(sonoro)

Ave Maristella 15

CULTURA, NON SOLO ERUDIZIONE (Settembre 2009)

Ho letto che, colla riforma delle superiori, si darà una sforbiciata alla cultura, per far spazio alla tecnica. La legge non dirà proprio così, ma il succo è: meno italiano, meno filosofia e meno storia, più inglese e matematica. Sarebbe come dire: livelliamo la cultura, produciamo degli ottimi impiegati e lasciamo che i vertici siano appannaggio di altri europei.
      Infatti, leggo - proprio in questi giorni - che ai livelli dirigenziali, nei servizi come nell'industria, nel commercio come nelle professioni, si tende ad avere persone prima di tutto colte, si cercano - può sembrare strano, ma non lo è - persone con carriere universitarie di filosofia, di storia, di lettere et similia.
      Mi fa venire in mente l'inaugurazione, tanti anni fa, dell'anno accademico alla facoltà d'ingegneria, dove il cattedratico che tenne la prolusione fornì dati statistici sulla provenienza dei laureati dell'ultimo decennio: ottenevano risultati migliori coloro che provenivano dal liceo classico. Il che significherà pur qualcosa. Quanti direttori di banca o di grandi enti o di aziende provengono dal classico? Qualcuno dirà: certo, sono figli di papà. Ma allora perché anche i migliori ingegneri provengono dal classico?
      Per farla breve, la sapienza dei secoli forma le persone; la tecnica, sia pure elevatissima, s'impara all'università e s'impara meglio se si ha una solida formazione culturale di base. Abbiamo tipi di scuole (tecnici commerciali, ad esempio) che formano quadri intermedi invidiati anche dall'estero; non è detto che tutti debbano studiare filosofia e storia, ma queste materie non siano ridotte nei tradizionali licei classico, scientifico, magistrale ed artistico. Che la scelta rimanga alle famiglie, non ai burocrati dei programmi.
      Farei una sola osservazione sui programmi del liceo classico: il greco. Si dovrebbe limitare lo studio della lingua greca ai soli elementi di base, senza inutili lunghe traduzioni. Tradussi l'Anabasi, i Lirici, le Baccanti di Euripide, ma di greco non ricordo una parola, mentre è viva la conoscenza linguistica del latino, anche avendo fatto tutt'altro nella vita. Perciò, della Grecia bisognerebbe sfrondare la lingua ed incrementare la conoscenza storico-filosofica; il pensiero di Aristotele fa molto più maturare dei logaritmi. Con una mentalità apertissima, questi ultimi si imparano più facilmente.
      Perciò, affabile ministro Gelmini, badi a migliorare le secondarie di secondo grado, non a danneggiarle massificaldole.

Indietro
Pagina successiva
torna all'indice
Torna a AVE MARISTELLA