LE FOTO DA 11 A 20

11) - 1906 - In quell'anno, a Genova, si tenne un'esposizione, presumo per il 400° della morte di Cristoforo Colombo. Un cuoco novellese, il signor Quarone, ideò, con due soci, questo gigantesco uovo di Colombo, contenente un ristorante all'interno. Per il piccolo paese fu motivo di orgoglio e se ne parlò per molti anni.

12) - 1913. Mio suocero, quando aveva tre anni.

La foto, di per sè, non ha alcuna importanza. Ma quelle roselline appiccicate ai pantaloni, mi hanno colpito...

Eppoi, a mio suocero ho sempre dato del "lei", come si conviene nelle famiglie perbene! D'altra parte, io, quisque de populo, che più plebeo non si può, mi rivolgevo al nipote - per via materna - del Marchese De Juliis, in vita presidente della Corte d'Appello del Dodecanneso, perbacco...

13) 1915 - Questo è il signor Pasquale, novellese; per designarlo, bastava dire "il cavaliere". E' una figura-simbolo del paese. Tornato dalla prima guerra mondiale, fu eletto sindaco. Poi, cambiò il regime ed egli divenne podestà. Dopo la seconda gerra mondiale, cambiò nuovamente il regime ed egli tornò ad essere eletto sindaco. Era molto sbrigativo nel sistemare le cose e, per questo, molto amato.

Un giorno (anni '30), gli fu chiesto d'intervenire perché Pietro (nome fittizio) aveva di nuovo picchiato la moglie. Mandò a chiamare Pietro il quale, come si presentò, ricevette un ceffone che lo fece accoccolare sui gradini dell'entrata.
- "Ti piace che lo facciano a te?"

E poi:
- "Matilde, porta un bicchierino...".
    La moglie di Pasquale, sentito il trambusto, arrivò preoccupata col bicchierino di vermut:
- "Oh poverino, chissà come si sente..." e si chinò verso Pietro.
- "Il vermut è per me...", disse il sindaco prendendoglielo dalle mani e tracannandolo d'un fiato. E se ne andò al lavoro.

14) 1920 - Il monumento che, nel cimitero di Novello, ricordava i caduti della prima guerra mondiale. Bello, commovente, omaggiato con annuali cerimonie a suon di trombe. Ma intanto sono morti. E quanti! Sì, d'accordo, avevamo vinto: ma rimangono sempre morti...

Sul cancello d'ingresso del cimitero di Novello, per cento e più anni campeggiò una scritta in marmo che destava sorpresa nei forestieri, ma che per noi novellesi era entrata nel nostro modo di pensare. C'era cubitalmente scritto:

REQUIEM AETERNAM DONA EIS DOMINE

OGGI A ME DOMANI A TE

Poi, negli anni settanta, un parroco moderno, o un sindaco o tutti e due d'accordo la fecero togliere.

15) 1920 - Ancora mio suocero (non sto a spiegare qual è), quando frequentava la quinta elementare a Foligno, città d'origine della famiglia (anche se era nato a Milano) e dove tornava volentieri, dopo il peregrinare come insegnante e preside in varie scuole d'Italia.

16) 1921 - Io la definisco la foto dei tre gaudenti. Sono tre contadini del mio paese, ripresi dopo il pranzo domenicale per una festa campestre.

Sistemato un tavolino nell'aia e sistemato l'immancabile "serbatoio" di dolcetto o di barbera, si fa una pipata scambiando quattro chiacchiere; si fa una (si dice "una" per dire...) bevuta guardando i ragazzini che scorrazzano per l'aia e il vigneto di fronte che promette bene.

Era un modo di essere felici con quello che si aveva...

17) 1923 - Ad Assisi, in una via in salita che non ricordo, nel 1923 fu murata questa targa nella casa natale del padre di mio suocero, repubblicano convinto, ostile alla monarchia ma fedele alla patria. La lapide dice

A DI VII LUGLIO MCMXV

SUL PODGORA DI FRONTE ALL'AUSTRIACO

CON FEDE MAZZINIANA

CON SLANCIO GARIBALDINO

GIUSEPPE LEONELLI

CUORE MENTE CARATTERE

ESEMPIO AGLI ALTRI SULLA VIA DEL DOVERE

SERENAMENTE SUPERBAMENTE

TRONCAVA IL CANTO DI VENTISEI PRIMAVERE

ELETTO DAL BACIO IMPERITURO DELLA GLORIA

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I FRATELLI DI FEDE

FIERI DOLENTI

A OMAGGIO A MONITO

NELL'OTTAVO ANNIVERSARIO

18) 1927 - I novellesi sessantenni, cioè, i nati nel 1867, festeggiano il compleanno. Tutti rigorosamente baffuti.

Per chi è di Novello, il luogo è il cortile dell'osteria che sorgeva dove poi abitarono i Rostagno, in via Giordano verso le scuole.

19) 1928 - L'anno dopo, i sessant'anni li compiva mio nonno. La foto si riferisce a Monforte d'Alba, dove risiedevano, da immemorabili generazioni, i miei antenati.

Mio nonno è il terzo da destra, seduto in prima fila, col cappello sul ginocchio.

20) 1928 - Il signor Sardo, particolare novellese ("particolare" significa coltivatore diretto), costruì un nuovo pozzo, per migliorare l'approvvigionamento idrico della cascina.

Non era avvenimento da poco e, per l'occasione, ci fu una bella mangiata con tanti invitati e la foto di gruppo. In prima fila, seduti da sinistra a destra (soli uomini): il Segretario Comunale, il Parroco, il signor Sardo, il Podestà, il Farmacista. Le tre signore (una a sinistra e due a destra) non le riconosco, ma presumo siano insegnanti. Vedo una maestra anche in seconda fila e, in alto, col cappello di servizio, il Messo Comunale. Il cartello dice:

"A PERENNE RICORDO DELL'ACQUA POTABILE DELLA PROPRIETA' DEL SIG. SARDO GIUSEPPE CHE SA QUANTO VALORE HA L'ACQUA SANA. NOVELLO 6 FEBBRAIO 1928".

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