LO STRESS IGNORATO (Dicembre 2012)

Pare che il pericolo delle 24 ore d'insegnamento per i docenti sia tramontato. Quelli che non se n'intendono, che lavorano dietro ad un tavolino o ad uno sportello o a una catena di montaggio, diranno: che peccato, che ingiustizia! "Padre, perdona loro...", direbbe il mio Parroco.
      Io non ho mai insegnato, ma ho passato la vita fra gli insegnanti. Dicono che sia il mestiere più stressante dopo quello di pilota d'aereo. Non è vero; è il più stressante, subito seguito da quello di pilota d'aereo. Si parla di stress, di nervi continuamente tesi, di batticuori, di ansia, a volte di angoscia; non di fatica fisica o di stanchezza da sonno. Lessi di piloti soggetti a colpi di sonno. La monotonia produce sonno, non lo stress. A scuola, il sonno non viene certamente. Dopodiché, bisognerebbe comparare gli stipendi.
      In tutta questa querelle mi ha stupito il silenzio del ministro Profumo; si vede che non ha mai insegnato in una terza media, dove i ragazzi sono tutti minorenni, dove la responsabilità è enorme, dove c'è lo studioso e, ancor più, lo svogliato, il teppista, il violento. Se avesse provato per qualche anno, capirebbe che un'ora d'insegnamento in tali scuole è più faticosa di due ore d'ufficio e, direi anche, di due ore d'insegnamento universitario, dove tutti sono maggiorenni, dove non ci sono genitori in fila che protestano perché vogliono sempre 10 e lode per il figlio, eccetera.
      Mi aspettavo alte grida a difesa degli insegnanti, invece, protesta all'acqua tiepida.
      Mi ha stupito anche l'atteggiamento di certi sindacati, che pongono la questione esclusivamente sotto l'aspetto del mancato aumento della retribuzione per tali ore. Anche qui, penso a sindacalisti di professione, senza lunga esperienza d'insegnamento nelle medie inferiori.
      Mi ha stupito, anche, il buon Monti, che dice che, tutto sommato, due ore in più gli insegnanti dovrebbero farle. Ha fatto tante cose buone, ma non ha mai insegnato in certe classi di minorenni (sotto i quattordici).
      Qualcuno citerà l'estero. Lo faccio anch'io. Un mio figlio, 15/20 anni fa, insegnò in una scuola secondaria in Estremo Oriente: l'orario era di 35 ore settimanali: 7 ore al giorno per 5 giorni, con intervallo di un'ora per il pranzo (con tanto di mensa per insegnanti). Però, le ore d'insegnamento erano 18 e mai più di 18; le altre erano di preparazione delle lezioni, di ricevimento degli alunni, di ricevimento dei genitori, di riunioni di servizio, eccetera. Sempre entro le 35 ore e sempre fra le 9 e le 18, dal lunedì al venerdì.
      Non solo, per le 17 ore di non docenza ogni insegnante aveva il suo ufficio, i suoi libri, il suo computer, la sua fotocopiatrice, eccetera.
      Poi, già allora lo stipendio corrispondeva a 6 milioni di lire netti al mese.
      Gli insegnanti erano tutti bravi, perché, in caso di incapacità o di “rilassatezza”, il licenziamento era immediato.
      In Italia sarebbe impossibile, perché ci sarebbero sempre i raccomandati, i figli di qualcuno che conta.
      Che conta i soldi.

      

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