Quanti libri, quanti articoli, quante proposte, quante lamentele leggo sulla scuola!
Lasciando da parte una volta tanto i programmi, i metodi d'insegnamento ed altro, mi limito ai criteri di verità.
Comincerei dal Ministero, dove i vari cervelli pensanti ce la mettono tutta (o quasi), anche se, in buona fede, tendono spesso a vedere le cose ognuno col proprio sentire politico. L'interessato non se ne rende conto, ma il Ministro deve porre attenzione: ogni proposta, norma, circolare, disposizione emanata è scevra da inconscia manipolazione politica?
La stessa difficoltà devono trovare i Sovrintendenti Scolastici nella varie Regioni: i Dirigenti Scolastici agiscono sempre in modo corrispondente alla verità? Data per scontata la buona fede e soprattutto la capacità (quasi sempre), indirizzano l'agire scolastico con imparzialità reale, specie nei rapporti coi sindacati o con altri enti? Non è facile esprimersi sul modo di riuscire in un controllo esatto che, a sua volta, non sia inficiato da legittimi pregiudizi personali.
Lo stesso si dica per gli insegnanti. In particolare, storia e filosofia si prestano ad illustrazioni scolastiche diversissime, con ogni insegnante convinto di insegnare la verità, mentre spesso insegna la sua verità. Cosa auspicabile per libertà di pensiero, ma che sia sostenuta da ragionamenti corretti, dove corretti vuol dire inattaccabili.
Io ringrazio ancora adesso il mio insegnante di Filosofia in 1° e 2° Liceo Classico, che era chiarissimo, ma così accorto che non riuscimmo mai a qualificarlo politicamente. Per chi votava? Non lo capimmo. In 3° cambiammo insegnante e mi taccio.
E' facile arenarsi su questo non piccolo problema. La storia ci insegna che, quando il popolo conosce la verità, i poteri corrotti, non a servizio della promozione del bene dell'uomo, decadono e falliscono. Solo che il popolo non la conosce quasi mai. E, forse, preferisce non conoscerla.
Ma "quid est veritas?" dicono i Vangeli latinizzati. Che cos'è la verità? Lo chiese Pilato a Gesù Cristo, che non rispose. Anche noi siamo ancora disarmati di fronte a tale domanda, ma chi ha somma responsabilità nel governo della scuola deve agire con attenzione curando continuamente e pressantemente questo aspetto. Ricordi, però, sempre che la verità non è la sua né del governo che serve diligentemente.
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