Ave Maristella 40

Ave Maristella 40

MARISTELLA, ADDIO! (Dicembre 2011)

E così, anche il ciclo di Maristella è finito. Senza rimpianto, traggo le mie conclusioni.

E' partita con ottime intenzioni e la difesi. Ha cercato di mettere ordine nell'Università ed in alcuni settori della scuola; in parecchi casi c'è riuscita.

L'inesperienza, la poca conoscenza dei problemi e, soprattutto, l'arrendevolezza ai voleri del padrone, l'hanno portata a commettere alcuni errori che squalificano tutto il suo operato precedente. Di conseguenza, fatta la somma algebrica fra il bene ed il male, il giudizio finale è negativo. Del bene, parlai l'anno scorso. i principali punti del male sono:

1) Il non essersi opposta all'inserimento a pettine, nei modi e nei tempi in cui poteva farlo (glielo avevo anche suggerito, per iscritto; mi rispose, anche...), portando ad un abbassamento della qualità dell'insegnamento che, da solo, squalifica tutto il suo operato.

L’aver creduto che la tecnica fosse tutto nella formazione dell'individuo, con conseguente riduzione dell'insegnamento del pensiero umano (filosofia, per intenderci). Ha dimenticato che l'uomo è maturo solo se conosce le vicende storiche del formarsi del pensiero dell'umanità.

3) Il credere che la filosofia sia come la tavola pitagorica, che basta saperla a memoria per poterla insegnare, anche se non la si capisce. Di qui la dannosa idea di rivedere le classi di concorso attribuendo l'insegnamento della filosofia a chi filosofo non è, intendendo per tale esclusivamente chi è laureato in filosofia ed è abilitato per la classe A037. A037 e A036 sono classi di concorso ben distinte: la prima attiene alla filosofia, la seconda alla pedagogia. Il pensare di unirle potrà piacere ai sindacati, ma riduce la scuola a livelli molto bassi. Che i primi non si curino del livello della scuola, è comprensibile per il compito che hanno; che non se ne curi un ministro è incomprensibile, sempre per il compito che ha.

4) Nei tagli - pur necessari e, probabilmente, in fase di continuazione con la gestione Profumo - non ha fatto distinzione dell'età degli studenti: un conto sono le elementari, che andavano difese come lo erano quando l'Italia era povera; altro conto sono le secondarie e l'università.

5) Non ha equiparato la scuola dell'infanzia agli altri gradi di scuola non obbligatori: infatti, non basta il numero di iscritti per far funzionare la sezione.

E qui mi taccio, perché mi piange il cuore il constatare come tanti buoni princìpi iniziali siano naufragati nel gran mare delle spinte politico-sindacal-costituzionali.

Addio, Maristella; torna a fare la semplice parlamentare a 20.000 euro al mese.

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