LE FOTO DA 81 A 90

81) - 1979 - Non rispetto criteri cronologici e pubblico una delle foto che scattai nel 1979. Siamo a Buenos Aires, nella meravigliosa Calle Florida. Era un momento di inflazione spaventosa; i negozianti scrivevano il prezzo col gesso, perché cambiava prima di sera. Ogni mattina, andavo in banca, a cambiare qualche dollaro per la giornata; mi limitavo allo stretto necessario per un giorno, perché il giorno dopo il cambio era già diverso. Anche i gettoni per la metropolitana mutavano il prezzo ogni giorno.
      Ciononostante - come già dissi - l'Argentina è un Paese che mi è piaciuto moltissimo, non per le bellezze naturali, quanto per il carattere della gente. Ero viaggiatore solitario (andai per conto mio) e volli ricercare alcuni miei compaesani, da tempo emigrati.
      Un aneddoto. Avevo prenotato il treno per Tucuman (e Villazon),ma, il giorno della partenza, non ricordavo più il nome della stazione. Chiesi ad un passante gentilissimo, dicendo che era una stazione col nome di un Generale. "Señor - mi rispose allargando le braccia - aquì, todos Generales!". Infatti, c'è la Stazione General Bengrano, quella General Mitre, quella General San Martin.

82) - 1922 - Mia zia Marcella, quando aveva 25 anni (o giù di lì).
      Era la sorella di mia nonna, di famiglia numerosa e povera. Erano mezzadri e, di tanto in tanto, dovevano fare San Martino, espressione piemontese per dire che dovevano traslocare. Infatti, i mezzadri potevano essere licenziati dal padrone senza motivo e dovevano lasciare il podere l'11 Novembre. Se ne partivano col carretto (si riveda il film: L'albero degli zoccoli) alla ricerca di un altro padrone. Per chi non lo sapesse, il mezzadro era un contadino senza terra, che era sssunto da un proprietario terriero con contratto annuale, col patto di metterci il lavoro, di pagare la metà dei concimi e delle sementi e di ogni altra spesa annuale e di spartire i raccolti a metà.
      Come già dissi, mia nonna, a otto anni, fu messa da serva in una cascina. Mia zia Marcella, più giovane e più fortunata, fece anche la terza elementare; poi, giovinetta, ottenne un magnifico posto di commessa in una tabaccheria nientemeno che a Torino. Poi, verso i 22/23 anni, trovò posto come lavorante in un salone di estetica (ma, allora, non si chiamava così) e si specializzò in manicure. La foto è di quegli anni.

83) - 1924 - Mio padre si diploma maestro elementare ed ottiene la sua prima supplenza temporanea proprio a Monforte d'Alba.
      Qui è coi suoi alunni. Chissà se qualcuno si riconosce.
      Mio nonno Giovanni, poichè la famiglia aveva poca terra, in gioventù faceva il vetturale, in società con altro monfortese. Aveva due cavalli (e due di riserva) e la diligenza e copriva, ogni giorno, la tratta Monforte d'Alba-Alba.
      Una sera d'inverno tornava da Alba, senza clienti. Era notte e nevicava forte. Lui, a cassetta, si era avvolto nella mantellina, si era calato il cappello sugli occhi e si era dddormentato, come faceva sempre; tanto, i cavalli conoscevano la strada e macchine non ce n'erano. Aveva i riflessi pronti e, quando, nella salita di Castiglione, sentì qualcuno che, arrampicatosi a cassetta coi cavalli in marcia, si sedeva accanto a lui, non gliene diede il tempo e, da quell'altezza, lo scaraventò nella neve.
- Sei folle, non mi riconosci? - Era il suo socio che, venuto a piedi a Castiglione per certe commissioni, aveva atteso il passaggio della diligenza per tornare a Monforte.
      Un'altra volta, stava facendo una corsa privata a Dogliani, per portare un ingegnere, ottima persona ed ottimo vicino di casa, a qualche incontro. Essendo conoscenti, anche l'ingegnere era a cassetta e chiacchierava. Diceva che gli studi erano una gran cosa e che era bene che solo alcuni studiassero, quelli di famiglia agiata, altrimenti sarebbero mancate le braccia per lavorare. Mio nonno sentiva in cuor suo che il ragionamento non era giusto. Nella sua povertà non trovava onesto che si trovasse a ridire allo sforzo immane che faceva per mandare un po' a scuola almeno il figlio, visto che lui era arrivato solo fino alla terza elementare. Ma non sapeva parlar bene e non sdapeva come controbattere a parole. Tacque a lungo, finchè, rivoltosi all'ingerere, disse una frase chiarissima: "'Ngegné, mi u camp 'nt a Senterla!" (Ingegnere, io la butto nell'Argentella), il torrente che fiancheggiava la strada. L'ingegnere tacque.

