(sonoro)
SPARIZIONE DI UN MITO (Marzo 2010)
Ho letto grandi proclami sulla riforma delle
secondarie di secondo grado.
Assieme
a tante belle cose, anche lodevoli, ce n'è una che mi atterrisce:
l'impoverimento del liceo classico, operazione in cui il Ministro ed i suoi
altolocati consiglieri non fanno una gran bella figura.
Il
classico, nel futuro corso, non sarà altro che una scimmiottatura dello
scientifico, perderà le sue peculiarità. Vanno bene la tecnologia, le lingue,
il diritto, eccetera, ma il classico è un'altra cosa: chi si forma al classico
lo fa soprattutto per filosofia, storia e latino. Capisco la necessità di
risparmiare, riducendo le ore di scuola (la capisco, ma torco il collo),
capisco - ed approvo - la semplificazione della miriade di indirizzi, ma non
capisco il motivo del declassamento del classico (brutta espressione...).
Non
bisogna fare un mito delle lingue straniere, ancorché utilissime, ma chi
sceglie il classico sa che si formerà sui pensieri dei grandi, non sulle
tecniche di comunicazione.
Un
mio figlio è uscito dal classico, dopo aver fatto solo francese alle medie ed
al ginnasio; si è laureato a Torino (non in lingue), si è laureato in Gran
Bretagna usando la lingua inglese, ha scritto libri in lingua inglese ed ora
insegna a Pechino in cinese. L'apprendimento delle lingue non è stata una
tragedia.
Un altro, uscito sempre dal
classico con francese, autonomamente ha acquisito una buona conoscenza
dell'inglese. Eccetera.
Ora, ridurre al classico le ore
ed i programmi di filosofia e di storia è l'unica cosa che non si deve fare.
Non era il caso di inserire altre materie, ma, volendo proprio tagliare e
volendo ad ogni costo introdurre nel triennio l'inglese, ci sono altre
soluzioni meno dolorose. Ma sarebbe comunque un peccato.
Desidererei tanto che qualche
giornalista competente affrontasse subito l'argomento, facendo rilevare l'unico
(almeno, così mi pare) grosso errore che si sta commettendo nella riforma delle
secondarie di secondo grado.
IL
decreto delegato è stato approvato, ma si è ancora in tempo, se si fa una
campagna in tal senso. Tutto si può modificare, ma bisogna capire ciò di cui si
parla e ciò su cui si legifera.
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