(sonoro) Novembre 2019

da LUCE E FORZA di Gennaio-Febbraio 1953

25 dicembre NATALE – Gesù resta fra noi!

       Il tempo liturgico che stiamo vivendo, l’Avvento, è predisposto in attesa a Gesù che viene.
       Il Natale che ogni anno celebriamo, e pure quest’anno ci prepariamo a celebrare, non è solo un ricordo della nascita di Gesù; ma è un mistero di grazia. Gesù rinasce in noi fatti figli di grazia; e maggiormente nasce in noi, se noi lo riceviamo nella S. Comunione.
       Gesù viene non solo per noi, ma in noi, con noi!
       Ai primi cristiani era dato comunicarsi e portarsi a casa Gesù Eucaristia.
       Allora non vi erano le sontuose Chiese, ove conservare e custodire più degnamente Gesù. E non vi erano tanti Sacerdoti che quotidianamente rinnovassero il Mistero Eucaristico.
       Oggi abbiamo questa comodità e grazia! Gesù possiamo riceverlo nel nostro cuore ogni mattina, senza portarlo nelle nostre case.
       E abbiamo ancora un’altra grazia. Gesù non solo ci ha lasciato se stesso nella SS.ma Eucaristia: ma Egli che disse «Io sono la Via, la Verità, la Vita!» ha fatto scrivere quanto Egli Verità ci insegnò.

       Questo libro scritto per noi è il S.to Vangelo.

       Parole di LUCE:
       «Chi ha sete, venga a me e beva!» (Giov. VII, 37).
       «Venite a me voi tutti che siete afflitti e stanchi ed io vi ristorerò» (Mtt. XI, 28).
       «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv. XIV, 27).
       «Io sono la Via, la Verità, la Vita» (Giov. XIV, 6).

       Parole di VITA
       «Avete udito che è stato detto: amerai il prossimo tuo e avrai in odio il tuo nemico. Io però vi dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano e pregate per i vostri persecutori e calunniatori, affinché affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli»
(Matt. V, 43-45).
       Ritornare nella via della carità, questo è il primo passo . Amarci! Spogliarci del nostro egoismo che non ci lascia vedere se non noi stessi, il nostro interesse, i nostri comodi, la nostra tranquillità. Andare verso quelli che soffrono, che piangono, soccorlerli, sollevarli, confortarli.
       E di buoni Samaritani quanti ce ne sono ancora che si chinano a raccogliere il meschino, a lavargli le ferite, a medicarlo, a portarlo in luogo sicuro!
       E’ vero, non mancano; ma abbondano anche gli Scribi e Farisei ipocriti che gli passano accanto senza neppure degnarlo di uno sguardo. Poveretti, hanno smarrito la via di Cristo: la carità.
       Ecco alcune parole che sono scritte nel Vangelo!
       Ma io non ti ho aperto che uno spiraglio del prezioso Libro di vita. Quante, quante altre cose più consolanti contiene! Aprilo interamente tu e leggilo fino in fondo; quando lo chiuderai, la luce, la pace, la gioia, avranno riempito la tua anima e il Vangelo diventerà il dolce compagno della tua vita.
       Non l’hai? Chiedilo alla direzione del Bollettino: Figlie di S. Paolo – Alba. Ne hanno di tutti i formati e prezzi. Gesù Verità resterà con te tutti i giorni. E tu vivrai con Lui e di Lui.

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Gesù venne a fondare il suo regno d’amore!
Noi entriamo a far parte del regno di Gesù col Battesimo!
Nel giorno del nostro Battesimo ci siamo assunti l’impegno di credere in Dio Padre, Figliuolo e Spirito Santo, di rinunziare al demonio e alle sue vanità e di vivere da buoni cristiani.
Pensi qualche volta alla dignità grande di essere figlio di Dio?
II tuoi doveri li conosci? Li osservi? Ti fai apostolo?

