(sonoro) Novembre 2019

da LUCE E FORZA di Marzo-Aprile 1953

19 Marzo - San Giuseppe

Lavoro e lavoratori

       La festa di S. Giuseppe richiama il pensiero alla più augusta famiglia operaia, ai più perfetti lavoratori. Il lavoro umano ha raggiunto nell’umile casetta di Nazareth tutta la sua dignità, difatti nessun uomo sulla terra darà mai al lavoro il valore che gli hanno dato il Divin Redentore, la sa SS. Madre e S. Giuseppe. Lavoro libero, volontario, animato dal più alto spirito soprannaturale. Da Gesù, poi, uomo e Dio, il lavoro era divinizzato.
       Com’è triste invece, vedere operai adoperati come materiale umano. Sono esseri avviliti, senza un palpito di spiritualità. Ed è così che per molti il lavoro ha soltanto un significato di produzione, senza uno scopo che elevi l’animo, per cui acquista tutto il senso del castigo. Si sottomettono come ad una legge forzata, tiranna, inesorabile. Questo lavoro abbrutisce, genera odio, rende l’esistenza triste. E’ la conclusione di una concezione materialistica della vita.
       Poveri operai! Essi talvolta hanno l’illusione di un aumento di benessere materiale, ma lo pagano poi con una maggior restrizione di libertà di coscienza e di dignità umana, perché mentre c’è tutta la preoccupazione di farne masse di rendimento o di azione, non ci si cura di elevarne la dignità con una proporzionata cultura ed educazione. Dio che vuole tutti gli uomini liberi e rispettati nella propria personalità, non permise che la Sacra Famiglia fosse sottomessa allo schiavismo di massa in cui, purtroppo, conducevano la loro misera esistenza milioni di lavoratori nell’impero romano.
       La Chiesa, maestra di civiltà ed interprete dell’insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo, lottò da sola, contro la piaga e la barbarie della schiavitù dei lavoratori fino ad ottenere parità di diritti per ogni uomo, in vista della sua dignità di figlio di Dio.
       E lavorò sempre per il rispetto della personalità, per una giusta retribuzione del lavoro secondo le esigenze della vita dell’individuo e della famiglia, senza per nulla trascurare l’elevazione della classe operaia mediante una conveniente istruzione ed educazione.
       La Chiesa, depositaria dello spirito del suo Divin Fondatore, ha sempre voluto la riabilitazione del ceto operaio, perché è stato sempre il più bisognoso, di conseguenza l’oggetto delle sue cure premurose. Non sempre ha potuto ottenere il meglio, per la viva opposizione di coloro che, lontani da Gesù Cristo e dal suo spirito di giustizia e di amore, si opponevano, con tutti i mezzi, alla realizzazione della pacifica rivoluzione della Chiesa, rivoluzione fatta con l’amore, non con l’odio, con la persuasione, non con la violenza.
       Il Papa Leone XIII e Pio XI sono i pionieri della difesa degli operai. Anche Pio XII ha rivolto interi messaggi agli operai, proclamando al mondo tutti i loro diritti, indicando le vie legali per rivendicarli, e ammonendo i datori di lavoro a farsi coscienza dei loro doveri. Tutto questo, però, molti operai non lo sanno, perché ubriacati dal materialismo e perché i nemici di Dio, che diventano pure nemici degli uomini, li conducono su una falsa strada e non fanno arrivare alle masse la parola del Papa, la quale è interpretata malignamente e comunicata, ai poveri operai, pienamente traviata. Gli operai sono così privati della scuola della verità, della più saggia paternità, della più alta civiltà che guida l’uomo all’amore e ad una vera libertà.
       Venga, dunque, ogni anno la festa dell’umile operaio che nel duro lavoro quotidiano ha trovato una grande via per servire il Signore e per santificarsi, mentre col suo lavoro così elevato, procurava per sé, per Gesù e per Maria SS.ma, il necessario alla vita.
       Il lavoro compiuto nella pazienza e nell’amore, mentre è un dovere e si obbedisce ad un comando di Dio, diventa il grande mezzo per nobilitare l’uomo nella vita presente e salvarlo per la vita futura.
                            P. R.

