(sonoro)

UNO DEI TRE

I tre Magi venivano da Oriente, è scritto nel Vangelo. Uno di loro era Cinese e quando tornò al suo paese cercò di raccontare quella notte. Giunto al termine della vita, si accorse che non c’era riuscito. Ci aveva provato tanto, per le strade brulicanti di Shanghai. Aveva venduto tutte le sue ricchezze per annunciare ciò che aveva visto. Da giovane usando il suo ardore, da vecchio la sua saggezza. Per anni e anni, ogni giorno, sempre sperando di aver trovato il modo giusto di dire ciò che aveva visto. Invano.
      - “lo l’ho visto Gesù, era un bambino, un bambino vero”.
      - “Che cosa è la verità?”
      - “lo ho parlato con la Madonna”.
      - “Dacci un segno.”
      - “Dio è venuto tra noi”.
      - “Su questo ti sentiremo un’altra volta”.
      - "E gli angeli cantavano: Gloria e pace”.
      - “Quest’uomo ha un demonio!”
      - “E i pastori ripetevano che era un buona novella”.
      - “Pastori? Cosa di buono può venire fuori da pastori?”.
       Ora, in una fredda sera di dicembre, si è lasciato cadere su una sedia e fissa un lume di candela sul tavolo in cucina. Guarda la fiammella fragile. La vita è passata così in fretta. Ripensa a quella notte magica, tanti tanti anni prima, quando giovane scienziato, insieme ai due compagni, uno Indiano e uno Afghano, era arrivato alla stalla, dopo un lungo lungo viaggio. Ricorda la stella, la musica e i pastori in ginocchio con le mani giunte e le lacrime agli occhi, perché una promessa era stata loro mantenuta.
      Quella mamma stanca e sorridente Io aveva fissato con gratitudine per i doni. Gratitudine, a lui che portava ruggine e tignola. Un padre premuroso, impacciato, semplice, gli si era fatto incontro. Anche lui non capiva cosa stesse succedendo, nè parlavano la stessa lingua, ma.i suoi occhi dicevano: non importa, è bello così. E aveva visto il bimbo, avvolto in fasce, con le manine aperte e il sorriso incerto. Nessuno parlava. Si sentivano beati nel vedere quello che stavano vedendo.
      Il vecchio cinese guarda ora la finestra buia, con gli occhi lucidi. Nella strada il mercato notturno è frenetico, soldi passano rapidi di mano in mano. Non vuole arrendersi, il nobile cinese. Lui l’aveva incontrato, l’aveva visto quel bambino. Vorrebbe uscire fuori, e dirlo ancora una volta. Ma ormai è tardi. Perché a nessuno interessa la sua storia? Si alza lento dalla sedia, si sdraia sul letto. Spegne la candela.
      D’improvviso il cuore si riscalda, ricorda. Quella sera, tanti tanti anni prima, lasciando a malincuore la grotta luminosa, aveva salutato la giovane mamma: “Addio”.
      Ella lo aveva fissato con un sorriso dolce, gli aveva fatto segno di no, e gli aveva detto: “Arrivederci”.

    Nella foto: Natività cinese

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