Ave, Maristella 22
LEGGERE, SCRIVERE E FAR DI
CONTO
(Aprile 2010)
Una
volta tanto, parliamo bene del ministro Gelmini.
Ho
letto e riletto le indicazioni programmatiche per la scuola d'obbligo e devo
ammettere che c'è stata una salutare sterzata - dopo anni di fantasia al potere
- verso i veri scopi della scuola.
Nella
scuola del primo ciclo (ma, secondo me, vale anche per dopo) il piano
dell'offerta formativa deve curare (copio fedelmente):
"""Una
buona preparazione in italiano
Una
buona preparazione in matematica
Una
buona preparazione nella lingua inglese
Una
buona preparazione nelle scienze.
La
scuola del primo ciclo deve garantire che negli allievi si sviluppino conoscenze
e competenze di ordine storico, geografico e sociale, musicale e corporee."""""
Queste
sono le mete da raggiungere. Tradotto, vuol dire che, come Pinocchio, i ragazzi
devono imparare a leggere, scrivere e far di conto, a cui si aggiunge una sana
informazione soprattutto di scienze, storia e geografia. Ciò che fece il mio
maestro 70 anni fa.
E' notevole la differenza fra
ciò che è oggetto di "buona informazione" e ciò che, a un livello
inferiore, è solo oggetto di "conoscenze e competenze"
E, se ci fosse dubbio, le
indicazioni precisano che "le verifiche intermedie e le valutazioni
periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli
obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell'offerta formativa, definito
dalle istituzioni scolastiche""".
Coerenza
vuol dire attenersi a quanto sopra indicato in grassetto.
Sempre
in materia, l'atto di indirizzo, qualora non fosse abbastanza chiaro quanto
sopra detto, ripete """la scuola non perda mai di vista le mete
da raggiungere""", e continua dicendo """si
richiede alle scuole un'azione di ricerca finalizzata all'essenzializzazione
dei curricoli operando sulla continuità e sul curricolo
verticale e sulle conoscenze/competenze di base""".
Il grassetto e le
sottolineature non sono opera mia, ma dell'atto ministeriale.
Infine, per quelli come me di
dura cervice, l'atto conclude con alcuni rilievi critici; bisogna smetterla e
porre rimedio, fra l'altro, ai seguenti due fenomeni oggi purtroppo largamente
diffusi (continuo a copiare fedelmente):
"""- perdita di incisività a causa del tentativo di assicurare
un livello di formazione esaustivo, attraverso insegnamenti tendenzialmente
enciclopedici ed onnicompreisivi;
-
appannamento del significato dell'esame di Stato, ormai solo formalmente
momento conclusivo di un intero ciclo di istruzione""".
Insomma, parafrasando
Garibaldi: "Insegnanti, siate seri!".
E
lo sono, quasi tutti. Certo che, finché ci saranno maestre che scandalizzeranno
una bambina mia conoscente dicendole "Hai fatto male il compito, adesso lo
rifi! Guarda che sgorbio, pensa te!" sarà un po' difficile l'attuazione
dell'atto di indirizzo ministeriale.
Ma non sottilizziamo troppo. Ho
sentito con le mie orecchie una brava (e, se ricordo bene, anche bella)
conduttrice radiofonica intervistare un capo dello scoutismo e, quando questi
disse che il loro motto è "Estote parati", quella pronta chiese:
"E' portoghese?" Eppure, poco prima, si era vantata di essersi
diplomata al Liceo Classico e in una città del Nord. Ma erano gli anni '70...
Comunque,
torniamo a noi e, per il suddetto atto di indirizzo, diciamo un bravo al
Ministro.
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