattori il neo-sacerdote, completarono la bella festa che lasciò in tutti profonda impressione.
       E la cara cerimonia si ripeterà la prossima domenica 5 Ottobre quando il diacono D. Tarditi Luciano ci porterà la sua Prima Messa. La coincidenza della festa del nostro patrono S. Michele Arcangelo concorrerà a rendere più solenne la fausta data. Due Prime Messe in un anno in una piccola parrocchia come la nostra non sono poca cosa e noi tutti ringraziamo sentitamente il Signore di questa grazia, pregandolo a voler moltiplicare tra noi queste giornate.

       Figlie di Maria e Luigini.Celebreranno la loro festa rispettivamente nelle domeniche 7 e 14 Settembre.
       Vorremmo che queste feste, sempre precedute dal triduo di predicazione, tornassero ad assumere l’importanza degli anni anteguerra. Diciamo questo specie per i Luigini che devono ricordare come la loro festa era quasi la festa di tutto il paese sia interna che esterna. Ricordo che qualche anno ci furono perfino i fuochi d’artificio. Certo che oggi, dato il costo di tutti i generi, certe manifestazioni non sono più possibili; anche perché la Compagnia è del tutto sprovvista di fondi, ma almeno la festa religiosa che costa nulla e specie la partecipazione dei giovani alle funzioni del triduo e della festa è augurabile riprenda il suo antico vigore.

       Per la festa dei Santi, che quest’anno capita in Sabato, avremo il triduo delle SS. Quarantore nei giorni 29-30-31 Ottobre. Sarà fra noi un bravo predicatore francescano del Convento di Benevagienna che parlerà pure ai numerosi Terziari. Il Vespro dei Defunti è rimandato alla domenica 2 e la Commemorazione dei Morti al lunedì 3. Avviseremo per tempo se la predica dei Morti e il corteo al Camposanto si farà il giorno uno o due Novembre.

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La pagina della Carità

       PER LA CHIESA. Cav. Anselma (sconto su note) L. 3000; Priori del Carmine 10.000; R.L. N.N. 8000; Cap. Montagnoni Silvio 5000.
       Come si vede, le offerte per la Chiesa vanno diminuendo. Ringraziamo i suddetti benefattori che hanno supplito colla entità della somma, ma non possiamo fare a meno di domandarci: perché tanta indifferenza per la nostra Chiesa che pure ha tante spese e tante necessità? Possibile che le famiglie di Novello, che hanno potuto per il passato, siano scese in condizioni finanziarie tali da consigliare la massima economia anche verso la Chiesa? A giudicare dall’esterno non viene questa conclusione. Ricordiamo, cari parrocchiani, che dare alla Chiesa è compiere uno stretto dovere di coscienza mentre è pure mettere il denaro alla più sicura delle Banche. Un giorno troveremo, immensamente aumentati, capitale e interessi.

       PER IL BATTISTERO. Mascarello Giulia (in occ. Matrim.) 200; Pressenda Giovanni 200; Tarditi Francesco 500; M.o Ravera Giovanni (in occ. ) 1000.
       Il Battistero attende ancora l’ultima mano: la sostituzione del bassorilievo in gesso e il compimento del finto marmo alle pareti. Finora sono state pagate (pur facendo debiti, poiché non si può fare attendere chi lavora) L. 250.000. Resta da pagare il pavimento.

       PER LE OPERE PARROCCHIALI. P.P. 500; Tarditi Marziano 1000: Borio Cencio Rosa in suff. del padre 1000; R. G. M. 860; P. P. (S. C.) 1000; Musso Agostino 1000.
       C’è chi domanda che cosa sono le opere parrocchiali. Se volessimo elencarle tutte sarebbe troppo lungo. Si può dire una parola sola. E’ opera parrocchiale tutto ciò che di bene il Parroco, coll’aiuto dei buoni, può fare. L’Asilo, gli Oratori, l’A. C., la Buona Stampa, i poveri, ecc., sono qualcuna delle opere parrocchiali a cui vanno le offerte date a questo scopo o consegnate al Parroco o per i servizi che quasi quotidianamente rende or ad una or all’altra famiglia.

       PER LA BORSA DI STUDIO. In occasione dell’onomastico dell’Arciprete sono giunte cogli auguri le seguenti offerte per la Borsa di Studio: Donne A. C. 4500; Cav. Capriata Agostino 500. Anche il Seminario, si può dire, entra nelle opere parrocchiali in quanto tutti abbiamo il dovere di aiutarlo colle offerte o almeno colle preghiere. A tutt’oggi la Parrocchia di Novello ha ultimato due Borse di studio presso il Seminario di L. 20.000 ciascuna. Altre offerte sono state fatte da persone private.
       Ai bei tempi di una volta, quando la pensione in Seminario era di L. 15 – 20 al mese, una Borsa di studio da L. 20.000 fruttante L. 1000 all’anno bastava per la pensione annuale di un seminarista. Oggi la pensione è salita a L. 6500 al mese (e pensare che molti mandano i loro figli al Seminario perché è il collegio dove si paga meno) e le 1000 lire annue della Borsa servono per due giorni. Povero Seminario se dovesse provvedere a un alunno per ogni Borsa di studio! Perciò è nostro dovere aumentarle queste Borse, pur non trascurando di aiutare il Seminario con tutti quei mezzi che ci vengono suggeriti.
       A proposito: La Domenica 14 Settembre in tutta la Diocesi si celebra la giornata Pro Seminario. Rispondiamo generosamente all’appello del Vescovo coll’intenzione che Dio non lasci mai la nostra parrocchia senza sacerdoti e che questi siano sempre all’altezza della loro grande missione.
       Confidiamo che anche le buone Zelatrici-Patronesse continueranno l’opera (sospesa l’anno scorso per la grandine) delle offerte di L. 100 per famiglia. Quest’anno sono stati accettati in Seminario due altri ragazzi di buone speranze.
       Anche nell’ipotesi che paghino la pensione intiera, tutti capiscono che lire 6500 per un mese non sono neppure sufficienti per il vitto. Qual è quel ragazzo sano che consuma per sole 200 lire al giorno?

       FESTE IN CAMPAGNA – Sabato 6 Settembre ricorre la festa di S. Grato alla Borgata Ciochini e Loschetti. E Lunedì 8 la festa della Natività alla Borgata Bergera-Pezzole. Auguriamo a tutti i Borghigiani e Parenti: Buona Festa cristiana.

       A MORIGLIONE — La festa (che non dovrebbe essere intitolata al Santo perché il giorno sacro a S. Defendente ricorre il 2 Gennaio che raccomandiamo alla devozione dei buoni borghigiani) fu il giorno 10 Agosto.
       Non ne facciamo colpa ai bravi Massari che ne soffrono come noi, ma abbiamo saputo esservi stato il ballo pubblico organizzato proprio nell’anniversario della tragica morte della povera Matilde il cui caso pietoso avrebbe dovuto insegnare qualche cosa. Vorrei credere che la gioventù maschile e femminile seria di Moriglione non vi abbia preso parte, ma temo di sbagliarmi. Comunque ricordo alla buona popolazione che non è coi divertimenti proibiti che si ringrazia il Signore.
       Pensate, cari parrocchiani di Moriglione, che certe grazie straordinarie che il Signore v’ha fatte, e specialmente quella di un bravo Cappellano che si sacrifica per voi, si possono perdere da un giorno all’altro e riportarvi nella condizione pietosa di forzata dimenticanza in cui avete sofferto per tanti anni.

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