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RINUNZIO – dal vero

       Un onore, senza dubbio, l’invito a far da padrino al primogenito d’un amico, ma, come ogni medaglia, ha il suo rovescio… Ah! le cerimonie in chiesa! Quel dover rispondere a domande misteriose in una lingua sconosciuta…
       Tergiversò:
       - Volentieri; onore grande per me; ma vedi, non sono molto pratico in materia… L’Avemmaria la so; oltre è un azzardo…
       - Semplicissimo: sono cerimonie che s’indovinano: una decina di«Amen» e se non sbaglio qualche«Rinunzio!»…
       Egli, rassegnato, allargò le braccia e disse:
       - Amen: così sia!
       - Vedi che sei capace?
       Si trovò affianco di una madrina versata come lui nelle cerimonie di chiesa. Si salutarono con un «ci faremo coraggio».
       Si aiutarono a vicenda; ma sulle prime il rito non fu difficile. Alla domanda del prete che li ricevette alla porta della chiesa dissero a nome del battezzando che volevano la fede.
       Poi venne una sequela di Amen.
       Fu nella parte centrale della cerimonia che le cose si complicarono. Bisognò accompagnare il Ministro nella recita del Credo ed egli, il padrino, cercava di mettere i suoi piedi… nelle orme degli altri.
       Dopo il Pater occorreva rispondere ad ogni domanda con tanti «Rinunzio» a Satana, alle sue pompe… ed egli continuò a rinunziare anche quando bisognava promettere:«Credo».
       Il prete lo saettò con una occhiata che voleva dire: «Ma pensa almeno a ciò che dici!».
       Ne fu ferito; guardò la madrina a dirle: «Ora me ne sto zitto, pensaci tu» e cercò di estraniarsi dal rito che si svolgeva dinanzi a lui.
       Guardava il batuffolo di creatura che riceveva il battesimo e non potè che pensare al suo, lontano tant’anni.
       Anche per lui qualcuno aveva pronunziato: «Credo!» «Rinunzio!» rendenosi garante della parola data. Ciò che egli testimoniava per un piccolo essere che non poteva promettere, altri aveva testimoniato per lui…
       Poi era avvenuto come avviene sempre: giunti all’uso di ragione si riconoscono in linea di massima questi patti, ma non ci si dà eccessivo pensiero…
       Non che si neghi di essere battezzati!… ma in quanto a praticare… c’è di mezzo il mare.
       Guardava. Ecco: il candido lino che ora ponevano sul battezzando, con l’ammonizione di portarlo sempre immacolato, l’avevano dato pure a lui e la candela (allungò la mano per stringerla) simbolo della perenne fiaccola della fede che doveva ardere nell’anima, era stata accesa anche per lui...
       Ebbe un tremito, ma in fondo, in fondo, di pentimento.
       - Che commedia, quando non ci si pensa!
        E non si riebbe che per rispondere l’ultimo Amen A. M.

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Carissimi Parrocchiani e lettori del Bollettino

       Non potrei cominciare questo primo numero del Bollettino per l’anno 1953 senza inviare a tutti vicini e lontani i più sentiti e cordiali auguri d Buone Feste, comprese le Natalizia, prima delle quali spero vi giunga il mio modesto foglio. E vorrei che questo mio augurio non fosse preso semplicemente come un’usanza di etichetta, come per lo più avviene, ma come l’espressione dell’affetto vero e sincero che a voi mi lega da ormai 31 anni, come la manifestazione del desiderio del vostro bene, materiale e morale, come l’assicurazione delle preghiere che ogni giorno, secondo le direttive della Chiesa, offro al Signore per voi.
       Lo so che la persona del Parroco, ovunque si vada, è la più controllata, la più discussa, la più criticata e sovente la più calunniata. Se non fosse così ci sarebbe da temere di essere esclusi da quella categoria di Apostoli del Cristo ai quali fu detto dal Maestro: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, ma beati voi quando sarete perseguitati e maledetti ed anche mandati a morte per mio amore. La vostra ricompensa nei cieli sarà grande». E il Parroco non aspetta la ricompensa delle sue fatiche e del suo lavoro dagli uomini!
       E tornando a noi, cari amici e lettori, sappiate che i miei auguri sono ugualmente cordiali per tutti, per chi mi vuol bene e per chi mi vuol male, per chi benedice e per chi maledice, per chi mi è prezioso collaboratore e per chi, credendo forse di far bene, mette continuamente bastoni nelle ruote. Che il Signore conceda ai primi la grazia di continuare nel bene, anzi di aumentare, ed ai secondi la grazia di conoscere più a fondo le cose e di essere se non costruttori della Parrocchia, almeno non diventarne i distruttori.
       Che l’anno nuovo sia per tutti apportatore di pace, di salute, di prosperità, di bene per l’anima e per il corpo.