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25 Marzo - L’ANNUNCIAZIONE

       Un Arcangelo è mandato da Dio alla Vergine nazaretana. E’ incaricato di una missione che gli uomini da tanti secoli hanno atteso come il compimento d’una lontana promessa divina.
       Un saluto, una domanda, una risposta, un fiat: l’Incarnazione del Figlio eterno di Dio si effettua nel seno di Maria.
       E l’umile Vergine diviene la Vergine-Madre, associata in perpetuo all’opera di Redenzione del Cristo; ponte gettato fra l’umana miseria e l’infinita Bontà; porta aperta a tutti coloro che il mondo allontana, disconosce, insulta o deride.
       Madre di Gesù e Madre nostra, tutti serra al tuo virgineo cuore perché di tutti siano leniti i dolori e calmate le ansie.

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Nuove norme per il digiuno Eucaristico

       Dal 16 gennaio sono entrate in vigore le nuove disposizioni pontificie riguardanti il digiuno eucaristico. Per comodità del lettore ne riferiamo le linee essenziali.

Per tutti

       L’acqua naturale non rompe il digiuno eucaristico. Per acqua naturale s’intende l’acqua come viene dalla fonte, dal pozzo, dal rubinetto della potabile, quindi priva dell’aggiunta di qualsiasi elemento.
       Non ci sono limiti né di qualità né di tempo e tutti se ne possono servire senza chiedere il permesso al Confessore.

Per gli infermi

       Per le persone ammalate, anche se non sono costrette al letto e possono recarsi in chiesa, possono prendere qualche cosa a modo di medicina, sia liquida (esclusi gli alcoolici), sia solida, purché si tratti di vera medicina, ordinata dal medico o riconosciuta comunemente in ogni caso tale.
       Si tenga presente che non si può ritenere vera medicina qualsiasi cosa solita che si prende per nutrimento.
       Inoltre i medesimi ammalati se, a causa della loro infermità non possono, senza un vero incomodo, stare digiuni fino alla Santa Comunione, possono prendere qualche cosa a modo di bevanda, per esempio: caffè, caffè-latte, brodo ed anche un uovo sbattuto diluito nel caffè, esclusi sempre ed assolutamente gli alcoolici.
       Per questa dispensa, riguardante gli ammalati, non è prescritto un limite di tempo precedente alla SS. Comunione.
       Le persone inferme che credono di essere in questa circostanze, per servirsi di questa dispensa devono chiedere il permesso al proprio confessore, anche fuori della confessione.

