TERREMOTO INCOMPLETO (Maggio 2005)
Caro Beato Angelo
Carletti, compatrono della città di Cuneo,
Hai visto che terremoto
elettorale? Però, Tu non mi hai ascoltato molto; va bene che io sia un povero
peccatore, ma chi può scagliare la prima pietra? Ti avevo pregato molto che il
nostro Assessore, quello della città compatta e delle biciclette, riuscisse a
coronare il suo sogno di andare in Regione, ma Tu hai capito il vero motivo
della preghiera e non mi hai esaudito. Eppure eravamo in tanti ad augurarcelo,
nella speranza di avere finalmente qualche spazio per parcheggio libero in più
e qualche palazzone in meno. Ma siamo nati per soffrire. Sarà per l'anno
prossimo (nessuno vuole le politiche ad ottobre...), sperando che si candidi.
Sulle
regionali, comunque, qualche riflessione devi averla fatta anche Tu, anche solo
nell'ambito della provincia. Tu che li conosci, quanti candidati erano
veramente disponibili per un disinteressato servizio alla collettività e
quanti, invece, pensavano soprattutto (se non esclusivamente) ai quindici
milioni di lire mensili di indennità di carica? Mi tornano alla mente le parole
di Galli Della Loggia (Corriere della Sera dell'11 Aprile 2005): "Basta
vedere quanto accade da anni nelle città, nelle province e nelle regioni:
chiunque in periferi ricopra un incarico in un partito della destra (ma anche
della sinistra, aggiungo io) si sente innanzitutto impegnato a cercare di
impedire con tutte le proprie forze che si apra il minimo spiraglio a qualche
faccia nuova, che si faccia posto a chi non è già dentro la piccola
nomenclatura locale di partito".
E
a Cuneo? I soliti balletti, tipo aeroporto di Levaldigi: via Quaglia, dentro
Bonino. Ottime persone, ma "revenants" li avrebbe definiti
Toiu 3 e Montanelli avrebbe detto: "rieccoli!". Facce nuove?
Qualcuna, ma non per capacità e prestigio: solo se hanno galoppato per il
partito o se hanno ramificazioni varie (banche, enti, associazioni, eccetera).
Se,
poi, qualcuno ragiona con la propria testa, si cerca di allontanarlo. Tre mesi fa, parlavo della probabilità che l'assessore
Dalmasso venisse dimissionato per i suoi atteggiamenti coerenti: ma guarda un
po', caro Beato, è successo proprio così, a lui ed all'assessore Rosso. Così si
è fatto posto ad assessori bravissimi, specie nell'obbedienza. Ma a chi? Al
Sindaco di nome o a quello di fatto? L'essenziale è rispolverare il motto del
comico Ferrini, finto comunista di quindici anni fa: "Non capisco, ma mi
adeguo".
Caro
Beato, guarda, giudica e non sorridere, perché c'è poco da ridere.
Con devozione, il Tuo
fedelissimo
Giovannino del Maestro
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