IL NUOVO ANNO SCOLASTICO (Ottobre 2020)

 

      L’anno scolastico è cominciato, zoppicando un po’, ma sostenuto dalla dedizione degli insegnanti veri, variabile da Regione a Regione.
      Ora, invece di parlare – inutilmente – della situazione scolastica, invito tutti e, in particolare, gli insegnanti di buona volontà, a cercare su qualche sito l’articolo di Francesco Giavazzi, pubblicato sul Corriere della Sera il 3 Settembre 2020. Porta come titolo: Istruzione e lavoro – qualche scomoda verità.
      Ne cito una, non la principale: “Per ridurre gli abbandoni nelle scuole superiori era stata introdotta nel 2017 l’alternanza scuola-lavoro: l’anno successivo il governo giallo-verde la ridusse drasticamente perché dava fastidio agli insegnanti , aggiungendo compiti che non consentivano loro di ripetere anno dopo anno il medesimo programma”.
      La cito, perché, come scrissi in passato, ero d’accordo sull’iniziativa, ma per niente convinto del modo di attuazione: utilissima per certi ordini, dannosa per altri. Era un inno al fare pratico ed uno sfregio alla maturazione culturale (ripeto, solo per qualche indirizzo).
      Comunque, i miei lettori, dopo averlo trovato, se ce la faranno, leggano il citato articolo.
      Per il nuovo anno scolastico, devo fare gli auguri? Si, ma non sono miei personali; li prendo da quelli pubblicati da un’organizzazione religiosa, augurante che “nel nuovo Anno scolastico gli alunni ricevano una preparazione culturale e una formazione umana di autentico valore”.
      Sono parole generiche, ma proviamo ad attuarle: avremo futuri cittadini che smetteranno di non pagare l’IVA? Che non faranno i cosiddetti furbetti? Che sapranno che furbetti vuol dire ladri? Che non porteranno illegittimamente capitali all’estero? Che non si drogheranno? Che non lavoreranno volutamente in nero per non perdere i vari redditi di cittadinanza? Che useranno sempre gli indicatori di direzione quando guidano? Eccetera.
      Io me lo auguro, ma ci credo poco.

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