Per i fedeli che si trovano in particolari circostanze

       Anche ai fedeli, i quali non per infermità ma per altro grave incomodo non possono osservare il digiuno eucaristico, è concesso di accostarsi alla sacra Mensa dopo di aver preso qualche cosa a modo di bevanda, fino ad un’ora prima della Santa Comunione, esclusi sempre gli alcoolici.
       I casi in cui si verifica il grave incomodo richiesto sono (esclusa ogni amplificazione) specificati in tre categorie:
        a) Lavoro debilitante che precede la Santa Comunione.
       Vi sono compresi i casi degli operai addetti alle officine, ai trasporti, ai lavori portuali o ad altri pubblici servizi, i quali sono occupati in turni di giorno e di notte, coloro che per dovere di ufficio o di carità passano la notte in veglia (infermieri, personale di ospedale, guardie notturne, ecc.), le donne gestanti e le madri di famiglia, che prima di potersi recare alla chiesa debbono attendere per lungo tempo alla faccende di casa, ecc.
       b) Ora tarda in cui si fa la Comunione, cioè dopo le ore 9.
       Vi sono compresi i casi di fedeli che solo a tarda ora possono avere tra loro il Sacerdote che celebra il sacrificio eucaristico; dei fanciulli ai quali è troppo gravoso recarsi alla chiesa, fare la S. Comunione, poi tornare a casa per la colazione e quindi andare a scuola, ecc.
       c) Lungo cammino da percorrere per giungere alla chiesa.
       Deve trattarsi almeno di circa due chilometri di strada, percorsi a piedi o di un cammino proporzionatamente più lungo, se fatto con mezzi di locomozione, tenendo conto delle difficoltà della strada e delle condizioni della persona.
       Le ragioni di grave incomodo devono essere prudentemente valutate in foro interno sacramentale o non sacramentale; senza il suo consiglio i fedeli non possono fare la Santa Comunione non digiuni. Tale consiglio può anche essere dato una volta tanto perdurando la causa di grave incomodo.
       Praticamente quindi, chi presume di trovarsi in queste circostanze particolarmente gravose, non ha che da rivolgersi al suo confessore (che sovente sarà il parroco o il viceparroco) anche fuori della confessione.
       Egli, concedendo l’eventuale permesso, spiegherà pure le suddette norme dando gli opportuni consigli pratici.
       Il Papa, concedendo tali facoltà, non ha inteso abrogare la consuetudine secolare nella Chiesa del digiuno prima della Comunione, ma di andare incontro ai tempi mutati e di contribuire non poco all’incremento della devozione eucaristica. Perciò se il digiuno viene mitigato, rimane il dovere di supplire con altri mezzi. Il Papa raccomanda in modo particolare la preghiera, la penitenza, le opere di carità. In quello che è solo disposizione della Chiesa, il Papa, supremo Pastore, può recare le mutazioni che i tempi impongono. Non si tratta quindi di mutamento di princìpi, ma di dare maggiore possibilità di farci del bene.

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Ladro pentito

       La signora Giacomina Rutti, di Milano, recatasi a far visita alla sorella in quel di Treviglio, era stata derubata del portafoglio contenente 130 mila lire.
       Un giorno le è pervenuta per posta una banconota di 5.000 lire accompagnata e dattiloscritta, nella quale il ladro manifestava il proprio pentimento per il gesto compiuto, assicurando altresì che entro la prima decade di ogni mese continuerà a rimettere alla derubata 5.000 lire fino al totale rimborso dell’intera somma rubata.
       La legge di Dio che dice «Non rubare» si fa ancora sentire. Ed è un bene per la società minacciata dai negatori della proprietà privata.

Un bimbo

       Un bimbo! Ma sapete voi che cos’è un bimbo? un figlio? Il suo sguardo è un raggio, il suo respiro è un profumo, le sue labbra un fiore, le sue guance una rosa, i suoi capelli un’aureola, le sue manine uno sciame d’api. Una famiglia ricca di figli è un’uccelliera piena di gioie e di felicità. E noi abbiamo bisogno di uccelliere!
       Ascoltate la preghiera di V. Hugo:
       - Signore, preservate me e coloro che amo, fratelli, parenti, amici e persino i miei nemici che trionfano nel male, dal veder mai. Signore, l’estate senza fiori vermigli, la gabbia senza uccelli, l’alveare senza api e la casa senza figli!
       Sì, abbiamo bisogno d’uccelliere. E’ non solo una questione di sicurezza contro l’invasione dei barbari, una questione di mano d’opera, di messa in valore, ma anche una questione sociale e religiosa.

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La lettera del Parroco

COME VA LA PARROCCHIA?

       E’ una domanda che potrà parer strana a qualcuno, mentre invece farà piacere a più d’uno sapere che cosa pensi il Parroco della nostra Parrocchia. E il Parroco risponde volentieri dando una specie di resoconto morale e materiale.

