La prima fase si è conclusa ed i concorrenti sono scesi da 320.000 circa a poco più di 88.000. Mi balzano agli occhi tre riflessioni, gà fatte da altri.
1°) Il bando non parlava esplicitamente di abilitazione. Abolita? Se così è, vuol dire che è cominciata la riduzione dei precari, intendendo per precari coloro che sono abilitati. Però, Mario Pirani, su "La Repubblica" del 24.12.2012, parla di "agognata abilitazione". Che io abbia letto male il bando? Quando avverrà che non si spaccino più per precari (e non pretendano un posto che non hanno vinto) coloro che otterranno la sufficienza in un concorso, senza rientrare nel numero prefissato di vincitori, sarà una vittoria per la serietà della Scuola.
Certamente, la conseguita idoneità (uso impropriamente il termine, per essere chiaro) potrà avere una qualche valutazione come titolo in un successivo concorso, ma nulla più. D'altronde, nelle amministrazioni statali serie i concorsi per esami sono per esami e basta. Io ne sostenni e superai due, in due diversi Ministeri, con, rispettivamente, due e tre prove scritte ed una sequela di prove orali, senza valutazione di titoli. Eventuali precedenti idoneità non esistevano.
2°) Nella preselezione, qualche quesito era da Settimana Enigmistica, tipo quello sul carter o sulla martingala o sulla lettera che, sulla tastiera del computer, segue la Q. Io uso il PC parecchie ore al giorno, ma non ci feci mai caso; vorrà dire che sono stupido, ma non mi pare un buon metro di valutazione. Invece, sarebbero idonei all'insegnamento i miei nipotini, che mi dissero subito: "QWERTY"! e mi spiegarono il perché. Tuttavia, la preparazione dei quesiti ha seguito una sua logica, che mi lasciò perplesso solo in qualche punto, anche se ha un suo valore. Si è mirato ad ipervalutare l'intelligenza teorica, che non sempre si trasforma in capacità d'insegnamento. Ho anche il dubbio che i professoroni formulatori dei quesiti siano stati un po' lecchini e, per riverenza verso il Ministro già rettore di Politecnico, abbiano infierito con i quesiti a contenuto tecnico-scientifico, ivi comprese le lingue straniere. Ma io sono vecchio e, ad esempio, disapproverei un docente universitario che dicesse - come ho udito - "te sei buono"; il mio maestro unico me lo avrebbe segnato in blu, come avrebbe segnato in blu l'abolizione del congiuntivo ("A me pare che nel nostro continente va delineandosi una competizione", scrisse nel dicembre scorso un famoso giornalista già famoso direttore di un famoso quotidiano), praticata da eminenti letterati; perciò, avrei privilegiato un'ottima conoscenza della nostra lingua ed un'intelligenza pratica nell'esposizione.
3°) Il Ministero ed i giornali che si occupano di scuola fanno notare che, nelle Regioni del Sud, è stata una strage di candidati e che tale débacle corrisponde esattamente a quella subìta dagli studenti nelle prove INVALSI.
Scrisse Salvo Intravaia su La Repubblica del 21.12.2012:
"""“I dati confermano dunque che i test hanno selezionato comunque delle competenze e non sono stati una semplice lotteria”, dichiarano dal ministero. Ma non solo. “Su base regionale, le percentuali di ammessi al concorso – proseguono da viale Trastevere – seguono curiosamente l’andamento dei risultati delle rilevazioni sugli apprendimenti degli studenti Ocse PISA 2009. Il tasso di ammissione dei candidati insegnanti aumenta nelle stesse zone d’Italia in cui sale la curva Ocse che indica una maggiore preparazione degli studenti. Emerge dunque una correlazione diretta tra la bravura degli studenti e la capacità dei candidati di superare i test, quindi tra studenti più preparati ed aspiranti docenti più preparati”.
E’ la prima volta che in Italia è possibile testare le “competenze” degli insegnanti – o dei futuri insegnanti – con un test uguale per tutte le regioni. E, se i numeri hanno un senso, la tabella pubblicata poco fa dal ministero – che correla le performance degli studenti con quelle degli insegnanti – dimostrerebbe le migliori capacità di insegnamento dei docenti settentrionali e dell’Italia centrale, che hanno superato il test in 40 su cento, rispetto ai colleghi meridionali, che si sono dovuti accontentare di un “misero” 27,4 per cento."""
Coclusione: che, finalmente, ci sia un Ministro che cominci ad interessarsi della qualità della scuola e che abbia il coraggio di dire le cose come stanno? Me lo auguro.
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