(sonoro)

OTTOBRE 2000: CANONIZZAZIONE DEI MARTIRI CINESI

Ho davanti agli occhi un bel libro della Conferenza Episcopale Cinese della Regione di Taiwan. Presenta la biografia di ciascuno dei martiri canonizzati dal Papa il 1° ottobre 2000. Più di un centinaio, e c'è proprio di tutto. Vescovi e preti, fratelli e seminaristi, suore e laici, giovani e anziani (il più vecchio aveva 80 anni, una bella fortuna morire martire e andare dritti in Paradiso a quell'età!), donne e uomini, Cinesi e Occidentali (tra cui qualche piemontese!), aristocratici e contadini.
      Si va da Francisco de Capillas, Domenicano spagnolo ucciso nel 1648 durante le persecuzioni della dinastia Ching (in reazione all'amicizia dimostrata dalla dinastia Ming verso Matteo Ricci e i Gesuiti) a don Callisto Caravario, Salesiano di Cuorgnè, ucciso dai banditi comunisti nel 1930 insieme al Vescovo Mons.Versiglia. Tra loro, martiri delle persecuzioni del '700, altri della metà dell"800. La maggior parte appartengono però al tempo della cosiddetta "rivolta dei Boxers" dell'anno 1900.
      I Boxers ("Pugili") erano un gruppo di giovani guerrieri seguaci di una dottrina xenofoba, finanziati e appoggiati segretamente dalla vacillante dinastia Ching come ultima risorsa per conservare il potere, pochi anni prima di perderlo. La corte imperiale, consapevole del crescente malcontento popolare per la disastrosa situazione politica ed economica della Cina, tentò infatti di darne la colpa agli stranieri, quindi anche ai missionari e ai Cinesi convertiti. (Il fatto che un Cinese cristiano debba essere considerato meno Cinese di un Cinese buddista è una di quelle verità tanto irrazionali quanto dure a morire, ancora oggi).
      I Boxers si scatenarono con sanguinosa ferocia, anche se il fenomeno fu concentrato nel nord della Cina, soprattutto a Pechino. Sia a Shanghai sia a Canton ci fu molto più buon senso, una caratteristica che pare permanere ancora oggi. Macao era colonia Portoghese, Hong Kong colonia Britannica, Taiwan colonia Giapponese, e non furono interessate dagli eventi.
      La conseguenza della furia omicida dei Boxers fu non solo il martirio di tante anime eroiche (circa 30.000, secondo alcune fonti), ma anche l'intervento militare di un'alleanza di potenze straniere che occuparono Pechino, rivelarono la debolezza della corte Ching e aprirono le porte alla rivoluzione repubblicana di Sun Yat-Sen. L'ultimo imperatore fu un bambino e venne trasferito dalla Città Proibita alla scuola materna neI 1911.
     Durante la rivolta dei Boxers tutti gli stranieri residenti a Pechino, eccetto molti missionari, si rifugiarono nelle Legazioni, cioè, nella zona delle ambasciate. Ogni rappresentanza aveva un piccolo contingente di soldati, che si organizzarono a formare un piccolo esercito multinazionale. I più numerosi erano i Giapponesi, i più decisi gli Americani, i meglio organizzati gli Inglesi. Tra loro anche un gruppo di carabinieri assegnati alla nostra ambasciata. Secondo alcuni resoconti, sembra che l'unico cannone disponibile fosse proprio italiano. Nessuno saprà mai chi fu quel funzionario del ministero degli esteri che decise che l'ambasciata di Pechino dovesse avere anche un cannone. Forse frutto di qualche tangente da una fabbrica d'armi, certo fu insperatamente provvidenziale.
      La storia dice che, durante i circa 100 giorni di assedio, ai soldati stranieri delle Legazioni giungevano, per vie le più traverse e fantasiose, quotidiane richieste di aiuto da Cristiani perseguitati e da missionari, ma nessuna fu accolta perché - così fu deciso - era troppo pericoloso uscire. L'unica eccezione fu un gruppo di suore francesi, salvate coraggiosamente da un drappello di loro connazionali, guidati da un capitano valoroso, che disse: "Se nessuno va ad aiutarle, io vado da solo".
      Per gli altri, la risposta delle forze occidentali fu: "E' vero che sono Cristiani, ma sono cinesi e non possiamo rischiare le nostre vite per loro". Nello stesso momento, i guerrieri Boxers decretavano: "E' vero che sono cinesi, ma sono Cristiani, cioè, servi del Dio straniero e devono morire".
      "Se nessuno li vuole, allora li prendo io" disse Gesù Cristo.
      E i martiri cinesi accettarono di appartenere a quel Regno che non è di questo mondo.

Nella foto: Pur di avere le Olimpiadi, i cinesi sono disposti a parlare latino...

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