       Il conto materiale è presto dato: La Chiesa Parrocchiale ha chiuso il conto 1952 così:
        Attivo L. 492.283 comprese L. 272.039 di attivo dell’anno precedente.
       Passivo L. 456.407.
       Residuo attivo 35.876 lire che saranno assorbite da parecchie note che rimangono da pagare. Cosicché era nel giusto il Parroco quando ha annunziato, in fine d’anno, che la Chiesa chiudeva il bilancio 1952 a zero, se pure non c’era del passivo.
       La maggior spesa, come sapete, fu portata dal BATTISTERO NUOVO, il cui importo, a lavoro finito (manca ancora una parte di rivestimento di marmo e la sostituzione del bassorilievo) sorpasserà di parecchio le 300.000 lire.
       Altra spesa abbastanza forte fu la riparazione (non ancora avvenuta) delle finestre della cupola, danneggiate dalla grandine, per cui sono già pronti e vetri e griglie di riparo.
       In complesso il resoconto materiale è abbastanza consolante. Non sono arrivati milioni, come in altre parrocchie, ma lo stillicidio fu continuo, e, se ci furono famiglie che non poterono o non vollero, non mancarono le famiglie che furono generose. Coltiviamo perciò la speranza di poter nel corrente anno iniziare qualche altro lavoro a decoro della nostra bella Chiesa. Urge ripassare il tetto. Avete visto che ci sono macchie nella volta?
       Le Cappelle e le Compagnie religiose non hanno ancora ultimati i loro conti. Se mai riferiremo nel prossimo numero.
       Più utile e interessante è il resoconto morale.
       Cercherò di accennare alle cose principali.

Frequenza alle funzioni

       Per le festive non c’è a lamentarsi. E’ consolante la frequenza e il numero alle SS. Messe, specie degli Uomini alla Messa grande, in cui il Parroco fa un’istruzione, si può dire, per loro. Solo sarebbe a desiderare più puntualità, mentre il più delle volte il grosso degli uomini (e anche degli altri) entra a Messa cominciata e sovente inoltrata, e non più buona.
       Non manca certo in parrocchia chi abitualmente perde Messa. Per fortuna sono pochi. Mi pare però che troppa gente abbia la coscienza fatta a maglia, che troppo facilmente li dispensa dai doveri religiosi.
       Lascia invece molto a desiderare la frequenza alle funzioni dei giorni feriali (Messa e Rosario).
       Guai se ci abituiamo, cari parrocchiani, a dare al Signore solo lo stretto obbligatorio!

A Vesprole cose cambiano notevolmente. Non dico che sia un disastro, come capita in certe parrocchie, ma si potrebbe fare di più. Se ognuno pensasse che, non tanto il Vespro, ma l’istruzione parrocchiale è indispensabile per la necessaria conoscenza dei nostri doveri, non capiterebbe di vedere il Vespro disertato da troppa gente che pure vuole essere cristiana.
       Una speciale lagnanza però il Parroco deve farla nei riguardi delle Borgate, specie di quelle che hanno la Messa festiva. Se ricordate, cari Borghigiani, il Vescovo ha concesso a voi la Messa festiva colla condizione di venire a Vespro in Parrocchia, non sentendosi di esigere da voi due viaggi al paese. Ci venite? E perdonatemi se sono obbligato a dirvi che ho già più d’una volta posto il problema: se sia più vantaggioso continuarvi la Messa festiva o tornare al sistema di una volta.
       Non forzatemi, cari parrocchiani, a sottoporre il problema al Vescovo col pericolo di una decisione che non vi piacerebbe. Perché oggi dalle Borgate non solo non vedo i grandi, ma neanche più i fanciulli e le fanciulle del Catechismo.

