LE FOTO DA 111 A 120

111) - 1979 - Ancora il mio amico Michele Settimo, con la moglie Nina di Farigliano, il figlio Carlo (pardon: Carlos...) ed un vicino di casa italiano.
        Sono sotto il pergolato, nella loro casetta di Tortuguitas, vicino a Buenos Aires. Naturalmente, il pergolato è composto da viti di origine piemontese. Come già dissi, Michele è morto da anni e di Nina non so più niente, come non so più niente del figlio Carlo, che andai - nel 1981 - a trovare a Los Angeles (U.S.A.). Chi sa dirmi qualcosa di entrambi?

112) - 1934 - Novello. Ad un anno, ero così, in braccio a mia madre in salute. Purtroppo, la conobbi poco, perchè - avevo sette anni e mezzo - morì molto giovane, a 37 anni. Mio fratello Carlo, che aveva meno di quattro anni, non la conobbe per niente.

113) - 1934 - Novello. Spettacolo della filodrammatica femminile. Riconosco le prime due da destra: Adriana Manzone e Maria Anselma (la madre del Mago Sales), entrambe decedute.
        L'altra settimana, ebbi occasione di recarmi nel teatrino del paese, abbastanza rimodernato nel salone, ma identico nel palcoscenico e nel retro. Mi ha fatto una certa impressione risalire su quel vecchio palco, dove recitai da ragazzo e da giovanotto. Sessantacinque anni fa, vi facevo le mie prime recite; mi viene la malinconia al pensiero che il tempo non torna più.

114) - 1934 - A Novello, o, più correttamente, al bivio della Volta, passa il Giro d'Italia. E' una giornata piovosa e le strade, in terra battuta e ghiaia, non aiutano la fatica dei corridori. Mio padre era tifoso di Binda e, negli anni successivi, bartaliano di ferro. Fu lui a trasmettermi la passione per il ciclismo (vederlo, non praticarlo). Mi ha sempre fatto rabbia la sua abilità in discesa. Quando già ero ventenne e ci recavamo da qualche parte, in discesa ce la mettevo tutta e lui, ogni tanto, frenava per aspettarmi e, con naturalezza, mi diceva. "Non potresti scendere un po' più forte?".

115) 1934 - Novello (bivio La Volta).
        Altra foto dei girini sotto la pioggia.

116) 1934 - Monforte d'Alba.
        Mia nonna materna - nonna Ginotta, per noi nipoti - con me in braccio, davanti alla casa nel borgo del paese vecchio. Oltre che lavorare in campagna, mungere la mucca, vendere il latte, guardare l'unica pecora e i conigli, fare calze per tutti e badare a me, teneva a bada le numerose galline che, a quel tempo, potevano tranquillamente starnazzare (anche se non erano oche...) in mezzo alla strada. Tanto, di macchine ne passava una, forse, alla domenica.

117) 1935 - Novello. La filodrammatica maschile operava sotto la regia di mio padre, che, conscio dei gusti contadini, prediligeva i drammi a tinte forti, tipo I due Sergenti, Padre Pro, I Masnadieri e così via. Naturalmente, c'era sempre l'immancabile farsa finale, tipo l'oca in Tribunale, dove si narrava di un contadino astuto che, essendo stato sorpreso a rubare un'oca, fu portato in Tribunale, dove l'accusa portò due testimoni oculari che lo avevano visto. Allora egli ne portò dodici che non lo avevano visto e il Giudice, vista la schiacciante maggioranza, lo assolse.
        A quei tempi, si rideva con poco.

118) 1934 - Il marchese De Juliis, già citato nelle foto passate, padre della nonna di mia moglie e presidente della Corte d'Appello del Dodecanneso. Di famiglia ben diversa da quella dei miei nonni. I marchesi dovevano avere un alto concetto della nobiltà; ho ancora sentito la nonna che, quando parlava dei contadini, pronunciava la parola in modo da far sentire la differenza; spesso, diceva "i nostri contadini", non sapendo che la servitù della gleba era stata abolita nel 1862.
        Quando già era in pensione, i ladri gli svaligiarono la casa (in Italia), portando via anche cose di valore. Il suo dramma fu di aver perso la ricetta della pomata - importata dall'oriente - che usava per mantenere i baffi folti e nerissimi.

119) 1934 - Novello. Non so che processione sia, ma non erano le rogazioni di San Marco. Quelle si tenevano in primavera, quando gli alberi non avevano ancora le foglie.

120) 1934 - Chiusavecchia (IM). Ancora una foto davanti a Casa Abbo.
        Nell'ordine, da sinistra:
in piedi: io, mia madre, mio padre, mio zio Giovanni, mio cugino Paoluccio e mia zia Chiarina;
seduti: mia nonna Argentina e mio nonno Carlin.

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