IL NAUFRAGIO DEL TITANIC (Settembre 2020)

 

      Ho letto con attenzione ed interesse la lunga lettera (Corriere della Sera, 25 Luglio 2020) del Segretario del PD, partito per cui votai, e mi sono meravigliato e complimentato per l’enorme quantità di riforme che s’impegna ad attuare, anche se la strada lastricata di buone intenzioni sappiamo dove porta.
      Nel programma, Zingaretti promette di tutto e di più (come la RAI…); manca solo un punto ed un altro mi lascia perplesso.
      Punto mancante è il non aver trovato cenno ad un impegno per l’eliminazione dell’evasione fiscale. Da tempo, si parla di 100/110 miliardi all’anno; se fossero eliminati, dovremmo piangere tanto in Europa? Mi aspettavo che terminasse coll’assicurare la vittoria contro l’evasione (anche di quella sotto forma di corruzione) e non solo la lotta, perché si può lottare e dire: ho lottato, ma ho perso. Invece, nemmeno un cenno. Perché? Dispiace alle caste, non solo a quelle politiche?
      L’altra perplessità mi colpisce molto di più, perché riguarda la scuola, i cui problemi non si risolvono coi locali, gli insegnanti, la tecnica elettronica ed altro, cose molto utili, ma che non bastano a creare il cittadino onesto. I docenti, pur colla loro modestia retributiva e nella disattenzione pubblica – che spesso scambia l’istruzione per un bambinaiato a tempo pieno, week-end escluso, naturalmente - , fanno tutto il possibile, ma il loro ammirevole impegno non può frenare la continua involuzione della scuola iniziata negli anni ’70.
      Mi sembra di assistere al naufragio del Titanic al rallentatore. Non basta, a banale esempio, insegnare il codice stradale; occorre convincere che la sua osservanza è un interesse personale e non solo un dovere, che il cittadino onesto è più felice di quello disonesto (definito furbo).
      Dopo quarant’anni d’impegno nel mondo scolastico, non aggiungo altro, perché dovrei ancora una volta parlare dei programmi, non dei banchi a rotelle.

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