       Divertimenti. – E’ un tema scabroso, ma che esige pure che il Parroco dica la sua parola. E’ purtroppo la sorte di quasi tutti i Parroci essere dipinti, da certa gente festaiola, come orsi, nemici di tutti i divertimenti. No, cari parrocchiani, specialmente giovani. Il Parroco è e deve essere nemico del male e amico del bene. E di divertimenti ce ne sono di quelli che sono permessi e di quelli che sono proibiti, non dal Parroco, ma dalla Chiesa e dalla morale cristiana. E ci capiamo, n’è vero?
       Del resto il Parroco è tanto nemico dei divertimenti che l’unico divertimento lecito in paese ve l’ha procurato lui: il cinema, e l?associazione Giovani, ove il divertimento non manca. Non parlo degli Oratori maschile,e femminile ove, la nostra gioventù, se vuole, può trovare e trova a passare , specie alla festa, ore di lieto svago.
       Se poi vogliamo portare la discussione sul divertimento preferito da certa gioventù, non certo da proporsi a modello, il BALLO, il Parroco vi dirà che non può, non deve approvarlo per nessuno, in nessuna circostanza, in nessun tempo.
       E’ male il ballo di oggi ed il male deve essere combattuto, anche se non c’è speranza d’impedirlo. Ma allora, cari giovani e specialmente voi ballerine, non lamentatevi se il Parroco, dando vostre informazioni a chi le domanda, dirà ciò che sa e non vi farà le migliori commendatizie.

       Azione Cattolica. – Anche qui c’è molto bene da dire. Fiorente l’Unione Donne che lavora sotto l’abile direzione della brava Presidente. Svariate iniziative di bene si devono a loro: interessamento per il Seminario, visite agli infermi, soccorso ai bisognosi e soprattutto i premi per il Catechismo, di cui abbiamo già più volte parlato. C’è tuttavia da domandarsi perché molte brave donne che potrebbero far parte dell’Unione non pensano a tesserarsi.
       Ricordate, brave Donne, che il trascurare le occasioni per istruirsi e per fare del bene vi crea una grave responsabilità.
       Così possiamo dire bene delle Associazioni Giovanili: la maschile che, tra l’altro, ha abbellita la sede in modo veramente encomiabile, rendendola festosa ed accogliente. Lezione utile anche questa che educa alla generazione crescente, all’amore ed al decoro della casa.
       Anche nella Femminile si lavora bene grazie allo zelo della buona Presidente che ogni anno aumenta il numero delle ascritte.
       L’Unione che più di tutte dovrebbe prosperare è quella degli Uomini e non si riesce proprio a capire come, non ostante il lavoro assiduo dei suoi dirigenti, essa stenti ad affermarsi. Eppure, cari uomini, dovreste essere persuasi che da un gruppo di uomini serii, religiosi, disinteressati e soprattutto uniti negli stessi intenti di bene,dovrebbero uscire iniziative di carattere morale e materiale da imporre il nostro paese all’ammirazione. Quante cose si potrebbero fare se fossimo più numerosi, più volenterosi per il nostro e l’altrui bene! E questo, credetelo, è il compito dell’Azione Cattolica che vuole e sa curare i vostri interessi.
       E basta per questa volta.
       Con affetto                     il vostro Parroco

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In Parrocchia

Gli Esercizi

       Non potevano avere esito migliore. Il tempo (11-18 febbraio) propizio, sia pure con un po’ di freddo, le strade asciutte, le campagne coperte di neve, e soprattutto lo zelo e la valentia dei bravi Predicatori (i Rev.di Parroci di Neive e di S. Vittoria) hanno fatto sì che gli Esercizi del 1953 hanno stabilito un record difficilmente raggiungibile, specialmente per il concorso degli Uomini alla meditazione ed alle conferenze. Grazie a Dio ed ai Missionari e lode a voi, parrocchiani, che avete risposto. Cercate di non perdere così presto il frutto di tanto bene.

