Ave Maristella 5

ELEMENTARE BELLA 1 (Ottobre 2008)

LA STAMPA è un quotidiano che, solitamente, non è tenero col governo di centrodestra. Anzi, lo picchia duro.
      Ma ospita scritti di persone di encomiabile onestà intellettuale.
      E' il caso del prof. Ricolfi, il cui articolo - pubblicato su LA STAMPA del 25 Settembre 2008 col titolo "Il mito della scuola elementare" - trascrivo in due puntate (e spero che il professore non mi bacchetti), senza commento specifico.

Prima puntata.

""""""Ci sono, nelle politiche governative in materia di istruzione, parecchie cose che mi lasciano perplesso. Ad esempio la mancanza di una diagnosi convincente dei mali della nostra scuola e della nostra università. Il vuoto di iniziative forti per aumentare il numero di asili nido, specialmente nel Mezzogiorno (uno dei cosiddetti obiettivi di Lisbona: portare la copertura al 33% entro il 2010, contro l'11% attuale). Soprattutto non mi piace per niente il fatto cle all'Università (dove lavoro) i tagli della manovra finanziaria 2009-2011 siano uguali per tutti gli Atenei, quando da anni - grazie ad una serie di ottime ricerche - si sa con precisione quali sono gli atenei che spendono (relativamente) bene i loro fondi e quali dilapidano in una corsa senza senso all'aumento del personale e agli avanzamenti di carriera.
      E tuttavia, nonostante queste riserve, stento a capire l'incredibile pioggia di critiche, insulti, manifestazioni, sceneggiate, lezioni di pedagogia (e talora di democrazia) che sono state riversate sul neo-ministro dell'Istruzione Maristella Gelmini non appena ha cominciato a occuparsi di scuola, e in particolare di quella elementare (per una rassegna consiglio di visitare il sito del Partito democratico e quello della Cgil-scuola, ora ridenominata Flc).
      Il mio stupore nasce da due ragioni distinte. La prima è che, andando a controllare le cifre (DL 112, art. 64, comma 6), si scopre che la maggior parte dei numeri spaventa-famiglie che sono stati agitati sono semplicemente falsi.
      Non è vero che il bilancio della scuola subirà tagli per 8 miliardi: il taglio del prossimo anno sarà inferiore a 0,5 miliardi (1% del budget), i tagli netti previsti per il triennio 2009-2011 sono pari a 3,6 miliardi spalmati su tre anni. Non è vero che saranno licenziati 87 mila insegnanti: la riduzione del numero di cattedre avverrà limitando le nuove assunzioni, la cifra di 87 mila insegnanti in meno si raggiungerà nel 2012 e include nel calcolo le riduzioni già pianificate da Prodi (circa 20 mila unità, a suo tempo giudicate insufficienti nel Quaderno bianco sulla scuola pubblica pubblicato giusto un anno fa dal precedente governo). Non è vero che, nelle scuole elementari, sparirà il tempo pieno e tutti i bambini dovranno tornare a casa alle 12,30: l'introduzione del maestro unico, con conseguente soppressione delle ore di compresenza, libererà un numero di ore più che sufficiente ad aumentare le ore di tempo pieno eventualmente richieste dalle famiglie. Nè si vede su quali basi l'opposizione agiti lo spettro di una riduzione degli insegnanti di sostegno, o della chiusura delle scuole di montagna (nessuna norma della Finanziaria lo prevede, e il ministro ha esplicitamente escluso tale eventualità)."""""

(continua al prossimo mese)

Commento generico. Forse, sulle elementari, qualcosa si può risparmiare. Sulle medie ho qualche dubbio. Sulle superiori la vedo brutta: è l'unico settore che andrebbe sicuramente potenziato, in quantità e qualità. Altro che tagli...

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