84) - 1930 - Il maestro Ghigo, nativo di Cervere, dove è sepolto.
      Oltre che maestro elementare a Novello (dove rimase per tutta la vita), era anche un valente organista e prestò servizio (gratuitamente, come ovvio) nella Chiesa Parrocchiale per sessant'anni e più. A volte faceva storcere il naso a qualche liturgista ortodosso, perchè, nella sua bravura, nei sottofondi liturgici (Elevazione, Comunione, ecc.) introduceva brani di opere classiche, opportunamente adattati. Il talento, però, era indiscutibile.
      Chissà quanti Novellesi (o Cerveresi) vicini o lontani, lo ricordano?

85) 1925 - I fratelli Leonelli-Arcamone a Portonacci, località che non ho trovato su nessun atlante e nemmeno su internet. Dovrebbe essere in Umbria, in collina, dove, a volte, la famiglia di nonna Linda si recava per l'estatatura (termine bellissimo, che trovai in una raccolta di novelle di Guelfo Civinini o di Bruno Cicognani...), cioè, per trascorrervi l'estate.

86) 1926 - Ancora i fratelli Leonelli-Arcamone.
      Da sinistra:
- Roberto Leonelli, in piedi. Poi, seduti
- Francesca Arcamone, deceduta nel 2006
- Laura Arcamone, deceduta nel 1932
- Emilia Arcamone
- Leonello Leonelli, con in braccio
- Nicoletta Arcamone, viva e vegeta in Brasile
      Doveva ancora nascere l'ultimo figlio, Massimo, nel 1931.
      Per ordine di età, erano: Roberto, Leonello, Laura, Francesca, Emilia, Nicoletta e Massimo.

87) 1926 - Renato Arcamone e Linda Doria dei Marchesi De Juliis. Lui, direttore dello Zuccherificio di Foligno; lei, insegnante e poi Preside di Scuola Statale.

88) 1928 - L'Azione Cattolica non era ancora arrivata ai ferri corti col governo fascista. Era molto curata, specie nei paesi, anche se non aveva ancora raggiunto lo sviluppo dei secondi anni trenta.
      A Novello, c'era questo gruppo di Fanciulli Cattolici (categoria ufficiale), che, però, non raggruppava tutti i ragazzi di quella fascia d'età.

89) 1928 - Ripropongo la foto di cui al n. 7, in edizione completa.
      Ho saputo che si riferisce alla festa della Maddalena, piccola cappella vicino a Chiusavecchia, dove si celebra una volta all'anno, la prima domenica dopo l'8 settembre.
      Dopo la messa, tutto il paese si ritrovava a far pranzo al sacco, nelle fasce degli uliveti.

90) 1930 - La banda Leonelli-Arcamone al mare, credo a Porto Recanati.
      Negli anni '30, sulla spiaggia ci si vestiva così.
      Il primo a destra è mio suocero.
      E' interessante il raffronto fra l'estate della famiglia-bene (in questa foto n. 90) e l'estate della famiglia contadina (foto sopra, n. 89).

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