       Nel Clero Novellese. – Riceviamo la bella notizia che il Chierico Sangiano Federico, dei PP. Somaschi, già insignito del Diaconato a Roma, salirà all’altare, consacrato sacerdote, il giorno 21 Marzo, «sabato detto sitientes».
       Saremo presenti in spirito alla bella funzione che innalza alla dignità di Ministro di Dio un altro nostro compaesano, mentre parecchi dei suoi parenti assisteranno in persona alla commovente cerimonia.
       Noi attendiamo il novello sacerdote per la sua prima Messa in parrocchia la domenica 12 luglio in cui, anticipando di qualche giorno, celebreremo la tradizionale festa del Carmine, della cui compagnia quest’anno sono Priori per la circostanza il fratello di D. Federico, Luigi e la zia Sangiano Luigia in Taricco. Così lasciamo al neo-sacerdote la dovuta calma per terminare il suo anno scolastico colla probabilità di fermarsi più lungamente tra noi.
       Per ora formuliamo per lui i migliori auguri uniti alla preghiera affinché nel fausto giorno della sua ordinazione lo Spirito Santo lo inondi dei suoi carismi.

       Nozze e nozze. – Un doveroso accenno è dovuto alle nozze celebratesi il giorno 5 febbraio tra il giovane Roggia Ferdinando e la sig.na Baldi Tullia e per la solennità eccezionale del rito e per uno speciale riguardo allo sposo che fu per tanti anni Presidente dell’Associazione Giovanile di A. C. alla quale diede sempre il suo entusiastico apporto di bene. Celebrò il sacro rito il fratello dello sposo Rev.do Don Felice Roggia, salesiano (mentre un altro fratello, D. Davide, celebrava all’altare laterale) che rivolgeva commosse e commoventi parole di augurio, terminate fra il religioso silenzio di numeroso popolo, colla lettura del telegramma che portava la speciale Benedizione del S. padre.
       I Giovani dell’Associazione, poi, vollero presentare al caro Presidente ed alla sua degna Consorte, i loro auguri invitandoli ad una riuscitissima e cordiale serata al ritorno dal viaggio di nozze, martedì 10 febbraio alla sede dell’Associazione.
        Ad multos annos!

       Nozze d’oro. - E ci sia pure permessa una parola di augurio al Signor Musso Agostino attivo Vice Presidente del nostro Asilo ed alla sua gentile Signora Domenica Galvagno che, festeggiando tra un bel numero di parenti ed amici, le loro Nozze d’oro, vollero ai piedi dell’altare, rievocare i 50 anni di vita coniugale trascorsi in perfetta armonia alla quale non mancarono le gioie e i dolori, sempre presi dalla mano di Dio.

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La pagina della carità

       PER LA CHIESA: Tarditi Matteo f. Fr. 800; Ditta Sardo-Dotta 2000; P. G. 1000; Vaira Carlo (in occ. batt.) 1000; Tarditi Giov. B. (Tard. Sott.) 500; Giachino Giacomo 1000; Borio Anna Maria (occ. matr.) 500; Pirra Benedetto fu Pietro 200; M.a Borio-Tarditi Carla 500; Riva Giampietro (in occ. Matr. In suff.) 500; M. G. S. 300; Passone Lorenzo 200; Dottor Rosso Gaspare (occ. batt.) 1000; Pirra Gius. (falegname) 600; Borio Francesca 300; Fiorina Marco (capit.) 500; Coniugi Cerini-Grimaldi (Monchiero) 500; M.a G. Cabutto 1000; Alessandria Sebastiano 100; fam. Sardo 50; Cav. Anselma 1000; Baldi Tullia 200; Sardo Giuseppe 1000; Tarditi Luigi fu Vinc. 1000; Grimaldi Paolo 500; P. R. 500; Tarditi Matteo (Vener.) 600; Conterno-Bagnasco Rosa (Stazzano) 500; Borio Adolfo 200; A. L. 500; Con. Tarditi-Borgogno 1000; Settime G. B. 200; Baldi Tullia (occ.matr.) 1000; Roggia Ferdinando (occ. matr.) 2000; Galfrè Maria 300; Manzone Elisia 300; Ravinale Angelo 500; Con. Musso-Galvagno (occ. 50° di matr.) 2000.
       Mentre la Chiesa ringrazia i generosi offerenti, crede bene ricordare che le spese della Chiesa non sono solo quelle pel sacrestano. E questo per rispondere a certa gente che credeva smentire il Parroco quando diceva che le elemosine del sacchetto in Chiesa non sarebbero sufficienti per l’onorario al sacrestano. Le offerte manuali servono per altre spese ben più gravi, ad es. il Battistero.