                     Il vostro Parroco

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Le nostre Feste

S. Lucia

       Superfluo dire che anche quest’anno la festa di S. Lucia è passata con generale soddisfazione.
       Un tempo che, data la stagione, si potè chiamare bello, numerosa l’affluenza dei forestieri, abbondanti le elemosine tra cui ci piace notare l’offerta di L. 2000 portate a nome di una pia persona che dalla lontana California aveva ottenuto una grazia per l’intercessione della nostra Santa.
       Certo però se vogliamo seguire i pettegolezzi, possiamo dire che la festa di S. Lucia è la più discussa tra le nostre feste. C’è chi la vorrebbe semplicemente festa e c’è chi si ostina a volerla fiera. A chi la ragione? A dir vero non si può dar torto a coloro che sostengono che per Novello farebbe più comodo una fiera alla metà di settembre o giù di lì. Allora si potrebbero invitare i compratori della nostra pregiata vendemmia, portarli nelle vigne e stipulare numerosi contratti. Anche una mostra di bestiame starebbe bene a quell’epoca in cui l’afta non fa ancora paura e basterebbero i nostri magnifici campioni di razza albese a popolare la piazza e attirare i compratori. Va poi da sé che chi ha da fare provviste di vestiario e di verdura per l’inverno non aspetta il 14 dicembre!
       Altri invece s’attaccano alla, forse secolare, tradizione: «S’è sempre fatto così» e non pensano che in molte cose oggi non si fa più come cent’anni fa. Sinceramente il Parroco sarebbe per la separazione della fiera dalla festa. Sarebbero così anche eliminate le critiche e le apprensioni per tutto ciò che potrebbe verificarsi a danno della festa e a delusione dei divoti di S. Lucia che già più volte, in omaggio alle disposizioni della Chiesa, hanno trovata la cappella chiusa.

La festa Catechistica

       Si è celebrata nel bel giorno dell’Immacolata (8 dicembre). Non è stata una gran cosa e schiettamente avremmo voluto dare a questa importantissima data una maggiore solennità. Ma se molti neppure se ne accorsero, non si può dire così dei nostri alunni del Catechismo che vissero una giornata di ansia nell’attesa dei premi che si distribuirono dopo Vespro nel salone dell’Asilo.
       E i premiati, una cinquantina, furono veramente tanti, se pensiamo che gli ascritti al Catechismo parrocchiale, ragazzi e ragazze sono appena 141. Non esageriamo dicendo che i premi, consistenti quasi tutti in effetti di lana (maglie, cravattoni, scialli, calze, ecc.) raggiungevano il valore di circa 30 mila lire. Di questo dobbiamo dir grazie alle brave Donne di A. C. ed a tutte quelle persone che apprezzando l’importanza della festa, offrirono lana, la lavorarono con vero gusto, o diedero denaro e oggetti per la felicità dei nostri scolari. Auguriamo che la bella iniziativa, che già s’impone all’ammirazione ed all’esempio di altre parrocchie, continui e, se possibile, sotto l’abile guida della brava Presidente che non risparmia fatiche e disturbi, s’intensifichi sempre più, col pensiero al premio che Dio darà a coloro che cooperano al buon successo dell’istruzione religiosa, dei quali dice la S. Scrittura che: «rifulgeranno di gloria, come le stelle del cielo».

Gli Esercizi Spirituali

       Avranno luogo, se nulla interverrà in contrario dalla Domenica 11 alla Domenica 18 Febbraio e quest’anno assumeranno il carattere di «Grande Missione» con due valentissimi predicatori e l’atteso dialogo. Daremo a tempo il programma specializzato, invitando fin d’ora le persone che capiscono l’importanza degli Esercizi a pregare per la buona riuscita ed a quanti lo possono, a venire incontro alla grave spesa che la Chiesa sta per incontrare, tanto più che la Chiesa Parrocchiale chiude quest’anno il conto con debito.

