DOV'E' LA VERA ITALIA? (Settembre 2023)

      “Maturità: boom dei diplomi facili” è il titolo di un dossier di TUTTOSCUOLA, che illustra perché ho ragione nell'ostinarmi a considerare l'Italia un connubio incestuoso tra la vera Italia ed il Regno delle Due Sicilie. Si leggano, in merito, i seguenti vecchi pezzi del mio sito: "Borbonia libera" e la foto 995 di questo numero in "DOCUMENTI FOTOGRAFICI.
      Punta il dito sui diplomifici, precisando che sono per lo più istituti paritari e quasi solo dell'ex Regno delle Due Sicilie.
      Perché si iscrivono direttamente al quarto anno ed al quinto anno sono infinitamente di più? Nel campione di scuole paritarie (scelte per area, non a caso), tutte registrano circa 70 prime iscrizioni in quarta che diventano circa 300 in quinta. C'è l'esempio di un istituto che è passato da 11 iscritti in quarta a 296 in quinta. E quanti sono i promossi? Tutti.
      Inoltre, non è necessario frequentare tanto; basta una settimana prima dell'esame. Però, occorre pagare. Ma quanto costa? Gli accertamenti hanno chiarito solo le cifre ufficiali, cioè, quelle per cui si rilascia ricevuta fiscale. Ecco:
      a) Recupero garantito di anni scolastici: da 1500 a 3000 euro, più tassa d'iscrizione da 300 a 500 euro.
      b) Esami garantiti di idoneità: da 1500 a 3000 euro.
      c) Diploma garantito di maturità da 2500 a 10.000 euro.
      E adesso viene il bello. Ma dove sono queste scuole? Sono tutte concentrate in solo nove Province: tutte le 5 Province Campane; Roma e Frosinone nel Lazio; Palermo e Agrigento in Sicilia. Il record lo detiene Napoli, seguito da Caserta e Salerno.
      Il passaggio dagli iscritti (ripeto iscritti, non frequentanti) del quarto anno a quello del quinto (anno necessario per ottenere la maturità) risulta dal prospetto ufficiale sottoriportato, che dà un'idea dell'onestà dell'attuale Italia divisa per aree:

      Ed è vero o no che, da bravi ex borbonici così diplomati, la maggior parte trova l'impiego pubblico, generalmente statale? E il bravo diplomato "polentone" che cosa deve dire? "IO PAGO!" come disse Totò. In effetti, constatiamo che, in tutta Italia, la maggior parte dei dipendenti pubblici (dirigenti e magistrati compresi) viene dall'ex Regno delle Due Sicilie, fucina di intelligenze rare. E hanno ragione, perché la furbizia è sinonimo d'intelligenza.
      Ed ora, mi permetto di illustrare la situazione dei miei vari nipoti.
      Il nipote R., ingegnere aerospaziale, dopo un periodo di lavoro alla Leonardo (fabbrica di quegli apparati elettronici che montano sugli aerei perché non vadano a sbattere), si trovò a disagio per l'esiguità della paga e trovò subito lavoro in una fabbrica tedesca, che paga il doppio, non chiede di fare ore in più non pagate, il sabato sempre libero ed il venerdì libero una settimana sì ed una no. Dopo tre giorni intensi di esami propedeutici, valutatane la qualità, lo assunsero subito a tempo indeterminato, gli pagarono il viaggio, gli trovarono l'alloggio, gli pagarono il trasporto via treno dell'automobile e dei bauli. E non aveva ancora fatto un giorno di lavoro.
      Il nipote D. è arrivato da poco da Parigi, dove lavorava in quell'Università.
      Il nipote M. (laurea in legge), da vent'anni lavora in un ufficio a Vienna e, prima del covid, mi disse che trovò economiche le ferie che fece: solo 20.000 euro.
      Il nipote A. (laurea in economia) è fisso a Bruxelles.
      La nipote N. da dieci anni è CEO (Amministratore Delegato) di grossa azienda alimentare in California.
      Io, i nipoti, li vorrei vicini; ma perché devono scappare? Chiediamocelo.
      Purtroppo, la scuola italiana ha fatto anche di peggio. Ci ricordiamo di quando certe forze politiche e sindacali ottennero gli esami di gruppo anche nelle Università? Erano gli anni '70 ed ho l'esempio di mio zio Chicchio (Socrate, per la verità), vice CEO della Enel Brasil S.A., residente a San Paolo. Colà scarseggiavano i laureati in ingegneria mineraria ed elettrotecnica ed egli, da buon patriota, si rivolse alla Comunità Europea per l'assunzione di ingegneri, possibilmente italiani. Fu una figuraccia e ci rimase male. Arrivarono brave persone che non sapevano niente di niente. Fece altre richieste del genere, facendo capire in modo diplomatico e sfumato che l'Italia aveva già dato (poi licenziati) e che era bene aiutare anche gli altri stati della Comunità. Insomma, europei ma non italiani
      Concludo. Sono passati oltre 160 anni dall'invasione armata sabauda del Regno delle Due Sicilie. Il male fatto rimane e nessuno ha il coraggio di parlarne. Ne andrebbe di mezzo il seggio in Parlamento. Quanti libri, quanti articoli, quante proposte, quante lamentele leggo sulla scuola!
      Spero che il ministro Valditara riesca a far qualcosa di utile per i giovani, controllando innanzitutto i dirigenti, i docenti, i presuntuosi genitori e, soprattutto, i suoi colleghi in Parlamento.
      Per l'indipendenza dell'ex Regno delle Due Sicilie non ho speranza, come non ce l'ho nei politici degli ultimi quarant'anni.

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