Profumo 1

COMINCIAMO A RIMEDIARE (Gennaio 2012)

 

E così, abbiamo un  nuovo Ministro.

 

Lo stesso giorno in cui si insediò in viale Trastevere, io, come modesto vecchio provveditore in pensione, gli mandai subito la sottotrascritta nota, perché non dimenticasse di porre rimedio ad alcune storture, cominciando pure dalle minori. Ecco il testo:

 

“””””Gentile Signor Ministro,


Come vecchio provveditore agli studi in pensione, Le porgo i migliori auguri - veramente sentiti - per un lavoro che risollevi le sorti della scuola; per tale intendo tutta la scuola, da quella dell'infanzia alle maturità. Escludo l'Università, non avendo avuto competenze in materia.

I miei quarant'anni di servizio mi hanno convinto che i guai della scuola (sempre esclusa l'Università) sono principalmente due (dicendo due, intendo i più gravi, non escludendo gli altri):

1) La caduta della qualità dell'insegnamento. Il colpo di grazia è avvenuto col famigerato inserimento a pettine, voluto dalla Consulta (ma chi ne è presidente?). Ella sa certamente di che si tratta. C'erano graduatorie provinciali e regionali: sono state stravolte con un colpo di mano, con una severa punizione per quelle Province che, in nome della serietà della scuola, non erano scese a compromessi. Ella sa che le maturità, come le lauree, non sono tutte uguali, checché se ne dica. Ne trattai a lungo nel mio sito (http://www.giovanniferrero.it).

Ho presente un professore serio, di quelli che insegnavano, sapevano insegnare e sapevano ciò che insegnavano, il quale, mandato commissario di maturità in Sicilia, si vide presentare, dal Preside e da un signore locale, una lista di nomi: "Questi devono avere 60 (allora c'erano ancora i sessantesimi); per gli altri basta 54!". Non se la sentì di acconsentire in tutto, ebbe ricorsi e grane e non fu mai più mandato più in giù di Firenze.

2) La subdola cancellazione della filosofia dalle secondarie di secondo grado. Non sono un filosofo; vengo da giurisprudenza e passai la vita fra leggi, regolamenti, circolari, ricorsi e via discorrendo. Ma, in tanti anni, mi sono reso conto che la formazione dell'individuo, per essere completa, non può prescindere da un minimo di conoscenza della storia del pensiero dell'umanità. E' il momento della tecnica e dell'informatica; ma, ad esempio, i due programmatori (analisti-programmatori, non solo informatici gestionali) del mio ufficio venivano entrambi da studi filosofici.

Uno dei miei nipoti sta finendo il Classico e, in autunno, s'iscriverà al Politecnico di Torino; è orgogliosissimo di aver studiato filosofia.

Si è aggiunto, recentemente, un altro colpo alla serietà scolastica: la riforma degli orari e delle classi di concorso. Come Ella saprà, sono state tagliate proprio le ore di filosofia e, come se non bastasse, si ipotizza (non è ancora realizzato) l'attribuzione dell'insegnamento della filosofia a chi filosofo non è, intendendo per tale esclusivamente chi abbia conseguito l'abilitazione per la classe A037 ( e non per la A036...).

Rinnovo gli auguri per un fortunato lavoro e porgo i miei migliori, ancorché modesti, ossequi.”””””

 

            Essendo barone di Università, si occuperà delle banalissime cose delle Secondarie?

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