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Qualche resoconto

       LA CHIESA. - Non possiamo ancora dare cifre esatte, poiché mancano ancora note ed offerte, ma assicuriamo di essere nella verità dicendo che il conto 1952 si chiude in passivo. Le continue economie fatte in parecchi anni, ci avevano permesso di chiudere il conto 1951 con un avanzo attivo di L. 272.039 che ci permisero di affrontare quest’anno la rinnovazione del Battistero, da tempo attesa. Questa opera che pare abbia incontrato la generale soddisfazione (qualche critica c’è sempre) ha superato da sola la somma di L. 300.000 (marmo, cancellata, posa in opera, ecc.) e non è ancora del tutto ultimata. Confidiamo che le ferite inferte al nostro povero paese dalla terribile grandinata del giugno 1951, possano andare via via cicatrizzandosi e che il 1953 ci possa mettere in condizioni di pensare ad altre opere per il decoro della nostra artistica Chiesa, per la quale non faremo mai troppo se pensiamo che è Casa di Dio.

       PER I NOSTRI MORTI. - Come sapete le elemosine fatte in occasione della festa dei Santi e Commemorazione dei Defunti, per secolare consuetudine, sono destinate per Messe di suffragio per i nostri Morti e specie per i più dimenticati. Ecco quanto ha fruttato l’elemosina dello scorso novembre:
       Offerte in Chiesa e nella visita al Camposanto L. 5.397
       Durante l’Ottavario “ 1.259
       Dalla Cassetta al Camposanto “ 330
        ____________
       Totale L. 6.986
       che sono state offerte per tante Messe lette di suffragio da pubblicarsi e celebrarsi durante l’anno.

       PER L’ASILO. - La festa di S. Lucia ha portato fortuna anche al nostro Asilo. L’iniziativa delle brave Patronesse a cui diedero l’opera loro volenterosa e indefessa le ottime Suore, ha trovato la via dei cuori e numerose furono le offerte ed i regali che fruttarono una bella somma a bene dei nostri bimbi . Ci è impossibile, come vorremmo citare e ringraziare i singoli benefattori. A tutti vada il più sentito ringraziamento unito alle preghiere dei piccoli beneficati.
       Ecco le ultime offerte: Rapalino Giuseppe (in suff. Mamma) 1000; Tarditi Maddalena 500; Roggero Eleonora 500; Tarditi Viola 500; Vigliecca Quintina ved. Tarditi 500; P. G. 500; L. P. r. 250.

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La pagina della carità

       PER LA CHIESA: Stra Ottavio 400; C. A. 1000; Giachello Celestina 500; Tarditi Agostina ved. (Torino, in suff. Del marito) 500; P. G. 500; frat. Principiano 1000; Marrone Aldo 400; Tarditi Gius. Fu Seb. 1000; Raviola Sebastiano (in occ. Batt) 500; Abbona Onorato di Antonio (id) 1000; Alessandria Michele 500; Taricco Marco 1000; P. P. 2000; Dadone Antonio (in occ. Batt. Nipote) 1000; sorelle Tarditi 1000; Marenco Modesto 786; Stra Ernesta (occ. Matr. ) 1000; Ravera Luigi 500; Gallo Battista 1000; Dott. Mario dadone (occ. Batt.) 1000; Con. Clerico-Stra (in occ. Matr.) 500; Sanino Giov. M. esercente (occ. Batt.) 1000; Roggia Pietro 300.

       OPERE PARROCCHIALI: N. N. 1000; Tarditi Agostina ved. 500; M.o Ferrero 600; P. E. R. 1000.

