LE FOTO DA 91 A 100

91) - 1979 - Il mio amico Michele Settimo e sua moglie Nina di Farigliano, di fronte a casa loro, a Tortuguitas (Argentina).
Ero andato a trovarlo, portandogli parecchie fotografie recenti di Novello: le abbracciava e baciava. E piangeva. Dopo quasi quarant'anni di lontananza, il desiderio di rivedere il paesello natìo era fortissimo, ma non riuscì ad esaudirlo. Era stato rovinato dall'inflazione galoppante. Era un buon capomastro, anzi, un piccolo impresario edile. Era orgoglioso del suo lavoro e, in macchina, mi fece fare il giro dei dintorni, mostrandomi tutte le costruzioni che aveva tirato su. Fra l'altro, girando per la cittadina, in mezzo a case a soli due piani con un pezzetto di terra davanti, mi diceva: "questo è italiano, quello pure, quello no, quell'altro...", eccetera. Gli chiesi se li conoscesse tutti e mi rispose: "No, ma i discendenti di italiani sono facilmente riconoscibili; sono quelli che nel pezzetto di terra coltivano l'orto". Infatti, gli altri, lo tenevano o incolto o a praticello coi fiori.
Aveva sempre lavorato sodo e bene; aveva sempre risparmiato e depositato tutto in banca, su un libretto lungo un chilometro. Si era anche comprato l'alloggio al mare (mi pare, a Mar del Plata) e sognava il ritorno sulle Langhe, a Novello. Poi, la débacle inflazionistica, il disastro, la rovina. Nina mi mostrava con rabbia quel lungo libretto di risparmi, con milioni di pesos, e piangeva. Fatto un breve calcolo, gli dissi che, con tutti quei risparmi, poteva scegliere fra il comprarsi un televisore o una bicicletta: ma di stabilirsi in Italia, nemmeno pensarci.
Pochi mesi dopo, Michele morì di crepacuore e Nina dovette andare a stare a casa del figlio Carlo, da tempo emigrato negli Stati Uniti. Non ne so più niente.

92) - 1932 - Novello. La classe di mia madre. Sono 22 presenti e si trovano sul retro dell'edificio scolastico.
Mia madre, per tre anni insegnò a Bossieta, frazione di Ormea, località in provincia di Cuneo la più vicina possibile a Chiusavecchia. Poi, passata di ruolo, dovette andare in diversi posti sulle Langhe e, da ultimo, a Novello, dove conobbe mio padre.

93) - 1932 - Ancora la festa della Maddalena, a Chiusavecchia (IM). Mia madre è la terza da sinistra e mio nonno materno il quarto. Erano scampagnate come si deve, con canestri di cibarie al seguito. La cappella della Maddalena è solitaria in mezzo agli ulivi, lontana da ogni centro, allora raggiungibile solo a piedi attraverso un sentiero di un'ora. Però, per l'occasione, tutti si mettevano il vestito della festa con la camicia bianca.

94) - 1936 - Mia zia Marcella, nel 1922 trovò lavoro in Egitto, al Cairo, come manicure in un salone di estetista. Lavorava come una matta, prima come dipendente, poi come lavoratrice autonoma. Da buona piemontese, risparmiava soldo su soldo e, una quindicina di anni dopo, riuscì a costruirsi la casetta monofamiliare che si vede in foto. Poi, nel 1951/52, venne Neguib e molti stranieri dovettero andarsene. Potè, però, vendere la casa e portare il ricavato in Italia: con quello visse fino alla morte.

95) 1932 - Lo zio di mia moglie, l'avv. Massimo Arcamone, folignate, consigliere regionale. Morì d'infarto nel 1981 e gli furono dedicate, a Foligno, una via e la locale Sezione del Partito Repubblicano.

96) 1932 - Mia zia Marcella al Cairo. Era un po' la vita del colonizzatore, dell'uomo bianco padrone. Mia zia non apparteneva a quel mondo (era, in origine, una serva di campagna...), ma cercava di stare al passo e faceva il possibile per non sfigurare con gli europei residenti al Cairo. Anche perchè le europee del Cairo erano le sue migliori clienti! Mia zia è la prima a destra.

97) 1935 - Ancora mia zia al Cairo, mentre si pavoneggia alla guida della macchina di un conoscente. Lei non possedette mai un'automobile e non prese mai la patente.
Per la verità, il proprietario dell'auto era un egiziano ed è l'uomo a destra, in piedi, col cappello e i baffetti.

98) 1933 - Un gruppo di donne novellesi. Non conosco l'occasione della foto, nè la località. Al centro, colla faccia sorridente, i capelli neri ondulati e l'ampio sorriso, c'è Letizia Borio in Protto, madra di Luigina e di Sergio Protto. Sergio morì tragicamente, poco più che ventenne, in un incidente sul lavoro.

99) 1932 - La classe di mio padre, sul retro dell'edificio scolastico di Novello.

100) 1934 - Quello al centro sono io, all'età di un anno. A destra c'è mia madre ed a sinistra la ragazza che mi guardava (ora, si direbbe "la tata"). Vorrei tanto sapere chi era, ma non ho più nessuno a cui chiederlo: sono passati 70 anni!

Sullo sfondo, le colline delle Langhe.

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