(sonoro) Mio figlio Michele è un sacerdote salesiano, da parecchi anni nell'area cinese: Cina, Taiwan, Hong Kong. Nel 1999, pubblicò una prima raccolta di sue lettere (e foto), che ripropongo a puntate. Taipei, Cina PRESENTAZIONE Se un giornalista, dopo tre ore sul luogo di un incidente, può scrivere un articolo, se un reporter, dopo tre giorni sul luogo di una catastrofe, può scrivere un servizio, io, dopo tre anni passati a studiare cinese - non incidente, ma quasi catastrofe - non mi vergogno a scrivere un libro. Tanto più che le parole sono poche, e le immagini molte. Un piccolo contributo alla globalizzazione, per dare ai soliti venticinque lettori un’idea di un mondo che è diverso, malgrado le dirette televisive e i voli supersonici lo rendano vicino. Il lettore non si attenda meraviglie: si tratta di alcune delle lettere che, in questi anni, ho scritto ad amici vari; fra l’altro, tre o quattro le avrete già trovate pubblicate su "La Guida" o su "Dimensioni Nuove" o su "Pole Pole". Altre, invece, sono inedite, molto personali, custodite da amici e parenti. Le fotografie sono, per la maggior parte, del mio amico David Smith, il gigante buono canadese. È il mio piccolo "Milione". Probabilmente, se Marco Polo avesse avuto come amico un fotografo professionista, non avrebbe speso tante pagine per descrivere ciò che poteva mostrare. Buon viaggio.
Mio figlio Michele è un sacerdote salesiano, da parecchi anni nell'area cinese: Cina, Taiwan, Hong Kong. Nel 1999, pubblicò una prima raccolta di sue lettere (e foto), che ripropongo a puntate.
Taipei, Cina
Se un giornalista, dopo tre ore sul luogo di un incidente, può scrivere un articolo, se un reporter, dopo tre giorni sul luogo di una catastrofe, può scrivere un servizio, io, dopo tre anni passati a studiare cinese - non incidente, ma quasi catastrofe - non mi vergogno a scrivere un libro.
Tanto più che le parole sono poche, e le immagini molte. Un piccolo contributo alla globalizzazione, per dare ai soliti venticinque lettori un’idea di un mondo che è diverso, malgrado le dirette televisive e i voli supersonici lo rendano vicino.
Il lettore non si attenda meraviglie: si tratta di alcune delle lettere che, in questi anni, ho scritto ad amici vari; fra l’altro, tre o quattro le avrete già trovate pubblicate su "La Guida" o su "Dimensioni Nuove" o su "Pole Pole".
Le fotografie sono, per la maggior parte, del mio amico David Smith, il gigante buono canadese.
È il mio piccolo "Milione". Probabilmente, se Marco Polo avesse avuto come amico un fotografo professionista, non avrebbe speso tante pagine per descrivere ciò che poteva mostrare.
don Michele Ferrero, salesiano
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