Marist35
LA SCONFITTA Giugno 2011)
E
così, ciò che si voleva al Sud è avvenuto.
Abbiamo
scoperto che, per gli insegnanti, il concorso non sfocia in un’apposita
graduatoria, come avviene in ogni altro concorso e, soprattutto, in ogni Paese
che si rispetti: sfocia in un elenco, che può essere integrato da chi non ha
per niente sostenuto il concorso per quella graduatoria. Se il concorso è
regionale, la graduatoria è, secondo logica, quella derivante dal punteggio
ottenuto dai concorrenti che hanno sostenuto QUEL concorso. Secondo il TAR e
secondo la Corte
Costituzionale, la graduatoria è data da chi ha sostenuto
QUEL concorso, integrata da chi non ha sostenuto QUEL concorso. Che abbia
sostenuto un concorso analogo per altra graduatoria in altra Regione non
dovrebbe interessare. Invece, sì.
Guarda
caso, tali sentenze giovano soltanto a chi avendo sostenuto il concorso in
Regioni dove, ad esempio, per l'esame d'avvocato, promuovono il 90%, vuole
infiltrarsi nella graduatoria di chi il concorso lo ha sostenuto in Regioni dove,
per, esempio, per l'esame d'avvocato viene promosso il 30%.
Andreotti
diceva che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca. Io faccio peccato.
Però,
mi stupisce il Ministro Gelmini. Prima, salta fuori col D. M. n. 42 dell'8
aprile 2009, che prevede l'inserimento a pettine di chi non ha sostenuto il
concorso in quella Regione; poi, con la saggia Legge n. 167 del 24 novembre
2009, interpreta una norma precedente precisando che s'intende inserimento in
coda, non a pettine; poi, arriva il D. M. n. 44 del 12 maggio 2011, con cui
riammette l'inserimento a pettine, sconvolgendo ogni merito. In tutte le
Regioni ci sono dei meriti, ma, da che mondo è mondo, i concorsi non sono
comparabili; essendo Provinciali o Regionali, sfociano in apposita graduatoria regionale
o provinciale, dove la parola apposita vuol dire fatta apposta per chi ha
concorso per quella Provincia o quella Regione. Non è l'esame di maturità, da
cui deriva un titolo di studio. E' un metro per il posto di lavoro in una
determinata area ed ognuna ha il suo metro e la sua graduatoria. Altrimenti,
avrebbero fatto un concorso nazionale, per un ruolo nazionale,come ce ne sono
tanti.
Con
evidente ipocrisia, il Ministro mette le mani avanti e si trincera dicendo:
"Vista la Sentenza
della Corte Costituzionale n. 41 del 2011, con cui viene annullato l'art. 1 c.
4 ter della citata Legge 167" (omissis)..... "Considerato che, come
esplicitamente enunciato dal giudice amministrativo, recependo puntualmente la
motivazione della Suprema Corte (quella che dice che uno può andare nella
graduatoria che gli pare. N.d.r.) (omissis)... non sono dunque ipotizzabili
preclusioni di mobilità, anche territoriale nell'ambito delle distinte
graduatorie".
E'
una sentenza che ammette che si tratta di distinte graduatorie, ma conclude
dicendo in pratica che dobbiamo volerci bene e non guardare se le graduatorie
sono distinte né dove si è ottenuto il punteggio.
Il
Ministro (Gelmini, tanto per fare nomi), non sapendo che pesci pigliare, col D.
M. n. 42 dice semplicemente: cancelliamo tutto e ricominciamo da capo; ognuno
si scelga la Provincia che vuole.
E'
una resa senza condizioni. Il Ministro è sconfitto su tutta la linea, così come
sconfitta su tutta la linea è la
Lega Nord, che diceva - a parole - di difendere le posizioni acquisite.
Con che coraggio rimane? Con che dignità? Il Ministro lavora in un sistema in
cui un giudice (Consulta compresa) può annullare qualunque decisione
governativa non piaccia al giudice stesso; sarà un giudizio ammantato da nobili
principi costituzionali, ma non convince. Tanto varrebbe dire al TAR (o alla
Consulta) di fare direttamente le leggi. Allora, se si pone la domanda se sia
utile al Paese continuare a lavorare, il Ministro che cosa può rispondere?
"Le
zucche!", avrebbe detto Renzo Tramaglino, che non diceva parolacce.
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