       PER IL BOLLETTINO: Tarditi Matteo fu Fr. 300; P. G: 100; Stra Michele (Torino) 500; Bo Costanzo (Narzole) 200; Conterno Francesco 400; Gallo Michele fu Michele 150; Pirra Benedetto fu Pietro 200, Gallo Sebastiano calz. 200; M.a Borio-Tarditi 500; Maresc. Abbona Antonio (Torino) 500; M. G. S. 200; Alessandria Sebastiano 100; Salvano Lucias 300; Con. Maffei (Bari) 300; Penna Filippo (Torino) 200; Balocco Lidia 300; Pirra Gius. Falegn. 500; Stra Maria Alessandria 200; Capra-Alessandria Margherita 300; Vietto Giuseppina 300; Capit. Fiorina Marco (Merano) 500; Coniugi Dattola-Grimaldi 500; Con. Cerini-Grimaldi 500; Cabutto Domenico 300; Fantozzi Emilio (Torino) 200; fam. Sardo 200; Tarditi Luigi fu Vinc. 200; Dott. Mario Dadone 500; Grimaldi Paolo 500; Costamagna Luigia 200, Alessandria Pietro 200; Novo-Tarditi Clara 200, Saccato Giuseppe 200, Conterno-Bagnasco Rosa (Stazzano) 500; Borio Adolfo 200; A. L. 300; Passone Domenica 240; Cogno Luigi 200; Da Moriglione a mezzo D. Delrivo: fam. Dellorto 300; fam. Antonione 150; F. Roggero Sebast. 200; F. Roggero Giuseppe 200, F. Roggero Pasquale 100, F. Porro Giov. 200; F. Baroero Giulio 200; F. Rovella Antonio 200, F. Antonione Giorgio 200; F. Civallero Gius. 200; F. Bozzone Gius. 100; F. Marengo B. B. 200; Rev.do D. Delrivo 250; Settime G. B. (Novello) 200; Sorelle Galvagno 300; Saccato Luigi 100; Abbona Antonio 100; Rinaldi frat. 200; Tarditi Angelo (Cuneo) 200; Ravinale Angelo (500) Vietto Giacomo 400, Passone Catterina 200; Galliano Pietro 500; Tarditi Lodovico 500, Con. Cardellino-Gallo (Torino) 600, Passone Lorenzo 200; Con. Bortoletto-Stra (Torino) 1000; Maresc. P. S. Tarditi Oreste 500.
       E chiudendo con questa ultima offerta, mentre ringraziamo tutti i generosi offerenti ci è caro, a costo di offendere la sua modestia, segnalare l’ascesa di questo nostro compaesano che nella delicata mansione di ufficiale di P. S. è salito al grado di Maresciallo, meritando gli elogi dei Superiori per la sua onestà, diligenza e zelo nel duro compito. A lui le più vive congratulazioni ed i migliori auguri.

       PER L’ASILO: La fam. Passone Lorenzo in esecuzione della volontà e in suffragio della defunta Mamma Passone-Barberis Catterina, ha offerto una cartella del valore di 2000 lire. Così pure i frat. Principiano in suffragio e per volontà del defunto fratello Giovanni, hanno fatto la generosa offerta di L. 35.000 (trentacinque mila). Ai generosi offerenti ed a tutti i benefattori del nostro Asilo i più sentiti ringraziamenti e le preghiere dei bimbi.

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