       BOLLETTINO: Con. Capobianco-Rostagno (Roma) 1000; Stroppiana Nicola 200; Abbio Emilia (Saluzzo) 500; Ravera Luigi 200; Sobrero Catterina 200; Oliva Angela (Cervere) 400; Rinaldi Lodovico 500; Giachino Giacomo 100; Cabutti Giovanni (Barolo) 200; frat. Principiano 400; Grisotto Domenico 100; Taricco Silvio 300; Tarditi Gius. Fu Seb. 300; Passone Michele (panett.) 300; Tarditi Filippo 200; P. E. R. 1000; Boggione Giuseppe 200; Saccato Sabino 100; Tersiglio Carlo (Torino) 200; Alessandria Michele 200; Dotta Giacomo 200; Ciravegna Rosa (Dogliani) 250; sorelle Tarditi 200, Marrone Giuseppe 200; Marenco Modesto 600; M.o Ferrero 500; Gallo Battista 500; Alessandria Giovanni 200; Con. Clerico-Stra 200; sorelle Stra (Monforte) 500; Manzone Domenico (Settimo Tor.) 500; Muti Lucia (Torino) 500; Tarditi Cristina 100; Roggia Pietro 100.
       A tutti i benefattori delle suddette opere, i più vivi ringraziamenti e preghiere perché il Signore renda loro il cento per uno.

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Anniversari di Gennaio e Febbraio

       1952 Bruno Luigia ved. Protto 3 gennaio
        “ Conterno Mattia 17 genn.
        “ Roggia Lanfranco (bam.) 23 genn.)
        “ Ricca Luigi (bam.) 27 genn.
        “ Vassallo-Degiorgis Angela 3 febbr.
       1951 Massabò Luigia-Bozzone 1 genn.
        “ Cabutto-Saccato Anna 16 febbr.
        “ Stra Luigi 19 febbr.
       1950 Marenco Carlo 2 febbr.
        “ Tarditi Giov. Angelo 8 febbr.
        “ Viotti-Ferrero Giovanna 7 febbr.
       1949 Baudino Giacomo 6 genn.
        “ Ferrero Giovanni 15 genn.
        “ Musso-Sangiano Giuseppina 10 genn.
       1948 Marenco Giov. Battista 28 genn.
        “ Rinaldi Tommaso 7 febbr.
       1947 Vivalda-Manzone Teresa 29 genn.
       1946 Abrigo-Strasia Rosa 13 genn.
        “ Principiano Stefano 24 genn
        “ Marengo Alfredo 10 febbr.
        “ Roggero Lucia 14 febbr.
        “ Sciamengo Giuseppe 17 febbr.
       1944 Schellino Giuseppe 7 genn.
        “ Boggione Giovanni 25 febbr.
        “ Giaccardo Maddalena 26 febbr.
        “ Tarditi Ernesto 27 febbr.
       1943 Boggione Maria 10 genn.
        “ Pirra Pietro 23 genn.
        “ Saccato Giovanni 14 febbr.
        “ Viglione Michele 3 febbr.
       1942 Bosco-Ghigo Delfina 29 genn.
        “ Cigliutti Giovanni 26 genn.
        “ Debenedetti-Tarditi Francesca
        “ Gallo Giovanni 13 genn.
        “ Cristino Lucia 20 febbr.
        “ Abbio Michele 6 febbr.
        “ Pirra Vittorina 6 febbr.
        “ Sangiano-Ravinale Margherita 11 febbr.
        “ Tarditi Giuseppe 17 febbr.
        Pubblichiamo l’anniversario dei nostri Morti, anche dei più dimenticati, affinché qualche buona persona li possa ricordare almeno con una preghiera o una Comunione.

       (Nota – Manca il 1945 e non sono riuscito a scoprire il perché).

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Lagnanze del pubblico

Luce elettrica

       Da un po’ di tempo la luce elettrica lascia a desiderare. Specie nelle ore serali le lampadine diminuiscono di intensità in modo preoccupante. Sarà ciò portato dai numerosi motori in azione, che pure hanno diritto a lavorare oppure dalla debolezza dei fili conduttori che non portano a sufficienza di energia?

Corriera

       Non si potrebbe ottenere che la corriera del mezzogiorno porti sempre a Monchiero per il treno di Torino? E’ facile capire quanto risparmio di tempo e denaro porterebbe la possibilità di fare il viaggio in una mezza giornata.

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